X-Men 2: recensione del film di Bryan Singer

X-Men 2 film recensione

X-Men 2 è il film di Bryan Singer del 2003 con protagonisti nel cast Hugh Jackman, Patrick Stewart, Ian McKellen, Halle Berry, Famke Janssen, James Marsden, Rebecca Romijn, Brian Cox, Anna Paquin, Alan Cumming, Bruce Davison, Shawn Ashmore

 

X-Men 2, la trama: Magneto è rinchiuso nella sua prigione speciale, senza che ci sia la ben che minima traccia di metallo che lui possa usare per fuggire. Intanto la sua adepta Mystica, nelle vesti del senatore Kelly, è infiltrata nella Casa Bianca per monitorare l’equilibrio della questione morale sui mutanti.

Una nuova insidia è alle porte quando un mutante, chiamato Nightcrowler, attenta alla vita del presidente. Per risolvere la situazione verrà chiamato il colonnello William Stryker, uno scienziato militare che vede i mutanti come un pericolo costante per l’umanità. Il suo è un piano ben preciso: dopo aver estorto informazioni a Magneto, attacca la scuola di giovani mutanti del professor Xavier, per catturarli ed effettuare esperimenti su di essi, finché saranno sottomessi alla sua autorità. Stryker non è nuovo del campo: è lui che in passato ha fuso le ossa di Wolverine con l’adamantio.

I mutanti non troveranno altra scelta che unirsi persino alla nemesi Magneto e fronteggiare una situazione di emergenza.

X-Men 2

X-Men 2, l’analisi

Il secondo film degli X-men vede ancora alla regia di Bryan Singer, ma la qualità della produzione è notevolmente migliorata. Gli spettatori si troveranno davanti una varietà di originali mutanti (Nightcrawler, l’Uomo Ghiaccio, Pyro, Colosso, Deathstrike), che non faranno altro che risvegliare anche l’entusiasmo dei lettori del fumetto.

Rispetto al primo meno riuscito film, il ritmo della narrazione in X-men 2 è movimentato da elettrizzanti scene d’azione sin dall’inizio, basti pensare alla quasi invisibilità di Nightcrawler nel suo frenetico teletrasporto. Il tutto favorito da effetti speciali ben più curati e originali.

Il lavoro degli sceneggiatori Michael Doughetry, Dan Harris e David Hayter (già sceneggiatore di X-men) riesce a produrre dialoghi più coinvolgenti, contribuendo al rinnovo della monotonia presente nel primo film. La loro abilità è stata portare sullo schermo una pellicola composta da due parti, senza che queste siano intervallate da un brusco sbalzo della storia: la prima non è altro che il terreno riflessivo e a tratti divertente su cui si prepara la seconda parte, caratterizzata da maggior azione.

In X-men 2 non si indugia sulle origini e il passato di protagonisti come Xavier, Magneto o il gruppo degli X-men, ma viene ripreso il filo della storia di Logan bruscamente accantonato nel precedente film: si farà chiarezza sulle origini di Wolverine. Il tutto abilmente fuso con la tematica già nota della discriminazione dei mutanti.

A seguire nel successo Singer c’è un cast di attori più maturo, nonostante non avesse deluso neanche nel primo X-men. Le difficoltà di portare avanti una trama con molti personaggi sono il dover rendere adeguatamente tridimensionale ognuno di loro. E questo non è avvenuto in X-men, come neanche in X-men 2. Ci sono poche eccezioni in questo caso: Hugh Jackman, che interpreta Wolverine, riesce perfettamente a riportare il personaggio fumettistico in tutte le sue sfaccettature; lo stesso vale per Famke Janssen (Jean Grey). Dalla parte opposta abbiamo James Marsden, ovvero Ciclope, che, invece di costituire il leader forte e sicuro degli X-men, viene fatto rapire a metà del film per poi rivederlo soltanto alla conclusione.

Nel complesso X-men 2 è un riuscito film d’azione, tanto avvincente quanto coinvolgente, che non risente dell’influenza negativa del precedente. Questo fa sperare che anche il terzo film, incentrato sulla figura di Jean Grey (come si intuisce dalla fine, quando tra le acque del lago si intravedono le lucenti ali della Fenice), continui sulla stessa linea.

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