Uscite al cinema del 21 gennaio 2016

Steve Jobs

Ti guardo di Lorenzo Vigas: Nella caotica Caracas, Armando, proprietario di un laboratorio di protesi dentarie, si apposta nei pressi delle fermate degli autobus, si avvicina a giovani ragazzi e offre loro dei soldi per accompagnarlo a casa. Armando ha anche l’abitudine di spiare un anziano signore, il luogo in cui abita, i posti che frequenta. Forse c’è qualcosa nel passato di entrambi che li lega. Un giorno Armando porta a casa con sé il diciottenne Elder, capo di una piccola banda di teppisti. Da quell’incontro nascerà una relazione che cambierà le loro vite per sempre.

 

Son of Saul di Laszlo Nemes: Protagonista del film è Saul Ausländer (Géza Röhrig), membro dei Sonderkommando di Auschwitz, i gruppi di ebrei costretti dai nazisti ad assisterli nello sterminio degli altri prigionieri. Mentre lavora in uno dei forni crematori, Saul scopre il cadavere di un ragazzo in cui crede di riconoscere suo figlio. Tenterà allora l’impossibile: salvare le spoglie e trovare un rabbino per seppellirlo. Ma per farlo dovrà voltare le spalle ai propri compagni e ai loro piani di ribellione e di fuga.

Steve Jobs di Danny Boyle: Steve Job si svolge nei backstage pochi minuti prima dei lanci dei tre prodotti più rappresentativi nell’arco della carriera di Jobs, partendo con il Macintosh nel 1984 e finendo con la presentazione dell’iMac nel 1998, portandoci, appunto, dietro le quinte della rivoluzione digitale, per tratteggiare un ritratto intimo dell’uomo geniale che è stato il suo epicentro.

Il paese degli alberi che volano di Davide Barletti, Jacopo Quadri: Nella silenziosa provincia danese si preparano i festeggiamenti per i cinquant’anni dell’Odin Teatret, la compagnia teatrale di ricerca che, sotto la guida di Eugenio Barba, ha cambiato le coordinate dello spettacolo del secondo Novecento alimentando il proprio alfabeto attraverso le culture sceniche del mondo. Ed è dalle più diverse latitudini del pianeta – Kenia, Bali, Brasile, India, e anche Europa – che arrivano nella città di Holstebro squadre di bambini, ragazzi e artisti chiamati a dare energia con acrobazie, musiche e voci a un evento corale, sotto lo sguardo impetuoso del regista dai piedi scalzi e dai capelli bianchi. L’Odin Teatret non è solo una compagnia, è una comunità allargata e atemporale, è flusso visionario e quotidianità irriducibile, è un intrico di umanità selvatiche di cui questo film scruta con tenerezza la costanza, le intuizioni, i paradossi e gli orizzonti.

Piccoli Brividi di Rob Letterman: Zach Cooper è un adolescente sconvolto per il trasferimento da una grande ad una piccola città. La sua vicina di casa è una bella ragazza, Hannah, che vive con un padre misterioso che si rivela essere RL Stine (Jack Black), l’autore della serie di bestseller “Piccoli brividi”. Zach scopre che il padre di Hannah è prigioniero della sua stessa immaginazione e che i mostri che hanno reso famosi i suoi libri sono reali. Stine protegge i suoi lettori tenendoli rinchiusi nei libri fino a quando Zach involontariamente libera i mostri dai loro manoscritti e questi iniziano a terrorizzare la città. Sarà compito di Stine, Zach e Hannah riportarli tutti indietro nei libri a cui appartengono.

Se mi lasci non vale di Vincenzo Salemme: Vincenzo e Paolo sono accomunati dallo stesso triste destino: entrambi sono stati lasciati dalle proprie compagne. Una sera, i due si incontrano per caso in un locale, si riconoscono l’uno nel dolore dell’altro e fanno subito amicizia. Tuttavia le delusioni amorose continuano a bruciare come il primo giorno, finché Vincenzo non ha l’illuminazione: l’unico modo per smettere di star male e voltare pagina è la vendetta! I due escogitano dunque un piano machiavellico per infliggere alle loro ex la stessa sofferenza subita. Ciascuno di loro dovrà avvicinare la ex dell’altro, conquistarla facendo leva sugli interessi e i punti deboli rivelati dall’amico, farla innamorare perdutamente e poi lasciarla senza pietà. È così che Paolo dovrà fingersi un vegano convinto per avvicinare Sara (Autieri), la ex di Vincenzo, mentre quest’ultimo dovrà calarsi nei panni di un ricco magnate, per colpire al cuore Federica, la ex di Paolo che sembra interessata solo al potere e al denaro. Per aiutarli nell’impresa fa il suo ingresso in scena Alberto, un teatrante sui generis ingaggiato per fingersi l’autista, con tanto di divisa ufficiale, e rendere più verosimile l’interpretazione di Vincenzo.

The Pills sempre meglio che lavorare di Luca Vecchi: I trentenni di oggi non trovano lavoro, non riescono ad emanciparsi e di questo sono terribilmente affranti. I The Pills no. Luigi, Matteo e Luca si conoscono dall’infanzia, hanno quasi trent’anni e nessuna intenzione di prendersi sul serio. Da anni sono paladini di una battaglia ideologica: immobilismo post-adolescenziale costi quel che costi. E così, invece di star dietro a stage e colloqui di lavoro, preferiscono tirare a campare fumando sigarette, bevendo caffè e sparando idiozie attorno al tavolo della loro cucina alla periferia di Roma Sud. Ma il lavoro è un nemico duro, che colpisce alle spalle e cerca di farti crescere quando meno te lo aspetti. E allora bisogna essere disposti a tutto pur di salvarsi. Disposti a qualunque cosa…

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