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Unstoppable – fuori controllo: recensione del film action

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Ecco a voi il nuovo film di Tony Scott: il re dei blockbuster, (fratello del più famoso Ridley Scott), maestro nel creare cult movie come Allarme rosso, Man on Fire – Il fuoco della vendetta, Una vita al massimo e Top Gun; film che combinano l’azione scenica ai drammi dei personaggi. Il suo ultimo lavoro, Unstoppable – fuori controllo, è l’ennesimo capitolo di questa tradizione. Ispirato a eventi reali, il film racconta la storia di un veterano macchinista ferroviario Frank Barnes (Denzel Washington) e un giovane capo treno Will Colson (Chris Pine) che in un qualsiasi giorno di lavoro si ritrovano, a loro insaputa, faccia a faccia con un treno letteralmente fuori controllo e, ispirati dal solito spirito patriottico americano, iniziano una corsa contro il tempo per fermarlo ed evitare il disastro di un’area della Pennsylvania densamente popolata.

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Unstoppable – fuori controllo, il film

In Unstoppable – fuori controllo tutto accade a causa di un addetto della ferrovia (Ethan Suplee) il quale in maniera superficiale e sbrigativa tenta di trasferite il treno 777 in un altro binario, e abbandona la cabina di pilotaggio, così il treno di 39 vagoni, che contengono migliaia di litri di carburante e materiale tossico, parte ad alta velocità verso località abitate. Nel frattempo l’eccezionale Connie Hooper (Rosario Dawson) cerca di manovrare la situazione dal suo ufficio con l’aiuto dei suoi assistenti e di uno strano personaggio, esperto della sicurezza ferroviaria, scavalcando le suoi dirigenti più anziani e uomini con coraggio e determinazione.

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Il regista Tony Scott ammette che questo progetto è stato il più duro della sua carriera, sia a livello fisico, che psicologico. Innanzitutto si riferisce al tentativo, per certi versi riuscito, di dare attendibilità alla pellicola. Scott ha evitato quasi completamente l’utilizzo del CGI, optando invece per un’azione realistica e puntando sull’abilità di alcuni dei migliori stuntmen in circolazione, capaci di saltare da un camion su un treno in movimento. Inoltre si nota la presenza di tanti elicotteri in diverse scene, due dei quali avevano delle cineprese che non smettevano di girare. Questo tipo di riprese fisse su un treno vero, permettono al pubblico di avvertire le sensazioni dei personaggi.  Presenti anche le camera car e quelle su motociclette della Pursuit System Porsche Cayenne.

Tutta l’attenzione è dunque concentrata sul treno 777 che ruba letteralmente la scena ai famosi protagonisti. L’altra difficoltà era il tentativo (meno riuscito) di rendere interessante e non scontata e banale la storia dei due protagonisti Frank e Will. I due personaggi percorrono un cammino all’interno di quel treno, si conoscono ed evolvono insieme. Frank è fin da subito scontroso e sospettoso nei confronti del giovane Will il quale incarna la nuova generazione che sta soppiantando quella vecchia.

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Tra l’altro Will è un raccomandato, appartenente a una famiglia potente all’interno delle ferrovie, si spiega quindi la diffidenza del più anziano. È Frank che decide di provare ad arrestare la belva 777, perché attraverso la sua pluriennale esperienza, sa in anticipo che il tentativo del deragliamento non servirà a niente. E Will che inizialmente era irritato dalle correzioni e dagli ordini del collega, decide di seguirlo e fidarsi di lui, in questo modo si uniscono e, combinando insieme innovazione ed esperienza salvano la popolazione, le ferrovie e diventano i nuovi eroi dello stato della Pennsylvania. Così afferma lo stesso Chris Pine: “Will pensa di sapere tutto, ma scopriamo che si sbaglia, mentre Frank ha ragione su tutta la linea.

Così, scopre che la vecchia guardia – o le ‘teste bianche’ come si definiscono i vecchi ferrovieri – sa molte cose, e quindi è portato a rispettare Frank e quello che lui rappresenta”. Confronto che è avvenuto anche a livello attoriale tra i due protagonisti, Washington ha sostenuto e aiutato il giovane Pine, (diventato famoso dal film del 2009 Star Trek di J. J. Abram) a curare nei dettagli la sua prova recitativa. Un’eroica impresa è quindi quella raccontata dal regista Tony Scott, che però ricorda tanto di quel cinema americano ormai visto e rivisto, dove uno o più uomini di bassa provenienza, salvano uno stato dalla tragedia. C’è da dire però che Scott sa il fatto suo, riesce a mantenere alta la tensione e l’adrenalina anche in chi, come me, non ama i film di azione e li vede sempre in modo scettico. Merito particolare va a Denzel Washington e a Rosario Dawson che hanno dimostrato, (nel caso di Washington ha confermato), ottime capacità attoriali.

 
Redazione
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