Le regole del caos: recensione del film con Kate Winslet

Le Regole del Caos

Le regole del caos – Corre l’anno 1682. Sabine De Barra (Kate Winslet), talentuosa paesaggista francese, si vede recapitare un prestigioso invito: è stata difatti selezionata per l’assegnazione di un incarico alla corte di Re Sole (Alan Rickman), la costruzione di una sala da ballo all’aperto.

 

Sebbene il primo incontro con l’artista di corte, André La Notre (Matthias Schoenaerts), non abbia granché successo a causa del “piccolo caos” che caratterizza il gusto artistico della donna e che regna nei suoi progetti, qualcosa che lui considera un difetto da debellare a tutti i costi, tra i due scoppierà infine una graduale passione sullo scenario di intrighi di corte, lutti reali, drammi femminili e l’incantevole paesaggio della reggia di Versailles, apogeo del massimo splendore dell’Ancien Régime .

Con Le Regole del Caos, Alan Rickman si cimenta in una nuova prova registica – a distanza di ben 18 anni dal debutto con L’Ospite d’Inverno – riproponendo il personaggio di una donna da poco vedova e parzialmente incapace di elaborare un lutto, che cerca di ritagliarsi un posto all’interno della società, ricalcando i caratteri del romance novel.

Le regole del caos - Alan Rickman

Amabilmente appropriata dunque la scelta dell’attrice premio Oscar Kate Winslet nei panni di Sabine, la quale aveva già recitato affianco a Rickman in Ragione e Sentimento, in grado di reggere da sola il peso dell’intera pellicola e compensare le mancanze del co-protagonista, un tristemente mono-espressivo ma promettente Matthias Schoenaerts nei panni di André La Notre.

A differenza di quest’ultimo spicca uno Stanley Tucci che riesce sempre a distinguersi, seppur relegato nel ruolo marginale del Duca d’Orléans, fratello del Re.

Mescolando realtà e finzione nella vicenda e curando ogni dettaglio, dai costumi alle scenografie, Rickman offre una buona prova registica, tendenzialmente classica, pur lasciandosi andare talvolta a qualche virtuosismo, regalando paesaggi stupendi e un’opera dal taglio melodrammatico di rara delicatezza.

Le regole del caos - Kate Winslet

Nonostante la sceneggiatura si srotoli in maniera piuttosto prevedibile, a illuminare la pellicola insieme a un Rickman che conquista sia dietro che davanti la macchina da presa nei panni di un magnetico Luigi XIV, è la Winslet, portando sullo schermo la figura di una donna forte, semplice ma allo stesso tempo ossessionata dai fantasmi e incapace di lasciarsi amare. Delicatissimo a questo proposito il paragone fra la rosa delle quattro stagioni e la donna: nel porgere il fiore come omaggio al Re, Sabine spiega che essa “sboccia, fiorisce e appassisce” pur senza rendersene conto, un po’ come sta cercando di fare lei nel tentativo di accettare e vivere il suo presente.

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