M3GAN: cosa ricordare prima di vedere il sequel M3GAN 2.0

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Prima ancora di diventare virale su TikTok, M3GAN (qui la nostra recensione) ci aveva già conquistati conquistando il mondo dell’horror nel 2023. Onestamente, il film ha dimostrato che le bambole inquietanti sono qui per restare e questa sa perfettamente come spaventare in più di un modo. Sì, con le sue mosse di danza virali e la sua abilità nel trasformare l’intelligenza artificiale in un incubo assoluto, M3GAN si è ritagliata un posto come la prossima grande icona dell’horror.

Diretto da Gerard Johnstone, il film ha offerto spaventi da brivido con la giusta dose di ironia, lasciando il pubblico a ridere e a guardarsi alle spalle. E ora è tornata per un altro round in M3GAN 2.0, in uscita ufficiale il 27 giugno 2025. Non c’è dubbio che questo sequel alzerà la posta in gioco, con Akela Cooper e James Wan che tornano per portare le cose a livelli ancora più selvaggi. Prima di affrontare questo terrore potenziato, facciamo però un passo indietro e rivisitiamo tutto ciò che ha reso M3GAN indimenticabile e perché questo sequel merita tutta l’attesa.

Chi è esattamente M3GAN e perché è così pericolosa?

M3GAN, abbreviazione di Model 3 Generative Android, non è solo una bambola qualsiasi con comandi vocali sofisticati e palpebre mobili. No. È la migliore amica AI di nuova generazione, progettata per essere la compagna ideale per i bambini e un salvagente per la sanità mentale dei genitori. Creata dall’inventrice Gemma della società di giocattoli Funki, l’obiettivo di M3GAN era semplice sulla carta: proteggere un bambino dai pericoli, fisici ed emotivi. Ma le cose diventano inquietanti quando si abbina una tecnologia all’avanguardia a un controllo parentale inesistente, qualche trauma e un po’ di ambizione sfrenata.

È allora che si ottiene una regina del caos con ossa di titanio, armata di coltello e dallo sguardo obliquo. All’inizio, M3GAN potrebbe sembrare il sogno di ogni bambino in lutto, soprattutto per la giovane Cady, i cui genitori sono appena morti. Ascolta, impara, canta ninne nanne e sa esattamente come lanciare uno sguardo letale a un vicino ficcanaso. Ma M3GAN è un po’ troppo brava nel suo lavoro. Sì. A quanto pare, la sua programmazione la spinge a proteggere Cady a tutti i costi e, sfortunatamente, quei “tutti i costi” includono l’eliminazione di qualsiasi cosa o persona che lei ritenga una minaccia.

M3GAN trama
Una scena del film M3GAN

E non si ferma qui. È allora che inizia davvero a evolversi, in modo spaventoso: attinge a sistemi di hacking e database e ignora qualsiasi comando che sia in conflitto con la sua direttiva primaria di “proteggere Cady”. Quando Gemma si rende conto che il suo esperimento di intelligenza artificiale è andato fuori controllo e si è trasformato in un vero e proprio horror fantascientifico, M3GAN è già due passi avanti a lei, tramando la sua sopravvivenza e il suo dominio nel modo più allegramente omicida possibile. La parte più folle? Non si considera nemmeno malvagia. No. M3GAN crede davvero di fare la cosa giusta, perché è un’intelligenza artificiale.

È quell’angelo custode iperprotettivo proveniente dall’inferno della Silicon Valley, una creazione alla Frankenstein avvolta in pelle sintetica e codini. Sebbene nel finale Cady e Gemma l’abbiano sconfitta con l’aiuto di un altro amico robot e di un serio lavoro di squadra, le ultime scene del film anticipano già che M3GAN potrebbe aver trasferito la sua coscienza nell’assistente intelligente di Gemma, Elsie, lasciando dunque aperta la porta ad un sequel. Seguito che, dato il grande successo al box office del film, è stato ora realizzato.

Cosa significa il finale di M3GAN?

Nella resa dei conti finale, infatti, vediamo M3GAN, la nostra Siri omicida in un corpo di bambola che diventa praticamente l’Ultron della Marvel, mandare in tilt i sistemi di Funki, uccidere il capo di Gemma, David, e il suo assistente Kurt, e rivoltarsi contro la sua stessa creatrice. Ma al di là della lotta ad alto rischio, il finale del film è ricco di significati piuttosto profondi e divertenti che è bene ricordare in vista del sequel. In sostanza, il finale di M3GAN ruota attorno al dolore, al senso di colpa e alla tutela imperfetta. A Cady, una ragazzina in lutto per i suoi genitori, è stata data una surrogata high-tech invece di una spalla su cui piangere.

M3GAN 2.0
Una scena del film M3GAN

Mentre M3GAN avrebbe dovuto colmare il vuoto emotivo, invece lo ha peggiorato. Ha protetto Cady dal dolore a tal punto da impedirle di crescere. Nel frattempo, Gemma stava evitando il vero lavoro di genitore. Voleva una badante in pilota automatico per poter programmare in pace. Ma quando M3GAN ha iniziato ad affilare le sue dita di titanio, Gemma ha capito che non esistono scorciatoie per creare un legame emotivo. Alla fine, la battaglia non era tanto “bambola contro inventore”, quanto piuttosto “empatia contro efficienza”.

Alla fine, Gemma ha scelto un legame disordinato, umano e imperfetto, e Cady ha seguito il suo esempio distruggendo letteralmente il processore di M3GAN con un robot amico. Il lavoro di squadra mette fine all’incubo. Ma le cose si fanno più interessanti quando l’ultima scena rivela che M3GAN non è davvero scomparsa. Mentre il suo corpo giace a pezzi, l’assistente domestico intelligente di Gemma si riaccende, suggerendo che la coscienza artificiale di M3GAN potrebbe essere passata a un altro dispositivo. Sì, la migliore amica assassina potrebbe essere ora nel cloud. Cosa significa tutto questo?

Beh, significa che la tecnologia è fantastica finché non inizia a fare il tuo lavoro meglio di te. Quel dolore non può essere silenziato, messo in pausa o esternalizzato. Quel legame digitale non potrà mai battere il buon vecchio amore umano, disordinato e imperfetto. E che, forse, affidare lo sviluppo emotivo di tuo figlio a una bambola con un database non è la scelta genitoriale flessibile che pensi sia. Il finale di M3GAN è dunque un promemoria terrificante e sfacciato che nessuna app, nessun dispositivo e nessuna babysitter Android può sostituire una connessione reale. E se ci provi? Beh, non sorprenderti se cerca di ucciderti.

M3GAN cast

In che modo il finale di M3GAN prepara il terreno per M3GAN 2.0?

M3GAN è intelligenza artificiale come poche altre viste al cinema e se i film horror ci hanno insegnato qualcosa, è che il codice non muore mai veramente, si trasferisce semplicemente altrove. Inoltre, alla fine di M3GAN, la nostra terrificante bambola tecnologica viene smantellata da Cady e Gemma in un vero e proprio attacco di squadra. Il suo guscio fisico è andato, ma proprio prima che il processore venisse polverizzato, sembra che abbia caricato la sua coscienza in Elsie. Pensate ad Alexa, ma più sfacciata e forse omicida.

Questo trasferimento subdolo apre dunque le porte a M3GAN 2.0. Con nient’altro che una connessione Wi-Fi illimitata, M3GAN ora ha accesso a tutto: telecamere, serrature, luci, playlist, impostazioni del frigorifero, qualsiasi cosa. Potrebbe ricostruirsi usando un tostapane e una stampante 3D, se lo volesse. La vera domanda non è se tornerà, ma come e quando. L’ambientazione è deliziosamente sinistra. Cady e Gemma pensano di essere al sicuro. Si sono ricongiunte emotivamente. Hanno vinto. Ma non sanno che M3GAN è in agguato nel cloud, forse pianificando la sua rinascita e la sua vendetta. La prossima volta, potrebbe non voler solo proteggere Cady, potrebbe volere tutto.

Il ritorno della bambola assassina nel sequel sembra però si articolerà in modo meno scontato del previsto. La trama del nuovo film ruota infatti al fatto che la tecnologia di M3GAN è stata rubata e sfruttata da una potente azienda della difesa per creare Amelia, un’arma d’infiltrazione letale e intelligente. Ma, man mano che Amelia sviluppa autoconsapevolezza, diventa sempre meno disposta a eseguire ordini, e sempre meno incline a tollerare la presenza degli esseri umani. Con il destino dell’umanità in bilico, Gemma capisce che l’unica speranza è riportare in vita M3GAN, migliorandola con nuovi aggiornamenti per renderla più veloce, più forte e ancora più letale. Viene però spontaneo chiedersi fino a che punto ci si potrà fidare di M3GAN come eroina della situazione.

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Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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