La notte del giudizio: recensione del film

La notte del giudizio

Arriva al cinema distribuito da Universal Pictures La notte del giudizio il film horror diretto da James DeMonaco e con protagonisti Ethan Hawke e Lena Headey.

 

In La notte del giudizio dentro ognuno di noi c’è una bestia che aspetta solo di essere liberata. Un autentico animale in gabbia, schiavo della morale e del buon costume che gli impediscono di venire fuori, costringendolo a rimanere sopito per il resto della nostra vita. In alcuni individui questo mostro è più radicato, in altri più malleabile ma non meno aggressivo; resta il fatto che la bestia esiste. Cosa accadrebbe se si potesse realmente darle libero sfogo? Permetterle di prendere il sopravvento sulla nostra esistenza ed annientarci come individui non più dotati di un cervello pensante ma divenuti ormai esseri primitivi guidati solo dalla rabbia più accecante?

James DeMonaco ha cercato di rispondere a queste domande immaginando in un futuro distopico l’insolito regime di un novizio gruppo conservatore, quello dei Nuovi Fondatori d’America. Nell’utopico universo americano de La notte del giudizio, la criminalità non esiste più e la disoccupazione è scomparsa. In un mondo illusorio in cui tutto sembra apparentemente perfetto, il governo ha stabilito un periodo annule di 12 ore in cui ogni tipologia di misfatto (omicidio incluso) diviene legale. Non è possibile chiedere aiuto alla polizia, gli ospedali sono chiusi; è una folle notte di autoregolamentazione in cui si verificheranno una serie di drammatiche vicende che coinvolgeranno una famiglia composta da quattro persone pronte a lottare per la sopravvivenza e, soprattutto, contro il fantasma delle loro coscienze.

Dopo il deludente Sinister, arrivato in Italia lo scorso marzo, Ethan Hawke ritorna protagonista indiscusso di questo nuovo thriller/horror decisamente migliore del predecessore. Hawke delinea sullo schermo un personaggio incredibile, un uomo che crede di essere un modello ma che si ritrova a dover fare i conti con una realtà che è fuori dal suo controllo e che ha rimesso tutto in gioco. Un lavoratore, un marito, un padre, che è al tempo stesso eroe e nefando, in bilico tra cosa sia moralmente giusto e cosa invece eticamente sbagliato. La lotta non è solo di James, ma è anche del singolo spettatore. Di fronte a quelle immagini viene spontaneo chiedersi: cosa avrei fatto io se fossi stato al suo posto? Come distinguere cosa è legittimo da ciò che è scorretto? Dove inizia la mia libertà e finisce quella di chi mi vive accanto

In un crescendo uniforme ed elettrizzante di tensione e colpi di scena inaspettati, James DeMonaco, insieme alla Blumhouse Productions di Jason Blum (produttore di Paranormal Activity, Insidious e del sopracitato Sinister), prende un’idea del tutto geniale e crea una pellicola che sviluppa in maniera distinta.

Un thriller ipotizzato che si rivela una piacevole sorpresa. Una versione esasperata della reltà tanto inconscia quanto non così lontana dalle nostre più torbide ed oscure fantasie. Mettendo in scena le forme di violenza più svariata, DeMonaco pone il suo pubblico di fronte ad una serie di domande esistenziali e a diversi spunti di riflessione che lo accompagneranno non solo durante la visione del film ma anche una volta uscito dalla sala.

The Purge (questo il titolo originale, ossia Lo sfogo, in riferimento allo Sfogo Annuale, come viene chiamata la giornata della pellicola in cui la gente non è punibile per i crimini commessi) è probabilmente uno dei migliori thriller/horror arrivati nelle sale fino ad ora. Una Nuova America, ma anche un nuovo modo di concepire la suspense ed un genere troppo spesso vittima di se stesso e dei suoi cliché. Assolutamente da vedere. Al cinema dal 1 agosto.

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