Conan The Barbarian: recensione del film con Jason Momoa

Conan The Barbarian film

Marcus Nispel (Non aprite quella porta e Venerdì 13) riporta sullo schermo dopo 29 anni il barbaro più famoso di tutti i tempi. Conan The Barbarian, tratto da i romanzi di Robert E. Howard, Conan ha dato vita ad un vero e proprio genere conosciuto come sword and sorcery (letteralmente spada e stregoneria) diventando una vera e propria icona e che, e a distanza di otto decenni dalla sua ideazione, torna a farci visita nuovamente.

 

La storia è sempre quella del noto guerriero cimmero che, spinto dalla sete di vendetta, si mette in viaggio alla ricerca degli assassini di suo padre (Ron Perlman), capitanati dal malvagio Khalar Zym (Stephen Lang). Attraversando terre desolate, liberando interi popoli ridotti in schiavitù e con la speranza di sciogliere le grandi nazioni di Hyboria dall’oppressione di Acheron, il nostro eroe giungerà finalmente al tanto atteso faccia a faccia.

Il ruolo che un tempo è stato del celebre Arnold Schwarzenegger oggi viene affidato a Jason Momoa, attore metà hawaiano e metà irlandese, già popolare negli Stati Uniti per numerose fiction quali Baywatch, North Shore e Stargate: Atlantis. La scelta risulta ottima. L’impressionante stazza dell’attore ben concorda con la fisionomia di un guerriero che deve sprigionare aggressività e potenza, in pieno accordo con la descrizione del Conan di Rober E. Howard.

Conan The Barbarian

Stephen Lang, perfettamente a suo agio nel ruolo di cattivo, è ancora una volta dopo Avatar il villain per eccellenza. Il personaggio da lui interpretato è un mix di cattiveria e spietatezza, presentato come il peggior cattivo di tutta Hyboria, terrorizza lo spettatore con la sua crudeltà, valorizzata dall’espressività di un Lang in piena forma. È doveroso sottolineare però come la pellicola nel suo complesso non riservi colpi di scena. Lo spettatore rimane immerso unicamente in un oceano di sangue: teste tagliate, gole sgozzate e atrocità regnano senza limiti per tutta la durata del film, risultando a lungo andare noiosi e ripetitivi.

In Conan The Barbarian la storia d’amore tra Conan e Tamara (Rachel Nichols), l’ultima purosangue, è affrontata in modo molto approssimativo: poteva essere l’unica via di sfogo da un universo invaso dalla violenza. Per gli appassionati del genere non diverrà un cult come il Conan di John Milius, ma siamo sicuri che in molti si recheranno in sala per seguire nuovamente le gesta del fiero guerriero cimmero.

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