E’ uno dei veri maestri
del cinema orientale, riconosciuto in tutto il mondo per il suo
talento, la sua linea autoriale e soprattutto per la grande
prolificità artistica, è Takashi Miike che dopo
aver partecipato lo scorso anno al Festival di Roma come ospite
d’onore, quest’anno si presenta alla stessa manifestazione con un
film in concorso che ha letteralmente folgorato la platea di
spettatori. Stiamo parlando di The Mole Song Undercover
Agent Reiji, straordinario ed eclettico viaggio di
Miike nel mondo della yakuza giapponese. Il protagonista della
storia è Reiji, un agente di polizia senza nessuna qualità, che
viene scelto per diventare un agente sotto copertura per cercare di
stanare un noto boss dell’organizzazione mafiosa. Il ragazzo,
pasticcione, rumoroso e molto lontano dall’ideale di agente
infiltrato, riesce in qualche modo ad entrare nelle grazie dei boss
minori, sviluppando un certo legame con Crazy Papillon, un uomo
particolarmente pericoloso che ha una passione smodata per la
farfalle. Presto però il suo legame con questo personaggio losco lo
metterà davanti a scelte difficili che il nostro dovrà compiere
mentre su di lui pende la minaccia di una sanguinosa guerra tra
clan.
A prima vista la trama
del film fa pensare ad un ‘classico’ di Miike, che da sempre nei
suoi film si cimenta con storie di mafia e di faide, caratterizzate
da una violenza chiara e manifesta, senza mezzi termini. Questa
volta però i fan del regista giapponese devono prepararsi ad una
sorpresa, perchè The Mole Song Undercover Agent Reiji è
un viaggio delirante a metà tra cinema e fumetto, o meglio manga.
Infatti la storia è tratta dal manga di Noboru
Takahashi, che ha supervisionato la storia, e racconta le
vicende del protagonista in toni decisamente comici e grotteschi,
senza badare alla credibilità. La violenza, raccontata qui
attraverso scenografie colorate e costumi fuori dall’ordinario,
assume contorni comici e il protagonista (Toma
Ikuta) è un rutilante vulcano di invenzioni. Strizzando
l’occhio a noti personaggi provenienti dallo stesso mezzo di
comunicazione, il film si divide in due parti: all’inizio
prevalgono i toni grotteschi, pieni di inserti animati e di trovate
registiche straordinarie e innovative; poi il registro, senza
perdere il suo tono beffardo, si fa più serio e il film diventa un
(quasi) tradizionale film sulla mafia.
Con The Mole Song Undercover Agent Reiji, Takashi Miike si conferma un vero e proprio maestro del cinema, capace di spaziare trai generi e gli stili senza perdere mai la sua verve creativa e ammaliando, e in questo caso in particolare facendo molto ridere, un pubblico che sempre più numeroso si avvicina alla sua arte.