L’idea è di Andrej Wajda,
regista di Katyn. Molti sono i progetti artistici che hanno come
obiettivo quello di rappresentare e onorare forse la più importante
scrittrice e giornalista italiana del ‘900: Oriana Fallaci. Dal
cinema al teatro, fino alla televisione.Primo in ordine di tempo, c’è Mi chiedete di
parlare…, azione scenica in calendario tra l’1 e il 3 luglio
nell’ambito del Festival di Spoleto, con interpretazione di Monica
Guerritore. Sarà uno spettacolo a tre personaggi: la Fallaci,
un’infermiera ad accudirla e una voce dal pubblico a porle domande
in una sorta di intervista impossibile. Dopo Spoleto dovrebbe
arrivare lo sceneggiato televisivo per cui la Rai avrebbe di
recente sbloccato i fondi: scritto da Sandro Petraglia e Stefano
Rulli sarà una miniserie di due puntate da 90 minuti l’una,
coproduzione internazionale con al centro Fandango.
E poi come detto, un progetto
cinematografico. Il regista Andrej Wajda (quello di Katyn) vorrebbe
nel suo prossimo film la nostra Monica Bellucci come interprete
della Fallaci alle prese con un’intervista al leader polacco Lech
Walesa.
Chissà se sarà contenta la Fallaci.
Lei che amava «di pancia» il mondo di cartapesta del cinema:
telefonava a Sophia Loren, litigava con Ingmar Bergman (non
riuscirono ad accordarsi per il progetto su Lettera a un bambino
mai nato), scambiava lettere con le due muse del regista svedese,
Liv Ullmann e Bibi Andersson, e intervistava tutti i grandi divi di
Hollywood che le capitavano a tiro.
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