Lake vive con la madre in una
cittadina del Canada. Ha una fidanzata sveglia e intelligente
mentre la madre non riesce a trovare un uomo giusto per lei;
tramite la sua ultima fiamma sia lei che Lake trovano lavoro presso
una casa di riposo per persone anziane, dove il ragazzo scoprirà di
avere una passione, fisica per i corpi anziani e decadenti dei
pazienti. In particolare, non potrà resistere a Mister Peabody un
affascinante attore in pensione, che accetterà le avances del
giovane che cercherà di realizzare il suo sogno di rivedere
un’altra volta la costa del Pacifico.
Bruce La Bruce è uno
sperimentatore. Come John Waters, non si pone
problemi di farsi capire, ma immerge lo spettatore nel suo mondo,
solitamente colorato, kitsch, contro ogni regola. Negli anni
passati ha realizzato pellicole con protagonisti seducenti zombie
queer ignorando le convenzioni, il benpensare, o meglio, usandolo
per farsene gioco.
La frase che testimonia questo stato d’animo viene pronunciata dalla comprensiva e positiva ragazza di Lake, dopo averlo aiutato nella sua fuga d’amore. Lei, con la sua lista di donne rivoluzionarie, e con il desiderio non ancora materializzato di esserlo lei stessa, dice al compagno pronto a partire con la sua fiamma 82enne: “Sei tu quello rivoluzionario, tutto quello che stai facendo lo è”. La rivoluzione come movimento interiore, personale, senza manifesti, ma solo con l’istinto privo di malizia, di un ragazzo appena maggiorenne, di cui conosciamo la madre sentimentalmente non risolta ma affettuosa, vediamo l’assenza del padre, che lo stesso Lake cerca di sostituire, nel momento in cui è premuroso con chiunque intorno a lui ne abbia bisogno e infine il signor Peabody, affascinante luogo della memoria, che ha realizzato una piccola rivoluzione personale anni prima di Lake, e che non commenta mai le azioni del ragazzo.
Nessuna etichetta, quindi, a parte il santo e la rivoluzione, parti che alternativamente, vengono ricoperte dai personaggi che compongono questa storia. LaBruce è, rispetto alle opere precedenti,più contenuto, più comprensibile, forse, alcuni direbbero, maggiormente mainstream. Ma la rivoluzione si inizia da soli, ma se non si arriva alla moltitudine, è solo un fatto privato.
Gerontophilia è stato presentato al Festival di Venezia alle Giornate degli Autori.