Out of the Furnace: recensione del film con Christian Bale

Out of the Furnace

In Out of the Furnace, Scott Cooper ci racconta la storia di Rodney e Russell, due fratelli che si ritrovano, per motivi diversi, ad avere a che fare con circostanze violente che daranno una svolta inaspettata alla loro vita.

 

Russell è un operaio onesto che vive la sua vita tenendo un profilo basso, passa il suo tempo tra l’acciaieria dove lavora, la casa della sua fidanzata e la casa paterna, dove il vecchio genitore malato vive assistito dal fratello e dal figlio minore Rodney. Quest’ultimo è un reduce dall’Iraq, fa i conti tutti i giorni con il suo vissuto e con le atrocità che ha visto in Medio Oriente.

Non riesce a concentrarsi e a fare altro della sua vita se non partecipare ad incontri clandestini di boxe, perché mentre fa a pugni il mondo si spegne e per un attimo riesce a dimenticare tutto. Presto però il giovane Rod si ritroverà invischiato in problemi più grandi di lui, e così supportato da John Petty, sorta di strozzino locale, cercherà di saldare i suoi debiti organizzando un incontro con un uomo di Curtis DeGroat, rozzo e violento boss di montagna, che tra alcool, droga e soldi sporchi, scandisce le sue giornate a suo di pugni i colpi di pistola. Le cose si faranno complicate e Russell dovrà prendere in mano la situazione per cercare di trovare pace e ritornare ad una vita normale.

Out of the Furnace

Con il suo ultimo film Scott Cooper ci mette di fronte ad una storia classica del cinema americano, dove l’eroe comune si erge contro l’ingiustizia e anche contro la giustizia, cercando una via personale di riportare equilibrio nella sua vita. Il film, per lo più una riproposizione di cliché già visti e un po’ triti, non può però essere relegato al “solito” prodotto. Dalla sua ha infatti un cast all stars, capeggiato da un Christian Bale fuoriclasse, che da tridimensionalità, emozione e una miriade di sfaccettature psicologiche ad un ruolo simile a molti altri nella storia del cinema.

Insieme allo straordinario Bale troviamo il piccolo di casa Affleck, Casey, che semmai ne avesse ancora bisogno, dimostra per l’ennesima volta di saperci fare davvero davanti alla macchina da presa. Anche lui, come Bale, ci fa amare un personaggio vittima di se stesso, già visto al cinema ma reso speciale dalla sua interpretazione.

out of the furnace recensione

A ricoprire i ruoli da villain, o presunti tali, ci sono due volti noti del cinema: Willem Dafoe e Woody Harrelson. Entrambi relegati nell’ultimo periodo a personaggi di contorno e ruoli da comprimari, hanno del volti caratteristici e delle qualità innegabili che non passano inosservate e in particolare Harrelson, quasi sempre impegnato in ruoli da truce cattivone, è un piacere vero da guardare sullo schermo. Completano il cast Zoe Saldana, Sam Shepard e Forest Whitaker.

A fare da cornice a tutto il racconto, sangue a iosa, elemento ormai irrinunciabile, che ha quasi assuefatto lo spettatore medio. Out of the Furnace è il classico film di vendetta, con una trama e dei ritmi molto classici, impreziosito però da grandi attori che rendono la visione interessante.

Out of the Furnace è stato presentato nella sezione in Concorso al Festival internazionale del film di Roma 2013.

 

 

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Voto
Articolo precedenteThe Green Inferno recensione del film di Eli Roth
Articolo successivoTwitt dal Festival: I Corpi estranei e Out of the Furnace
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
out-of-the-furnace-recensione-del-film-con-christian-baleOut of the Furnace è il classico film di vendetta, con una trama e dei ritmi molto classici, impreziosito però da grandi attori che rendono la visione interessante.