Oscar 2017: Asghar Farhadi assente per scelta

Vi abbiamo già comunicato che, a causa delle misure cautelari approvate dal Governo Trump, Asghar Farhadi, regista iraniano, non potrà partecipare alla cerimonia degli Oscar 2017.

 

Oscar 2017: Asghar Farhadi non ci sarà a causa del #MuslimBan

Farhadi, stimato membro della comunità artistica internazionale ha già vinto un premio Oscar per il Miglior film Straniero nel 2012 con Una Separazione, è stato nominato anche quest’anno, nella medesima categoria, per The Salesman, presentato al Festival di Cannes 2016, film che è stato già nominato ai Golden Globes.

L’idea di non veder sfilare un così apprezzato artista agli Academy Awards di quest’anno aveva fatto ipotizzare a una dispensa governativa speciale per il regista, nonostante il cosidetto Muslim Ban.

Adesso, tramite The New York Times, Asghar Farhadi ha reso noto che non sarà presente agli Oscar 2017, nonostante l’eventualità di un’esonero speciale, per solidarietà con la sua comunità.

“Mi dispiace annunciare, tramite questa dichiarazione, che ho deciso di non partecipare alla cerimonia degli Academy Awards, al fianco dei membri della comunità cinematografica.

Nei giorni passati e nonostante l’ingiusta circostanza che è sorta per gli immigrati e i viaggiatori di alcuni paesi verso gli Stati Uniti, la mia decisione rimane la stessa: partecipare a questa cerimonia e esprimere la mia opinione in merito a queste circostanze alla stampa che si occupa dell’evento. Non ho mai avuto intenzione di non partecipare o di boicottare l’evento come show in oggetto, perché so che la maggior parte dell’industria americana e dei membri dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences si oppongono al fanatismo estremista che oggi sta prendendo piede. Così come ho dichiarato al mio distributore in USA nel giorno dell’annuncio della nomination, avrei partecipato alla cerimonia con il mio direttore della fotografia, e ho continuato a credere che sarei stato presente a questo grande evento culturale.

Ora, sembra che la possibilità di questa presenza sia accompagnata da se e ma che non sono accettabili in nessun modo per me, anche se si dovessero fare eccezioni per il mio viaggio.

(…)

Umiliare una nazione con il pretesto di salvaguardare la sicurezza di un’altra non è un fenomeno nuovo…

… nella storia e come sempre prepara il terreno a future divisioni e inimicizie. Con la presente, esprimo la mia condanna dell’ingiusta condizione forzata ai danni di alcuni dei miei coonazionali e dei cittadini di altri sei paesi che stanno cercando di entrare legalmente negli Stati Uniti d’America e spero che la situazione attuale non darà seguito a ulteriori divisioni trai paesi.”

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