Stephen Hawking, morto a 76 anni lo scienziato della “teoria del tutto”

Si è spento, all’età di 76 anni, il professor Stephen Hawking, fisico teorico inglese, autore e direttore della ricerca presso il Center for Theoretical Cosmology presso l’Università di Cambridge. Lo ha confermato un portavoce della sua famiglia nella serata di martedì.

 

Hawking, specialista in cosmologia e gravità quantistica, ha introdotto il mondo a un modo completamente nuovo di pensare all’universo, in gran parte grazie alla sua pubblicazione del 1988, Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo, che ha venduto più di 10 milioni di copie e ha ispirato un documentario. Hawking è riuscito a incarnare un personaggio pubblico raro, che coniugava familiarità con il grande pubblico e eccellenza nel mondo della scienza.

Era il fisico vivente più famoso del mondo, oltre a essere anche molto decorato: era un comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico e onorato con premi come la Medaglia d’oro della Royal Astronomical Society, la Paul Dirac Medal, il Wolf Prize, il Julius Edgar Lilienfeld Prize, la Copley Medal, il Russian Fundamental Physics Prize e la Presidential Medal of Freedom.

Stephen Hawking morto a 76 anni

A questa eccellenza professionale si univa un carattere mite e ironico che gli ha permesso di avvicinarsi alla cultura pop, tanto che ha partecipato a moltissimi programmi televisivi come The Simpsons, The Big Bang Theory, Futurama e Star Trek: The Next Generation, interpretando sempre se stesso. La sua ispirazione si estese molto alla cultura popolare: David Gilmour dei Pink Floyd ha campionato Hawking per la canzone “Keep Talking” sull’album della band, Division Bell, e Philip Glass ne ha incluso una versione nella sua opera del 1992, The Voyage.

La diagnosi di Hawking, a 21 anni, di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e la storia della sua giovinezza è stata raccontata nel film La Teoria del Tutto del 2014 (per il quale Eddie Redmayne ha vinto un Oscar), e ha trascorso quasi tutta la sua vita adulta legato a una sedia a rotelle, dipendente da un sistema vocale computerizzato per la comunicazione. Ha detto che voleva “dimostrare che le persone non devono essere limitate da handicap fisici purché non siano disabilitate nello spirito” e ha mantenuto frequenti le sue apparizioni pubbliche, a sostegno di questa tesi.

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