Venezia 72: 11 Minutes recensione del film di Jerzy Skolimowski

Poche cose sanno essere imprevedibili come la vita. Basta un infinitesimo di secondo, un attimo, per ritrovarsi a fare i conti con qualcosa di inaspettato; per fronteggiare un incidente, la morte stessa, oppure la salvezza. Nonostante la poca originalità del tema, il maestro Jerzy Skolimowski (regista de La ragazza del bagno pubblico, Moonlighting e persino attore fugace in The Avengers di Joss Whedon) gioca con le vite delle persone, formiche intente a muoversi velocemente in città folte come formicai. Assistiamo così su schermo a undici minuti casuali di altrettante storie, un lasso di tempo relativamente breve ma che riesce a dilatarsi e a contenere diversi punti nodali.

 

19346-11_minut_1_-_Wojciech_MecwaldowskiI destini di un marito geloso che perde la testa, di un’attrice sexy che l’ha sposato, di un viscido regista di Hollywood (Richard Dormer, ovvero Beric Dondarrion di Game of Thrones), un corriere della droga piuttosto strambo, una giovane donna con il suo cane, un venditore di hot dog in libertà vigilata, uno studente in missione chissà per quale società segreta, un lavavetri d’alta quota, un disegnatore, una squadra di paramedici e un gruppo di suore affamate si incontrano in un finale rallentato, spettacolare e ricco di tensione. Tensione che accompagna lo spettatore in modo costante durante tutta la proiezione, grazie a una colonna sonora da thriller puro e a una regia che trasforma ogni scena in un salto nel vuoto. Esaurito il tema dell’imprevedibilità dell’esistenza, che ridimensiona l’uomo a un dead pixel qualsiasi su un schermo funzionante, 11 Minutes fa però molta fatica a decollare, a coinvolgere il pubblico su piani differenti dal puro intrattenimento.

Peccano di genuinità anche le idee alla base del montaggio alternato, che mescola pochi secondi di ogni vita, dei fatidici undici minuti, come si fa con le carte di un mazzo; un meccanismo affatto innovativo, che si può ammirare – in forma più elementare, certo – persino ne I Simpson, episodio Trilogia di una Giornata nella stagione 12. Nell’episodio viene mostrata la medesima giornata dal punto di vista di Bart, di Homer e di Lisa. Tornando al film, non è neppure chiaro se il numero undici sia simbolico o meno: i grattacieli presenti, gli aerei, la stanza d’albergo 1111, fanno implicitamente pensare alle Torri Gemelle e all’11 settembre, ma troviamo improbabile una connessione diretta. La sola natura che resta esplicita, davanti agli occhi di tutti, è tecnica, infatti senza alcun dubbio si può parlare di un prodotto realizzato splendidamente, con un’ottima fotografia e un alto senso del divertimento. L’autore polacco si diverte, e si vede, e tenta di divertire, guardare il tutto con piglio troppo critico e aspettative di spessore può solo rovinare l’esperienza, se non distruggerla.

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