Dead Man’s Wire: recensione del film di Gus Van Sant – Venezia 82

Il regista di Elephant e Da morire presenta fuori concorso il suo nuovo film, tratto da un'assurda storia vera.

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Gus Van Sant ha fatto divertire tutto il pubblico di Venezia 82 con la presentazione fuori concorso del suo Dead Man’s Wire, ispirato all’assurda storia vera di Anthony Kiritsis, uomo di Indianapolis che, nel 1977, prese in ostaggio il broker e direttore di banca Richard Hall con un fucile a canne mozze calibro 12 collegato tramite un cavo teso dal grilletto al collo dell’uomo. Il regista di Elephant e Da morire racconta con un’energia e un senso del ritmo travolgente il disperativo tentativo di uomo che ha cercato di riprendere il controllo di una situazione in cui si sentiva soltanto sfruttato.

Sorrido alle carte che mi vengono date

Febbraio 1977. Tony Kiritsis (Bill Skarsgård), aspirante imprenditore di Indianapolis, ha perso l’immobile che sognava di trasformare in un centro commerciale a causa delle rate del mutuo non pagate. Furioso, si presenta agli uffici della Meridian Mortgage Company per incontrare il presidente Richard Hall (Dacre Montgomery). Ma al posto di Hall senior (Pacino), fondatore della società, trova solo il figlio: l’anziano dirigente, infatti, si sta godendo una vacanza di lusso in Florida. Una scoperta che non fa che alimentare la rabbia di Tony. Con questo metodo decisamente peculiare, prende in ostaggio Hall junior, e seguiremo le successive 63 ore di sequestro: Tony afferma la famiglia di magnati si è presa gioco di lui per 4 anni. Inizia lo spostamento di questa catena umana dalla banca all’appartamento, con la stampa che si accalca fuori dall’abitazione. Tra questi c’è una giovane giornalista di colore (Myha’la) che spera di poter seguire delle “notizie vere” per la prima volta. Nelle negoziazioni viene involontariamente trascinanto anche lo speaker radiofonico Fred Temple (Colman Domingo), figura che Tony ha sempre idolatrato e che dovrà agire come intermediario tra le parti. L’uomo vuole che il suo debito venga cancellato, non sottostare a nessun processo o accusa e, cosa più importante, le scuse personali da parte del pater familias.

Non c’è altra scelta

Con Dead Man’s Wire, Gus Van Sant confeziona un’ora e quaranta di pura follia in cui la superiorità narcisistica del protagonista si rivela direttamente proporzionale al favore del pubblico, che rivede nella sfida estrema di quest’uomo il grido emancipatorio dei “perdenti”, da intendersi nel senso della gente che ha perso, a cui è stato tolto tutto.

Convinto che la società lo abbia ingannato, che chi abbia giocato a fare il dio ormai debba perdere, Tony orchestra un rapimento mediatico (agli antipodi di Bugonia, dove l’operazione condotta da Jesse Plemons e compare è decisamente più clustrofobica), che risuona della stessa disperazione di un altro protagonista del concorso di Venezia (Man-soo di No Other Choice).

A parlare sarà l’uomo col fucile

La chiave è fare sentire a Tony che ha un pubblico e infatti l’uomo chiederà una conferenza stampa in diretta nazionale. Bill Skarsgård ruba la scena nei panni di Tony, un mattatore fin troppo consapevole di quello che gli è accaduto, ma non altrettanto delle possibili ripercussioni. L’attore di origine svedese, non a caso, è avvezzo a ruoli peculiari e con accenno di follia (lo ricordiamo come Pennywise in IT e, più recentemente, nei panni del conte Orlok in Nosferatu di Robert Eggers).

Il piano di Tony vive nella contraddizione tra il volersi affermare come eroe nazionale e ordinare che i poliziotti e la famiglia Hall non lo dimentichino, e il definirsi un “piccolo uomo” nel momento in cui lo additano come mostro. Dietro l’atto disperato che inscena, si nasconde in realtà una fragilità umana totalmente condivisibile, che viene trattata al meglio dal regista degli “ultimi”, degli individui contro il sistema in cui risuona la storia di ogni società.

Dead Man's Wire
3.5
Agnese Albertini
Agnese Albertini
Nata nel 1999, Agnese Albertini è giornalista e critica cinematografica per i siti Cinefilos.it, Best Movie e CinemaSerieTv.it. Nel 2022 ha conseguito la laurea triennale in Lingue e Letterature straniere presso l'Università di Bologna e, parallelamente, ha iniziato il suo percorso nell'ambito del giornalismo web, dedicandosi sia alla stesura di articoli di vario tipo e news che alla creazione di contenuti per i social e ad interviste in lingua inglese.

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