Venezia 70: Gerontophilia recensione

gerontophiliaLake vive con la madre in una cittadina del Canada. Ha una fidanzata sveglia e intelligente mentre la madre non riesce a trovare un uomo giusto per lei; tramite la sua ultima fiamma sia lei che Lake trovano lavoro presso una casa di riposo per persone anziane, dove il ragazzo scoprirà di avere una passione, fisica per i corpi anziani e decadenti dei pazienti. In particolare, non potrà resistere a Mister Peabody un affascinante attore in pensione, che accetterà le avances del giovane che cercherà di realizzare il suo sogno di rivedere un’altra volta la costa del Pacifico.

 

gerontophilia posterBruce La Bruce è uno sperimentatore. Come John Waters, non si pone problemi di farsi capire, ma immerge lo spettatore nel suo mondo, solitamente colorato, kitsch, contro ogni regola. Negli anni passati ha realizzato pellicole con protagonisti seducenti zombie queer ignorando le convenzioni, il benpensare, o meglio, usandolo per farsene gioco.

La frase che testimonia questo stato d’animo viene pronunciata dalla comprensiva e positiva ragazza di Lake, dopo averlo aiutato nella sua fuga d’amore. Lei, con la sua lista di donne rivoluzionarie, e con il desiderio non ancora materializzato di esserlo lei stessa, dice al compagno pronto a partire con la sua fiamma 82enne: “Sei tu quello rivoluzionario, tutto quello che stai facendo lo è”. La rivoluzione come movimento interiore, personale, senza manifesti, ma solo con l’istinto privo di malizia, di un ragazzo appena maggiorenne, di cui conosciamo la madre sentimentalmente non risolta ma affettuosa, vediamo l’assenza del padre, che lo stesso Lake cerca di sostituire, nel momento in cui è premuroso con chiunque intorno a lui ne abbia bisogno e infine il signor Peabody, affascinante luogo della memoria, che ha realizzato una piccola rivoluzione personale anni prima di Lake, e che non commenta mai le azioni del ragazzo.

Nessuna etichetta, quindi, a parte il santo e la rivoluzione, parti che alternativamente, vengono ricoperte dai personaggi che compongono questa storia. LaBruce è, rispetto alle opere precedenti,più contenuto, più comprensibile, forse, alcuni direbbero, maggiormente mainstream. Ma la rivoluzione si inizia da soli, ma se non si arriva alla moltitudine, è solo un fatto privato.

Gerontophilia è stato presentato al Festival di Venezia alle Giornate degli Autori.

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