Shyamalan parla di Bruce Willis e della sua malattia: “Gli sarò per sempre grato”

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Il regista di Bussano alla Porta, M. Night Shyamalan, riflette sulla diagnosi di afasia di Bruce Willis. I due hanno collaborato diverse volte nel corso degli anni, con Bruce Willis che è stato il protagonista del primo grande successo di Shyamalan. Nel 199 è infatti uscito Il Sesto Senso, e i due hanno lavorato insieme per Unbreakable, nel 2000. Non solo, Willis è tornato a interpretare David Dunn in Slipt e Glass.

Non solo l’attore ha prestato la sua notorietà a un regista in erba, quale era prima de Il Sesto Senso Shyamalan, ma il regista in cambio ha dato anche a Willis la possibilità di reinventare la sua carriera che, prima del 1999, era legata esclusivamente a ruoli action, regalando al mondo la possibilità di vedere l’attore anche in ruoli più impegnativi dal punto di vista delle emozioni.

Nel 2022, a Bruce Willis è stata diagnosticata l’afasia, una condizione che colpisce la parola e la comprensione, che lo ha costretto a ritirarsi dalla recitazione e dalla vita pubblica per trascorrere del tempo con la sua famiglia. Ora, in un’intervista con THR, Shyamalan parla dell’elaborazione della diagnosi di Willis.

“Sì, ovviamente significa tutto per me. Farei qualsiasi cosa per lui e la sua famiglia, ed è stata molto dura per tutte le persone coinvolte. Ho pianto molto per questo, e anche mio padre soffre di una malattia simile. Quindi avendolo su entrambi i fronti, è profondo rendersi conto di quanto sia prezioso tutto. Sono grato per quello che ha fatto perché non ha si è mai fatto da parte. Mi ha protetto dal sistema all’inizio della mia carriera, quindi gli sarò per sempre grato.”

M. Night Shyamalan torna al cinema da oggi con Bussano alla Porta.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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