Gravity: più caro di una vera missione spaziale

Gravity

Il Primo Ministro dell’India, Narendra Modi, ha dichiarato che la missione spaziale su Marte organizzata dallo Stato è costata meno del film premio Oscar Gravity, diretto da Alfonso Cuaron.

 

Nel discorso tenuto per il lancio inaugurale del razzo PSLV C23, Modi ha detto: “Il merito è soltanto degli scienziati. Ancora oggi, il nostro programma si distingue come uno dei più redditizi. Ho sentito di questa storia che la nostra missione su Marte sia costata meno della realizzazione di Gravity. Mi hanno detto che inviare un razzo indiano nello spazio è costato di meno che realizzare un film come quello di Alfonso Cuaron”.

Effettivamente Mangalyaan, il progetto interplanetario dell’India lanciato nel Novembre del 2013, è costato intorno ai 72 milioni di dollari, mentre il film con Sandra Bullock e George Clooney, vincitore di ben 7 premi Oscar, ha un costo di realizzazione che si aggira intorno ai 100 milioni di dollari.

Gravity, il film

Il film si basa su una sceneggiatura scritta da Alfonso Cuarón, Jonás Cuarón, Rodrigo Garcia, mentre la fotografia è curata da Emmanuel Lubezki, che ha condotto un lavoro maniacale sulle numerose sequenze realizzate completamente i CGI e riprese con la tecnologia stereoscopica. Gravity uscirà in America e in Italia, in 3D, il prossimo 4 ottobre.

Trama: Sandra Bullock interpreta la dottoressa Ryan Stone, un brillante ingegnere medico alla sua prima missione sullo Shuttle, mentre Matt Kowalsky (George Clooney) è un astronauta veterano al comando della sua ultima missione prima del ritiro. Durante quella che sembra una passeggiata nello spazio di routine, ecco che accade il terribile incidente. Lo Shuttle viene distrutto e  Stone e Kovalsky rimangono a volteggiare nella più totale oscurità completamente soli e attaccati l’uno all’altra. Il silenzio assordante è la conferma della perdita definitiva di ogni contatto con la Terra e, con esso, ogni speranza di essere salvati. La paura si trasforma in panico e ogni boccata d’aria consuma il poco ossigeno rimasto. Ma l’unica strada verso casa potrebbe essere quella di spingersi ancora più lontano, nella terrificante distesa dello spazio.

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