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Come un gatto in tangenziale domani su Sky Cinema

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Come un gatto in tangenziale domani su Sky Cinema

A pochi mesi dall’uscita nelle sale cinematografiche, Sky Cinema presenta in prima tv Come un gatto in tangenziale, il film diretto da Riccardo Milani (Mamma o Papà?, Scusate se esisto) con Paola Cortellesi e Antonio Albanese, prodotto da Wildside con Vision Distribution in collaborazione con Sky Cinema, lunedì 16 aprile dalle 21.15 su Sky Cinema Uno HD  e disponibile anche su Sky On Demand.

Il film, uscito in sala lo scorso 28 dicembre, è stato il più grande successo italiano della stagione cinematografica in corso. Si arricchisce così l’offerta del grande cinema italiano, sempre molto apprezzato dal pubblico: italiani sono infatti 9 dei 10 film più visti di sempre su Sky Cinema. Nei prossimi mesi altri film italiani saranno programmati a ridosso dell’uscita cinematografica per rendere ancora più esclusiva l’offerta di Sky Cinema.

“Come un gatto in tangenziale” racconta la storia di Giovanni, intellettuale impegnato e profeta dell’integrazione sociale che vive nel centro di Roma, e Monica, ex cassiera di supermercato residente nella periferia della Capitale. Due mondi diametralmente opposti che si incontrano per caso, a causa del fidanzamento dei rispettivi figli che i genitori tentano in ogni modo di ostacolare. Per portare a termine il comune proposito, i due cominciano, loro malgrado, a frequentarsi e ad entrare l’uno nel mondo dell’altro: Giovanni, abituato ai film impegnati, si ritroverà a seguire sua figlia in una caotica multisala di periferia; Monica, invece, da sempre abituata a passare le sue vacanze a Coccia di Morto, si ritroverà nella scicchissima riserva naturale di Capalbio, tra intellettuali, vip e improbabili conversazioni sull’arte contemporanea. Tutto questo darà vita ad una serie di equivoci e situazioni surreali che porteranno Giovanni e Monica a non poter fare più a meno l’uno dell’altra.

Il regista, recentemente premiato per il successo del film in occasione del “Montecarlo Film Festival de la Comèdie”, ha raccontato che la pellicola dona l’opportunità di confrontarsi direttamente con chi è lontano da noi per classe sociale, cultura o nazionalità: «Ci dà la possibilità di entrare in quel contraddittorio, di mettere in discussione le nostre sicurezze per cambiare. E il privilegio più grande è stato poterlo fare ridendo con una commedia».

E parlando della società attuale ha aggiunto: «In un paese culturalmente e socialmente spaccato in due, può essere importante fare lo sforzo di capire le ragioni dell’altro. Spero che COME UN GATTO IN TANGENZIALE sia un film sul nostro presente e forse anche sul nostro futuro».

Impreziosiscono il cast anche Sonia Bergamasco (La meglio gioventù, Quo vado?) nel ruolo di Luce e Claudio Amendola (Noi e la Giulia, Suburra) in quello di Sergio.

COME UN GATTO IN TANGENZIALE arriva in prima tv lunedì 16 aprile dalle 21.15 su Sky Cinema Uno HD e disponibile anche su Sky On Demand.

Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto: tutte le curiosità sul film

Dato il grande successo di Come un gatto in tangenziale, che nel 2017 ha incassato oltre 10 milioni di euro al botteghino, nel 2021 è arrivato al cinema il suo seguito, dal titolo Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto (qui la recensione), anch’esso diretto da Riccardo Milani e con protagonisti Paola Cortellesi e Antonio Albanese, la cui sintonia come coppia cinematografica ha determinato buona parte del successo del primo film. Con questo sequel si ripropongono ora le caratteristiche del primo, calate però in nuove dinamiche, nuovi imprevisti e nuove occasioni per generare risate.

Anche in questo caso, ad ogni modo, non manca lo scontro tra personalità provenienti da contesti completamente diversi, ponendo così a confronto la periferia con le zone più “altolocate” della città. Una dinamica ispirata ad alcuni fatti realmente accaduti, come dichiarato dallo stesso regista. Milani ha infatti raccontato essersi trovato personalmente in una situazione simile a quella vissuta dal protagonista, senza ovviamente gli eccessi a cui questi va incontro. Da questa situazione egli ha così costruito un primo film ricco di sentimento, che supera le diversità per raccontare una storia in grado di emozionare e far riflettere su alcune problematiche sociali.

Con questo sequel porta dunque avanti quelle dinamiche e anche in questo caso il successo non ha tardato ad arrivare. Dopo aver visto il primo, dunque, non ci si può perdere questo secondo capitolo, tra risate e spunti di riflessione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto

Protagonisti di questo sequel sono ancora l’intellettuale radical chic Giovanni, che vive nel centro storico di Roma, e l’ex cassiera tatuata Monica, residente invece in periferia. Le vicende si svolgono tre anni dopo la fine della loro storia d’amore che, come i due avevano previsto, ha avuto vita breve, durata proprio come un gatto in tangenziale. Monica è però poi finita in carcere, a causa delle gemelle, le quali avevano nascosto nei fusti dell’olio del locale diverse cose rubate. Per avere una speranza di uscire il prima possibile non può allora che rivolgersi a Giovanni.

Quest’ultimo la tirerà fuori di prigione, ma ad una ben precisa condizione. Monica dovrà infatti svolgere servizi sociali presso la comunità cattolica di San Basilio, dove incontrerà Don Davide, un sacerdote molto affascinante che avrà una certa influenza su di lei. Ancora una volta, le vite di Monica e Giovanni, quindi, si scontreranno di nuovo, alla luce anche della presenza della nuova fiamma di Giovanna, Camilla. Quando poi viene organizzato un pranzo a Coccia di Morto con tutta la famiglia, compresi Sergio, Luce e ovviamente i figli di ragazzi di Giovanni e Monica, avviene l’impensabile.

Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto Luca Argentero
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Il cast di Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto

Ad interpretare Monica, come già anticipato, vi è di nuovo Paola Cortellesi, la quale anche in questo caso si è sottoposta ad una radicale trasformazione per interpretare tale personaggio. Grazie ad un trucco massiccio sfoggia infatti i diversi tatuaggi finti di Monica, ma anche la particolare capigliatura, oltre ad una serie di piercing e accessori simili. Accanto a lei, nel ruolo del figlio Alessio, vi è il giovane Simone De Bianchi. Le sorelle Pamela e Sue Ellen sono interpretate da Valentina Giudicessa e Alessandra Giudicessa. L’attore Claudio Amendola è invece nuovamente presente nei panni di Sergio, ex marito di Monica.

Antonio Albanese riprende invece il ruolo dell’intellettuale Giovanni, un ruolo preparato – come da lui dichiarato – basandosi esclusivamente su quanto presente in sceneggiatura ma accentuando qualità come la precisione, la pignoleria e il disgusto per ciò che esce dalla sua sfera di interesse. Nei panni della figlia Agnese vi è invece la giovane Alice Maselli. L’attrice Sonia Bergamasco, invece, riprende invece i panni di Luce, ex moglie di Giovanni. Fanno il loro ingresso invece Sarah Felberbaum nei panni di Camilla e Luca Argentero in quelli dell’affascinante Don Davide.

Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto Antonio Albanese Paola Cortellesi

 

La spiaggia Coccia di Morto esiste davvero

La spiaggia citata nel film e parte del titolo di questo sequel esiste davvero, si trova a 35 chilometri da Roma ed è raggiungibile in meno di un’ora dalla città percorrendo la via Cristoforo Colombo, passanda per Via Portuense e imboccando la A91 fino a Viale della Pesca, 120 a Fiumicino. Questo tratto di litorale laziale si trova all’interno della Riserva naturale statale Litorale Romano, un’area protetta che include al suo interno un ampio territorio di interesse storico-naturalistico tra i comuni di Roma e Fiumicino. Con i suoi oltre 16mila ettari, è inoltre la più grande area protetta affacciata sul Mediterraneo.

All’interno di tale Riserva si trovano siti naturalistici di grande interesse, come le Dune di Palidoro e quelle di Capocotta, le Oasi di Macchiagrande e Castel di Guido e le pinete di Castel Fusano. Coccia di Morto è infatti anche una pineta che sorge sempre nell’area naturalistica, che arriva fino alla spiaggia.Naturalmente in molti si chiedono il perché di tale nome, Coccia di Morto, il quale risalirebbe a degli effettivi ritrovamenti sul litorale di antiche ossa e teschi. Questi sarebbero databili intorno al Settecento, durante la bonifica della zona, portati lì forse dalle foci del Tevere.

Nonostante la presenza della Riserva Naturale, Coccia di Morto è però anche tristemente nota come “spiaggia più sporca d’Italia”, un titolo assegnatole nel 2016 dal dossier di Legambiente “Beach Litter”, in cui si spiegava che questo tratto di litorale del Comune di Fiumicino era più di altri invaso dai rifiuti. Immondizia portata, per lo più, dalla foce del fiume Tevere che dista appunto pochi chilometri dalla spiaggia. Sulla riviera sono stati trovati rifiuti per lo più di materiale plastico, circa l’83% di quelli ritrovati nel resto d’Italia. Con le riprese del film svoltesi lì, in molti sono però fiduciosi che si rinnovi l’interesse a tenere pulito tale spiaggia.

Il trailer di Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 10 ottobre alle ore 21:20 su Canale 5.

Fonte: IMDb

Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto: recensione del film

Arriva al cinema, e per ora esclusivamente al cinema, Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, seguito della fortunatissima commedia che ha infiammato le sale italiane all’inizio a cavallo tra il 2017 e il 2018. Il film, in cantiere da molto e pronto per la distribuzione, è “rimasto fermo ai box” per molto tempo, in attesa di ricevere una distribuzione adeguata alle ambizioni al box office del film di Riccardo Milani. La pandemia ha infatti ritardato i piani di distribuzione, e adesso sembra finalmente arrivato il momento giusto per far arrivare in sala il film. Appuntamento quindi in anteprima nazionale a Ferragosto, e poi dal 26 in tutti i cinema. 

Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, la trama

In Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto tre anni dopo, mentre Alessio e Agnese si rincontrano in un pub di Londra, a Roma Monica finisce in carcere per colpa delle gemelle che nascondevano merce rubata nei fusti dell’olio di “Pizza e Samosa”, e chiama Giovanni (Antonio Albanese) in cerca di aiuto. Il nostro “pensatore”, ora legato alla giovane e rampante Camilla (Sarah Felberbaum), è impegnato in un progetto di recupero di uno spazio in periferia. Per far uscire Monica di prigione, Giovanni riesce a far commutare la detenzione con un lavoro nella parrocchia di San Basilio guidata da Don Davide (Luca Argentero), tanto bello quanto pio. È così che le vite di Monica e Giovanni si intrecciano nuovamente ma questa volta, pur con le solite differenze del caso e i mille guai in cui si cacceranno, tra i due sembra nascere una vera storia d’amore. Intenzionati a rivelare al mondo la loro relazione, organizzano un pranzo a Coccia di Morto con tutta la famiglia, compresi Sergio (Claudio Amendola), Luce (Sonia Bergamasco) e ovviamente i due ragazzi. Ma è proprio qui che succede l’impensabile…

Il regista Riccardo Milani si è lasciato ispirare dall’accoglienza e dalla semplicità di una piccola parrocchia, per creare il giusto contesto che raccontasse la necessità di avvicinarsi umanamente l’un l’altro, con buona pace del distanziamento.

Come un gatto in tangenziale 2

Un ritorno a casa

Come per il primo film, anche Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto si costruisce tutto intorno alla splendida alchimia tra Paola Cortellesi e Antonio Albanese, che si fanno centro di un gruppo colorato e vivacissimo, arricchito da una serie di nuovi personaggi che non mancano di regalare sorprese e sorrisi. Un film che si colloca perfettamente dentro ad un filone cinematografico nostrano rassicurante e pacioccone, come un’anziana zia di paese. Chiaramente Milani lo sa, ed è precisamente quel tipo di prodotto che vuole offrire agli italiani, anche perché gli riesce perfettamente, con garbo e stile.

Con quella giusta quantità di risate, dovuta ovviamente all’indubbia bravura di due ottimi protagonisti, Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto non impegna nessun tipo di riflessione o di coinvolgimento emotivo. Resta però la sensazione di essere affezionati a Monica e Giovanni, alle loro differenze e alle loro affinità (poche), come a due vicini di casa chiassosi ma simpatici.

Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, incontro stampa

È stato presentato a Roma il sequel del tanto apprezzato Come un gatto in tangenziale, con il sottotitolo di Ritorno a Coccia di Morto. Il film, diretto sempre da Riccardo Milani, racconta delle nuove avventure di Monica (Paola Cortellesi) e Giovanni (Antonio Albanese) alle prese con i servizi sociali che lei deve assolvere onde evitare la pena del carcere, e il tutto si svolge in una parrocchia gestita dal giovane e avvenente don Davide (Luca Argentero).

Il regista racconta quale sia stata l’idea del secondo capitolo e da dove abbia tratto l’ispirazione di un contesto così sociale: «Sono stato ospite a Milano in una parrocchia che aveva organizzato una rassegna tra i cui film scelti cui c’era il Gatto. Mi sono trovato di fronte ad una realtà viva, che coinvolgeva le persone, le accoglieva e ne sono rimasto molto colpito».

L’intento del progetto del sequel prende dunque le fila dal desiderio di raccontare la bellezza della solidarietà: «Ritorno a Coccia di Morto l’abbiamo scritto durante i primi mesi di pandemia», continua Riccardo Milani, «ci ha commossi vedere la necessità di rapporti umani più coesi, interessati alle sorti l’uno dell’altro, contro l’indifferenza. E il seguito è venuto fuori da sé».

La coppia dicotomica Monica e Giovanni è quindi  quasi un piccolo pretesto per raccontare altro, ma senza discostarsi dalla commedia più allegrotta, come conferma una degli sceneggiatori, Giulia Calenda: «Attraverso la commedia si ottiene uno spaccato del Paese, forse molto più che in altri generi. E la sua potenza consiste nel riuscire a parlare di qualunque tematica, ma con leggerezza».

Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, il trailer!

Anche Paola Cortellesi interviene per approfondire il discorso: «Ci è piaciuto che la Chiesa cattolica abbia colmato buchi sociali e umanitari. Abbiamo voluto che certe tematiche fossero centrali, come il bisogno che alcune periferie ricevano aiuti concreti, perché il degrado non debba rimanere una condizione esistenziale».

Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, diventa alla fine un lavoro per arrivare anche ad altri scopi, quali, ad esempio, il ritorno in sala: «Questo film è stato tenuto da parte apposta per fare in modo che uscisse al cinema. Non stiamo cercando grandi numeri», prosegue ancora la Cortellesi, «ma ottenere che le persone riacquistino la fiducia per ritornare a sedersi sulle poltroncine di una sala cinematografica».

Ma, uno degli aspetti che più intrattiene della storia, è ovviamente l’esilarante chimica tra i due protagonisti: «Ci sono stati dei momenti in cui le risate non si riuscivano proprio a trattenere», racconta Paola, «ad esempio quando Antonio alle sei di mattina arrivava in sala trucco cantando “You gotta dance”». Aneddoto che Albanese commenta spiegando l’importanza di profondere vivacità sul set, soprattutto a quell’ora del mattino.

«Monica e Giovanni sono in fondo due personaggi ai quali mi aggrappo», rivela il regista, «vorrei tanto che lo sguardo sul mondo e sulle cose di ognuno fosse un po’ come il loro».

Il film uscirà ufficialmente al cinema il 26 agosto e in anteprima solo il 14 e il 15.

Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, il trailer!

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Ecco finalmente il trailer di Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Mortosequel della commedia di grande successo del 2017/18, con Paola Cortellesi e Antonio Albanese, scritto e diretto da Riccardo Milani. Il film, in anteprima il 14 e 15 agosto, arriva al cinema il 26 agosto.

Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto – uscita al cinema

Uscirà al cinema il 26 Agosto Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, il secondo capitolo della commedia campione d’incassi e Biglietto d’Oro del 2018 diretta da Riccardo Milani con protagonisti Paola Cortellesi e Antonio Albanese. “Tante cose sono più importanti di un film, anche se, in certi momenti, poche cose possono diventare importanti quanto un film.  Gatto torna al cinema e io sono felice quanto lui e quanto il suo pubblico che lo aspettava.  Buona ripartenza a tutti. E arrivederci a Coccia di Morto…” ha dichiarato il regista Riccardo Milani.

Massimiliano Orfei, Amministratore Delegato di Vision Distribution, ha detto: “E’ per Vision motivo di orgoglio aver co-prodotto e poter distribuire Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto nelle sale italiane. La distribuzione del film, nei nostri obiettivi, rappresenta il grande evento cinematografico che decreterà il ritorno in sala del grande pubblico e la vera ripartenza del mercato. Con l’uscita di Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto il 26 agosto, il grande cinema popolare italiano si prende finalmente una data che è stata sempre appannaggio dei grandi blockbuster hollywoodiani, in uno dei periodi tradizionalmente più ricchi dell’intera stagione distributiva. È un’operazione che ha tutti i numeri per cambiare in modo permanente i modelli distributivi e il suo successo è fondamentale non solo per Vision, per i produttori e per il film, ma per le prospettive di crescita dell’intera industria nazionale. Il nostro ringraziamento va a Riccardo, Paola e Antonio, a Mario Gianani e alla Wildside, a tutta la straordinaria squadra che ha realizzato il film”.

Mario Gianani, Amministratore Delegato della Wildside, società del gruppo Fremantle, ha detto: “Questo è per noi il film della ripartenza e non solo in senso commerciale. Grazie a Riccardo Milani, Paola Cortellesi e Antonio Albanese – insieme con Vision – vogliamo restituire al pubblico la solida spensieratezza che questo film saprà regalarci. Farlo d’estate, in un momento tradizionalmente appannaggio dei film americani, è una sfida che, siamo sicuri,Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, saprà cogliere”.

Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto è prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.  Nel cast, accanto a Cortellesi e Albanese, tornano Sonia Bergamasco e Claudio Amendola.  Il cast si arricchisce con la presenza di Luca Argentero e Sarah Felberbaum.

La sceneggiatura è firmata da Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi e Riccardo Milani. La fotografia è di Saverio Guarna, la scenografia di Maurizia Narducci, i costumi di Alberto Moretti, il montaggio di Patrizia Ceresani e Francesco Renda.  Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto sarà distribuito in Italia e nel mondo da Vision Distribution.

Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto al cinema dal 26 Agosto

Uscirà al cinema il 26 Agosto Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, il secondo capitolo della commedia campione d’incassi e Biglietto d’Oro del 2018 diretta da Riccardo Milani con protagonisti Paola Cortellesi e Antonio Albanese. “Tante cose sono più importanti di un film, anche se, in certi momenti, poche cose possono diventare importanti quanto un film.  Gatto torna al cinema e io sono felice quanto lui e quanto il suo pubblico che lo aspettava.  Buona ripartenza a tutti. E arrivederci a Coccia di Morto…” ha dichiarato il regista Riccardo Milani.

Massimiliano Orfei, Amministratore Delegato di Vision Distribution, ha detto: “E’ per Vision motivo di orgoglio aver co-prodotto e poter distribuire Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto nelle sale italiane. La distribuzione del film, nei nostri obiettivi, rappresenta il grande evento cinematografico che decreterà il ritorno in sala del grande pubblico e la vera ripartenza del mercato. Con l’uscita di Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto il 26 agosto, il grande cinema popolare italiano si prende finalmente una data che è stata sempre appannaggio dei grandi blockbuster hollywoodiani, in uno dei periodi tradizionalmente più ricchi dell’intera stagione distributiva. È un’operazione che ha tutti i numeri per cambiare in modo permanente i modelli distributivi e il suo successo è fondamentale non solo per Vision, per i produttori e per il film, ma per le prospettive di crescita dell’intera industria nazionale. Il nostro ringraziamento va a Riccardo, Paola e Antonio, a Mario Gianani e alla Wildside, a tutta la straordinaria squadra che ha realizzato il film”.

Mario Gianani, Amministratore Delegato della Wildside, società del gruppo Fremantle, ha detto: “Questo è per noi il film della ripartenza e non solo in senso commerciale. Grazie a Riccardo Milani, Paola Cortellesi e Antonio Albanese – insieme con Vision – vogliamo restituire al pubblico la solida spensieratezza che questo film saprà regalarci. Farlo d’estate, in un momento tradizionalmente appannaggio dei film americani, è una sfida che, siamo sicuri,Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, saprà cogliere”.

Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto è prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.  Nel cast, accanto a Cortellesi e Albanese, tornano Sonia Bergamasco e Claudio Amendola.  Il cast si arricchisce con la presenza di Luca Argentero e Sarah Felberbaum.

La sceneggiatura è firmata da Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi e Riccardo Milani. La fotografia è di Saverio Guarna, la scenografia di Maurizia Narducci, i costumi di Alberto Moretti, il montaggio di Patrizia Ceresani e Francesco Renda.  Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto sarà distribuito in Italia e nel mondo da Vision Distribution.

Come uccidono le brave ragazze, la spiegazione del finale della serie tv

Come uccidono le brave ragazze (A Good Girl’s Guide to Murder, Netflix) ruota attorno alla scomparsa di Andie Bell, un caso che la maggior parte degli abitanti del Buckinghamshire ritiene chiuso e superato. Sono felici di accettare che il fidanzato di Andie, Sal Singh, l’abbia uccisa e si sia tolto la vita. Tuttavia, l’eroina d iCome uccidono le brave ragazze non crede che Sal sia responsabile della morte di Andie e, cinque anni dopo, Pip (Emma Myers) si propone di dimostrarlo. L’opposizione che riceve per aver riesaminato il caso le fa capire che ha scoperto qualcosa, e il finale di Come uccidono le brave ragazze la vede scoprire la verità.

Le spiegazioni dietro la scomparsa di Andie Bell e la morte di Sal si rivelano più complicate di quanto Pip immaginasse, e rischia di perdere la vita a causa delle sue indagini. Tuttavia, Pip riesce a ottenere giustizia per entrambi i personaggi, scagionando il nome di Sal e dando ai cari di Andie una parvenza di chiusura. Il finale di Come uccidono le brave ragazze contiene numerosi colpi di scena e la serie tiene gli spettatori col fiato sospeso fino ai titoli di coda. Non c’è da stupirsi che per tutti sia stato così facile incolpare Sal per la scomparsa di Andie; la verità è molto più sorprendente e sinistra.

Che fine ha fatto Andie Bell? Il finale di Come uccidono le brave ragazze spiegato

Come uccidono le brave ragazze finale spiegato

La morte di Andie si svolge in due parti, e anche Pip scopre la verità su quella fatidica notte a poco a poco. Quando Pip si rende conto che le minacce stampate che ha ricevuto provengono da Elliot Ward, crede che sia lui il responsabile della scomparsa di Andie. E in parte ha ragione. Segue il signor Ward nella vecchia casa di famiglia, dove crede che lui tenga in vita Andie. Tuttavia, mentre Elliot confessa di avere una relazione con Andie, non è lei quella che tiene prigioniera. La ragazza che Pip trova assomiglia ad Andie, ma questo è l’unico legame che ha con il caso.

Elliot ammette anche che lui e Andie hanno avuto una discussione la sera in cui è scomparsa, sostenendo che lei è passata alle mani quando lui si è rifiutato di darle dei soldi. Ricorda di aver spinto via Andie e dice a Pip che lei ha sbattuto la testa contro il bancone. Tuttavia, Elliot insiste sul fatto che Andie ha lasciato la sua casa viva e non è sicuro di cosa sia successo dopo. La polizia arresta Elliot, senza dubbio grazie a Ravi che ha la posizione di Pip, e salva la ragazza nella sua soffitta. La serie non approfondisce il motivo per cui il signor Ward l’ha tenuta lì, ma nel libro lui e la ragazza credono davvero che sia Andie.

Tutto questo accade già nel finale di Come uccidono le brave ragazze, quando Pip affronta il signor Ward alla fine del quinto episodio. Il resto del finale della serie vede Pip rendersi conto che il signor Ward non è l’unico colpevole della scomparsa di Andie. Pip nota che Elliot e le sue figlie erano fuori città il giorno in cui il cane di Andie è stato ucciso, il che significa che non è stato l’unico a inviarle minacce. Concludendo che qualcun altro ha ucciso Andie dopo la lite con il signor Ward, va a parlargli. Questo mette Pip nel mirino il resto della famiglia Bell.

E la Bell che ha effettivamente ucciso Andie è quella che meno ci si aspetta: Becca. Pip scopre che la sorella di Andie è stata drogata e aggredita a un Calamity Party e che le droghe usate erano le stesse che Andie vendeva. Quando Pip affronta Becca, Becca ammette di aver raccontato l’accaduto ad Andie e di essere stata accolta con interesse. Come se non bastasse, Andie aveva intenzione di lasciare Becca con il loro crudele padre. Becca ha spinto Andie in un momento di rabbia che, insieme alla commozione cerebrale, è stata sufficiente a ucciderla. Becca è rimasta a guardare, rendendosi complice.

Per questo Becca tenta di uccidere Pip quando la interroga, e quasi ci riesce. Droga Pip e la attira in una grotta isolata, sostenendo che è lì che ha nascosto il corpo di Andie. Fortunatamente, Ravi e Cara li raggiungono in tempo per evitare che Pip diventi un’altra vittima del caso.

Chi ha davvero ucciso Sal Singh in Come uccidono le brave ragazze

Come uccidono le brave ragazze sal singh
Credit © Netflix

Sebbene il signor Ward non abbia inferto il colpo di grazia ad Andie Bell, ammette di aver ucciso Sal Singh. L’omicidio di Sal deve sembrare un suicidio, perché Elliot crede che in questo modo la polizia si concentrerà sul fidanzato di Andie e non su di lui. È lui a inviare il messaggio di confessione dal telefono di Sal e il suo piano quasi funziona. La città crede facilmente che dietro la morte di Andie ci sia Sal e nessuno lo mette in dubbio fino a Pip. L’uso della punteggiatura da parte di Elliot nel testo è così fuori dal personaggio di Sal che Ravi e Pip capiscono che non è stato lui a inviarlo.

Questo è uno dei tanti indizi che indicano l’innocenza di Sal ed è bello vedere Pip che ottiene giustizia per lui alla fine di Come uccidono le brave ragazze. Elliot sembra essere l’uomo più anziano che Andie frequentava, anche se sembra che abbia avuto qualche relazione prima di scomparire. Tuttavia, quasi tutte le strade portano a Elliot. Come gli dice Pip, è lui il responsabile della maggior parte della tragedia che si svolge nel caso di Andie Bell.

Perché Naomi e Max hanno mentito alla polizia sull’alibi di Sal

Come uccidono le brave ragazze henry ashton max
Credit © Netflix

Elliot e Becca sono gli assassini di Come uccidono le brave ragazze, ma non sono gli unici a mantenere dei segreti nel corso della serie Netflix. Gli episodi successivi rivelano che l’alibi originale di Sal per la notte in cui Andie è morta reggeva davvero. Naomi e Max hanno mentito sul fatto che avesse lasciato il gruppo prima del tempo, perché minacciati da qualcuno disposto a rivangare il loro passato. A quanto pare, gli amici di Sal erano stati coinvolti in un incidente da ubriachi che aveva quasi ucciso un uomo. Max è riuscito a insabbiare la vicenda, ma qualcuno lo sapeva e l’ha usata contro di loro.

Quel qualcuno è Elliot Ward, che ha letto l’accaduto nel diario della figlia. Poiché incastrare Sal era l’unico modo per togliersi di dosso la responsabilità, il signor Ward ha convinto la figlia e i suoi amici a mentire sull’alibi di Sal. Quando Pip si rende conto che era ancora con loro dopo la mezzanotte, diventa chiaro che Sal è, in realtà, innocente.

Perché Pip è così interessato a risolvere il caso della scomparsa di Andie Bell?

Le azioni di Pip in Come uccidono le brave ragazze si rivelano efficaci nel finale della serie Netflix, ma la ragazza è piuttosto ossessiva nei confronti del caso, più di quanto ci si aspetterebbe da un’adolescente non coinvolta. Ciò solleva domande sul perché Pip si senta così fortemente convinta dell’innocenza di Sal. La serie lo rivela nel corso del tempo, riportandolo nei flashback di Pip fin dall’inizio. Nei flashback, un Pip più giovane vede Andie piangere e passare davanti al suo armadietto. Quando Sal chiede dove sia andata Andie, Pip glielo dice, e questo le pesa quando capisce che Sal è presumibilmente l’assassino.

Pip sembra quindi desiderosa di dimostrare l’innocenza di Sal, per il suo bene e per il proprio. Per qualche motivo, sente che la sua decisione potrebbe avere un impatto su ciò che è accaduto quella notte di cinque anni fa. Naturalmente, si sbaglia. La fine del finale rivela che Sal ha cercato Andie per discutere di fuggire insieme. Questo è un cambiamento rispetto al libro, ma rende la loro morte prematura ancora più tragica.

Come il finale di Come uccidono le brave ragazze differisce dal libro

Gli elementi principali del romanzo di Holly Jackson rimangono intatti alla fine d , ma lo show di Netflix aumenta la drammaticità dell’episodio finale. Gli scontri di Pip con il signor Ward sono meno pesanti nel libro – infatti, quello alla stazione di polizia non avviene – e Becca non porta mai Pip in un luogo remoto. Becca droga il protagonista del libro a casa Bell, rendendo molto più facile l’intervento di Ravi e della famiglia di Pip. Anche nella serie mancano alcuni momenti chiave, ma la conclusione è simile in termini di punti principali della trama.

Come ti Spaccio la Famiglia: trailer Italiano

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Come ti Spaccio la Famiglia: trailer Italiano

Guarda il Trailer italiano ufficiale di Come ti Spaccio la Famiglia, la nuova commedia con protagonisti Jennifer Aniston e Jason Sudeikis, mentre la regia è di Rawson Marshall Thurber.

Da New Line Cinema arriva la commedia d’azione Come ti spaccio la famiglia con Jennifer Aniston (“Come ammazzare il capo… e vivere felici”) e Jason Sudeikis (Candidato a sorpresa). La regia è di Rawson Marshall Thurber (“Palle al balzo — Dodgeball”–).

David Burke (Sudeikis) è uno spacciatore di marijuana e tra la sua clientela annovera cuochi e mamme borghesi ma niente ragazzini — dopotutto, si considera un uomo con scrupoli. Cosa potrebbe andare storto, quindi? Beh, diverse cose. Malgrado tenti di passare sempre inosservato, impara nel peggiore dei modi che nessuna buona azione va impunita quando per aiutare dei teenager locali si trova ad essere aggredito da un gruppo di punkabbestie che gli ruba la ‘roba’ e il contante, lasciandolo in debito pesante con il suo fornitore, Brad (Ed Helms).

Per poter rimettere ogni cosa a posto — e soprattutto salvare la pelle — David deve passare allo spaccio di droghe pesanti e si trova, così, a collaborare all’ultima operazione di Brad: un carico in arrivo dal Messico. Coinvolgendo loro malgrado i propri vicini — la cinica spogliarellista Rose (Aniston), il suo smanioso ‘cliente’ Kenny (Will Poulter) e la tatuata e astuta teenager Casey (Emma Roberts) — David organizza un piano perfetto: una moglie e due figli finti. A bordo di una lucida roulotte, i “Miller” si dirigono verso il confine meridionale degli USA per un weekend del Quattro Luglio che non potrà che rivelarsi scoppiettante.

Come ti spaccio la famiglia: recensione del film

Come ti spaccio la famiglia: recensione del film

Arriva anche in Italia, dopo un buon risultato al botteghino americano, Come ti spaccio la famiglia, la nuova commedia del regista di Dodgeball, Rawson Marshall Thurber, scritta dagli sceneggiatori di 2 single a nozze. La pellicola con protagonisti Jennifer Aniston, Jason Sudeikis, Ed Helms, Emma Roberts, Will Poulter e Molly C. Quinn racconta la storia di David Burke (Jason Sudeikis), uno piccolo spacciatore di marijuana.

In Come ti spaccio la famiglia tra la sua clientela annovera cuochi e mamme borghesi ma niente ragazzini, dopotutto, si considera un uomo con scrupoli. Cosa potrebbe andare storto, quindi? Beh, diverse cose. Malgrado tenti di passare sempre inosservato, impara nel peggiore dei modi che nessuna buona azione va impunita quando per aiutare dei teenager locali si trova ad essere aggredito da un gruppo di punkabbestie che gli ruba la ‘roba’ e il contante, lasciandolo in debito pesante con il suo fornitore, Brad (Ed Helms). Per poter rimettere ogni cosa a posto, e soprattutto salvare la pelle, David deve passare allo spaccio di droghe pesanti e si trova, così, a collaborare all’ultima operazione di Brad: un carico in arrivo dal Messico. Coinvolgendo loro malgrado i propri vicini: la cinica spogliarellista Rose (Jennifer Aniston), il suo smanioso ‘cliente’ Kenny (Will Poulter) e la tatuata e astuta teenager Casey (Emma Roberts), David organizza un piano perfetto: una moglie e due figli finti. A bordo di una lucida roulotte, i “Miller” si dirigono verso il confine meridionale degli USA.

Come ti spaccio la famiglia, il film

Come ti spaccio la famiglia (We’re the Millers) è una divertente commedia americana, in perfetta sintonia con il filone di moda di questi ultimi anni. Infatti, prende spunto da una certa schiera di registi (Phillips, Apatow) che hanno dato in la a un nuova serie di film raccogliendo l’eredità dei vari Farrelly, Stiller. In sostanza, una comicità incentrata tutto sul gioco degli equivoci, dell’ironia del mito americano, e, non ultima, su una certa volgarità sotto le righe (non del tutto) che via via sta diventando la cifra espressiva che contraddistingue questa tipologia prodotto.

Il film del regista Rawson Marshall Thurber rispecchia in pieno gli stilemi di quella comicità che negli anni è risultata essere vincente, non a caso il film ha ottenuto in patria un buon successo, raddoppiando l’investimento. Quello che viene fuori è un film un po’ ingessato in una prima parte scontata e prevedibile, ma che nella seconda parte si mostra in tutta la sua irriverenza e arroganza, regalando dei momenti di assoluto divertimento che faranno la gioia di coloro che al cinema cercano leggerezza e comicità facile. La parte vincente di questa pellicola è senz’altro una sceneggiatura ben calibrata e curata nella caratterizzazione dei personaggi. Il film regge anche nella costruzione di avvenimenti al limite del credibile, spesso accompagnati da gag ben congeniate e dialoghi ben assortiti. Il resto lo fa il cast di attori, perfetti nel ruolo e mai sopra le righe, sempre al servizio della storie a delle battute. Come ti spiaccio la famiglia non sarà certo una commedia dallo humor inglese però mostra con orgoglio l’efficacia e la padronanza con la quale gli americani costruiscono dei film sempre godibili e funzionali al loro scopo.

Come ti spaccio la famiglia: assunto uno sceneggiatore per il sequel

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La New Line Cinema sta sviluppando il sequel di Come ti Spaccio la Famiglia (We’re the Millers), film che ha incassato 269.9 milioni di dollari in tutto il mondo con un budget di partenza di appena 37 milioni.

The Hollywood Reporter riporta che lo sceneggiatore Adam Sztykiel è stato assunto per scrivere un sequel della storia. La prima sceneggiatura era stata scritta da Bob Fisher, Steve Faber, Sean Anders e John Morris.

Nel cast del film invece dovrebbero tornare Jason Sudeikis, Jennifer Aniston, Will Poulter e Emma Roberts, già protagonisti del primo film, anche se non sono stati fatti accordi in merito. Lo stesso dicasi per il regista Rawson Marshall Thurber.Intanto vi ricordiamo che Will Poulter ha appena vinto un BAFTA per il giovane attore emergente, cosa che sicuramente farà salire un po’ le sue “quotazioni”. Vedremo invece a breve Jason Sudeikis alla notte degli Oscar, dove l’attore parteciperà in qualità di presentatore di uno dei premi assegnati dalla Academy.

Fonte: CS

Come ti spaccio la famiglia trailer italiano

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Ecco il trailer italiano di Come ti spaccio la famiglia (We’re the Millers in originale) in cui vediamo Jennifer Aniston, Jason Sudeikis, Emma Roberts, Nick Offerman, Kathryn Hahn, Will Poulter e Ed Helms. 

La bella Jennifer Aniston mette di nuovo in mostra il suo corpo statuario nel film, dove ritrova Jason Sudeikis che aveva già lavorato con lei in Come Ammazzare il Capo e Vivere Felici.

Ecco il video:

La commedia racconta di un uomo, Sudeikis, che di professione fa lo spacciatore e che viene incaricato da un committente, Helms, di prendere in Messico una “piccola” partita di droga. L’uomo accetta l’incarico ma decide di avvalersi di una finta famiglia per attraversare il confine senza destare sospetti, così ingaggia una spogliarellista, Aniston, un ragazzino in piena crisi ormonale, Offerman, e una teppistella di quartiere, Roberts.

Come ti rovino le vacanze: primo trailer italiano con Ed Helms

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Come ti rovino le vacanze: primo trailer italiano con Ed Helms

La Warner Bros Italia ha diffuso il primo trailer di Come ti rovino le vacanze, commedia di John Francis Daley e Jonathan Goldstein da Agosto al cinema e con protagonisti Ed Helms, Chevy Chase, Christina Applegate.

Trama:  Dopo averci divertito in “Una Notte Da Leoni”, Ed Helms veste i panni di Rusty Griswold, un giovane padre di famiglia che decide di sorprendere sua moglie Debbie (Christina Applegate) e i loro due figli. Organizzerà un’indimenticabile vacanza on the road alla volta di un famoso parco divertimenti. Ma non tutto filerà liscio…

Come ti rovino le vacanze: prime clip in italiano

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Come ti rovino le vacanze: prime clip in italiano

Ecco le prime clip in italiano da Come ti rovino le vacanze, film con protagonista Ed Helms e diretto da Jonathan Goldstein e John Francis Daley.

Dallo stesso produttore di Una Notte Da Leoni e Come ti Spaccio la Famiglia arriva una frizzante pellicola diretta da John Francis Daley (la serie Tv “Bones”, Come ammazzare il capo… e vivere felici) e Jonathan Goldstein (Come ammazzare il capo… e vivere felici, Come ammazzare il capo2), entrambi all’esordio dietro la macchina da presa. Protagonista della commedia è Ed Helms, indimenticabile componente del trio della saga di “Una Notte da Leoni”, qui nei panni di Rusty Griswold, un giovane padre di famiglia che decide di sorprendere sua moglie Debbie (Christina Applegate) e i loro due figli con un’indimenticabile vacanza. Nel cast anche il popolare Chris Hemsworth, in una veste “inedita”.

Come ti rovino le vacanze: nuovo trailer italiano on line

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Come ti rovino le vacanze: nuovo trailer italiano on line

Come ti rovino le vacanze trailerNuovo trailer italiano online per Come ti rovino le vacanze, commedia on the road attesa nelle sale italiane dal 12 agosto 2015. Dallo stesso produttore di Una Notte Da Leoni e Come ti Spaccio la Famiglia arriva una frizzante pellicola diretta da John Francis Daley (la serie Tv “Bones”, Come ammazzare il capo… e vivere felici) e Jonathan Goldstein (Come ammazzare il capo… e vivere felici, Come ammazzare il capo2), entrambi all’esordio dietro la macchina da presa. Protagonista della commedia è Ed Helms, indimenticabile componente del trio della saga di “Una Notte da Leoni”, qui nei panni di Rusty Griswold, un giovane padre di famiglia che decide di sorprendere sua moglie Debbie (Christina Applegate) e i loro due figli con un’indimenticabile vacanza. Nel cast anche il popolare Chris Hemsworth, in una veste “inedita”.

Come ti rovino le vacanze: i folli poster con Ed Helms

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Come ti rovino le vacanze: i folli poster con Ed Helms

Come ti rovino le vacanze vede Ed Helms, eroe della trilogia Una Notte da Leoni, nei panni di un padre che vuole costringere i suoi familiari a raggiungere una precisa meta turistica. Ecco i poster quasi apocalittici che preannunciano un viaggio decisamente turbolento!

GUARDA IL TRAILER DEL FILM

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Dallo stesso produttore di Una Notte Da Leoni e Come ti Spaccio la Famiglia arriva una frizzante pellicola diretta da John Francis Daley (la serie Tv “Bones”, Come ammazzare il capo… e vivere felici) e Jonathan Goldstein (Come ammazzare il capo… e vivere felici, Come ammazzare il capo2), entrambi all’esordio dietro la macchina da presa. Protagonista della commedia è Ed Helms, indimenticabile componente del trio della saga di “Una Notte da Leoni”, qui nei panni di Rusty Griswold, un giovane padre di famiglia che decide di sorprendere sua moglie Debbie (Christina Applegate) e i loro due figli con un’indimenticabile vacanza. Nel cast anche il popolare Chris Hemsworth, in una veste “inedita”.

Come ti divento bella: trama, cast e curiosità sul film

Come ti divento bella: trama, cast e curiosità sul film

Nell’ultimo decennio l’attrice Amy Schumer si è affermata come una delle personalità più acclamate della commedia statunitense, in particolare per quella pensata per un pubblico femminile. Dopo aver ottenuto fama grazie alla serie Inside Amy Schumer, ha infatti partecipato da protagonista a film di successo come Un disastro di ragazza e Fottute!. Nel 2018 ha invece prodotto il suo nuovo lungometraggio da protagonista, intitolato Come ti divento bella (qui la recensione), scritto e diretto da Abby Kohn e Marc Silverstein. Al centro di questo, come ancora una volta vi è una figura femminile complessa in cerca di emancipazione.

L’attrice, infatti, coglie con questo suo nuovo lungometraggio per affrontare l’insicurezza di alcune donne scaturita spesso e volentieri dai tristemente noti stereotipi legati all’apparenza e all’aspetto estetico. Ironizzando su questi come suo solito, la Schumer riesce ad affrontarli decostruendoli uno ad uno, lasciando agli spettatori e alle spettatrici una profonda riflessione. Date le capacità comiche dell’attrice, dunque, non sorprende che il film si sia rivelato un vero e proprio successo, con un incasso di oltre 94 milioni di dollari a fronte di un budget di 32.

Con un cast ricco di noti attori e celebri modelle, Come ti divento bella si distacca dunque dalla classica commedia statunitense per dar vita ad una storia che sa regalare tanto divertimento quanta emozione, sprofondando a tirar fuori il meglio di sé. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Come ti divento bella: la trama del film

Protagonista del film è Renee Bennett, una giovane ragazza di New York che si ritrova a vivere una serie di spiacevoli situazioni per via del suo aspetto fisico non aderente agli assurdi canoni di bellezza. Che si trovi in palestra, al supermercato o ad un appuntamento, Renee si vede continuamente emarginata. Anche al momento di candidarsi per il suo lavoro dei sogni, decide di rinunciare poiché nella descrizione di questo si richiedono ragazze giovani e belle. La sua complessa situazione cambia però drasticamente quando dopo aver espresso il desiderio di diventare bella ha una brutta caduta dove sbatte gravemente la testa.

Risvegliatasi, Renee inizia a vedersi in maniera totalmente diversa e, nonostante nulla sia cambiato nel suo aspetto, si sente molto più bella e sicura di sé. Questa nuova consapevolezza la porta ad assumere un atteggiamento molto diverso nella vita di tutti giorni, portandola a conquistare successi uno dietro l’altro, tra cui un appuntamento con il collega Ethan. In particolare, a rimanere colpita dalla sua sicurezza è la sua datrice di lavoro, la severa Avery LeClaire, che la aiuterà a fare ulteriore carriera. Ben presto, però, Renee si accorgerà di come la sua eccessiva sicurezza possa assumere anche aspetti indesiderati, dando vita a situazioni tutt’altro che piacevoli.

Come ti divento bella cast

Come ti divento bella: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il ruolo della protagonista Renne Bennett vi è l’attrice Amy Schumer. Questa, pur non collaborando alla sceneggiatura, ha seguito con grande attenzione il suo sviluppo, al fine di essere certa che il personaggio fosse adatto alle sue corde ed alle sue capacità comiche. Come suo solito, poi, al momento delle riprese l’attrice ha sempre portato con sé sul set il proprio cane, che ritiene essere un suo portafortuna. Accanto a lei, nei panni di Ethan, il collega con cui Renee intraprende una frequentazione, vi è l’attore Rory Scovel, noto per diversi film e serie TV, il quale aveva già lavorato con la Schumer in un episodio di Inside Amy Schumer.

Ad interpretare la severa datrice di lavoro di Renee, Avery LeClaire, vi è invece la candidata all’Oscar Michelle Williams. L’attrice ha raccontato di aver accettato la parte poiché le permetteva di dar vita ad un personaggio grossomodo inedito nella sua carriera. Nel film compaiono poi Tom Hopper, attualmente noto come Luther in The Umbrella Academy, nel ruolo di Grant LeClaire, fratello di Avery. L’attrice Lauren Hutton, invece, è Lily LeClaire, nonna di Grant e Avery e fondatrice dell’azienda. Sono poi presenti le modelle Emily Ratajkowski nei panni di Mallory, fonte d’ispirazione per Renee, e Naomi Campbell in quelli di Helen, direttrice dell’azienda LeClaire.

Come ti divento bella: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Come ti divento bella è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 16 maggio alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Fonte: IMDb

Come ti divento bella: recensione del film con Amy Schumer

Come ti divento bella: recensione del film con Amy Schumer

Arriva nelle sale il 22 agosto Come Ti Divento Bella, la commedia scritta e diretta da Abby Kohn e Marc Silverstein e interpretata da Amy Schumer.

Quando non recita la parte di se stessa senza filtri e diventa semplicemente lo strumento migliore per raccontare il disagio e le contraddizioni dell’essere donna negli anni duemila, Amy Schumer riesce a risultare molto più gradevole e affettuosa di quella che abbiamo visto (e amato) esibirsi nell’ambito della stand-up comedy. Ma già in Trainwreck – Un disastro di ragazza, dove era diretta da Judd Apatow, aveva dato prova del talento variegato, della capacità di cambiare registro e del lato sensibile che si nasconde sotto le battute a sfondo sessuale (il vero cavallo di battaglia dei suoi sketch).

Dalla difficoltà di impegnarsi in una relazione alla paura di non venire affatto notati, al giorno d’oggi è una questione di sfumature; ecco perché, per certi versi, i personaggi interpretati dalla Schumer in Trainwreck e Come ti Divento Bella non sono poi così tanto diversi, anzi dissimulano bene lo stesso dilemma generazionale affrontato frequentemente nella filmografia apatowiana e dalle voci della nuova commedia romantica: adulti – o presunti – vulnerabili, post-adolescenti sognatori disillusi sulla vita, si scontrano ogni giorno con la loro instabilità sentimentale e con il mito della perfezione, sfuggendone più per paura che per incapacità di affrontarli.

come ti divento bella

La soluzione più facile sembra essere il travestimento: indossare i costumi di qualcun altro, agire spinti dal potere di un’immagine esterna che giustifichiamo come “modello di ispirazione”, nella maggioranza dei casi esteticamente perfetta; la si può trovare ai limiti dell’umano (i supereroi) o agli angoli della quotidianità spacciata per tale (la moderna ondata di influencer è un ottimo esempio), insomma chiunque pur di evitare il confronto con il proprio sé inadeguato cerca qualcosa da emulare.

Cosa c’entra tutto ciò con Come ti divento bella? Tralasciando l’effetto contrario della traduzione italiana (non è un film sul processo del diventare bella, ma sul sentirsi bella, che è assai diverso), c’è un tema che di certo non solleva ma che contribuisce a rinsaldare la pellicola di Abby Kohn e Marc Silverstein, ovvero la relatività di un concetto banale su cui si edifica l’industria dell’intrattenimento, della moda, della pubblicità: l’aspetto fisico.

Un paio di anni fa Brie Larson denunciava un problema di fondo dei meccanismi di casting a Hollywood, cioè che alle ragazze non troppo belle o non troppo brutte non venivano offerte opportunità di lavoro. Discorso sacrosanto visto che mezzo secolo di produzioni americane è stato legato alla presenza di almeno una diva di bell’aspetto (Marylin Monroe, Lauren Bacall, Grace Kelly etc). Poi per fortuna è arrivata la commedia “d’autore” nei circuiti della stan-up, un varco sempre aperto dove tutte le attrici, soprattutto le più talentuose, potevano esprimersi uscendo fuori dagli standard tradizionali (Kristen Wiig, Melissa McCarthy, Sarah Silverman, Tina Fey, Kate McKinnon).

Amy Schumer, una vera regina della comedy, non ha esattamente la silhouette di Julia Roberts, né la sensualità di Scarlett Johansson, tuttavia rappresenta il prossimo canone di bellezza, l’unico davvero accettabile perché indefinito, imperfetto. Insomma lo stesso di una Lena Dunham qualsiasi. Cosa è bello e cosa non lo è siamo noi a stabilirlo, e dobbiamo riappropriarci di un potere che è in mano alle aziende, a chi fabbrica immagini plastificate e irrealistiche; un messaggio forte e chiaro lanciato dal film di Kohn e Silverstein che merita di sicuro attenzione. Per l’ironia con cui tratta l’ossessione dell’apparenza e il complesso di inferiorità delle nuove generazioni, per la cura che si prende dei personaggi (compresa l’imprenditrice di Michelle Williams), infine per la tenerezza che imprime sul percorso di redenzione della protagonista Renee, in fondo più vicina a noi di quanto sembri. Risate garantite e momenti di riflessione come poche volte capita confermano lo stato di salute di un genere sempre più indirizzato dalle donne e fiero di essere diversamente bello. 

Come ti divento bella: trailer italiano

Come ti divento bella! – il trailer della commedia con Amy Schumer

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Lucky Red ha diffuso il primo trailer italiano di Come ti divento bella! (I feel pretty), la nuova commedia con Amy Shumer e con Michelle Williams, Emily Ratajkowski e Naomi Campbell. Il film è diretto da Marc SilversteinAbby Kohn e arriverà nelle nostre sale il 22 agosto.

Da sempre introversa e insicura del proprio aspetto fisico, Renée si risveglia dopo una caduta convinta di essere sexy, spiritosa e irresistibile. Per magia la sua vita cambia completamente e si trasforma in quella che aveva sempre sognato: una donna sicura di sé e di grande successo a New York. Ma cosa accadrà quando si renderà conto che il suo aspetto fisico in realtà non è mai cambiato?

Come ti ammazzo il bodyguard: trama, cast e sequel del film

Come ti ammazzo il bodyguard: trama, cast e sequel del film

Cosa succede se il bodyguard migliore al mondo si trova a dover proteggere l’assassino più letale di sempre? Se gli attori che interpretano questi due personaggi sono Ryan Reynolds e Samuel L. Jackson, non può che prendere vita una folle commedia d’azione, dove l’adrenalina si unisce all’umorismo più sfrenato, dando vita a situazioni tanto insolite quanto già iconiche. Questo è Come ti ammazzo il bodyguard, titolo italiano di The Hitman’s Bodyguard, film del 2017 scritto da Tom O’Connor e diretto da Patrick Hughes, già regista di Red Hill e I mercenari 3.

Inserita nella Black List delle migliori sceneggiature ancora non realizzate, questa prevedeva originariamente una storia del tutto drammatica, con i toni di un classico thriller. Dopo averla acquistata, i produttori chiesero che venisse però riscritta introducendo forti dinamiche comiche, portando così all’introduzione dei due attori protagonisti, le cui capacità nei confronti di quest’ultimo genere sono ben note. È così nato uno dei film più divertenti e di successo del suo anno. A fronte di un budget di circa 30 milioni di dollari, Come ti ammazzo il bodyguard è infatti arrivato a guadagnarne ben oltre 170 in tutto il mondo.

Un successo che ha permesso a Reynold e Jackson di affermarsi come una coppia comica irresistibile, a tal punto di portarli a riprendere i rispettivi ruoli anche per un sequel. Prima di intraprendere una visione del film e del suo sequel, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Come ti ammazzo il bodyguard: la trama del film

Protagonista del film è la guardia del corpo Michael Bryce, il quale è rinomato per essere il migliore al mondo nel suo mestiere. Egli vede però stravolta la sua vita e la sua carriera in seguito ad un incidente, nel quale rimane ucciso l’uomo che doveva proteggere. In seguito a ciò, Michael si ritrova in rovina, costretto a guadagnarsi da vivere tramite il servizio di dirigenti aziendali tossicodipendenti. Ciò che non sa, è che un’inaspettata seconda opportunità sta per presentarsi. Un giorno egli riceve infatti la chiamata di una sua ex fidanzata e agente dell’Interpol Amelie Roussel, la quale gli chiede di aiutarla a portare a termine un caso molto delicato.

Bryce viene dunque chiamato a fare da guardia del corpo a Darius Kincaid, uno spietato assassino dal carattere quantomai indisponente, con cui Bryce aveva già avuto diversi problemi in passato. Il killer deve testimoniare in un processo contro il dittatore Vladislav Dukhovich, in cambio di vedere sua moglie Sonia Kincaid liberata di prigione. La forzata alleanza di Micheal e Darius li costringe così a confrontarsi con una innumerevole serie di pericoli, nel tentativo di far arrivare l’assassino incolume al processo. Oltre a difendere quest’ultimo da attacchi esterni, Michael dovrà però difendersi anche dallo stesso Darius, che non perderà occasione per provare la sua superiorità.

Come ti ammazzo il bodyguard cast

Come ti ammazzo il bodyguard: il cast del film

Ad interpretare il ruolo di Michael Bryce, l’esperta guardia del corpo, vi è l’attore Ryan Reynolds. Attratto dal ruolo, egli collaborò molto alla costruzione del personaggio, ideando molti dei suoi aspetti più caratteristici. Allo stesso tempo, Reynolds si sottopose ad un allenamento intensivo, al fine di poter eseguire personalmente le numerose scene di combattimento o di acrobazie presenti. Notoriamente, egli preferisce non ricorrere a controfigure per questo genere di scene. Fu proprio l’ingresso nel cast di Reynolds a spingere Samuel L. Jackson ad accettare il ruolo di Darius Kincair. L’attore si è dichiarato un grande ammiratore dell’interprete di Deadpool, ed era convinto che la loro collaborazione avrebbe dato vita a grandi cose.

Nei panni di Amelia Roussel, l’agente dell’Interpol ex fidanzata di Michael, vi è invece l’attrice Élodie Young, nota per aver interpretato Elektra nella serie Daredevil. L’attrice messicana Salma Hayek è invece Sonia Kincaid, la pericolosa moglie di Darius. Per questo film, anche lei si è trovata a dover dar vita a complesse scene di combattimento, dichiarandosi entusiasta per tale possibilità. Allo stesso modo, tra i motivi che l’hanno spinta ad accettare vi era la possibilità di lavorare con Jackson, da lei ritenuto una leggenda. Nel ruolo di Vladislav Dukhovich, invece, si ritrova il premio Oscar Gary Oldman. Per l’occasione, l’attore si è trovato a dover imparare a parlare in modo fluente la lingua russa, cosa che gli ha richiesto molto tempo.

Come ti ammazzo il bodyguard: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Come anticipato, dato il grande successo del primo film, nel 2021 è stato distribuito un sequel intitolato Hitman’s Wife’s Bodyguard. Diretto nuovamente da Hughes e con Reynolds e Jackson nuovamente protagonisti, questo secondo film si concentra in particolare sul personaggio di Sonia Kincaid, interpretata anche in questo caso dalla Hayek. È infatti lei la persona che Michael e Darius sono ora chiamati a proteggere e salvare da alcuni pericoli. A loro nel cast si aggiungono anche Frank Grillo, Antonio Banderas e Morgan Freeman, quest’ultimo nei panni del padre adottivo di Michael.

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Come ti ammazzo il bodyguard è infatti disponibile nel catalogo di Chili, Google Play, Apple iTunes, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 5 agosto alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Come ti ammazzo il Bodyguard: recensione del film con Ryan Reynolds e Samuel L. Jackson

In uscita nei cinema italiani il 5 ottobre, Come ti ammazzo il Bodyguard è una commedia made in Usa che ha già conquistato il cuore di molti spettatori sparsi per il mondo, arrivando a sfiorare l’incasso record di 400 milioni di dollari.

In Come ti ammazzo il Bodyguard la storia gira intorno all’improbabile collaborazione tra il bodyguard professionista Michael Bryce (Reynolds) e il killer su commissione Darius Kincaid (Jackson). Il sicario sarebbe infatti il testimone chiave in un processo contro il dittatore bielorusso Vladislav Dukhovich (Gary Oldman), accusato di crimini contro l’umanità. Gli innumerevoli tentativi da parte degli scagnozzi del dittatore di eliminare Kincaid falliranno miseramente grazie alla coalizione imbranata ma funzionale tra guardia del corpo e assassino. Diretta dal poco conosciuto Patrick Hughes, la pellicola è un concentrato esplosivo di action e humor,  realizzatosi grazie all’azzeccato sodalizio Reynolds-Jackson. I due attori protagonisti puntano tutto sulla loro verve comica, a cominciare dalla locandina ufficiale, dove un accigliato Reynolds porta in braccio un Samuel L.Jackson che pare non averne affatto bisogno.

Le citazioni del film Come ti ammazzo il Bodyguard

Partendo appunto dalla locandina, i riferimenti metacinematografici si fanno lampanti. Chi non ricorda la stessa posa nel poster de La Guardia del Corpo, con Kevin Costner e Whitney Huston? Ma non finisce qui. Con Come ti Ammazzo il Bodyguard siamo di fronte ad un genere di commedia che negli anni sta via via scomparendo. Ci riferiamo al genere parodistico tanto caro al cinema degli anni ‘70/80, dove titoli come L’Aereo Più Pazzo del Mondo, Una pallottola Spuntata, Il Mistero del Cadavere Scomparso, e moltissimi altri, facevano il verso ai più seri film di genere. Così accade che Come Ti Ammazzo il Bodyguard altro non sia che una divertita pantomima del genere action (con tanto di inseguimenti da manuale) , dove gli attori protagonisti non facciano altro che riproporre sé stessi nei ruoli che li hanno resi celebri.

Tra Tarantino e Deadpool

Ecco allora che Reynolds non è altri che un Wade Wilson/Deadpool in borghese, mentre Samuel L. Jackson torna a vestire i panni – ma soprattutto gli atteggiamenti, conditi di innumerevoli “motherfu**r!” – del Jules Winnfield di Pulp Fiction. La ciliegina sulla torta è poi una prorompente Salma Hayek, moglie del sicario più pericoloso del mondo ma altrettanto temibile, che porta con sé il palese rimando al suo leggendario personaggio Santanico Pandemonium nel mitico Dal Tramonto all’Alba. In definitiva, Come ti ammazzo il bodyguard è una leggera commedia parodistica, che non si prende troppo sul serio e si propone unicamente di far sorridere lo spettatore a colpi di gag dal sapore nostalgico.

Come siamo passati da Apocalypse Now a Guardiani della Galassia?

Come siamo passati da Apocalypse Now a Guardiani della Galassia?

Anche se non ne sono completamente sicuro, ho il forte sospetto che la colpa sia di Jack Sparrow. E in fondo mi dispiace, perché vent’anni fa vedendo La maledizione della prima luna mi sono divertito un mondo. Il fatto è che l’enorme e probabilmente inaspettato – almeno a quei livelli – successo del film di Gore Verbinski ha confermato definitivamente alla Disney che quella determinata formula funzionava: creare un prodotto capace di intrattenere sia con lo spettacolo degli effetti speciali che grazie alla gioiosa frivolezza di personaggi capaci di muoversi con grazia guascona tra serio e faceto. Soprattutto faceto.

In principio c’era Jack Sparrow

Insomma, per sintetizzare in maniera magari anche fin troppo sommaria, tale ricetta prevedeva spettacolo + ritmo + risate. Con le dovute variazioni derivate principalmente da registi o attori più o meno capaci di inserire in un film il proprio “tocco”, non si riduce a questo la produzione della Disney/Marvel degli ultimi vent’anni? E di conseguenza in larga parte anche quella delle altre major che hanno tentato di riprodurre tale successo senza per altro riuscirci? Le eccezioni, se ci sono, si possono purtroppo contare sulle dita di una mano.

Le cause di questo sostanziale impoverimento del cinema mainstream hollywoodiano sono molteplici, ampiamente dibattute e analizzate altrove con competenza maggiore. Le Major sono sempre più spinte da ragioni economiche a puntare su un numero minore di film che posseggono un budget sempre più esoso: sembra quasi che non possano fare altro se non continuare con la politica dei cinecomic, sequel, remake, spin-off, reboot o come preferite chiamare questo tipo di produzioni: conviene perché il pubblico giovanile è già “pronto”. E sempre meno invogliato verso la novità. Non mi interessa continuare a dibattere questo meccanismo per due motivi: prima di tutto perché non ritengo si possa ormai più fermare tale processo; in secondo luogo so per certo che addentrandomi in tale dissertazione finirei per fare dietrologia, probabilmente anche spicciola.

So bene che il cinema hollywoodiano è cambiato sotto molti punti di vista anche in maniera radicale, e io alla soglia dei cinquant’anni forse non sono più in grado di comprenderne in pieno le nuove coordinate, nelle modalità dello storytelling e magari anche estetiche. Come racconta il titolo di questo articolo, per fortuna (e qui mi permetto di diventare un po’ spocchioso) ho vissuto in una sala cinematografica i tempi in cui Hollywood investiva grandi budget in film di autori come Francis Ford Coppola o Michael Cimino, tanto per citare i più “titanici”; in cui il maggior incasso dell’anno in America, con tanto di Oscar per il miglior film, diventava un dramma familiare con protagonisti un cinico Tom Cruise e suo fratello autistico Dustin Hoffman; in cui il tessuto sociale veniva messo alla prova dallo “scandalo” di Martin Scorsese e il suo L’ultima tentazione di Cristo. Tempi diversi, passati, che spero tornino per il bene del cinema stesso anche se lo dubito fortemente. Non soltanto l’industria è cambiata ma anche la società, e sotto molti punti di vista (non tutti) è davvero un bene.

Una prospettiva più consapevole

Qual è dunque il senso di questo articolo? La verità è che vorrei davvero si tornasse almeno ad adoperare una prospettiva un poco più conscia riguardo quello che stiamo vedendo in sala a livello di cinema mainstream. Negli ultimi giorni ho letto, e non soltanto sui social media, lodi quasi incondizionate a Guardiani della Galassia Vol. 3 di James Gunn, cinecomic il quale mi ha senz’altro intrattenuto per due ore e mezzo. Il mio dubbio riguardo questo titolo è il seguente: in base a quale criterio viene considerato di così elevato valore? Perché sarebbe il miglior film della Disney/Marvel da qualche anno a questa parte? Se questo è il motivo allora credo si debba ribadire che stiamo parlando di quella stessa Major che nell’ultimo ventennio, come scritto all’inizio, ci ha rifilato una serie di prodotti intenti ad offrire al pubblico, giovane o meno che si voglia, un intrattenimento basato su formule talmente preconfezionate da non permettere alcun tentativo di problematizzazione o, peggio ancora, originalità.

Sono le scenografie pulp e una colonna sonora da revival anni ‘80 a fare di Guardiani della Galassia Vol. 3 un film originale? É la backstory di un procione parlante o la presenza di bambini e animali indifesi a farne un film “profondo”? In base a quale sia la risposta a tali domande bisogna allora a mio avviso porne un’altra, a questo punto davvero importante: un film mainstream hollywoodiano contemporaneo piace per il suo valore intrinseco o perché ogni tanto alcuni di questi prodotti riescono a raggiungere il picco di standard (soprattutto) contenutistici ormai ridotti ai minimi termini? Insomma, alcuni di questi cosiddetti blockbuster sono davvero buoni o li percepiamo come tali perché non abbiamo più di meglio?

Pur conscio di non appartenere ormai più a quella fascia di spettatori che in qualche modo indirizza il canoni dell’entertainment contemporaneo, sono altresì convinto che al cinema mainstream possiamo e dobbiamo chiedere di più. Diversificazione, approfondimento, spessore emotivo, il tutto inserito in sceneggiature che ci permettano di entrare realmente in contatto con personaggi e vicende. Io, per quanto possa essere ben scritto il suo arco narrativo, faccio fatica a identificarmi con un procione…

Dov’è l’anima dell’intrattenimento?

Il cinema è e deve rimanere anche intrattenimento, non ho alcun dubbio a riguardo. Il problema è che la Hollywood di oggi sembra aver dimenticato che si può produrne anche stimolando lo spettatore a riflettere su quello che si sta vedendo. Sia altrettanto chiaro che non punto il dito soltanto contro i cinecomic della Disney/Marvel, della Warner/DC, o contro i Fast & Furious di turno: se l’offerta di cinema destinata al grande pubblico fosse maggiormente stimolante, se i budget fossero decisi anche dallo spessore artistico di un progetto, probabilmente andrei a vederli libero da quel fastidioso preconcetto che ormai credo di aver sviluppato.

Il fatto è che quando entro in sala per assistere a uno qualsiasi di questi prodotti so già esattamente cosa sto per andare a vedere, a cambiare è soltanto l’intelligenza nel confezionamento. Quindi quando leggo che al nome di James Gunn viene accostato il concetto di “autore”, vorrei puntualizzare che per inserire il proprio “tocco” dentro un film di cassetta a mio avviso serve qualcosa in più che una colonna sonora da juke-box e quei cinquanta, cento milioni di dollari da spendere in effetti speciali. Spettacolo non significa necessariamente stupore, meraviglia, magari anche inquietudine. Quelle sono sensazioni che Hollywood non sa più produrre, ormai relegate a cineasti che hanno ancora il coraggio di sbagliare nella ricerca di una voce propria.

Come si inseriscono i film originali de Il pianeta delle scimmie nella nuova serie?

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Il regno del pianeta delle scimmie (recensione) è l’ultimo arrivato di una serie molto prolifica, ma il regista del film non ha dimenticato le sue radici. Nel podcast Inside Total Film, Wes Ball ha teorizzato come il classico film di Charlton Heston, Il pianeta delle scimmie, si inserisca nella continuità più ampia. Kingdom si svolge tre secoli dopo la linea temporale di Cesare (Andy Serkis) dei film precedenti. Questo lascia molto spazio alla possibilità che il film originale che ha dato il via a tutto esista ancora.

Penso che ci siano ancora molti, molti anni in mezzo, quando entra in scena la realtà di Charlton Heston, dove un’astronave cade dal cielo su un pianeta pieno di scimmie. La connessione di tutti questi film è sempre stata un po’ allentata, non sono come altri franchise là fuori che sono così assolutamente scolpiti nella pietra che non puoi violare le cose – è sempre stata un po’ allentata“.

La recente ondata di prequel di franchise popolari, come House of the Dragon o TheRings of Power, offre pochissima flessibilità. La storia di questi mondi fantastici è talmente nota che qualsiasi deviazione dal materiale di partenza può provocare notevoli ire da parte dei fan. Secondo la logica di Ball, la serie Apes è libera da tali restrizioni. Egli assicura persino agli spettatori che, nell’attuale cultura del reboot, non c’è alcun timore che l’interpretazione di Heston venga messa in ombra.

Il pianeta delle scimmie regna ancora sovrano

Il pianeta delle scimmie

Il pianeta delle scimmie del 1968 è stato un’impresa monumentale per i film di fantascienza. Mantenendo l’86% su Rotten Tomatoes, il film rimane lo standard a cui tutti gli altri vengono paragonati. Con una serie di battute di dialogo citabili e l’interpretazione appassionata di Heston, il commento sociale lo rende un classico. Anche se in passato è stato rifatto in uno degli adattamenti più controversi, Ball non crede che l’attuale franchise vada in quella direzione.

Nella mia mente, se potessimo scegliere, non torneremmo indietro e rifaremmo la versione del 1968, ma costruiremmo tutto il percorso fino ad essa e poi ricominceremmo da capo, tornando a guardare la versione del ’68 e il franchise“, ha spiegato Ball. Intende mantenere intatta l’eredità e non vede alcun motivo per cui debba essere rifatta. E poiché c’è molto spazio tra un film e l’altro, può lasciare che Il pianeta delle scimmie esista da solo.

Qualsiasi remake de Il pianeta delle scimmie probabilmente impallidirebbe rispetto all’originale. Gli effetti pratici sono ancora magistrali e il colpo di scena finale è diventato grande quanto il film stesso. Il film delle scimmie non dipende da un solo personaggio per andare avanti. Come ogni buon film di fantascienza, dipende dai temi che si traducono nella società attuale. Kingdom of the Planet of the Apes può tranquillamente esistere accanto al suo nonno ed essere perfettamente accettabile. A suo merito, Kingdom ha avuto una reazione promettente da parte della critica ed è una degna aggiunta al franchise. Gli spettatori potranno vedere questo manicomio nelle sale a partire dal 10 maggio.

Come se non ci fosse un domani: una clip dal film

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Come se non ci fosse un domani: una clip dal film

A pochi giorni dal proscioglimento degli attivisti del movimento ambientalista Ultima Generazione che nel gennaio del 2023 lanciarono della vernice lavabile contro l’opera ‘Love’ di Maurizio Cattelan, conosciuta anche come ‘il Dito’ di piazza Affari a Milano – azione per la quale tre ragazzi del movimento erano finiti a processo con l’accusa di imbrattamento di beni culturali – arriva nelle sale italiane da oggi giovedì 6 marzo il documentario COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI.

Diretto da Riccardo Cremona e Matteo Keffer, due registi con all’attivo numerosi lavori su temi sociali e ambientali che per la prima volta si cimentano in un lungometraggio per il grande schermo, il documentario è stato scritto con la consulenza di Paolo Giordano ed è una produzione Motorino Amaranto e GreenBoo Production con Maestro Distribution e prodotto da Ottavia Virzì.

Il film è stato premiato con la Menzione Speciale della giuria al Rome International Documentary Festival 2024 con la seguente motivazione: “Un viaggio intenso e sottile dietro le quinte e nelle profondità di un mondo popolato da giovani attivisti, dalle loro speranze, lotte, inquietudini e contraddizioni.” Apprezzato dalla critica, il documentario rientra ora nella selezione ufficiale dei documentari in corsa per entrare nelle cinquine finaliste ai Nastri D’Argento 2025 per la sezione Documentari – Cinema del Reale.

Come se non ci fosse un domani: intervista ai registi e alla produttrice

Il film racconta le azioni, le discussioni, i dubbi, le speranze del gruppo di attivisti climatici impegnati da anni in una campagna di disobbedienza civile non violenta, che ha attirato l’attenzione dei media e della politica tramite iniziative controverse come blocchi stradali e imbrattamenti di palazzi istituzionali e opere d’arte. Una narrazione onesta ed equilibrata ci racconta quello che succede dietro le quinte delle loro proteste attraverso il punto di vista e le storie personali di cinque protagonisti del movimento che si intrecciano con gli eventi della cronaca.

Il movimento si definisce l’ultima generazione in grado di fermare la curva di una emergenza climatica che ha ormai superato la soglia critica e COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI prova a dipingere il ritratto corale di questo gruppo e la loro battaglia indomabile affinché invece ci possa essere un domani. Il film è nei cinema italiani da oggi 6 marzo 2025 distribuito da Mescalito Film e con il patrocinio di Amnesty International Italia.

Come se non ci fosse un domani: intervista ai registi e alla produttrice

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Ecco la nostra intervista a Riccardo Cremona e Matteo Keffer, registi, e a Ottavia Virzì, produttrice di Come se non ci fosse un domani, il documentario sul movimento Ultima Generazione che sarà presentato in anteprima mondiale nella sezione Special Screenings della 19° edizione della Festa del Cinema di Roma e sarà prossimamente nelle sale italiane distribuito da Maestro Distribution.

Come se non ci fosse un domani, recensione del documentario di Riccardo Cremona e Matteo Keffer

Il documentario si concentra sulla vita di cinque giovani attivisti, offrendo uno spaccato dei sacrifici e delle sfide che affrontano nel tentativo di far emergere un’urgenza globale. Le loro azioni, spesso controverse e al limite della legalità, includono blocchi stradali, imbrattamenti di edifici istituzionali e opere d’arte. Questi gesti estremi, che hanno attirato l’attenzione di media e politica, sono espressione di una generazione che si definisce “l’ultima” in grado di invertire una situazione climatica prossima al punto di non ritorno. Attraverso un linguaggio diretto e senza filtri, Cremona e Keffer narrano i retroscena di una lotta in cui il sacrificio personale viene posto al servizio del bene comune, creando un racconto corale carico di empatia e profondità.

Come se non ci fosse un domani, recensione del documentario di Riccardo Cremona e Matteo Keffer #RoFF19

Arriva alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Special Screenings, il nuovo documentario di Riccardo Cremona e Matteo Keffer Come se non ci fosse un domani, che esplora in modo incisivo le motivazioni e le azioni del movimento Ultima Generazione, che si batte contro il cambiamento climatico attraverso atti di disobbedienza civile. Con la consulenza dello scrittore Paolo Giordano e prodotto da Paolo Virzì, il progetto racconta le storie dei protagonisti di questa campagna, tra speranze, timori e una visione del mondo profondamente scossa dall’emergenza climatica.

(Non) c’è ancora domani

Il documentario si concentra sulla vita di cinque giovani attivisti, offrendo uno spaccato dei sacrifici e delle sfide che affrontano nel tentativo di far emergere un’urgenza globale. Le loro azioni, spesso controverse e al limite della legalità, includono blocchi stradali, imbrattamenti di edifici istituzionali e opere d’arte. Questi gesti estremi, che hanno attirato l’attenzione di media e politica, sono espressione di una generazione che si definisce “l’ultima” in grado di invertire una situazione climatica prossima al punto di non ritorno. Attraverso un linguaggio diretto e senza filtri, Cremona e Keffer narrano i retroscena di una lotta in cui il sacrificio personale viene posto al servizio del bene comune, creando un racconto corale carico di empatia e profondità.

Tra questi, c’è Michele Giuli, co-fondatore di Ultima Generazione, che racconta che il tutto è iniziato con un forte senso di ansia ed incertezza, che ha trovato una corrispondenza in alcuni video dell’agricoltore gallese e attivista ambientale Roger Hallam, in cui “era davvero furioso”. Vedere che la rabbia era assolutamente qualcosa di presente lo ha fatto sentire meno a disagio, confessa: questo sentimento serve a far capire alle persone che c’è un problema, convince perché trasuda convinzione. C’è poi Beatrice Pepe, che dice che fino a qualche anno fa pensava di sapere esattamente cosa volesse dalla vita: una bella casa in città, un armadio pieno di vestiti, ed è proprio sovvertendo le aspettative che si presenta ai dibattiti in televisione, vestita e truccata da “bella ragazza”. Conosciamo anche Chloe Bertini, che ha studiato danza per tutta la vita e afferma di aver voluto contribuire al cambiamento sociale tramite il ballo, rendendosi poi conto che fosse un sogno ingenuo: adesso, il suo corpo al posto di ballare blocca le strade. Grande attenzione è posta inoltre su Simone Ficicchia, attivista del collettivo ambientalista, che si distingue per il suo ruolo di primo piano in varie azioni di protesta contro l’uso dei combustibili fossili.

Ultima generazione documentario
Ultima generazione documentario – Credits: Maestro Distribution

L’urgenza come motore

Tramite questi molteplici punti di vista, arriviamo a capire come è nata l’idea di un metodo di protesta provocatorio e controverso, che include imbrattare monumenti, fontane, palazzi e opere d’arte, al fine di veicolare un messaggio incisivo. La disobbedienza civile, per i membri di Ultima Generazione, deve uscire dagli schemi convenzionali, superando ciò che ci si aspetterebbe da un attivista, per sorprendere e scuotere chi osserva.

Così, davanti ai nostri occhi scorrono le immagini del blitz davanti a Palazzo Madama, il blocco del traforo del Monte Bianco, il fango davanti al tribunale di Bologna come flash-mob di protesta, l’imbrattamento del Consiglio regionale della Toscana e tante altre azioni tramite cui UG ha voluto veicolare l’urgenza di un cambiamento sociale e politico. I luoghi del potere, ingrigiti da smog e piogge acide, vengono colorati per alcuni secondi, fino a quando Ficicchia o altri attivisti, cessato il getto di vernice, si posizionano al centro della scena per spiegare i tre messaggi principali: chi è il collettivo Ultima Generazione, il perché della protesta – ovvero la richiesta al governo di interrompere i sussidi pubblici per le fonti fossili – e l’invito ai cittadini a unirsi alla resistenza civile. Le immagini di queste azioni sono pensate per lasciare un segno duraturo nella memoria di chi le osserva.

Come se non ci fosse un domani documentario
Come se non ci fosse un domani documentario – Credits: Maestro Distribution

Cosa siamo disposti a fare per proteggere il nostro pianeta?

Come se non ci fosse un domani è un viaggio in una realtà complessa, dove la crisi climatica non è più un semplice problema, ma un contesto in cui l’umanità si trova a vivere quotidianamente. Il progetto di Cremona e Keffer non si limita a descrivere le proteste, ma cerca di andare oltre le immagini sensazionalistiche dei media, offrendo una narrazione profonda e onesta sulle motivazioni di una generazione che si sente inascoltata e priva di prospettive per il futuro. Sostanzialmente, affronta un tema di portata universale e invita lo spettatore a riflettere su cosa significhi, oggi, lottare per un domani migliore, ricordandoci che questa battaglia non riguarda solo pochi idealisti, ma è una questione collettiva.

Il cuore del documentario risiede proprio nella sua capacità di portare il pubblico a confrontarsi con un interrogativo profondo e personale: cosa siamo disposti a fare per proteggere il nostro pianeta? Questo film diventa quindi un invito ad agire, a mettere da parte l’indifferenza e a prendere posizione di fronte a una crisi climatica che non può più essere ignorata. Tutto ruota attorno al quanto è grande la conversazione che si genera, non quanto è esatta: lo sviluppo di un’auto-pedagogia, il collettivo che forma un’idea sul tema e se ne appropria, perchè capisce che non può più essere rimandata al tempo del futuro, che è anche quello dell’incertezza.

Come sarebbero gli X-Men diretti da Wes Anderson [VIDEO]

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Come sarebbero gli X-Men diretti da Wes Anderson [VIDEO]

Dal Saturday Night Live arriva uno dei video più belli e divertenti degli ultimi anni che mostra Gli X-Men, i noti supereroi Marvel/Fox come sarebbero se alla regia dei film ci fosse il talentuoso Wes Anderson:

Vi ricordiamo che il prossimo film sui mutanti sarà X-Men Apocalypse:

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x-men-apocalypseCon Bryan Singer alla regia e allo script, in X-Men Apocalypse tornerà anche Simon Kinberg a scrivere la sceneggiatura che si baserà su una storia di Singer, Kinberg, Michael Dougherty e Dan Harris.

Inoltre ci sono anche già i primissimi dettagli relativi alla trama del film: il film sarà ambientato una decina di anni dopo Giorni di un Futuro Passato e rappresenta un passo successivo nella storia. L’aver alterato la storia nel film precedente ha causato delle reazioni imprevedibili e incontrollate, e la nascita di un nuovo e potente nemico. Charles (James McAvoy), Erik/Magneto (Michael Fassbender), Raven/Mistica (Jennifer Lawrence), Wolverine (Hugh Jackman) e Hank/Bestia (Nicholas Hoult) saranno raggiunti da Ciclope, Tempesta e Jean Grey e dagli altri X-Men per combattere contro il formidabile menico, una antica e potente forza, determinata a causare un’apocalisse come mai si è verificato nella storia dell’umanità. Oscar Isaac è stato scelto per interpretare Apocalisse. Al cast si aggiungono anche Sophie Turner (Jean Grey), Tye Sheridan (Ciclope), Alexandra Shipp (Tempesta) e Kodi Smit-McPhee (Nightcrwaler)

Alcune indiscrezioni vorrebbero nel film anche Channing Tatum nei panni del nuovo Gambit.

Come rompere una storia….con i titoli dei film!

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Come rompere una storia….con i titoli dei film!

titoli dei filmTutti i fan di Jessica Chastain sanno che l’attrice gestisce (sembra) in prima persona la sua pagina Facebook. Oggi, per ringraziare i fan di essere arrivata a 200,000 like, l’attrice straordinaria, oltre che bellissima, ha postato un divertente video che, a modo suo, che mette nel giusto mood per San Valentino.

Nel video, realizzato da POYKPAC Comedy, una coppia è a cena per festeggiare la romantica ricorrenza, ma nella loro conversazione, molto presto si insinuerà il dubbio: perchè lui ha tardato così tanto ad arrivare a cena, e di chi è il bambino che la donna aspetta?

Un simpatico video in cui le battute sono completamente ricavate da titoli dei film (quelli originali in Inglese) messi in sequenza per formare la migliore sceneggiatura di sempre!

Ecco il video:

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Intanto la bellissima Jessica Chastain, che quest’anno, dopo annate impegnative, non è trai protagonisti della season awards, si sta dedicando ai suoi progetti cinematografici. In fase di post produzione ci sono Miss Julie e Interstellar, che la vedono trai protagonisti, e intanto si accinge a recitare per Guillermo Del Toro in Crimson Peak, per Niki Caro in The Zookeeper’s Wife e in A Most Violent Year di  J.C. Chandor.

Come può uno scoglio: recensione del ritorno di Pio e Amedeo

Come può uno scoglio: recensione del ritorno di Pio e Amedeo

Mentre nei teatri di tutta Italia continuano a impazzare con il loro Felicissimo Show, Pio D’Antini e Amedeo Grieco – in arte Pio e Amedeo – arrivano anche nei cinema con il loro secondo film, Come può uno scoglio, diretti ancora da Gennaro Nunziante (Quo vado?, Sole a catinelle) come nel precedente Belli ciao. In attesa di Alessandro Siani e Fabio De Luigi, saranno loro a dover soddisfare la voglia di commedia del pubblico italiano, sulla quale punta molto Vision Distribution che dal 28 dicembre porta in sala questa commedia per tutti, o come la definiscono i due protagonisti, “un film sincero, onesto” nel quale la vera rockstar è proprio il regista, che è partito dall’osservazione delle dinamiche del duo per accompagnarli in una crescita che – a prescindere da tutto – appare evidente.

Come può uno scoglio, la trama

Stavolta, Pio è un ragazzo dal carattere debole e impacciato, al quale il defunto papà Salvatore, ricco costruttore, ha imposto le sue scelte regalandogli una vita agiata al fianco di Borromea (Francesca Valtorta), alla guida di una storica azienda vinicola e della famiglia che completano i due piccoli Ginevra e Manfredi. Una vita che cambia radicalmente quando don Boschin (Claudio Bigagli) gli mette accanto Amedeo, un ragazzo dal passato turbolento che dopo il carcere sta cercando di reinserirsi nel mondo del lavoro e che dovrà fargli da autista nella campagna elettorale che potrebbe portare Pio a diventare sindaco del paese dove vive, come si augurano gli imprenditori locali che lo hanno candidato per poterlo facilmente manovrare. Contro tutto e tutti, Pio verrà invece travolto dall’irruenza dell’altro fino a trovare il coraggio di mettere in discussione la sua vita, scavando nel proprio passato e nei tanti segreti che il padre gli aveva sempre nascosto.

Pio e Amedeo Vs Pio e Amedeo

Facile avere dei pregiudizi nei confronti di Pio e Amedeo, soprattutto dopo averli visti imperversare sul piccolo schermo nei panni degli intollerabili e incivili Emigratis che li hanno resi famosi, ma le differenze ci sono, come sottolineano loro stessi, consapevoli della necessità di cambiare quel registro per raggiungere un pubblico diverso. Più nazional-popolare, forse, come sembrerebbe suggerire il riferimento più che subliminale insito già nel titolo. Un pubblico da conquistare senza censurarsi, ma anche senza esagerare, come sanno i loro fan più convinti, e approfittando dell’occasione e del grande schermo per mostrarsi in grado di fare altro, grazie anche alla guida di un esperto come Nunziante.

Come può uno scoglioNei live siamo più liberi“, ammettono Pio e Amedeo, qui comunque abbastanza a loro agio anche entro i limiti della sceneggiatura di un personalissimo Quasi amici del quale risultano anche come autori, insieme al regista, e nel quale si ammicca ai Blues Brothers e al Freddie Mercury di Wembley mentre si continua a fare ironia sui malcostumi italici (e sul potere della chiesa), limitando il politically incorrect a un breve riferimento al bere che Oltreoceano avrebbe fatto urlare alla celebrazione dell’alcolismo.

C’è molto del terrunciello di Giorgio Porcaro e Diego Abatantuono nei personaggi con i quali si spera di conquistare il pubblico di oggi, e di “distrarlo dai problemi della vita”. Un obbiettivo che il film sembra capace di raggiungere facilmente, nonostante una evidente disomogeneità tra l’ovvia chimica che sviluppa la coppia protagonista e le reazioni cartoonistiche o le faccette dei tanti comprimari. Elementi di un contorno che resta sullo sfondo e che non sostiene come potrebbe uno sviluppo che risolve le sue necessità narrativamente con qualche strappo e colpi di scena poco sorprendenti, ma che funziona proprio nel suo lasciare la scena alle due star, veri professionisti nello strappare la risata voluta.

Come può uno scoglio: il trailer del nuovo film di Pio e Amedeo

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Come può uno scoglio: il trailer del nuovo film di Pio e Amedeo

Vision Distribution ha diffuso il trailer di Come può uno scoglio, il nuovo film diretto da Gennaro Nunziante con Pio D’Antini, Amedeo Grieco, Francesca Valtorta, Nicola Rignanese, Christina Andrea Rosamilia, e con Claudio Bigagli. Il film uscirà il 28 dicembre in sala.

Come può uno scoglio, la trama

E se un giorno scoprissi che la vita che hai non è quella che volevi? Che qualcuno giorno dopo giorno ha addormentato i tuoi desideri fino a farti diventare un altro da te stesso? È quello che succede a Pio, un ragazzo dal carattere debole e impacciato, al quale il defunto papà Salvatore, ricco costruttore, ha imposto le sue scelte. Eppure, la sua è una vita agiata da fare invidia. Avvocato e ora anche presidente dell’azienda del papà, sposato con Borromea, padre di due bambini, Ginevra e Manfredi, vive nel castello dei marchesi Pasin, i suoi suoceri, proprietari della storica cantina vinicola di famiglia dove producono prosecco. E non è finita.  Adesso un gruppo di imprenditori locali lo ha candidato a sindaco del paese perché essendo un debole lo possono manovrare facilmente. Pio è come anestetizzato in quella vita non sua ma gli uomini si sa sono come i vulcani, dormono silenziosi per anni e poi è un attimo e il fuoco torna ad esplodere. La scintilla la offre il parroco del paese don Boschin, guida spirituale del defunto padre di Pio che gli chiede il favore di assumere come autista Amedeo, un ragazzo dal passato turbolento che l’ha visto spesso finire in carcere e che sta cercando di reinserirsi nel mondo del lavoro. Quella di Amedeo è una vera e propria irruzione nella vita di Pio; con i suoi modi espliciti e la sua esuberanza inizia a sovvertire la consolidata armonia famigliare. La situazione diventa presto ingestibile; Borromea e i suoceri marchesi chiedono la testa di Amedeo, ma Pio non ha la forza di mandarlo via, una scelta che risulterà vincente. Sì, perché, contagiato dal coraggio di Amedeo, Pio metterà in discussione tutto e andrà a riprendersi la vita che voleva e farà pace con i suoi desideri. Una rivolta totale che lo porterà con Amedeo a intraprendere un viaggio carico di sorprese, fino alla scoperta che quell’autista non è giunto lì per caso, che quelle loro vite così diverse sono unite da qualcosa di forte e incredibile perché nessuno è niente per nessuno

Come Pietra Paziente: recensione del film con Golshifteh Farahani

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In Come Pietra Paziente in un paesino senza nome dell’Afghanistan, una donna (Golshifteh Farahani) veglia il marito (Hamidreza Javdan) in coma. Lui è un eroe di guerra ferito da una pallottola al collo, lei un’invisibile compagna rimasta sola ad accudirlo. Fuori, nelle strade e nelle case, gli scontri e i bombardamenti, i miliziani che uccidono i civili, la mancanza di cibo e di acqua.

Disperata per la sorte che le toccherà se dovesse morire il marito, lei lo accudisce con cura, nella speranza che lui si risvegli. Le sue attenzioni, però, col tempo mutano: potendo parlare con il suo uomo senza ottenere risposte né giudizi, la donna lentamente comincia a svelare al compagno incosciente i suoi pensieri, i suoi sentimenti, le sue paure, i suoi segreti. Un giorno un miliziano (Massi Mrowat) irrompe in casa sua e, scambiandola per una prostituta la costringe a fare sesso, facendola sentire inizialmente in colpa e usata, ma poi, incontro dopo incontro, viva e desiderata, cosciente di sé e del suo corpo. Il marito, chiuso nel suo sonno forzato, resta immobile ad ascoltare, come la Pietra Paziente della leggenda; una pietra a cui si può confidare tutto e che, una volta distrutta, compie la magia di liberare da ogni sofferenza.

Come Pietra Paziente, il film

I personaggi di Come Pietra Paziente non hanno nome, ma solo il loro ruolo: la protagonista è moglie, madre, amante, amata, l’uomo è un marito, un eroe, un guerriero e il giovane che si invaghisce di lei è un ragazzo, un miliziano, una vittima e un innamorato. Così il film diventa una metafora universale e un percorso di liberazione dall’oppressione del silenzio, di tutti i silenzi. Le parole della donna da pudiche diventano sempre più audaci, le rivelazioni meno trattenute e questo monologo che scorre come un flusso quasi fisico da lei al marito ripristina un equilibrio di potere e di importanza in una società, come quella afghana, che fa del disequilibrio di genere e della repressione sessuale il suo tratto dominante.

Tratto dal romanzo Pietra di Pazienza, dello scrittore Atiq Rahimi nel film in veste di regista, Come Pietra Paziente si impone per il suo ritmo discontinuo, le sue inquadrature in lento movimento, i suoi dettagli e per l’effetto provocato dalla commistione della voce della bravissima Golshifteh Farahani e le immagini che scorrono sullo schermo.

L’abuso del parlato e la scelta di rappresentare una sorta di monologo interiore, inizialmente straniante, é decisamente funzionale alla riuscita del film e soprattutto al messaggio che sembra voler veicolare, poiché la protagonista, grazie alle parole e attraverso le parole, smette di essere la serva invisibile del marito e acquista sostanza, diventando un corpo pulsante, una mente riflessiva, una donna, un profeta.

Come Pietra Paziente che mostra come i regimi si possano abbattere dall’interno delle mura di una casa, semplicemente infrangendo il silenzio. In sala dal 28 marzo.

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