David O. Russell a Roma per presentare American Hustle

Protagonista delle ultime due stagioni dei premi con Il Lato Positivo e The Fighter, il regista David O. Russell è arrivato oggi a Roma per presentare il suo ultimo film, American Hustle, in cui i protagonisti dei film precedenti si incontrano formando un cast all stars: Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper e Jennifer Lawrence  si ritrovano sul set di David O. Russell per dare vita ad una storia di truffa e imbrogli, che renderà il regista, lo scommettiamo, ancora una volta protagonista delle nomination dei prossimi mesi.

 

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Un po’ scarmigliato ma elegante, David O. Russell si è dimostrato subito ben disposto e socievole verso la platea, commuovendosi addirittura, ad un certo punto, mentre racconta del suo passato e del periodo difficile che lo ha portato poi a cambiare modo di fare film ed a realizzare quest’ultima “trilogia” in cui il regista segue storie umane che hanno come per protagonisti persone che agiscono di impulso.

“Quello che mi interessa di questi personaggi, e questo vale per tutti i personaggi di cui ho raccontato, è chi sono e perché vivono. Per questi tre film abbiamo dei personaggi che in qualche modo fanno i conti con chi sono, con chi sono stati e con chi saranno, quindi questo loro continuo divenire non si verifica solo nel terzo atto del film. Quello che mi interessa è la loro passione per la vita. La sofferenza, il dolore, sono facili da rappresentare, quello che voglio raccontare io invece sono personaggi che vanno oltre la classificazione, e che trascendono la categoria, come Duke Ellington in musica. Faccio dei film su personaggi che sono al di fuori degli schemi, che parlano della loro sofferenza ma anche del loro incanto, perché bisogna avere per forza sofferenza e amore, altrimenti non si potrebbe andare avanti nella vita.”

Come hai lavorato con le musiche nel film?

“La musica ha assunto sempre maggiore importanza nei miei film, diventando progressivamente più importante. Questo film ha un maggior numero di musiche e balli, rispetto agli altri, e credo che io sia arrivato a realizzare questi tre film che ero destinato a fare (American Hustle, The Fighter e Il Lato Positivo), come se il resto fosse stato preparazione per questi film. I film che parlano di queste persone hanno la musica del loro linguaggio, delle loro emozioni, del momento in cui gli si spezza il cuore. La musica è diventata molto importante, e alcuni pezzi sono già presenti nella sceneggiatura, come il brano di Duke Ellington: questo pezzo racconta tutto, era stato registrato dal vivo all’epoca. Ellington era passato a miglior vita nel ’74 e questi due personaggi sembrano gli unici a cui importa, e questo crea immediatamente un legame e fa iniziare la loro storia d’amore. Duke Ellington era la creazione della sua eleganza, esattamente come questi due personaggi che sono la creazione della loro stessa eleganza. Quello che amo sono i brani trascurati che però vengono usati in maniera inattesa, come quando in The Fighter Melissa Leo e Christian Bale cantano I Started a Joke dei Bee Gees.”

Gli ultimi tre film che hai fatto dimostrano una evoluzione nel tuo cinema.

“Ho cominciato a fare film in maniera diversa, sono diventato un regista diverso perchè la vita mi ha portato ad esserlo. Dopo i primi film, mi sentivo perso. Non sapevo più che cosa raccontare, è stato un periodo strano e difficile, molto duro. Io ho un figlio bipolare e ho passato molto tempo a cercare di aiutarlo e a cercare di trovare la giusta musica per lui. Poi ho divorziato. Sono finito al verde e non ho fatto film per sei anni. SOno arrivato a dove sono ora attraverso questo periodo, probabilmente perchè la vita mi ha messo in ginocchio e mi ha fatto arrivare più vicino all’umanità. Ho riflettut molto, ho pensato molto e come dice il personaggio di Christian Bale nel film, le cose si devono fare non partendo dalle orecchie e salendo, ma partendo dai piedi e salendo.Anche perchè credo che il suo personaggio sia un artista, della vita, non soltanto in quello che fa. Mi sono reso conto che finalmente avevo capire da dove dovevano partire le storie che volevo raccontare, ovvero dal mio cuore, da dentro. Era molto importante vivere da quello che è l’istinto, dalle emozioni e dalle passioni, come per questi personaggi. Vivono di istinto, non di ragionamento, anche se si trovano in situazioni tremende. Io credo di conoscere ognuno di loro e sono i personaggi che ho deciso di raccontare nel film, a parte la storia., sono loro che contano di più. Questa cosa l’ho capita partendo da quello che mi è successo, e da questo sono venuti fuori questi tre film.”

david o russell a roma 3In merito a Il Lato Positivo, film che ha appassionato pubblico e critica lo scorso anno, O. Russell dice che il libro da cui è tratto il film, L’orlo argenteo delle nuvole, gli era stato dato da Sydney Pollack per scriverne una sceneggiatura nell’anno in cui poi morì. “Avevo cominciato a scrivere molti film prima, che non ho portato avanti, perchè non partivano dalla parte giusta.”

Il film comincia con una didascalia: “Alcuni dei fatti narrati sono reali”, che sovverte la retorica dell’ “Ispirato ad una storia vera”. Quali sono veri?

“Dalla cronaca io ho estrapolato solo gli elementi che mi interessa portare poi sullo schermo. Quello che volevo raccontare erano l’umanità, il reinventarsi e la sopravvivenza, ritirarsi su. Questi fatti li ho utilizzati per motivare i personaggi. Ci sono tanti fatti che sono veri nel film, fatti che paradossalmente sono più incredibili di quelli reali, per esempio il boss mafioso interpretato da Robert De Niro parlava veramente arabo e l’ha fatta fare addosso a tutti i presenti, è vero che il padre del protagonista aveva una vetreria, è vero che era andato fallito, è vero che invece lui voleva essere altro e per questo aveva cominciato a fare l’imbroglione, è vero che c’era una donna sua complice, è verò che c’era un agente dellFBI fuori controllo, è vero che c’era un politico che pur essendo una brava persona che aveva a cuore le persone è andato in carcere per aver preso delle mazzette. Quelli deI mi dicono che era una brava persona, ma aveva preso dei soldi. Sono tante le cose vere nel film, ma è noioso raccontarle, è come se un mago volesse svelarvi i segreti delle sue magie.”

david o russell a roma 2Perchè nei suoi film ci sono spesso italo-americani? E’ solo un vezzo affettivo?

“I miei nonni provengono dalla Calabria. Mia madre era una cattolica italiana e mio padre un ebreo russo. Quindi è come se conoscessi queste persone di cui racconto. Per me è stata una rivelazione rendermi conto di quanto li capisco. La mia famiglia è sparsa in tutti e cinque i quartieri di New York e ho passato gran parte della mia vita ad osservarli, loro sono un tesoro da cui attingo per trovare le mie storie.”

Come convinci gli attori a fare dei ruoli così diversi dal loro solito?

“Innanzi tutto gli ho raccontato la mia vita, e loro capiscono che io so cosa voglio raccontare. Poi hanno visto gli altri film che ho fatto, oppure vi hanno recitato. Quello che cerco di fare è creare dei ruoli che siano degni dei miei attori, io vado da loro ed è come se facessi io un provino per loro, cerco di spingerli a creare dei personaggi migliori, e ho cercato di costruire del personaggi che per loro valessero la pena il rischio. Il periodo che ho vissuto mi ha insegnato ad essere umile e a rimanere umile, e io ho bisogno di continuare a sentire i morsi della fame, perché è uno stimolo a dare il meglio.”

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