Netflix è entrata in trattative esclusive con Warner Bros. Discovery (WBD) per acquisire lo studio cinematografico e televisivo della compagnia e il servizio di streaming HBO Max. La notizia, confermata da Variety, arriva al termine di una competizione serrata con Paramount Skydance e Comcast, entrambe interessate agli asset di WBD. Paramount, guidata dal nuovo CEO David Ellison, aveva tentato un’acquisizione totale della società, mentre Netflix e Comcast avevano puntato solo sugli asset legati allo studio e allo streaming.
L’eventuale accordo rappresenta una svolta significativa per Netflix, che finora aveva evitato acquisizioni su larga scala nel settore tradizionale di Hollywood. I co-CEO Ted Sarandos e Greg Peters avevano sempre sostenuto che l’azienda non fosse penalizzata dalla mancanza di un vasto archivio di contenuti. Tuttavia, l’opportunità di integrare la storica libreria di film e serie Warner Bros. e l’autorevolezza del marchio HBO ha cambiato lo scenario.
Il possibile acquisto arriva in un momento di incertezza per WBD, azienda nata nel 2022 dalla fusione tra WarnerMedia e Discovery Communications. La proposta non sollecitata di Ellison dello scorso ottobre ha dato inizio a un intenso periodo di trattative. Prima di tale offerta, l’amministratore delegato David Zaslav e il consiglio di amministrazione avevano presentato un piano per scorporare lo studio Warner Bros. e HBO Max dai canali via cavo tradizionali, con un’operazione prevista entro il 2026. L’idea di uno scorporo ha probabilmente accelerato la mossa di Ellison e ha contribuito ad alimentare la competizione tra i vari offerenti.
La guerra delle offerte ha raggiunto il culmine nei giorni precedenti l’annuncio delle trattative esclusive. Paramount è arrivata ad accusare Netflix di comportamenti scorretti legati all’asta, sostenendo l’esistenza di potenziali conflitti interni alla dirigenza di WBD. La sua proposta includeva anche il sostegno finanziario di tre fondi sovrani del Medio Oriente.
Se l’accordo con Netflix andasse in porto, avrebbe un impatto di enorme portata sul panorama dei media e dell’intrattenimento. Netflix è oggi la potenza dominante dello streaming, con una capitalizzazione di mercato superiore ai 400 miliardi di dollari, più del doppio rispetto a Disney. L’azienda ha costruito il proprio impero non attraverso acquisizioni, ma producendo contenuti originali — come il franchise “Stranger Things” — dopo anni di affidamento su contenuti concessi in licenza da studi tradizionali.

Nonostante il potenziale strategico dell’operazione, l’accordo si annuncia complesso sul fronte regolatorio. L’enorme peso di Netflix nel mercato preoccupa vari gruppi del settore. Un consorzio di talenti di alto profilo ha inviato una lettera al Congresso invitando a opporsi all’operazione, sostenendo che darebbe a Netflix un controllo eccessivo sulla distribuzione cinematografica, riducendo la quantità di film destinati alle sale e comprimendo i ricavi delle finestre successive, come l’home video.
La Directors Guild of America ha espresso “significative preoccupazioni”, affermando che una sana competizione è fondamentale per tutelare la creatività e i diritti dei registi. Anche Cinema United, l’organizzazione che rappresenta gli esercenti cinematografici, ha lanciato un duro avvertimento, definendo l’acquisizione una minaccia senza precedenti per le sale di tutto il mondo. Secondo l’associazione, il modello di business di Netflix non sostiene le uscite cinematografiche tradizionali e potrebbe causare una drastica riduzione dell’offerta di film nelle sale, con conseguenze negative anche per le economie locali.
Nonostante le critiche, fonti vicine a Netflix invitano a evitare conclusioni affrettate, affermando che l’azienda valuterebbe attentamente la propria strategia cinematografica nel caso di un’acquisizione così ampia. Tuttavia, l’eventuale fusione resta un tema altamente divisivo, destinato a ridefinire il futuro dell’industria dell’intrattenimento.
Fonte: Variety
