In occasione dei sessant’anni dalla
realizzazione de Il gattopardo di Luchino
Visconti, Cineteca Milano propone presso
Cineteca Milano Arlecchino la versione restaurata
da Cineteca di Bologna, Titanus, Pathé e Twentieth Century Fox –
con il sostegno finanziario di Gucci e della The Film Foundation di
Martin Scorsese – del capolavoro tratto dal romanzo di
Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il film, della durata di 205 minuti,
sarà proposto con diverse proiezioni dal 10 dicembre al 7
gennaio.
In coda al film, inoltre, sarà
proiettato il documentario I due
gattopardi di Alberto Anile e Maria Gabriella
Giannice (2013, 13′). Il filmato ripercorre le complesse vicende
che portarono alla realizzazione del capolavoro di Luchino Visconti
a partire dalle traversie subite dal romanzo, uscito postumo dopo
il rifiuto di due grandi editori. Parte sostanziale del
documentario sono le scene inedite, ritrovate da Anile e Giannice,
tagliate da Visconti dopo alcuni mesi di regolare distribuzione in
sala e da allora dimenticate e mai più viste.
Non solo film, però. Nelle mattine
di sabato 2, 9 e 16 dicembre, nel foyer del cinema
Arlecchino sarà organizzato un corso di valzer di
90 minuti, per un numero ristretto di coppie, le cui modalità
saranno specificate nei prossimi giorni.
UNA TRAMA
AVVINCENTE
Regia: Luchino Visconti.
Sceneggiatura: Luchino Visconti, Suso Cecchi d’Amico, Enrico
Medioli, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, dal romanzo
omonimo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Fotografia.: Giuseppe
Rotunno. Montaggio.: Mario Serandrei. Musiche: Nino Rota.
Interpreti.: Burt Lancaster, Alain Delon, Claudia Cardinale, Paolo
Stoppa, Rina Morelli, Serge Reggiani, Mario Girotti (Terence Hill).
Italia/Francia, 1963, 205’.
Le vicende di una nobile famiglia
siciliana durante il Risorgimento, nei pressi di Palermo. Mentre
nel 1860 Garibaldi sbarca a Marsala, il
Principe Fabrizio di Salina assiste rassegnato al
declino dell’aristocrazia e all’annessione dell’isola e del suo
feudo allo Stato Sabaudo. Nonostante gli sconvolgimenti in atto, il
Principe, come di consueto, si reca con tutta la famiglia nella
residenza estiva di Donnafugata dove si è insediato un nuovo
sindaco, Calogero Sedera, un ricco borghese di
umili origini, la cui figlia Angelica fa
innamorare Tancredi, il nipote prediletto del
Principe. Fabrizio ha sempre sperato di vederlo sposato con sua
figlia, la principessina Concetta, ma suo malgrado
favorisce il fidanzamento dei due giovani. Il Principe, troppo
legato al vecchio mondo siciliano, rifiuta l’importante carica di
senatore del nuovo Regno d’Italia, ed è sempre più tristemente
consapevole della necessità di accettare il passaggio dai Borboni
ai Savoia. L’unione tra la nuova borghesia e la decadente
aristocratica è un fatto irrevocabile e ne avrà prova durante il
grandioso ballo dove le due realtà festeggiano insieme la
rivoluzione…
Il punto di vista di Martin
Scorsese
«Cosa fai quando il mondo che ti
circonda sta cambiando, quando hai la sensazione che tutto ciò che
conosci e ami lascerà il posto a un nuovo ordine? Ti opponi? Lo
accetti? E come lo accetti? Con risentimento? Con grazia? Forse con
tutt’e due. Chi può lasciarsi alle spalle il mondo che lo ha
formato, senza addolorarsi per il tempo che passa? Queste domande,
queste sensazioni che sono alla base della condizione umana si
ritrovano in ogni inquadratura de
Il Gattopardo, il magnifico adattamento di Luchino
Visconti del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa su un principe
siciliano al tempo del Risorgimento, il quale si rende conto che il
suo ruolo storico, e quello della sua intera classe sociale, è di
ritirarsi nell’ombra», scrive
Martin Scorsese, fondatore e presidente, The Film Foundation
che si è occupata del restauro del film.
«Visconti – continua il grande
regista – passò molti anni a tentare un adattamento di Proust per
il grande schermo. In un certo senso ci riuscì con questo
stupefacente arazzo cinematografico in cui ogni gesto, ogni parola,
la disposizione di ogni oggetto in ciascuna stanza richiama in vita
un mondo perduto. Il Gattopardo è un’epica del tempo, e la
sua lentezza, che culmina in un maestoso crescendo nella lunga
sequenza del gran ballo, è governata dai ritmi di vita
dell’aristocrazia fondiaria siciliana, con i suoi costumi e
abitudini, la sua coltivazione dell’agio e della riflessione, i
suoi viaggi stagionali. È un’epica della storia, in cui assistiamo
con i nostri occhi alle trame del cambiamento: sui campi di
battaglia, nelle vie e nei salotti dove i notabili si riuniscono
per decidere chi muoverà i fili del potere. È anche il ritratto di
un uomo, il Principe di Salina, interpretato da Burt Lancaster.
All’epoca della lavorazione del film ci fu chi mise in dubbio
questa scelta di cast, ma dopo aver visto Il Gattopardo
risulta impossibile immaginare qualcun altro nei panni del
Principe. È un’interpretazione eccezionale, profondamente toccante.
In definitiva, Il Gattopardo è un grande inno sinfonico
alla Sicilia, al suo popolo, ai suoi profumi e al suo paesaggio,
alla sua bellezza e alla sua violenza. Il film di Visconti è una
delle più grandi esperienze visive della storia del cinema, e nel
corso degli anni i restauri si sono rivelati estremamente
difficili. Sono molto felice che la Film Foundation, con il
sostegno finanziario di Gucci, abbia contribuito a rendere
possibile questo straordinario restauro. Ci è stato così restituito
uno dei nostri tesori più preziosi, in tutta la sua gloria».
Domenica 10
dicembre ore 15.00 |
Giovedì 14 dicembre
ore 17.00 |
Sabato 16 dicembre
ore 15.00 |
Venerdì 22 dicembre
ore 20.00 |
Martedì 26 dicembre
ore 15.00 |
Venerdì 29 dicembre
ore 17.00 |
Domenica 31
dicembre ore 20.00 |
Mercoledì 3 gennaio
ore 20.00 |
Venerdì 5 gennaio
ore 17.00 |
Domenica 7 gennaio
ore 14.30 |