Tom Le Cancre: recensione del film di Manuel Pradal

Tom le Cancre

Presentato fuori concorso alle settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, Tom Le Cancre di Manuel Pradal, regista di Maria della Baia degli Angeli (presentato a Venezia nel 1997), è un film dall’apprezzabile grazia a livello tecnico e di trama, che si distingue per  le deliziose interpretazione dei giovanissimi protagonisti.

 

A metà tra Peter Pan e il Lucignolo di Pinocchio, Tom il Somaro ci porta con Tom Le Cancre alla scoperta di quello che è – perdonate l’insistenza con le favole – un misto tra il paese delle meraviglie e quello dei balocchi. Portando con sé gli spettatori, una classe di bambini di 5 anni sostituisce paradossalmente la maestra, svenuta nel bel mezzo di una gita a causa di una bacca velenosa, con un.. somaro: Tom che di andare a scuola ha smesso prestissimo e vive tra i boschi, solo. Totalmente smarriti, i bambini si mettono al servizio del somaro, che non li lascerà tornare a casa fino a quando non avranno dimenticato tutto ciò che hanno imparato a scuola.

Tom Le Cancre, il film

A parte questo, tuttavia, dopo i primi fuocherelli di entusiasmo e dopo una brillante prima parte, con dialoghi a dir poco esilaranti tra i bambini che si trovano in una situazione di autogestione, comincia a perdere di ritmo, protraendosi noioso e ridondante per novanta minuti che, per quanto possano sembrare pochi, risultano essere anche  troppi.

Tolto il tentativo non riuscito di mettere d’accordo grandi e piccini, Tom le Cancre resta un’opera collocabile in una categoria ben precisa, d’intrattenimento di qualità per i più piccoli. Di particolare interesse il personaggio che dà il titolo al film, la cui indole più profonda resta un’incognita dall’inizio alla fine: il ragazzo sembra oscillare tra l’egoismo di chi se l’è sempre cavata da solo e l’altruismo incerto e goffo di chi occasioni per essere ‘più buono’  in fondo non ne ha mai avute.

Una complessità che sarebbe stata interessante approfondire e che avrebbe forse dato più impatto al film ma che, evidentemente, è stata sacrificata a causa degli altri due personaggi principali, ai quali sembra dedicata un’attenzione superflua. Tuttavia quella di dare rilievo ad alcune situazione piuttosto che ad altre, resta una scelta comprensibile nell’ambito di un film destinato al pubblico giovanissimo.

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