Il Genio del secolo

The Walk

Benvenuti alla Festa Internazionale del Film di Bangkok. Le piogge torrenziali hanno causato qualche disagio (Stefania del Kebab è andata dispersa lungo la fiumana ma qualcuno ha avvistato Christian Bale che la traeva in salvo) ma noi siamo qui pronti a lottare per voi. Oggi è la volta buona che c’è un ospite che mi interessa, il Robert Zemeckis di Ritorno al Futuro e Chi ha incastrato Roger Rabbit?. Ok, ha fatto anche un Beowulf in cui Ray Winstone (che di base è un barile) mostrava chiappe dure e finte in Cgi e Angelina Jolie interpretava un mostro con i tacchi a spillo, ma perché farsi del male? Rimozione, rimozione è la parola chiave. ritorno al futuroChe tra l’altro Zemeckis ci casca a pennello perché dopodomani è il 21 ottobre 2015, il giorno in cui Marty McFly sbarca nel futuro e secondo la teoria del film (datato 1989) in giro dovrebbe essere pieno di gente che gioca col volopattino e si veste come un deficiente. E invece, se ti guardi intorno, all’Auditorium non si vede nessuno che gioca col volopattino.

 

Ma vabbè, Zemeckis non poteva prevedere che i bruschi cambi climatici avrebbero arretrato il progresso tecnologico di 15 anni, del resto costruire microchip con l’umidità tropicale e le zanzare che ti si infilano nei circuiti non è facile.

Oggi comunque il grande Bob presenta il film su un genio del secolo scorso. No, no, fermi. So cosa state pensando. Non si tratta di Albert Einstein, che con la teoria della relatività ha rivoluzionato il modo di concepire l’Universo e di metterci in relazione con esso. No, non si tratta nemmeno di Alexander Fleming, che con la scoperta della Penicillina ha contribuito a curare milioni, ma che dico, miliardi di persone.

No.

Si tratta di un tizio che nel 1974 ha deciso di camminare su un filo teso tra le due Torri Gemelle rischiando di spiaccicarsi come un pomodoro maturo. Onestamente non conosco come è andata a finì la storia nella realtà, ma guardando il film tiferò che si spiaccichi. Lo merita.

sub zeroDetto questo, me volete male. Io è da sempre che confondo tutti sti registi che si chiamano Anderson, da quello de I Tenenbaum a quello di The Master a quello di Mortal Kombat e dei Tre Moschettieri in versione Steampunk. Per me so’ tutti la stessa persona. Te chiami Anderson, sei quello. Sarei capace, come ha fatto una volta Mirko Lomuscio (ma coscientemente, io no) di portare ad autografare un dvd dell’uno a uno degli altri. Ecco, m’avete messo in programmazione due di questi Anderson, uno con un documentario, uno con un incontro. E io non so quale cazzo dei due andrò ad intervistare. Speriamo che sia quello di Mortal Kombat almeno gli propongo un doppio. Io prendo Sub-Zero però, non rompesse il cazzo.

(Ang)

auditoriumBuongiorno anche da me cari affezionati lettori: stamattina mi sono svegliata e credevo di essere intrappolata dentro Suburra, è da ieri pomeriggio che un cielo grigio mi accompagna mentre percorro 400 chilometri da una stazione all’altra con Runtastic. Essì, ho un secondo abbandonato la Festa del cinema perché avrei pure da lavorare ad altro – ma non temete, tornerò presto, giusto il tempo di trovare un abito per la chiusura che non mi posso fa parla’ dietro, non vorrete che le foto sui giornali abbiano didascalie tipo ‘La matrigna, Valentina Pettinato, vestita demmerda’ o ‘vestita random’.

Sono comunque in filo diretto con la sala stampa, per cui continuerò a scrivere indiscrezioni, non preoccupatevi. Nel mentre state accanto ad Ang che lo vedo un po’ stanchino: tra sale, interviste, presentazioni e redazione ha più impegni lui a sto festival di Jude Law.

Io proporrei di fare un incontro in Petrassi dal titolo, ‘Ang, l’animatore della Festa del Cinema’. Altro che quelli della Pixar.

(Vì)

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