Independence Day: recensione del film Will Smith

Independence Day

Independence Day è un film del 1996 diretto da Roland Emmerich e con protagonisti nel cast Jeff Goldblum, Will Smith, Bill Pullman, Vivica Fox, Mary McDonnell, Randy Quaid.

 

La trama di Independence Day

L’arrivo degli extaterrestri sulla Terra (con una mastodontica nave-madre che staziona nello spazio e una flotta di enormi dischi volanti che ‘parcheggiano’ nei cieli delle principali città del pianeta) viene accolto col proverbiale mix di panico, paura e speranza… Le poco amichevoli intenzioni dei ‘visitatori’ si manifesteranno quasi subito, con una pioggia di fuoco che invaderà le città e un nugolo di navicelle più piccole che ridurranno ai minimi termini le principali basi di difesa terrestri.

Sullo sfondo della catastrofe, seguiamo le vicende dello scienziato Jeff Goldblum (che, trai pochi a intuire l’imminenza dell’attacco, salverà la vita al Presidente degli Stati Uniti – Bill Pullman – anche grazie all’aiuto della ex moglie, che lavora nello staff della Casa Bianca), del pilota di caccia Will Smith (che nel corso di un duello aereo sarà uno dei pochi ad abbattere un velivolo alieno) e della sua compagna (Vivica Fox) che assieme al figlio tenterà di ricongiungersi a lui, incrociando sulla sua strada la First Lady, scampata anche lei all’attacco, seppur conciata molto male.

Tutti si ritroveranno nella celeberrima ‘Area 51’, a Roswell (l’esistenza della quale sembra essere ignota al solo Presidente degli U.S.A.), dove si scoprirà che gli alieni tengono sotto osservazione la Terra da un bel pò… e dove si trova anche il famoso ‘disco volante’ che teorie del complotto vogliono essere precipitato proprio a Rosewell.

Independence DayUtilizzandolo, Will Smith e Goldblum si lanceranno in una missione suicida nella ‘pancia’ della nave madre, al fine di disinnescare gli scudi che rendono inattaccabile la flotta arrivata sulla Terra… il finale, per i pochi che non hanno visto il film, è prevedibile…

Independence Day è il classico ‘giocattolone’ cinematografico, del quale peraltro, superato l’impatto (per i tempi, sicuramente suggestivo) con la fantasmagoria degli effetti speciali, ci si stanca anche presto, complice una sceneggiatura prevedibile, che accumula tutti i classici luoghi comuni dell’invasione aliena (dagli enormi ‘dischi volant’, che sembrano omaggiare la serie Visitors, all’uovo di Colombo usato per sconfiggere gli invasori), e interpretazioni che si limitano al minimo indispensabile.

Independence Day riveste magari qualche curiosità sotto il profilo del cast: rappresentò il primo autentico blockbuster per Will Smith, fino ad allora  noto in Italia soprattutto per la sit-com Willie, il Principe di Bel-Air (e infatti il personaggio, nei suoi lati più ironici deve molto a quello della serie tv).

Per Jeff Goldblum è una delle ultime partecipazioni a film di una certa rilevanza, e si tratta sostanzialmente di una variazione sul tema del personaggio dello scienziato cinico e un filo misantropo che in quegli anni gli diede una certa fortuna nella serie di Jurassik Park.

Independence Day segnò inoltre il rilancio il genere ‘catastrofico’: di lì a poco, la minaccia ‘esterna’ si sarebbe trasformata nei meteoriti di Deep Impact e Armageddon, mentre in seguito lo stesso Emmerich l’ha portata sulla Terra, dapprima col lucertolone di Godzilla e in seguito con The Day After Tomorrow prima e 2012 poi, dando alle varie ‘minacce’ contorni più ‘naturalistici’ all’insegna di messaggi ambientalisti.

Per rivedere uno scontro tra umani e alieni sul grande schermo si sarebbe dovuto aspettare quasi un decennio, con i remake della Guerra dei Mondi e di Ultimatum alla Terra, in cui rapporto tra ‘buoni’ e ‘cattivi’ si sarebbe fatto progressivamente più sfumato, prima di vederlo completamente ribaltato in Avatar.

Independence Day

Rivisto oggi, Independence Day assume valore come ‘testimonianza’ del clima che si respirava ai tempi: siamo nell’America clintoniana di fine anni ’90 (e il   personaggio del Presidente, giovane, idealista e con la faccia da bravo ragazzo, interpretato da Bill Pullman, a Clinton è chiaramente ispirato), in quel breve periodo in cui, finita la guerra fredda, si riteneva che gli Stati Uniti – e con essi l’Occidente – non avessero più nemici, e il pericolo  potesse venire solo da un’ipotetica invasione aliena.

Un’epoca in cui le ‘magnifiche sorti progressive’ dell’umanità erano affidate a una tecnologia vista solo come positiva,  e in cui persino uno dei famigerati  virus informatici  poteva diventare la salvezza del genere umano. Un film, e questo forse vale più di ogni altro discorso, dove ci si poteva permettere di far crollare grattacieli e saltare in aria la Casa Bianca senza evocare gli spettri dell’11 settembre.

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Marcello Berlich
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Marcello Berlich
Laureato in Economia,  è appassionato di cinema, musica, fumetti e libri. Collabora con Cinefilos dal 2011.
independence-day-recensioneUn film, e questo forse vale più di ogni altro discorso, dove ci si poteva permettere di far crollare grattacieli e saltare in aria la Casa Bianca senza evocare gli spettri dell'11 settembre.