Uomini senza legge: recensione del film

Uomini senza legge - Hors la loi

Dal prossimo 11 maggio uscirà nei cinema italiani l’ultimo film scritto e diretto da Rachid Bouchareb, Uomini senza legge – Hors la loi. Prodotto dalla Eagles Pictures, Uomini senza legge – Hors la loi è un film epico ed emozionante che racconta la lunga epopea della guerra di indipendenza algerina. Un film drammatico, violento ma anche dalla grande intensità emotiva che si è giustamente meritato una nomination agli ultimi Academy Awords 2011 come miglior film straniero. Uomini senza legge – Hors la loi narra le storie incrociate di tre fratelli i quali, ancora fanciulli, assistono inermi all’esproprio della terra a cui la famiglia era legata da generazioni, la terra ora  destinata a qualche nuovo colono francese.

 

Quando nel maggio del 1945, circa vent’anni dopo, per le vie di Setif sfilano pacifici dimostranti algerini per festeggiare la fine della guerra e reclamare maggiore indipendenza, i tre fratelli salveranno miracolosamente la vita dalla sanguinosissima repressione della polizia francese che provocherà migliaia di morti. Tra le vie cosparse di cadaveri sfileranno le colonne di prigionieri tra cui Abdelkader (Sami Bouajila) il secondo dei tre fratelli. Destinato ad anni di prigionia in un carcere parigino, il giovane idealista, avrà modo di entrare in contatto con alcuni leader del movimento indipendentista clandestino. Messaoud (Roschdy Zem), il maggiore, deciderà di   arruolarsi nell’esercito francese che prontamente lo invierà in Indocina a combattere l’insurrezione dei viet-cong. Said (Jamel Debbouze) rimarrà al fianco della madre (Chafia Boudraa) sconvolta e distrutta per la morte del marito e delle due figlie femmine trucidati nel massacro.

Uomini senza legge – Hors la loi, il film

Le vite e le strade dei tre fratelli sembrano irrimediabilmente divise ma sarà proprio Said a forzare il corso degli eventi affinché la famiglia possa riunirsi. Decide infatti di trasferirsi, insieme alla madre, direttamente a Parigi dove il fratello Abdelkader è stato incarcerato. Sistematisi in una baracca fatiscente e squallida della banlieue ai margini della capitale, Said rifiuta di unirsi agli altri emigranti come operaio in fabbrica e decide di seguire percorsi più brevi quanto meno onesti per guadagnarsi da vivere. Place Pigalle diventerà il teatro delle sue attività poco onorevoli, come il protettore di prostitute, e la madre presto capirà le sorgenti poco pulite del loro sostentamento. Dopo pochi anni la donna avrà però la soddisfazione di riavere accanto anche gli altri due figli, Messaoud tornato dalla guerra con un occhio in meno ed Abdelkader ormai completamente inserito nell’apparato clandestino del FLN, la frangia indipendentista a favore della lotta armata.

Il compito di Abdelkader è ora quello di creare cellule di collegamento operative nella capitale francese e le fabbriche dove lavorano migliaia di algerini sono ovviamente il luogo di reclutamento ideale. In questo difficile quando estenuante lavoro Abdelkader potrà contare sull’aiuto di Messaoud mentre Said non intenderà unirsi a loro preferendo dedicarsi ai suoi affari. Affari che però si legheranno immancabilmente alla causa quando il FLN contribuirà a fare di Said socio di un Cabaret a Pigalle cui metà dei proventi finirà nelle casse del Fronte. Con la metà degli anni cinquanta la guerra di indipendenza entra sempre più nel vivo, i vari movimenti clandestini rivoluzionari si scontrano più che collaborare e anche a Parigi la lotta per il predominio del territorio è senza sosta. Il FLN prende piede con sempre maggiore decisione ed Abdelkader ne diventa uno dei leader più affermati e importanti. Idealista e irreprensibilmente votato alla causa, Abdelkader abbandona gradualmente la sua umanità in nome del partito diventando una macchina incapace di provare sentimenti di pietà o commiserazione.

Il fratello Messaoud invece, suo fedele braccio destro, è costretto suo malgrado a sporcarsi le mani di sangue, sangue spesso innocente e spesso di compatrioti accusati di tradimento. La coscienza di Messoud vacilla, cede a forti momenti di sconforto e non sempre accetta o comprende la durezza e l’irremovibilità del fratello. La storia quindi prosegue in questo scenario di guerra, violenza, sentimenti contrastanti ed un legame forte, fortissimo che non abbandonerà mai i tre fratelli che proprio nell’epilogo finale ritroveranno anche il riavvicinamento di Said. Il loro amore, la loro unione di sangue sopra ogni cosa, più resistente di qualsiasi lotta o ideologia.

Con Uomini senza legge – Hors la loi Rachid Bouchareb riceve per la terza volta una nomination agli Oscar dopo le candidature del 2006 con “ Days of glory” e del 1995 con “Poussieres de vie”. Il film che, come afferma lo stesso regista, è una sorta di passo successivo del precedente “Days of Glory” ribadisce questa sorta di continuità richiamando nel cast molti attori già protagonisti di quel film tra cui, ovviamente, i tre interpreti principali. Uomini senza legge – Hors la loi è un film che lo stesso Bouchareb definisce epico, un appassionante romanzo storico che attraversa i capitoli più importanti e drammatici dell’epopea indipendentista algerina tramite le vite di tre fratelli, tanto uniti quanto diversi tra loro.

Uomini senza legge – Hors la loi, di cui Bouchareb è anche sceneggiatore insieme a Olivier Lorelle e Yannik Kergoat, da modo di conoscere pagine della storia contemporanea ancora oscure ai più e spesso appositamente celate dalla storiografia ufficiale europea. Far conoscere questi aspetti del colonialismo francese è sicuramente uno degli obbiettivi che il film si presuppone soprattutto, come afferma lo stesso regista, rivolgendosi alle generazioni più giovani spesso ignare di determinati eventi.

Ma se Uomini senza legge – Hors la loi è indubbiamente una storia raccontata dalla parte algerina è altresì doveroso ammettere come nel contesto storico descritto non si risparmino le sequenze dove si evidenzia la ferocia oltre che la fanatica irreprensibilità dei rivoluzionari del FLN. Eccellente la fotografia ed il montaggio, assolutamente da sottolineare la bravura dei tre interpreti protagonisti su cui spicca a mio avviso Roschdy Zem eccezionale nella parte di Messaoud, il combattente diviso tra il suo attaccamento alla causa e la sua coscienza di uomo onesto.

Uomini senza legge – Hors la loi di Bouchareb è intenso quanto avvincente, una sceneggiatura mai stucchevole e solo raramente retorica. Ammirevoli le ricostruzioni scenografiche e le sequenze a campo largo con un massiccio utilizzo di comparse. Particolare riferimento va alla scena relativa alle manifestazioni di Setif con successivo massacro che per monumentalità ed effetto visivo riporta quasi involontariamente alla memoria alcune sequenze della “Battaglia di Algeri” di Gillo Pontecorvo da cui molto probabilmente Bouchereb avrà preso spunto. E’ rassicurante constatare come ancora oggi esistano registi capaci di affrontare con risultati tanto ammirevoli, progetti cinematografici così impegnativi. Film storici dalla fedele ricostruzione narrativa immuni da tentazioni di demagogia o retorica patriottarda e liberi da obblighi spettacolaristici ma comunque in grado di commuovere, far riflettere e far conoscere.

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