The Tender Bar, la recensione del film con Ben Affleck

George Clooney dirige Ben Affleck e Tye Sheridan in The Tender Bar, avvincente racconto di formazione per immagini.

the tender bar

Su Amazon Prime Video è disponibile The Tender Bar, Il bar delle grandi speranze, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di J. R. Moehringer. Il film, diretto da George Clooney, si basa su una raccolta di memorie, trasformata in un colorito lungometraggio che ripercorre la crescita dello scrittore in una famiglia per nulla semplice.

 

La trama di The Tender Bar

J. R. – diminutivo di Junior – è un ragazzino di 11 anni che vive con la madre Dorothy (Lily Rabe) nella casa del nonno. Con loro, abita anche lo zio Charlie (Ben Affleck), figura di riferimento per J. R., a differenza del padre. Il figlio lo conosce a malapena, sa solo che vive a New York, lavora in radio e si fa chiamare The Voice (La Voce). L’uomo ha causato solo danni alla madre.

Junior cresce quindi in una famiglia estremamente umile, ma, ad esclusione del padre, ha delle ottime guide sul suo cammino: non solo Dorothy, che vuole a tutti i costi permettere al figlio di andare all’università, ma anche e soprattutto lo zio Charlie, che cerca di trasmettere al nipote fin da quando è piccolo i valori essenziali per essere un brav’uomo e la passione per la letteratura. Nonostante ciò, non sarà facile per il ragazzo trovare la propria strada…

Grandi Speranze, Dickens e drink

The Tender Bar naviga tra due mondi, apparentemente distanti ma che qui vengono accostati proprio per racchiudere il senso del film: la letteratura e  il bar di provincia. Zio Charlie è bar tender del pub Dickens di Manahasset, a Long Island: qui, sugli scaffali, bottiglie di Gin e Whiskey, caraffe di birra, sigarette si mescolano ai libri, grande passione di Charlie. Al bancone, tra gli ubriaconi e i bevitori occasionali, c’è sempre il piccolo J. R., che passa il tempo a leggere i libri dello zio. Le Great Expectations, le Grandi Speranze, non sono solo quelle del romanzo di Dickens: è proprio nel pub che J. R. realizza di voler fare lo scrittore.

In The Tender Bar, per una volta, la povertà e l’ignoranza della provincia non vengono esasperate fino a rendere lo scenario cupo, torbido, senza possibilità di uscita. Nel film è rappresentata entusiasticamente l’occasione per un ragazzo nato povero di costruirsi un futuro migliore, senza però creare una storia paradossale. Non si passa da una vita orribile a una meravigliosa, non c’è un volo pindarico dalla povertà estrema al lusso sfrenato, ma c’è un miglioramento credibile quanto auspicabile.

La figura paterna in The Tender Bar

The Voice (Max Martini), il padre di J. R., è il personaggio più disprezzabile di The Tender Bar. Burbero, assente, violento e alcolizzato, non ha alcun tipo di rapporto con il figlio. Compare un paio di volte, fa qualche telefonata e, in queste poche occasioni, non fa altro che dimostrare la sua pochezza ed ignoranza. L’interprete di J. R. bambino, Daniel Ranieri, è abilissimo nel mostrare dapprima la speranza e la ricerca dell’affetto paterno e poi la rabbia e la rassegnazione per non riuscire ad ottenerlo. Ascolta alla radio La Voce, attende con ansia una chiamata o una visita, per poi rimanere deluso.

Fortunatamente, J. R. ha attorno a sè una famiglia che lo supporta come può. Oltre alla madre – Lily Rabe è al tempo stesso tenera e stoica nel suo ruolo, c’è lo zio Charlie a fare da punto di riferimento per J. R.. Ben Affleck, perfetto nel personaggio dell’uomo semplice, con i piedi per terra e la testa sulle spalle, parla al nipote trattandolo come un giovane adulto, senza mezzi termini. È un consigliere capace, e il suo bar è un luogo di conforto per J. R. fino all’età adulta.

The Tender Bar film 2022L’America di provincia: villette e auto

Una nota di merito in The Tender Bar va alla rappresentazione degli spazi della storia. Gli anni Settanta e Ottanta sono resi in immagini ricche delle tonalità di quel periodo: arredi scuri, maglioni kitsch, velluti marroni e auto decappottabili dai colori cangianti. Nelle ambientazioni e nei costumi c’è un velo di fantasia e di esagerazione che però trova senso nel racconto della gioventù da parte di J. R. adulto.

L’adolescenza e lo scontro di classe

Non mancano nel film le difficoltà che J. R., andando al college, si trova a dover affrontare. Il primo amore, travolgente ed impossibile, con l’imborghesita Sydney, è solo uno degli elementi di confusione che invadono il ragazzo. A dispetto delle insinuazioni della ragazza, il trauma del padre assente, la vita umile e squallida dell’infanzia, non sono ostacoli insormontabili per J. R.: nulla nel film scade nel tragico o nel catastrofico.

The Tender Bar, in uno stile che a tratti ricorda il film di formazione per eccellenza Boyhood di Richard Linklater, tocca i temi dell’adolescenza, della formazione, delle classi sociali, con profondità e delicatezza. L’ordinarietà e la semplicità della famiglia di J. R. non scadono nella banalità ma anzi rendono la storia vicina a quella di un qualsiasi spettatore. Infine, Tye Sheridan è il volto giusto per la parte di Junior ragazzo: una faccia pulita ed espressiva, con occhi in grado di trasmettere tutte quelle Grandi Speranze che riempiono le menti dei giovani adulti.

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