Nemico pubblico: la spiegazione del finale del film

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Nemico pubblico (1998) si colloca in un momento centrale della carriera di Tony Scott, regista noto per il suo stile dinamico e spettacolare. Dopo successi come Top Gun e Beverly Hills II, Scott si confronta con un thriller paranoico dalle forti tinte politiche, capace di mescolare ritmo da action movie e riflessioni sulla società contemporanea. Con questo film, il regista conferma la sua abilità nel combinare intrattenimento ad alta tensione con tematiche di attualità, anticipando molte delle paure legate alla sorveglianza di massa che sarebbero diventate dominanti negli anni successivi.

Il film appartiene al genere del techno-thriller, con un’impostazione che unisce l’azione ad atmosfere da spy movie. La trama, incentrata su un avvocato (interpretato da Will Smith) che diventa involontariamente il bersaglio di un’operazione segreta della NSA, si sviluppa attraverso inseguimenti, complotti e fughe ad alta tensione. Accanto a Smith, spicca la presenza di Gene Hackman, in un ruolo che richiama quello da lui interpretato in La conversazione di Coppola, creando un legame ideale con la tradizione del cinema politico e paranoico degli anni Settanta.

I temi principali di Nemico pubblico ruotano così attorno alla perdita della privacy, al potere incontrollato delle agenzie governative e alla fragilità dell’individuo di fronte a un sistema tecnologico onnipresente. Tony Scott mette in scena un mondo dove telecamere, intercettazioni e satelliti diventano strumenti di controllo e manipolazione, spingendo lo spettatore a interrogarsi sul confine tra sicurezza e libertà personale. Un film che, pur radicato nel suo tempo, appare oggi ancora più attuale. Nel resto dell’articolo, approfondiremo dunque il finale e le sue implicazioni narrative e tematiche.

Nemico pubblico cast

La trama di Nemico pubblico

Ambientato a Baltimora, il film vede Thomas Brian Reynolds, capo di una sezione della National Security Agency, ordinare l’uccisione di un rappresentante del congresso non disposto a farsi corrompere. L’omicidio viene però ripreso da una videocamera installata dal ricercatore Daniel Zavitz, il quale si rende conto dell’importanza del filmato in suo possesso. Da subito questi si ritrova inseguito dagli agenti di Reynold, i quali hanno il chiaro compito di farlo fuori. Prima di essere ucciso, Zavitz riesce fortuitamente ad incontrare un suo vecchio amico. Si tratta di Robert Clayton Dean, procuratore legale da sempre impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori.

Questi non sospetta minimamente che l’incontro con l’amico Daniel lo ha reso parte di un pericoloso gioco di potere. Dean si ritrova infatti inspiegabilmente interrogato dai servizi segreti, ma non sa nulla di ciò che vogliono sapere. Le cose cambieranno nel momento in cui scoprirà che prima di morire Zavitz gli ha lasciato la registrazione del pericoloso video nella busta dei regali per i suoi figli. Per uscire da quella situazione, si avvarrà delle sue conoscenze, come anche dell’aiuto di Edward Lyle, detto Brill. Ex agente del NSA, questi si offre di aiutare Dean a svelare il complotto che rischia di far tremare l’intera sicurezza nazionale.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Nemico pubblico la tensione raggiunge il culmine quando Dean, con l’aiuto di Brill/Lyle, decide di affrontare Reynolds giocando d’astuzia. Consapevole di non avere più prove dirette, Dean finge di possedere ancora il video dell’omicidio del congresso Hammersley e orchestra un inganno che spinge Reynolds a un confronto diretto. Il luogo prescelto è il ristorante di Pintero, boss criminale già coinvolto nelle vicende di Dean. Qui, fra malintesi e sospetti incrociati, la situazione precipita in un violento conflitto a fuoco che porta alla morte di molti dei protagonisti dello scontro.

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Lo scontro finale non solo mette fuori gioco Reynolds, ma permette anche a Dean di dimostrare la propria innocenza. Grazie al supporto di Lyle, il caos al ristorante viene trasmesso all’FBI, che interviene in extremis chiudendo definitivamente la vicenda e smascherando la corruzione all’interno della NSA. Dean riesce a salvarsi e a ricongiungersi con la moglie Carla, mentre Lyle sceglie ancora una volta la fuga, scomparendo nel nulla. La storia si chiude con Dean che torna alla sua vita quotidiana, pur segnato dall’esperienza, e con Lyle che lascia un saluto enigmatico attraverso un segnale televisivo.

Il finale rivela quindi come Tony Scott giochi con i meccanismi del thriller per sottolineare l’importanza della verità e della resilienza di fronte a un potere apparentemente invincibile. Il piano di Dean e Lyle dimostra che, nonostante le risorse illimitate della NSA, un cittadino comune può ribaltare i giochi con intelligenza e coraggio. La caduta di Reynolds mostra come l’arroganza del potere, combinata con l’abuso della tecnologia, finisca inevitabilmente per ritorcersi contro chi la esercita senza scrupoli. Inoltre, il finale porta a compimento i temi centrali del film: la fragilità della privacy, l’onnipresenza della sorveglianza e il difficile equilibrio tra sicurezza nazionale e libertà individuali.

La riconciliazione tra Dean e sua moglie simboleggia un ritorno a una dimensione umana e privata che la tecnologia aveva quasi distrutto, mentre la fuga di Lyle ribadisce che non esiste una vera vittoria definitiva contro un sistema così invasivo, ma solo resistenza continua. Alla fine, Nemico pubblico ci lascia un messaggio attuale e inquietante: la difesa delle libertà personali richiede vigilanza costante e la capacità di opporsi agli abusi del potere. Tony Scott costruisce un thriller spettacolare che, pur chiudendo la vicenda in maniera catartica, lascia nello spettatore la consapevolezza che i rischi della sorveglianza di massa non sono confinati alla finzione, ma rappresentano una minaccia concreta ancora oggi.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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