The Upside – Sempre amici, recensione del film con Bryan Cranston

Dal regista di The Illusionist il remake made in Usa dell'acclamato Quasi amici, storia di un'amicizia improbabile tra un ricco tetraplegico e un giovane disoccupato appena uscito di prigione.

the upside

Dopo il grande successo del francese Quasi amici – Intouchables di Olivier Nakache e Éric Toledano, che nel 2011 conquistò critica e pubblico di tutto il mondo con la sua favola vera, divertente e commovente, di dolore, amicizia e integrazione, è arrivato The Upside – sempre amici, versione americana della pellicola targata 2017 e diretta da Neil Burger. Doveva essere distribuito in Usa da marzo 2018, ma essendo prodotto dalla Lantern Entertainment di Harvey Weinstein – assieme alla STX Film, Escape Artists Productions e Amazon Studios –  ha risentito del noto scandalo che lo ha investito e la sua uscita è stata posticipata a gennaio 2019. Ha ottenuto buoni incassi in patria, mentre in Italia è disponibile su Prime Video da aprile 2019.

 

La trama di The Upside

Il canovaccio attorno a cui si sviluppa il film è ben noto. Il ricco aristocratico Philippe, Bryan Cranston, è tetraplegico. Frustrato dalla malattia e mai ripresosi dal dolore per la morte della moglie, assume come badante un giovane uomo di colore, Dell, Kevin Hart, che viene dalla periferia ed è in libertà vigilata. All’inizio non è facile trovare un’intesa tra due mondo così diversi, ma pian piano i due scoprono i reciproci lati positivi. Sarà Dell a convincere Philippe a riprendersi la propria vita, nonostante la disabilità, e a coltivare i piaceri che ancora gli si offrono. Mentre Philippe spingerà Dell a investire su ciò che conta davvero per lui e ad avere più fiducia in sé stesso, concedendogli una seconda possibilità.

La storia vera all’origine di The Upside

The Upside, come il suo predecessore, è ispirato alla vera storia del duca Philippe Pozzo di Borgo – direttore della nota azienda produttrice di champagne Pommery, rimasto paralizzato dopo un incidente in parapendio – e del suo aiutante Abdel Sellou, da lui stesso narrata nel libro Il diavolo custode, edito in Italia da Ponte alle Grazie. Anche Sellou ha voluto raccontare questa grande amicizia dal suo punto di vista nel libro Mi hai cambiato la vita, Salani Editore.

The Upside, un remake che tiene testa all’originale

Due sono gli interrogativi principali che si pongono nell’accingersi alla visione del film. Il primo è se e quanto fosse necessaria una riproposizione del film in versione Usa, dal punto di vista del pubblico, dal momento che sulla speranza dei produttori di bissare quello che è stato un enorme successo in termini economici e di popolarità non vi sono dubbi. In altri termini, riesce The Upside ad aggiungere qualcosa, un elemento proprio, originale, che possa suscitare l’interesse del pubblico, scrollandosi di dosso il rischio di essere una copia pedissequa? Oppure, se non aggiunge originalità, riesce a mantenersi vitale e godibile, commovente e divertente, profondo e leggero come lo era stato l’originale? È insomma all’altezza dell’originale?

Quasi amici  contava sulla bravura di un attore solido come François Cluzet, una vera sicurezza del cinema francese, e sulla comicità di Omar Sy. La strana coppia funzionava e trascinava lo spettatore tra risate e commozione con un ritmo coinvolgente, regalando alla Francia uno dei suoi migliori incassi di sempre. The Upside resta fedele all’originale ma non lo fa rimpiangere. Riesce a dedicare ai rapporti umani quella cura che è l’essenza del film e che non sempre è facile trovare nel cinema americano. Non si trasforma in una commedia meccanica, che mira solo alla risata. In diversi momenti si ride di gusto, ma lo si fa in modo intelligente e mai gratuito. L’incontro-scontro tra il mondo dei bianchi, rappresentato dal ricco Philippe e quello dei neri, simboleggiato da Dell, due mondi opposti che si scoprono complementari, è nell’America di oggi uno sprone all’integrazione e un buon punto di partenza per una riflessione. 

Il cast di The Upside

Se il film riesce a mantenere la sua verve e la sua complessità è merito di un buon cast, a partire da Bryan Cranston  – premiato con Emmy e Golden Globe per la sua interpretazione di Walter White nella serie televisiva Breaking Bad e candidato all’Oscar per L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo – che dà prova di duttilità e grande sensibilità nell’interpretare Philippe, combattuto fra l’attaccamento alla vita, la frustrazione dell’immobilità e il dolore per la scomparsa della moglie, che lo portano a lasciarsi andare. Kevin Hart –Scary Movie 3, Jumanji: Benvenuti nella giungla, Una spia e mezzo –  da attore comico dà vita a divertenti siparietti, specie quando è alle prese con le diavolerie da ricchi che popolano il mondo di Philippe. Quello che forse non ci si aspetta è che si dimostri all’altezza anche dei momenti più profondi, mostrando nuove sfaccettature del suo talento.

A completare il cast Nicole Kidman, che col suo aspetto esile e diafano interpreta in modo misurato la apparentemente rigida ma sensibile Yvonne, segretaria personale di Philippe. Julianna Margulies è Lily, con cui Philippe ha una relazione epistolare, mentre Tate Donovan è l’antipatico Carter.

La colonna sonora e l’omaggio ad Aretha Franklin

Infine, uno spazio va dedicato alla colonna sonora. Quale modo migliore per rappresentare l’incontro tra due mondi distanti, se non con due tradizioni musicali totalmente differenti? Questo era un tratto distintivo di Quasi Amici e resta tale anche in The Upside. Lì c’erano la musica classica e contemporanea di Mozart, Bach, Vivaldi e Ludovico Einaudi  a illustrare i gusti di Philippe, il suo mondo sofisticato e aristocratico da un lato; il funk  e il degli Earth, Wind & Fire dall’altro, a dare voce al mondo di Driss. Qui Philippe è un amante dell’opera, la Turandot e altri classici, del canto lirico di Luciano Pavarotti, mentre l’idolo di Dell è “la Regina del Soul”, Aretha Franklin, all cui memoria il film è dedicato. Nessuno dei due protagonisti sopporta la musica dell’altro, finché i due riescono a trovare una mediazione anche in questo. L’importante traguardo è suggellato dal finale del film, visivamente molto suggestivo e musicalmente affidato proprio alla calda e potente voce di Aretha Franklin che vola sulle note di un classico dell’opera. Le musiche originali del film sono di Rob Simonsen.

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Scilla Santoro
Giornalista pubblicista e insegnate, collabora con Cinefilos.it dal 2010. E' appassionata di cinema, soprattutto italiano ed europeo. Ha scritto anche di cronaca, ambiente, sport, musica. Tra le sue altre passioni, la musica (rock e pop), la pittura e l'arte in genere.
the-upside-sempre-amici-bryan-cranstonL'importante traguardo è suggellato dal finale del film, visivamente molto suggestivo e musicalmente affidato proprio alla calda e potente voce di Aretha Franklin che vola sulle note di un classico dell'opera. Le musiche originali del film sono di Rob Simonsen.