Star Wars: Gli Ultimi Jedi, recensione del film con Mark Hamill

Star Wars: Gli Ultimi Jedi Rian Johnson

Più è fulgida la luce, più sarà oscura l’ombra che essa proietta. Star Wars: Gli Ultimi Jedi fa proprio questo concetto, aggiungendo un altro tassello alla lunga saga degli Skywalker, giunta all’ottavo capitolo. Un luce, quella che viene raccontata nell’Episodio VIII, che irradia non più soltanto dalle spade laser, ma da ogni angolo della galassia, cercando di raggiungere quell’equilibrio spezzato, da quando l’ultimo dei Maestri Jedi si è nascosto.

 

Con il nuovo capitolo, affidato alla scrittura e alla regia di Rian Johnson, la Saga ritrova l’elemento sorpresa all’interno del racconto. Se con Il Risveglio della Forza il pubblico era stato messo di fronte a un nuovo inizio che ricalcava, forse troppo, Una Nuova Speranza, con Gli Ultimi Jedi c’era la consapevolezza di doversi staccare dell’eredità della trilogia originale. La scelta è ricaduta, dunque, su una storia ricca di colpi di scena, affollata di personaggi e sotto-trame, che danno alla confezione finale un aspetto florido, ricco ma confuso.

La Forza è protagonista di Star Wars: Gli Ultimi Jedi

Star Wars: Gli Ultimi JediGrande protagonista del film è la Forza. Per la prima volta, grazie ai turbamenti del giovane Kylo Ren e alle paure del vecchio Luke Skywalker (Mark Hamill), l’entità che tiene in equilibrio l’universo, il lato Oscuro e il lato Chiaro, si trova al centro del dibattito, al centro della necessità di capire davvero cosa sia, non solo nella sua accezione mistica, ma nella sua essenza più intima e quotidiana. Ha ancora senso essere legati al passato, al vecchio, per guardare al futuro e a una galassia pacifica? I protagonisti sono destinati ad affrontare questo dilemma con la consapevolezza di essere soli, ma allo stesso tempo forti, di essere gli unici che possono determinare il proprio destino.

Nella sofferenza e nel dubbio, Kylo Ren troverà la sua strada verso il futuro, nella determinazione farà lo stesso Rey, ma nessuno di due uscirà illeso da questo scontro, a suon di spade laser e di confronti con se stessi. In mezzo a queste due potenti e turbate volontà si posizioni Luke: il vecchio Jedi si sente tutt’altro che saggio, pure lui spaventato ma soprattutto divorato da un passato che non ha mai smesso di perseguitarlo, assalito da una verità che sente di aver fatto propria troppo tardi.

Il dubbio e la scelta

star wars gli ultimi jediAnche in Star Wars: Gli Ultimi Jedi la determinante ultima è la scelta dopo il dubbio, ma questa volta le alternative non sono, semplicemente, Lato Oscuro o Luce. In questa dinamica fluida, la Forza torna a scorrere rinnovata nel franchise, e non è più solo appannaggio di pochi eletti, ma diventa davvero quell’elemento primordiale che alimenta la vita nella galassia a cui tutti possono avere accesso.

Questo concetto ambizioso non è però sostenuto da una capacità di racconto che riesce a guidare, su binari solidi, la moltitudine di personaggi. A tutti quelli che avevamo conosciuto ne Il Risveglio della Forza, se ne aggiungono altri, e con loro altre vite, altre storie, altri dettagli arrivano ad arricchire lo scenario. Tanti, forse troppi e per questo, in alcuni casi, sacrificati alla necessità di far proseguire una storia complessa e prolissa.

Il racconto ideato da Johnson ha il coraggio di sorprendere, non rinuncia a omaggi, scene memorabili, elementi nostalgici, ma accoglie la novità con l’entusiasmo e la fame dell’inesperienza, ottenendo un risultato inaspettato e avendo l’ansia di dare spiegazioni, finendo per essere didascalico. Il regista si rivela quindi una scelta ideale per la Disney, che con lui trova non solo un narratore che si adatta alle esigenze dello Studio, ma anche una persona che di fronte a una grande responsabilità, abbraccia il suo ruolo, indipendentemente dal risultato.

La Resistenza e la speranza

Star Wars: Gli Ultimi JediLe spade laser tornano a saettare nella galassia e lo scontrosi svolge su più fronti. La Resistenza, che occupa una parte fondamentale della storia, è ancora una volta mossa dalla “speranza”, quella parola che ha animato e alimentato la scintilla nei cuori di tutti loro, nel desiderio di porre fine, ora come allora, al regime oppressivo del Primo Ordine per ristabilire la Repubblica.

Ma naturalmente, le battaglie galattiche e la tattica militare impallidiscono di fronte ai top player in campo, che siano Jedi, Cavaliere di Ren, ragazzi in cerca di una casa, di un posto a cui appartenere o semplicemente che vogliono bastare a se stessi. Assistiamo a una normalizzazione dell’eroe, che, messo di fronte alla sua missione, la svolge come un compito per arrivare altrove. Un’altra novità, un altro punto di svolta. Come dice il titolo, Star Wars: Gli Ultimi Jedi racconta una fine (racchiusa nella parola ‘ultimi’), ma apre anche a un nuovo inizio, incerto, spaventato, ma determinato, un inizio che potremmo definire anche democratico, privo di misticismo ma ricco di energia.

Star Wars: Gli Ultimi Jedi manca di equilibrio

Nonostante il grande sforzo di apertura alla novità e la strenua difesa della tradizione, Star Wars: Gli Ultimi Jedi non trova l’equilibrio e quella stessa Forza, che tiene unita la galassia, sembra aver tralasciato di tenere insieme le molteplici parti di cui si compone il film.Star Wars Gli Ultimi Jedi

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
star-wars-gli-ultimi-jedi-recNonostante il grande sforzo di apertura alla novità e la strenua difesa della tradizione, Star Wars: Gli Ultimi Jedi non trova l’equilibrio e quella stessa Forza, che tiene unita la galassia, sembra aver tralasciato di tenere insieme le molteplici parti di cui si compone il film.