Un Couple, recensione del film di Frederick Wiseman

Il film è stato presentato in Concorso alla 79° Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

-

Sembra strano immaginare che, dopo 60 anni, Frederick Wiseman sia tornato a fare un film di fiction, lui che con il suo sguardo sul mondo, lo ha raccontato per molti aspetti meglio di tutti, attraverso i suoi documentari-fiume, eppure, Un Couple, in Concorso a Venezia 79 si annuncia proprio come il grande ritorno del regista a una storia di finzione.

 

Non è esatto, però, dal momento che il film è in definitiva un soliloquio di Sofia Tolstoj che legge le sue lettere e i suoi diari scritti al marito, nel corso di un matrimonio turbolento, d’uranio 36 anni, con 13 figli di cui solo 9 sopravvissuti, e numerosi litigi e riconciliazioni. Immersa nel giardino La Boulaye, sull’isola di Belle Île, la donna legge/recita le parole che i due si scrivevano pur stando nella stessa casa. Un dialogo continuo, il resoconto di una storia passionale che spesso portava i coniugi allo scontro ma che altrettanto spesso li vedeva riconciliarsi e continuare quel cammino condiviso.

- Pubblicità -
 
 

Un Couple, il racconto di una storia d’amore turbolenta

Il lavoro di Wiseman in Un Couple è certosino e monumentale. Lo spirito è sempre quello documentaristico e, quasi, naturalistico, data l’importanza che la natura e la sua vitalità occupa negli appena 64 minuti di film, ma è il lavoro sul testo che lascia sorpresi. L’incredibile mole della corrispondenza domestica dei coniugi Tolstoj è stata ridotta a un monologo coeso e narrativo, che sviluppa una storia d’amore con un inizio e una fine e una serie di montagne russe nel mezzo. Tutto semplicemente attraverso il racconto e la riduzione dei testi di partenza.

Questa formula offre un risultato abbastanza monotono, eppure interessante, soprattutto se mostrato nell’ambito di una Mostra del Cinema, che, mai come quest’anno, sembra giocare sul sicuro con tutta la selezione e che con questo film, invece torna a essere esposizione di linguaggi differenti e non sempre omologati con ciò a cui è abituato lo spettatore medio. 

Anche di fronte alla piatta frontali del quadro, Frederick Wiseman si mostra in tutto il suo genio, mettendo in luce il suo talento di narratore al di fuori degli schemi classici del linguaggio del cinema narrativo.

Sommario

Anche di fronte alla piatta frontali del quadro, Frederick Wiseman si mostra in tutto il suo genio, mettendo in luce il suo talento di narratore al di fuori degli schemi classici del linguaggio del cinema narrativo.
Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

ALTRE STORIE

Anche di fronte alla piatta frontali del quadro, Frederick Wiseman si mostra in tutto il suo genio, mettendo in luce il suo talento di narratore al di fuori degli schemi classici del linguaggio del cinema narrativo.Un Couple, recensione del film di Frederick Wiseman