Il coraggio di Blanche: la spiegazione del finale del film

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Presentato al Festival di Cannes 2023, Il coraggio di Blanche (qui la recensione) segna un nuovo tassello importante nella filmografia di Valérie Donzelli, regista capace di affrontare con sensibilità e rigore temi complessi legati all’intimità, alla famiglia e alle dinamiche di potere. Il film, tratto dal romanzo di Éric Reinhardt L’amore e le foreste (2014), – ispirato da alcune vicende realmente accadute – porta sullo schermo il racconto di una donna intrappolata in una relazione tossica, e trova la sua forza proprio nel mostrare con precisione e delicatezza la progressiva perdita di libertà della protagonista.

Il genere si colloca dunque tra il dramma psicologico e il racconto sociale, con un’attenzione particolare alla violenza domestica e al processo di manipolazione affettiva che spesso precede l’emersione della violenza fisica. Temi come l’isolamento, la perdita di identità e la ricerca di riscatto vengono affrontati con uno sguardo intimo e realistico, senza cedere a facili stereotipi o soluzioni narrative consolatorie. In questo senso, l’opera dialoga idealmente con altri film recenti sul tema della violenza sulle donne, come L’amore bugiardo – Gone Girl di David Fincher.

Con Il coraggio di Blanche, Donzelli porta dunque sullo schermo un racconto che non è solo privato ma universale, capace di parlare a chiunque abbia vissuto, o conosciuto da vicino, il peso delle relazioni tossiche. La pellicola non si limita a denunciare, ma accompagna lo spettatore nel viaggio di emancipazione della protagonista, mostrando quanto sia difficile e al tempo stesso vitale affermare la propria libertà. Nel prosieguo dell’articolo ci concentreremo sul finale del film, analizzandone la risoluzione narrativa e il significato simbolico, per comprendere meglio il messaggio che questa storia potente ci lascia.

Il coraggio di Blanche Virginie Efira
Il coraggio di Blanche. Credit: © 2023 RECTANGLE PRODUCTIONS FRANCE 2 CINEMA LES FILMS DE FRANCOISE. Ph: Christine Tamalet

La trama di Il coraggio di Blanche

Il film racconta la storia di Blanche Renard (Virginie Efira), che dopo aver incontrato Greg Lamoureux (Melvil Poupaud), è convinta di aver trovato l’uomo della sua vita. Poco dopo, però, Greg inizierà a mostrare il suo lato possessivo e pericoloso, tant’è che i due si trasferiranno lontano dalla famiglia di Blanche. È così la donna si ritrova coinvolta in una relazione tossica e morbosa, vergognandosi di rivelare la vera natura del suo nuovo compagno. Quando però capirà che la sua vita è messa in serio pericolo, dovrà decidere se rimanere in silenzio per sempre od opporsi all’uomo da cui credeva di essere amata.

La spiegazione del finale

Nel finale de Il coraggio di Blanche, la protagonista arriva al punto di rottura con Grégoire. Dopo anni di controllo, manipolazioni e umiliazioni psicologiche, l’uomo mostra definitivamente la sua natura violenta tentando di strangolarla quando Blanche gli annuncia la volontà di divorziare. È un momento drammatico e rivelatore, che segna la presa di coscienza definitiva della donna: la sua vita e quella dei suoi figli sono in pericolo. Con il sostegno della sorella Rose, Blanche trova la forza di denunciare l’aggressione e di rivolgersi a un avvocato, entrando in un percorso legale che diventa l’ultima speranza per liberarsi dalla spirale di abusi.

La chiusura del film avviene con la scena in tribunale, dove Blanche e Grégoire si ritrovano faccia a faccia. Lui, fedele al suo atteggiamento manipolatorio, tenta di riallacciare un contatto, ma lei non cede e rifiuta persino di guardarlo. È un gesto di rottura simbolico: Blanche sceglie di non essere più vittima del suo potere psicologico. Il finale non si concentra tanto sulla condanna o sull’esito processuale, quanto sulla ritrovata autodeterminazione della protagonista, che per la prima volta afferma con chiarezza la propria indipendenza e il proprio diritto a una vita libera.

Il coraggio di Blanche. Credit: © 2023 RECTANGLE PRODUCTIONS FRANCE 2 CINEMA LES FILMS DE FRANCOISE. Ph: Christine Tamalet

La spiegazione di questo finale passa attraverso la rappresentazione del cammino di emancipazione di Blanche. Dopo aver subito anni di manipolazioni sottili e di isolamento forzato, il tentativo di strangolamento diventa il punto di non ritorno, un atto che rende impossibile qualunque forma di ritorno al passato. Nel rifiuto dello sguardo finale a Grégoire, il film racchiude il senso della sua rinascita: non è più disposta a concedergli potere, nemmeno simbolico, scegliendo finalmente di guardare solo avanti, verso se stessa e verso i suoi figli.

Il film lascia così lo spettatore con una riflessione sulla difficoltà di riconoscere e spezzare i legami tossici. La vicenda di Blanche mostra come la violenza domestica non sia sempre fatta di gesti eclatanti, ma spesso di micro-abusi, parole, divieti e manipolazioni quotidiane che lentamente annientano l’identità della vittima. La conclusione, pur restando aperta sugli sviluppi legali, trasmette il messaggio che uscire da una relazione abusante è possibile, ma richiede consapevolezza, supporto esterno e soprattutto coraggio.

In definitiva, Il coraggio di Blanche consegna al pubblico un messaggio forte e universale: la libertà personale e la dignità non devono mai essere sacrificate. Anche nelle situazioni più opprimenti, esiste la possibilità di ribellarsi e ricostruirsi, purché si trovi la forza di guardare in faccia la verità e di chiedere aiuto. È questo il lascito più potente del film, che trasforma una vicenda intima in un monito collettivo contro l’indifferenza e un inno alla resilienza femminile.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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