Le immagini filmiche sono dei simulacri, copie delle copie di originali… lo abbiamo letto spesso. Ebbene, Annie Parker è la copia della copia di un’esperienza comune a molte donne che ha la forza di toccare anche chi non l’ha vissuta sulla propria pelle.
E’ la storia vera di due
donne, Annie (Samantha Morton), che per tre volte
ha sconfitto il cancro e Mary-Claire King (Helen
Hunt), la genetista che ha identificato un collegamento
genetico in determinati tipi di cancro al seno: arrivare a tutti
indistintamente è solo lo scopo dichiarato del film, direte voi.
Tuttavia, è meno scontato di quanto sembri.
Nonostante le resistenze del giudizio puramente cinematografico, infatti, Annie Parker riesce a muovere qualcosa, e non come lo farebbe un qualsiasi film strappalacrime che ci lasciamo alle spalle una volta finito. Niente primi piani di occhi lacrimosi chi si incontrano dando vita agli immancabili flashback su “quanto è bella la vita che sto per perdere”, e niente canzoni strazianti di sottofondo. Nonostante la diffidenza mista a confusione del primo impatto (che sì, comunque ci ha fatto piangere a fiotti), a freddo Annie Parker diventa un’altra cosa.
Ci riesce perché ci racconta una storia dolorosa con toni da commedia brillante, corretti da una tendenza al didascalico e al documentario. Non cede alla facile mitizzazione del dolore e della sofferenza. Non c’è vittimismo, non ce n’è il tempo.
Non compatiamo la protagonista, ma le camminiamo semplicemente accanto, come la telecamera. E ci riesce così facile che pensiamo di non essere al cinema e di non star vivendo una buona esperienza cinematografica nel senso stretto del termine. Poi però ci rendiamo conto che il film arriva esattamente dove voleva. Ci mostra una storia di forza e determinazione, la stessa che ha contraddistinto anche il regista, durante la produzione del film: la raccolta fondi per il finanziamento, infatti, è stata dura quasi quanto la ricerca di fondi e consensi che hanno accompagnato lo studio della Dott.ssa King. Annie Parker vede la luce dopo 5 anni di duro lavoro, un sogno che è costato a Steve Bernstein casa e auto, ma che è sempre rimasto vivissimo.
In uscita nelle sale italiane il 30 Ottobre, con la visione di Annie Parker contribuirete alla lotta ai tumori al seno, tramite l’associazione Susan G. Komen alla quale andrà parte dell’incasso.