Wasp Network: recensione del film di Olivier Assayas #Venezia76

Wasp Network venezia 76

Il veterano della mostra Olivier Assayas, dopo  Doubles Vies  dello scorso anno, porta in concorso a Venezia il suo nuovo film Wasp Network, storia ambientata a Cuba negli anni novanta e interpretata tra i tanti attori da Gael García Bernal e Penélope Cruz.

 

Nel film, basato su una storia realmente accaduta, è raccontata la storia dei cosiddetti “Cinque Cubani”, ovvero cinque prigionieri politici (in realtà erano molti di più), accusati di spionaggio, omicidio, traffico di droga e altri crimini e condannati a molti anni di carcere dal governo Americano. Tra loro c’è René González, un pilota cubano, che rubò un aereo e fuggì da Cuba, abbandonando la moglie e  la figlia. González, una volta arrivato in Florida si costruì  una nuova vita a Miami, entrando in contatto con altri dissidenti, tutti impegnati nella destabilizzazione del regime di Castro, ma in realtà si trattava di agenti che dovevano raccogliere informazioni per sventare atti terroristici a Cuba a danno dei turisti stranieri. Il gruppo di infiltrati venne chiamato Wasp Network. La vicenda narrata nel film inizia nel 1990, proprio con la fuga di René González, per intrecciarsi poi con altre fughe ed espatri, in una ragnatela di intrighi, bugie e continui voltafaccia.

Olivier Assayas pensa che i fatti accaduti durante tutto il periodo della Guerra Fredda abbiano influenzato il pensiero della sua generazione e delineato i contorni del presente. Le ceneri di quei conflitti ardono ancora, anche se poco visibili, ma possono riprendere facilmente vigore e bruciare nuovamente. Per questo motivo ha scelto di raccontare in Wasp Network la storia di uno di questi avvenimenti, nella convinzione che la distanza storica sia ormai tale da poterne discutere. Sicuramente non distaccandosene, ma potendo “fruire di libertà e rigore in un’analisi magnanima, seppur prudente. Senza farsi ingannare dalle maschere dell’ideologia.Assayas si dichiara interessato alla storia moderna vista attraverso la lente della sua umanità e chiamando in causa Shakespeare dice: “La politica, come la vita, è un racconto narrato da uno stolto, pieno di rumore e furore, che non significa nulla. Ma è di questa passione che gli uomini vivono. E muoiono.”

Wasp Network è ben costruito e descrive esaurientemente tutte le figure, gli intrecci e le motivazioni che spinsero i personaggi reali fare scelte così difficili. Tutto il cast è centrato e credibile. Su tutti spicca l’interpretazione di Penélope Cruz, nel ruolo della moglie del pilota, abbandonata a cuba con la figlia piccola. Ma il film di Assayas manca di ritmo, in molte sequenze la narrazione diviene didascalica e mera illustrazione di una descrizione necessaria alla comprensione dello svolgimento dei complessi fatti. Lo svolgimento della vicenda, che si dipana su oltre un decennio, non aiuta certo ad alleggerire.

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