Tiepide acque di primavera, recensione del film di Xiao Gang Gu

Vita di una famiglia cinese lungo le rive del fiume Fuchun, al crocevia tra tradizione e modernità

Tiepide acque di primavera

Presentata a Cannes 2019 alla Semaine de la critique, Tiepide acque di primavera è l’opera prima del regista cinese Xiao Gang Gu. Pensata come la prima parte di una trilogia, la pellicola è  ambientata a Fuyang, dove è nato il regista. Il film affronta con garbo e delicatezza il tema della transizione verso la modernità e del rapporto con le secolari tradizioni cinesi, mostrando le vicende di una famiglia che vive sulle sponde del fiume Fuchun. 

 

La trama di Tiepide acque di primavera

Nel distretto cinese di Fuyan, sulle rive del fiume Fuchun, vive la famiglia dell’anziana signora Bai,  Du Hongjun. La signora ha quattro figli ormai adulti. Mentre in città si discute dell’imminente demolizione dei vecchi caseggiati per la costruzione della nuova metropolitana e di un nuovo quartiere residenziale, tutta la famiglia è riunita per festeggiare il compleanno dell’anziana. Proprio durante la festa, però, la signora si sente male. Col peggiorare delle sue condizioni di salute, i figli dovranno occuparsene. Spetterà al primogenito Youfu, Youfa Qian, che dirige un ristorante di proprietà del signor Wang, e vorrebbe far sposare sua figlia Gu Xi, Luqi Peng, al giovane figlio di questi? Toccherà a Youlou, Zhang Renliang, che non ha ancora trovato una moglie, mentre sua madre vorrebbe tanto vederlo sistemato? Sarà compito del figlio pescatore, che riesce con fatica a mantenere sé e sua moglie con un lavoro che non rende più come una volta? O sarà piuttosto il fratello minore Youjin, Zhangjian Sun, lo scapestrato della famiglia, giocatore d’azzardo pieno di debiti e con un figlio disabile, a prendersi cura della signora Bai? Intanto il nuovo avanza in una società in cui le logiche materialistiche e l’ossessione per il denaro sembrano aver soppiantato i valori tradizionali.  

Tiepide acque di primavera, uno sguardo tra il cinematografico e il pittorico 

Tiepide acque di primavera ha avuto una lunga gestazione. Quella necessaria al suo giovane regista, classe 1988, autore anche del soggetto e della sceneggiatura, per riprendere lo splendido paesaggio lungo le rive del fiume Fuchun nel corso delle quattro stagioni. È infatti la natura che prospera rigogliosa lungo le sue sponde, una protagonista assoluta di questo film. Il regista la immortala con occhio cinematografico, ma anche pittorico, attraverso lunghi e suggestivi piani sequenza e con il contributo della fotografia di Yu Nin Ghui e Deng Xu, traendo ispirazione, come egli stesso ha affermato, da opere come il famoso rotolo dipinto da Huang Gongwang, dal titolo: Abitare tra le montagne di Fuchun – che non a caso è il titolo originale del film. È l’incedere lento del fiume a richiamare lo spettatore alla natura, e con essa alla tradizione millenaria di queste terre, al rispetto dei tempi naturali e umani, in un presente che sembra allontanarsene sempre più.

La bellezza dei paesaggi è dunque, senza dubbio il punto forte del film, a cui il regista riesce a dare una chiara valenza simbolica. Attorno alle acque del fiume Fuchun ruota la vita del posto, e il branzino bianco servito in tavola il giorno del compleanno della signora Bai, oltre ad essere segno di abbondanza, è indice di una tradizione che affonda le sue radici nel letto del fiume e vuole mantenersi viva.

Modernità, status e ricchezza, la nuova Cina in cerca di affermazione 

Purtroppo però, nel Ventunesimo secolo, le tradizioni, la spiritualità e i ritmi naturali rischiano di essere fagocitati nel vortice del cambiamento veloce, dell’accelerazione e dell’accumulazione di ricchezza. L’ossessione per il denaro  è centrale nel film. Si parla spesso dell’aumento vertiginoso del prezzo delle case, si cerca il miglior partito possibile per la giovane Gun Xi, in termini di posizione sociale e di ricchezza, appunto. Questo elemento sembra essere al centro delle esistenze dei protagonisti, mentre, di tanto in tanto, si guarda con nostalgia a un passato di acque pescose e di prosperità, vissuto in armonia con l’ambiente circostante. Il presente è veloce e feroce con l’ambiente e con l’uomo. Si demolisce in un secondo, in nome dello sviluppo e di un supposto ineluttabile progresso, ciò che per decenni è stato l’essenza della zona. 

La visione di Xiao Gang Gu

Di fronte a questa frattura apparentemente insanabile, il regista propone una terza via, in cui sia possibile coniugare modernità e tradizione in un felice scambio. Questo sembra dimostrare concretamente la vicenda dei due ragazzi, Gu Xi e il giovane insegnante signor Jiang, Zhuang Yi, che cercano una loro strada, mostrando anche alle famiglie un’alternativa possibile. Non si fanno attrarre da scorciatoie e all’arrivismo preferiscono un vivere semplice, ma sereno, in armonia con l’ambiente, senza però rinunciare alle proprie ambizioni. La loro storia non può che prendere corpo sulle rive del fiume. La visione di Xiao Gang Gu è chiara. 

Tiepide acque di primavera  ha tempi lenti e cadenzati, come quelli delle quattro stagioni che si succedono. Due ore e trenta è la durata di questo primo capitolo della trilogia. Le storie sono, dopo tutto, quelle di una normale famiglia e non risultano particolarmente coinvolgenti. I silenzi nei lunghi piani sequenza, accompagnati dalle musiche di  Dou Wei sono significativi, mentre non sempre lo sono i dialoghi. L’intensità e l’emozione finiscono per essere un po’ sacrificati. Il film resta comunque un interessante esordio, riflessione sul presente di un paese in forte espansione che cerca di non perdere le sue radici, con un aspetto scenografico e paesaggistico importante. Distribuito da Movies Inspired, Tiepide acque di primavera è al cinema dal 28 dicembre.

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Scilla Santoro
Giornalista pubblicista e insegnate, collabora con Cinefilos.it dal 2010. E' appassionata di cinema, soprattutto italiano ed europeo. Ha scritto anche di cronaca, ambiente, sport, musica. Tra le sue altre passioni, la musica (rock e pop), la pittura e l'arte in genere.
tiepide-acque-di-primaveraI silenzi nei lunghi piani sequenza, accompagnati dalle musiche di  Dou Wei sono significativi, mentre non sempre lo sono i dialoghi. L'intensità e l'emozione finiscono per essere un po' sacrificati. Il film resta comunque un interessante esordio, riflessione sul presente di un paese in forte espansione che cerca di non perdere le sue radici, con un aspetto scenografico e paesaggistico importante.