The Green Inferno: recensione del film di Eli Roth

The Green Inferno

The Green Inferno è un film del 2013 scritto, prodotto e diretto da Eli Roth. New York, giorni nostri. Attratta dal fascino carismatico del giovane attivista Alejandro (Ariel Levy), la bella studentessa di economia Justine (Lorenza Izzo) decide di avvicinarsi a quel gruppo di idealisti che nel campus lotta per le cause dei più deboli.

 

Le ambizioni di Alejandro però volano più in alto: andare nell’Amazzonia peruviana per salvare le tribù indigene dalle ruspe delle multinazionali occidentali. Che fare? Seguirlo in quella pericolosissima protesta nella giungla o ascoltare i più miti consigli di papà e amici? Justine decide di accodarsi a quella folle spedizione non sapendo che laggiù, tra gli alberi della foresta pluviale, i pericoli non arriveranno dai mercenari al soldo del capitalismo selvaggio ma da quelle stesse antiche popolazioni che loro stanno cercando di salvare dall’estinzione.

The Green Inferno è l’ultimo lavoro dell’ormai celebre regista Eli Roth, che anche qui firma sceneggiatura, soggetto e regia. Chi ha seguito il giovane regista nei suoi successi precedenti, per citarne solo alcuni ricordiamo Hostel e Hostel II, saprà cosa aspettarsi da questo “inferno verde”.

The Green Inferno tra sangue e squartamenti 

The Green InfernoFilm per i forti di stomaco, per gente abituata a squartamenti, sangue che scorre a fiumi e scene di una violenza indicibile, The Green Inferno parte da un concetto di base alquanto discutibile: mai fidarsi di chi vuole fare del bene a tutti i costi, di chi sente l’irrefrenabile desiderio di aiutare gli altri, anche se questi altri vivono a migliaia di chilometri di distanza.

Un film che attraversa diverse fasi e che suscita impressioni alterne: sciocchino e banale nelle prime battute poi improvvisamente intrigante e sconvolgente nella sua seconda parte. Quindi la terza parte che mostra un’escalation di violenza e orrore esasperante. Ma è qui che Roth inciampa cedendo alla solita tentazione di esagerare e soprattutto di sconfinare nel grottesco se non addirittura nel comico. Un film che poteva essere interessante e davvero sconvolgente e che invece a un certo punto inizia a prendersi in giro con sequenze farsesche e ridicole che forse vogliono scimiottare, ma con risultati scadenti, il modello Tarantino che Roth conosce bene.

La sceneggiatura si trascina delle falle non trascurabili come l’idea iniziale di scegliere un gruppo di giovani studentelli inesperti e assolutamente acerbi di missioni alla “greenpeace” per una sfida di questa portata e di questo rischio. Tra gli interpreti ci sentiamo di segnalare solo la bella protagonista, Lorenza Izzo, attrice cilena con cui Roth e Ariel Levy hanno condiviso il set di Aftershock.

The Green Inferno è un film di genere, “consigliabile” solo a quel pubblico amante dello splatter e che non rinnega le derive grottesche che quasi sempre prendono questi film.

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