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Anna Kendrick diventa Babbo Natale per la Disney

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Mentre è impegnata suls et di Pitch Perfect 3, arriva la notizia via Variety che Anna Kendrick potrebbe diventare una versione femminile di Babbo Natale per la Disney.

Anna Kendrick diventa Babbo Natale per la Disney

A scrivere il film c’è Marc Lawrence che potrebbe occuparsi anche della regia. Secono le prime notizie, il film si intitolerà Nicole, e racconterà delle avventure della figlia di Babbo Natale, incaricata di doversi occupare dell'”impresa di famiglia” quando il padre vuole ritirarsi e il fratello è costretto all’immobilità in seguito a un incidente durante la sua prima notte di Natale.

A produrre il film c’è Susanne Todd e Louie Provost per la Disney in qualità di produttore esecutivo.

Quest’anno abbiamo visto Anna Kendrick in The Accountant al fianco di Ben Affleck e tra le voci originali di Trolls.

Fonte: Variety

“The dilemma”, il nuovo film di Ronald Howard

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Ronald Howard – noto al grande pubblico per aver interpretato il rosso e imbranato “Ricky Cunningham” della fortunatissima serie tv americana “Happy days” – torna al cinema da regista con il film The dilemma, la cui uscita in Italia è prevista per marzo.

Howard si è già fatto apprezzare come regista per film fantasy, sentimentali o trasposizioni di famosi volumi: “Splash – Una sirena a Manhattan” (1984), “Cocoon – L’energia dell’universo” (1985), “Cuori ribelli” (1992), “Apollo 13” (1995), “Il Grinch” (2000), “A beautiful mind” (2001), “Cinderella man” (2005). Ma soprattutto “Il codice Da Vinci” (2006), “Frost/Nixon, il duello” (2009) e “Angeli e de{jcomments on}moni” (2009).

Ma torniamo a The dilemma. Protagonisti sono due grandi amici e colleghi di lavoro, Vaughn e James, il cui  rapporto si incrina a causa del dilemma morale che rode uno dei  due: ha visto la moglie dell’amico (la Ryder) al ristorante, in atteggiamenti intimi con un altro uomo, e non sa se dire la verità o tacere. Deciso a saperne di più, Ronny avvierà una personalissima indagine amatoriale che trasformerà la sua vita in un comico caos e scoprirà che anche Nick gli ha tenuto nascoste un po’ di cose. Sotto pressione per la chiusura del progetto di una vita, riuscirà a fare la scelta giusta per salvare la loro amicizia e anche gli affari?

Il cast vede la partecipazione di Vince Vaughn, Winona Ryder, Kevin James, Jennifer Connelly, Channing Tatum.

Commedia divertente lontana dai canoni usuali del regista americano. Ma non è l’unico lavoro in programma per Howard. Entro quest’anno uscirà anche “The originals”, commedia su un gruppo di giovani che si riunisce per un fine settimana a New York dopo aver saputo che l’insegnante che ha formato la loro infanzia è caduto in un coma misterioso; “The dark tower”, trasposizione per la Tv di un’opera di Stephen King; “The Parsifal mosaic” thriller-poliziesco. Questi ultimi sono in programma per il 2012.

“Silvio forever”, docu-film su Berlusconi

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Uscirà il prossimo 25 marzo “Silvio forever”, autobiografia non autorizzata di Silvio Berlusconi dagli autori de “La Casta” Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. La regia è di Roberto Faenza e Filippo Macelloni.

“Perché la Rai non ha ancora trasmesso il Caimano?”

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“Perché la Rai non ha ancora trasmesso il Caimano?”

 

Nanni Moretti chiede alla Rai di spiegare perché ha acquistato il suo «Il Caimano» ma non lo ha ancora trasmesso.


Il regista ha posto la domanda nella puntata di ieri sera di «In onda», il talk di approfondimento di La7, condotto da Luisella Costamagna e Luca Telese.

«Ho tanti difetti e non piace per niente fare la vittima -ha detto Moretti nel corso della registrazione della puntata- infatti sono tre anni che non dico nulla. Il film è costato tantissimo, 8 milioni e mezzo di euro, il 25% in più del previsto. Io co-produco solo con la Rai, ma questa è stata l’unica volta che ho preferito produrlo da solo. Dopo che il film è uscito è stato acquistato dalla Rai per un milione mezzo di euro per cinque passaggi in altrettanti anni».

«Sono già passati tre anni e un mese e ancora non è stato mai trasmesso. I miei genitori mi hanno insegnato ad assumermi la responsabilità di quello che dico e di quello che faccio delle mie scelte o delle mie non scelte. Per ora non è stato messo in onda. Qualcuno mi spieghi perchè», conclude Moretti. Nella puntata di «In onda» è stata trasmessa la scena finale di «Il caimano».

“La conquete”, un film sul Presidente francese Nicolas Sarkozy

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“La conquete”, un film sul Presidente francese Nicolas Sarkozy

Uscirà il prossimo maggio “La conquete” (La conquista), film in salsa thriller sull’ascesa politica dell’attuale Presidente della Francia Nicolas Sarkozy.

Il regista è Xavier Durringer, che ha già firmato “J’irai au paradis car l’enfer est ici” (1997) e “Chok Dee” (2005). Ad interpretare Sarko, l’attore Denis Podalydès, a lui molto somigliante. Nel film appaiono anche la prima moglie di Sarkozy Cécilia Sarkozy (Florence Pernel), Dominique de Villepin (Samuel Labarthe), Laurent Solly (Grégory Fitoussi), Franck Louvrier (Mathias Mlekuz) e Rachida Dati (Saida Jawad). Non ci sarà invece nessuna attrice a recitare il ruolo dell’attuale first lady francese, Carla Bruni, che infatti non appare nella storia.

C’è invece l’ex Presidente Jacques Chirac, col quale Sarkozy (Ministro degli interni quando il primo era Presidente della Repubblica francese) non aveva un grande rapporto. E’ interpretato da Bernard Le Coq.

Ecco alcune foto del film:

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“Gregge di Pecore” al Duomo di Milano!

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“Gregge di Pecore” al Duomo di Milano!

La mattina del 1 ottobre all’alba (e più o meno fino alle ore 11) un gregge di circa 700 pecore ha invaso una delle piazze più famose d’Europa, Piazza del Duomo di Milano.

’71 recensione del film con Jack O’Connell

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’71 recensione del film con Jack O’Connell

’71 racconta della Belfast dei primi anni Settanta, una vera e propria zona di guerra, in cui l’esercito inglese cercava di sedare con l’utilizzo della forza le rivolte dall’IRA. Ma le divisioni non erano solo tra cattolici e protestanti, tra IRA ed esercito britannico: l’IRA era frazionata, così come lo erano i protestanti. A questo si aggiungevano ovviamente le bande di strada, spesso composte da militanti poco più che adolescenti.

È in questo contesto che ’71 vede lo straordinario Jack O’Connell nei panni del soldato Gary Hook, una recluta missing in action durante un’operazione militare nella zona più calda della città. Inizia così per lui la lotta per la sopravvivenza nel corso di una notte che sembra non voler finire mai.

Jack O’Connell
Jack O’Connell

Diretto da Yann Demange, regista francese trapiantato in Inghilterra, il film presenta uno dei cliché più funzionali per ogni war-movie che si rispetti: il soldato semplice gettato nella mischia senza un’adeguata preparazione. L’Odissea notturna di O’Connell, le sue fughe e i suoi scontri sono ben girati e risultano avvincenti, ma il pubblico fatica a seguire una trama in cui trovano collocazione decine di personaggi dediti a un doppio gioco continuo e alla rivendicazione di un proprio, grottesco, diritto di sovranità.

Ma ogni volta che il film si concentra sul soldato Gary, O’Connell fa rimanere incollati allo schermo. La capacità dell’attore di esprimere tranquillamente tutta una serie di emozioni con il linguaggio del corpo e con lo sguardo, è sconcertante – soprattutto perché, per gran parte del film, zoppica ed è coperto di sangue.

Uno dei difetti del film di Demange è rintracciabile nella poca chiarezza che circonda la lettura del movimento armato irlandese, piuttosto basica e fin troppo semplificata, anche se la ricostruzione d’epoca è accurata e ruvidissima, anche grazie alla fotografia di Tat Radcliffe.

Attraverso la furia dei movimenti di macchina e l’attenzione ai dettagli e ai piccoli movimenti di massa, il regista ricerca il grido disperato di una terra senza più alcuna possibilità di redenzione.

’71 non prende una posizione netta in materia bellica, ma Demange stende un apologo contro ogni assurda guerra che travalica lo specifico della questione irlandese.

Il regista condanna chiunque, da qualsiasi parte di quelle barricate si trovino i coinvolti, e in generale mostra l’assurdità della violenza, la totale mostruosità della guerra, tracciando le linee di una storia senza dei e senza eroi, in cui solo il sangue può lavare via l’odore del sangue.

‘Wall Street 2’ scala la vetta del Box Office USA

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Box office completamente stravolto anche questa settimana negli Stati Uniti, grazie soprattutto alle nuove entrate che subito scalano la classifica, rubando la vetta al film di Ben Affleck – ‘The Town’ – sceso in terza posizione. A soffiare il posto all’attore/regista 38enne ci pensa  Oliver Stone con il ritorno di ‘Wall Street’ a ventitrè anni di distanza dal primo episodio.

Wall Street 2: Il denaro non dorme mai’ guadagna 19 milioni di dollari su un totale di 5.100 sale a disposizione (in 3.565 località): una cifra che conferma l’amore degli americani per il genere e per il primo film, ma che si rivela abbastanza deludente in relazione alla campagna promozionale portata avanti dalla Fox, che si aspettava – forse – qualcosa in più.  Seconda posizione per il nuovo cartone animato in 3D della Warner Bros, ‘Il Regno di Ga’ Hoole – La leggenda dei guardiani’, altro nuovo ingresso, che guadagna nel week end 16,3 milioni di dollari. Prevedibilmente, il nuovo cartone vince la battaglia contro ‘Alpha & Omega’ della Lionsgate, ma anche per ‘Il Regno di Ga’Hoole’ bisogna ammettere un debutto ‘tiepido’, nonostante gli occhialetti che spesso alzano l’incasso (considerando soprattutto il record  della distribuzione in 3D in ben 2.479 località).

Terza posizione – come già accennato – per ‘The Town’: nel week end la pellicola di Ben Affleck incassa 15,6 milioni di dollari, arrivando ad un totale di 48,7 milioni in dieci giorni. Tutto sommato, Ben Affleck non si può lamentare! Resiste in quarta posizione ‘Easy A’, la teen comedy che guadagna, nel fine settimana, 10.6 milioni di dollari. La commedia piace al pubblico, ma non così tanto quanto ci si aspettava. Nel complesso, tuttavia, il film con Emma Stone guadagna 32,8 milioni di dollari: un incasso buono, soprattutto considerando la concorrenza.

Quinta posizione per l’ultima new entry della settimana: ‘You Again’, commedia con Kristen Bell come protagonista (ma soprattutto con Jamie Lee Curtis e Sigourney Weaver), guadagna 8,3 milioni di dollari. Anche questa volta, bisogna parlare di una cifra al di sotto delle aspettative, ma la quinta posizione non è di certo un flop per la Buena Vista.

Sesta posizione per ‘Devil’ (6,6 milioni di dollari), seguito da ‘Resident Evil: Afterlife’ (4,9 milioni). Precipita invece in ottava posizione il cartoon ‘Alpha & Omega’, che guadagna 4,7 milioni di dollari per un totale non entusiasmante di circa 15 milioni in dieci giorni. Chiudono la top ten gli ‘irriducibili’ ‘Takers’ (1,6 milioni e ‘, Inception’ (1,2 milioni), giunto finalmente anche nelle nostre sale. Il prossimo weekend debutterà sugli schermi statunitensi l’attesissimo ‘The Social Network’: ‘Wall Street’ dovrà cedere il trono o riuscirà a sorprenderci?

‘The Town’ di Ben Affleck sbanca il botteghino USA

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Per le sale cinematografiche statunitensi, il weekend appena trascorso è stato pieno di novità e attesissime anteprime. Per questo motivo, ci si aspettava una vera e propria lotta al botteghino, anche se nessuno si immaginava che ad avere la meglio, alla fine, sarebbe stato ‘The Town’ di Ben Affleck.

E invece, con grande sorpresa di tutti, il giovane attore e regista conquista il Box Office, guadagnando circa 23,8 milioni di dollari nel weekend del proprio debutto, con una distribuzione in circa 3.500 sale. Ben Affleck, contro ogni aspettativa, ha dunque sbaragliato la concorrenza, superando in un solo fine settimana l’incasso complessivo della sua precedente esperienza di regista in ‘Gone Baby Gone’. Merito sicuramente anche della Warner Bros, la cui campagna di promozione della pellicola è stata piuttosto intensa, sia in televisione che in occasione di vari eventi (tra cui il nostro Festival di Venezia). Un successo di pubblico e di critica per Ben Affleck, che si conferma così non solo attore, ma anche ottimo regista e sceneggiatore (come l’Oscar per la sceneggiatura di ‘Will Hunting’ nel 1997, del resto, ci aveva fatto giustamente presupporre). Secondo posto per ‘Easy A’, la commedia con Emma Stone che offre una creativa rivisitazione moderna del romanzo ‘La Lettera Scarlatta’. Anche per ‘Easy A’ questo era il weekend del debutto e la pellicola è riuscita a guadagnare 18,2 milioni di dollari: anche se il risultato finisce per passare inosservato di fronte al successo del film di Ben Affleck, non si può negare che la commedia superi certamente tutte le aspettative, diventando una delle ‘teen-comedy’ col guadagno più alto di sempre nel weekend del debutto.

Grande delusione, invece, per il nuovo film scritto e prodotto da M. Night Shyamalan, ‘Devil’, che incassa solo 12,6 milioni di dollari. È il guadagno più basso di sempre per un film di Shyamalan, oltre ad essere un risultato non esaltante per un film horror, dal quale ci si aspettava qualcosa di più. Nessun problema a rientrare nei costi di produzione (che comprendono 27 milioni spesi per ottenere i diritti dalla Media Rights Capital), soprattutto perché a livello mondiale il film dovrebbe comunque registrare alti incassi, ma negli USA il debutto è stato indubbiamente sottotono.

Scende al quarto posto perdendo la vetta della classifica ‘Resident Evil – Afterlife’, che guadagna comunque 10,1 milioni di dollari, arrivando ad un totale di 44 milioni di dollari incassati in due settimane negli Stati Uniti e a circa 100 milioni nel resto del mondo. Sebbene rispetto allo scorso weekend il film con Milla Jovovich mostri un calo del 62%, ‘Afterlife’ continua ad essere – fuori dagli USA – il maggior successo della saga ispirata al celebre videogioco.

Ultima new entry in classifica è ‘Alpha & Omega’, che mostra un debutto piuttosto tiepido: quinta posizione e 9,2 milioni di dollari incassati per il cartone in 3D prodotto dalla Crest Animation Productions e distribuito dalla Lionsgate. Difficile che il cartone animato scali la classifica, considerando le anteprime previste per la prossima settimana (tra cui Il ‘Regno di Ga’Hoole – La Leggenda dei Guardiani’).

Resiste in sesta posizione ‘Takers, che questo weekend ha incassato 3 milioni di dollari, seguito da ‘The American’ (2,76 milioni di dollari), che, con un incasso totale di 32,8 milioni,risulta un po’ sotto le aspettative, soprattutto considerando la presenza di George Clooney. Scende invece molto lentamente ‘Inception’, che guadagna 2 due milioni di dollari, mostrando la percentuale più bassa di declino tra tutti i film già presenti la settimana scorsa in classifica (appena il 28%). ‘Inception’ rientra in questo modo negli unici tre film dell’anno ad essere rimasti in classifica per 10 settimane (oltre al film di Nolan hanno raggiunto questo risultato ‘Avatar’ e ‘Dragon Trainer’). Chiudono la classifica ‘I poliziotti di riserva’ (2 milioni di dollari) e ‘Machete’ (1,7 milioni di dollari).

 

‘Ndrangheta, World Wide Mafia, la nuova docuserie originale italiana Disney+

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Disney+ ha annunciato la docuserie originale italiana in quattro parti ‘Ndrangheta, World Wide Mafia. Prodotta da Disney, IBC Movie e Sunset Press e basata su eventi reali, questo nuovo progetto originale scritto e diretto da Jacques Charmelot e François Chayé racconta per la prima volta la storia dell’organizzazione criminale italiana sotto forma di docuserie. Insieme alla già annunciata serie locale The Good Mothers, questa nuova produzione italiana offrirà al pubblico un racconto completo, unico ed esclusivo sul fenomeno italiano della ‘Ndrangheta.

‘Ndrangheta, World Wide Mafia quando esce e dove vederla in streaming

‘Ndrangheta, World Wide Mafia uscirà nel 2022 su Disney+

‘Ndrangheta, World Wide Mafia, trama e cast

‘Ndrangheta, World Wide Mafia è una docuserie crime originale composta da quattro episodi che racconta la storia della guerra portata avanti dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri contro una delle organizzazioni criminali più potenti al mondo, la ‘Ndrangheta. La segretissima organizzazione criminale italiana è una delle principali realtà a livello mondiale nel business della droga e del riciclaggio di denaro e si è infiltrata ovunque, dall’economia legale ai circoli politici. La docuserie racconterà anche lo storico maxi-processo aperto nel gennaio 2021 a Lamezia Terme, in Calabria, guidato da Gratteri contro più di 350 imputati: un processo le cui sorti avranno conseguenze anche sul traffico internazionale della droga.

Con un accesso non comune al lavoro investigativo condotto da Gratteri, dai suoi collaboratori e dalla sua squadra di sicurezza, questa docuserie racconta la lotta a tutto campo che si svolge in una delle regioni più povere d’Europa, la Calabria, nel sud Italia.  Gratteri in questi anni ha ricevuto molteplici minacce di morte e da più di trent’anni vive sotto scorta. Durante la serie gli spettatori scopriranno la sua storia personale e la realtà quotidiana della sua lotta, seguiranno il suo lavoro di “comandante in capo” di un’indagine che coinvolge servizi segreti, polizia, unità militari e forze speciali.

Il pubblico avrà modo di conoscere personaggi unici: quelli dalla parte della giustizia e quelli al servizio dei clan, contrapposti in uno scontro mortale che condanna la Calabria a una maledizione senza fine. ‘Ndrangheta, World Wide Mafia racconterà come una delle regioni più povere d’Europa abbia visto nascere e crescere un’organizzazione tentacolare, che ha corrotto la società e le istituzioni e renderà gli spettatori parte integrante dell’azione reale in un modo unico e senza precedenti, con riprese suggestive che nessuna troupe cinematografica ha mai realizzato prima d’ora.

‘Ndrangheta, World Wide Mafia sarà prodotta da Disney insieme alla società di produzione italiana IBC Movie e alla società di produzione francese Sunset Presse. Gli Executive Producer per IBC sono Francesca Andreoli e Maurizio Feverati. Gli Executive Producer per Sunset Presse sono Carlos Carvalho Da Silva, Stéphanie de Montvalon, David Tillier. La docuserie è diretta da Jacques Charmelot e François Chayé ed è scritta da Jacques Charmelot e François Chayé insieme a Giovanni Filippetto e Michela Gallio.

 Tiziano. L’impero del colore al cinema il 3, 4, 5 ottobre

 Tiziano. L’impero del colore al cinema il 3, 4, 5 ottobre

La nuova stagione de La Grande Arte al Cinema di Nexo Digital torna nelle sale italiane con un docufilm dedicato a uno dei pittori simbolo di Venezia e del Rinascimento: Tiziano Vecellio (1488/1490 –1576). L’appuntamento è per il 3, 4, 5 ottobre con Tiziano. L’impero del colore, diretto da Laura Chiossone e Giulio Boato e scritto da Lucia Toso e Marco Panichella con la supervisione di Donato Dallavalle, una produzione Sky, Kublai Film, Zetagroup, Gebrueder Beetz e Arte ZDF.

Tiziano. L’impero del colore ripercorre quasi un secolo di vita di quel ragazzo che, all’aprirsi del 1500, in una città coperta d’oro che svetta ammiratissima sopra una foresta sommersa, scende dalle montagne del Dogado per essere ricordato come “il più eccellente di quanti hanno dipinto”. Straordinario artista e geniale imprenditore di se stesso, tanto innovativo nella composizione di un’opera quanto nel saperla vendere, Tiziano diviene in pochi anni pittore ufficiale della Serenissima e sommo artista ricercato dalle più ricche e famose corti d’Europa. Da Ferrara a Urbino, da Mantova a Roma fino alla Spagna di Carlo V e di suo figlio Filippo II, Tiziano attraversa il secolo illuminandolo con i suoi dipinti e ispirando artisti di tutte le epoche successive. Perfetto interprete della religione e della mitologia e ritrattista di immediata potenza espressiva, domina il suo tempo oscurando i contemporanei, sempre tenendo fede al suo motto: “l’arte è più potente della natura”.

In Tiziano. L’impero del colore, esperti, critici, studiosi e artisti internazionali raccontano la vita e lo stile dell’artista, il suo temperamento, le sue ambizioni. E poi la Venezia che, per tutta la sua esistenza, rimarrà la base operativa da cui spostarsi per conquistare e creare un “impero del colore”, una fucina creativa eccezionale capace di accogliere viaggiatori e influenze provenienti da tutto il mondo. Ce lo raccontano nel film Amina Gaia Abdelouahab, curatrice indipendente e storica dell’arte, co-founder e vicepresidente di Progetto A, Bernard Aikema, Professore di Storia dell’arte moderna all’Università di Verona, Brunello Cucinelli, stilista e imprenditore, finanziatore del Foro delle Arti, Francesca Del Torre, assistente scientifica all’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini e curatrice per la pittura italiana del Rinascimento al Kunsthistorisches Museum di Vienna, Miguel Falomir Faus, Direttore del Museo Nacional del Prado a Madrid, studioso di pittura italiana del Rinascimento e del Barocco, Sylvia Ferino-Pagden, curatrice di mostre, in precedenza Curatrice della Pittura rinascimentale italiana e Direttrice della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna, Jeff Koons, uno degli artisti più influenti e seguiti al mondo, Patrizia Piscitello, storica dell’arte, curatrice, responsabile Ufficio mostre e prestiti e Curatrice collezioni del Cinquecento del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Tiziana Plebani, storica, cultrice di Storia moderna all’Università Ca’ Foscari di Venezia, in precedenza responsabile del Dipartimento Storia e Didattica della Biblioteca Nazionale Marciana, Giorgio Tagliaferro, Professore Associato in Arte Rinascimentale all’Università di Warwick con un Ph.D. in Storia dell’arte all’Università Ca’ Foscari di Venezia.

A comporre le vicende dell’artista anche le indagini sui suoi affetti, come quello per l’amatissima figlia Lavinia, e sui rapporti con le grandi personalità del suo tempo: il Duca di Ferrara Alfonso I; il poeta e intellettuale Pietro Aretino, rockstar del Rinascimento; la Marchesa di Mantova, collezionista e mecenate senza eguali, Isabella d’Este; l’imperatore Carlo V; il Papa Paolo III; il re di Spagna Filippo II; il celebre “rivale” Jacopo Tintoretto.

Se per tre secoli la tomba di Tiziano, ucciso dalla peste nel 1576, sarà decorata solo da una lapide, la sua produzione influenzerà i grandi artisti delle epoche successive e continua tuttora a dialogare con i contemporanei come spiega nel docufilm lo stesso Jeff Koons, raccontando la sua assoluta fascinazione per il gesto pittorico e la bottega di Tiziano: elementi che lo accomunano, a distanza di oltre quattrocento anni, al rivoluzionario pittore veneziano.

La Grande Arte al Cinema è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital. Per l’autunno 2022 la Grande Arte al Cinema è distribuita in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.

[UPDATE] The Avengers: l’anteprima per il pubblico il 17 aprile!

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[UPDATE] The Avengers: l’anteprima per il pubblico il 17 aprile!

Un’anteprima tutta per i fan! Ecco cosa stanno preparando i Vendicatori Marvel che il 17 aprile verranno proiettati sul grande schermo dell’UCI Cinemas Parco Leonardo a Roma.

[Update] Comic-Con 2011: I Vendicatori, concept!

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[Update] Comic-Con 2011: I Vendicatori, concept!

Arrivano i concept poster dei Vendicatori. La Marvel oggi terrà il panel sul film che riunirà tutti gli eroi Marvel.

[Rec] 4 Apocalypse trailer e 4 poster per il capitolo finale della quadrilogia horror

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rec4Arrivano online quattro poster e il trailer finale di [Rec] 4 Apocalypse, quarto e ultimo film della saga firmata da Paco Plaza e Jaume Balaguerò (quest’ultimo unico regista del quarto capitolo).
Per questo film torna Manuela Velasco nei panni di Angela Vidal, sopravvissuta ai terribili eventi narrati nel film [Rec].
Ma quello che la giovane reporter televisiva e i soldati che l’hanno salvata non sanno è che all’interno del suo corpo ha sede una sorta di strana infezione. Sarà in seguito quindi trasportata in un luogo remoto per stare in quarantena, in isolamento per numerosi giorni. Quel luogo è una vecchia petroliera ancorata in mezzo al mare, lontana dalla costa e circondata dalle acque. Nonostante tutto nè Angela nè gli altri ospiti della gigantesca imbarcazione saranno al sicuro dall’infezione che trasforma gli umani in esseri selvaggi, violenti e sanguinari simili a zombie.

http://youtu.be/nbMillKxC5s

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Zuckerberg – Il re del Metaverso: la recensione del documentario di Nick Green

Arriva Zuckerberg – Il re del Metaverso, un documentario Sky Original dedicato alla mente dietro Facebook. Un’opera che andrà in onda in esclusiva a partire da oggi 3 febbraio e che sarà visionabile sul canale Sky Documentaries – oltre che su NOW. Un approfondimento realizzato in occasione dei vent’anni dalla nascita del celebre social network e che, diretto da Nick Green, ne analizza l’ascesa e i momenti bui.

Oggi Facebook connette circa il 49% della popolazione mondiale, 3 milardi di persone. E rappresenta un colosso del valore di 100 miliardi di dollari. Un’impresa datata 4 febbraio 2004.

Zuckerberg – Il re del Metaverso: la trama

Re, genio, principe, dittatore. Questa è solo parte della ricca terminologia con cui nel corso dell’ultimo ventennio si è cercato di definire Mark Zuckerberg. Un uomo che da un’idea ha ricavato un impero e che oggi detiene un potere che solo pochi uomini al mondo possono vantare. Zuckerberg – Il re del Metaverso racconta l’uomo e le sue “divine” aspirazioni, i sogni e le colpe.

Attraverso una narrazione che mescola flashback e linearità, Nick Green si fa strada nel passato dell’imprenditore, ripercorrendone i passi compiuti. Dalla camera dell’università di Harvard, alla Silicon Valley; dal look felpa, jeans e ciabatte, al completo; dai banchi di scuola alle collaborazioni con Sheryl Sandberg, Obama e Trump. Fino agli eventi della Primavera Araba, le accuse di disinformazione, il caso Myanmar, Capitol Hill e il rebranding Meta.

Un vero e proprio viaggio nella mente e nelle ambizioni del creatore di Facebook che passa dal repertorio, ma, in particolar modo, dalle voci di uomini e donne che sono entrati in contatto con lui. Dal giornalista David Kirk Patrick, all’ingegnere informatico Karel Baloun; passando per il redattore capo di Wired Nick Thompson e la coraggiosa Frances Haugen. In un coro polifonico di testimonianze che si sforza di intercettare quella che forse, ancora oggi, rimane un’identità difficilmente incasellabile.

Zuckerberg – Il re del Metaverso: una vecchia storia

La mente corre inevitabilmente all’anno 2010. A quel The Social Network, vincitore di tre premi Oscar, con cui David Fincher e Aaron Sorkin raccontarono per la prima volta la parabola ascendente di uno dei personaggi di maggiore impatto socio-politico della contemporaneità. La mente corre lì, a Jesse Eisenberg e Andrew Garfield, al montaggio serrato di Baxter e Wall, a quel ritmo narrativo incalzante che tentava in ogni modo di restituire almeno parte della frenesia mentale di Mark Zuckerberg – nonché della sua duplice natura di genio informatico e mitomane.

Ed è lì che, ancora inevitabilmente, torna anche Zuckerberg – Il re del Metaverso, docu-film dalla struttura classicheggiante che, a distanza di 14 anni dal capolavoro di Fincher, ricostruisce la prima fase della carriera dell’imprenditore, per spiegare – a partire da essa – le successive derive di Facebook nel corso dell’ultimo decennio.

Connessioni politico-sociali

Attraverso la già citata pluralità di sguardi – e insieme contributi d’archivio – il regista Nick Green sceglie di imbastire un’ampia rete di voci e testimonianze; utilizzando l’incontro tra Zuckerberg e i senatori del Congresso americano (tenutosi a Capitol Hill nel 2018) come perno della narrazione e punto di incontro tra passato e presente.

A dispetto di una dimensione artistica che certo non brilla per originalità di composizione, e che di fatto non riesce – e forse nemmeno vuole – celare la destinazione televisiva del prodotto, il documentario ha un indubbio valore storico-informativo (Il che, considerate le accuse rivolte all’azienda Facebook negli ultimi anni, ha di fatto un che di ironico). E al di là di una sensazione di ridondanza narrativa relativa al “primo atto”, da ricercarsi per l’appunto nella notorietà della crescita del protagonista dovuta al successo del precedente cinematografico, Zuckerberg – Il re del Metaverso gode di una seconda metà di pellicola di notevole interesse.

A colpire, oltre agli approfondimenti di natura politica e commerciale che coinvolgono grandi nomi delle rispettive “scene”, è il progressivo emergere – nelle parole degli intervistati – di una crescente sensazione di dubbio e disagio nei confronti del genio di Harvard. Una sensazione che, oltre a riflettere il cambiamento dell’opinione pubblica negli anni, si serve delle immagini delle trasformazioni globali e locali mostrate a schermo per arrivare, infine, a sollevare diversi quesiti fondamentali. Quanto può essere sacrificato sull’altare del profitto? E fino a che punto è lecito spingersi?

Domande che, tra disinformazione, proliferazione di messaggi d’odio e ipnosi da video non smettono e non devono smettere di risuonare anche oggi. Perché “prima sparo e poi chiedo scusa”; ma qualcuno, prima o poi, dovrà renderne conto.

Zucchero Sugar Fornaciari: recensione del film documentario sul cantante – #RoFF18

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La carriera di Zucchero Sugar Fornaciari – pseudonimo di Adelmo Fornaciari – ha fatto da spartiacque tra la musica italiana: c’è solo un dopo Zucchero ed è impossibile stabilirne un prima. Una carriera caratterizzata dall’umiltà e dell’incertezza di non essere mai abbastanza e che viene celebrata nel film documentario – diretto da Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano – attraverso le sue parole e quelle di colleghi e amici come Bono, Sting, Brian May, Paul Young, Andrea Bocelli, Salmo, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Roberto Baggio, Jack Savoretti, Don Was, Randy Jackson e Corrado Rustici.

Un viaggio dell’anima che, grazie a immagini provenienti dagli archivi privati di Zucchero e dal “World Wild Tour”, il suo ultimo e trionfale tour mondiale, va oltre il ritratto di un musicista di successo arrivando fin dentro i dubbi e le fragilità dell’uomo. Zucchero Sugar Fornaciari sarà al cinema il 23, 24 e 25 distribuito da Adler Entertainment.

Zucchero Sugar Fornaciari, la trama

La vita di Zucchero raccontata nel documentario prende vita in modo non lineare, come se fosse un concertino jazz, di quelli che ascolti per strada. Ti lasci trasportare dal ritmo, anche se ogni strumento suona una melodia diversa dall’altra. Il cantante di Roncocesi ha fatto della musica la sua vita e la stessa musica lo ha salvato, come dice lui “prendendomi per i capelli”. La lotta per uscire dalla depressione, il divorzio e tour mondiali sold-out in tutto il mondo tra capitali europee, Nord America, Stati Uniti e anche l’Oceania.

È proprio un viaggio a 360° nella sua musica, nei suoi ricordi, nelle sue influenze musicali visto non solo con gli occhi di Zucchero stesso ma di tutte le persone che ha toccato. Da Bono, con il quale ha scritto diversi pezzi, ad Andrea Bocelli che afferma come la sua carriera sia iniziata grazie a lui. Una vita dedicata alla musica e con la musica, ed è quello che ha voluto dare del suo World Wild Tour 2022-2023 riuscendo a girare per il mondo espandendo così il suo successo.

Zucchero Sugar Fornaciari film recensione
Ph: Matteo Girola

La “voce della tribolazione” come la chiama De Gregori, amico che ha collaborato a Diamante – pezzo dedicato alla nonna che portava questo nome. Sì perché Zucchero è cresciuto in mezzo alla fattoria dei nonni e soprattutto con la nonna passava molto tempo. La vanga, le radici e un cappello e ci troviamo nella Roncocesi degli anni ’50, una città che non è una metropoli e vive solo di quello che ha. Ma Roncocesi per un bambino nato in quegli anni ha tutto ciò che si desidera e se quel bambino è il futuro Zucchero Fornaciari l’essenziale è un organo nella chiesa di fronte casa.

Tra l’Emilia e il West

Tra l’Emilia e il West cantava Guccini che usa queste parole per descrivere i viaggi musicali, spirituali e fisici di Zucchero all’interno del film documentario. L’aria di Roncocesi così triste e malinconica lo porteranno in seguito a ricercare questo stesso blues altrove, in America dove si radicata la sua anima capace di mettere insieme l’energia afroamericana e la liricità italiana. Un artista a tutto tondo che cade, e fa fatica ad alzarsi perché come dice Salmo: “Questo è il peso del successo”.

La depressione durata dall’89 al ’95 e che coincide banalmente anche con il periodo di massimo splendore dell’artista che in quegli anni accompagnava Eric Clapton ai concerti. Zucchero racconta dei suoi attacchi di panico e della sua vita nella sua Lunisiana Soul, il luogo che lo ha salvato. Un’oasi in mezzo al nulla, nella cornice naturalistica della Toscana incontaminata. Lì si trova Zucchero Sugar Fornaciari e se tendete l’orecchio al vostro passaggio potrete sentire una chitarra strimpellata.

ZUCCHERO – Sugar Fornaciari presentato in anteprima alla XVIII edizione della Festa del Cinema di Roma

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ZUCCHERO – Sugar Fornaciari di Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano sarà presentato in anteprima sabato 21 ottobre alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma, prima di arrivare nei cinema come evento speciale il 23, 24 e 25 ottobre distribuito da Adler Entertainment.

Il film documentario racconta Zucchero Sugar Fornaciari attraverso le sue parole e quelle di colleghi e amici come Bono, Sting, Brian May, Paul Young, Andrea Bocelli, Salmo, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Roberto Baggio, Jack Savoretti, Don Was, Randy Jackson e Corrado Rustici. Un viaggio dell’anima che, grazie a immagini provenienti dagli archivi privati di Zucchero e dal “World Wild Tour”, il suo ultimo e trionfale tour mondiale, va oltre il ritratto di un musicista di successo arrivando fin dentro i dubbi e le fragilità dell’uomo.

Dichiarano i registi: “Zucchero è coerente nelle sue contraddizioni e per questo interessante. È un personaggio vibrante che mette assieme la cultura emiliana, a cui torna anche nelle canzoni che ha scritto in questi anni, e il luogo dove ha iniziato la carriera: la Versilia. L’Emilia è il ponte con gli Stati Uniti, con il blues e con quella cultura contadina che l’emigrazione ha sparso nel nuovo continente e che è tornata a noi e, ovviamente, a Zucchero attraverso la musica. Zucchero ha quindi messo in connessione la cultura rurale con quella nera e americana. Un’operazione rischiosa e dalla bassissima possibilità di successo che invece ha funzionato in tutto il mondo. Zucchero è figlio del ‘900, innovatore musicale del suo secolo e sapiente mescitore del suono delle origini alle tendenze musicali contemporanee”.

Zorro: svelato un primo teaser della serie!

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Zorro: svelato un primo teaser della serie!

Mediawan Rights ha svelato il primo teaser dell’atteso reboot della serie Zorro, diretto da Javier Quintas (Money Heist, Sky Rojo) e che sarà presentato in anteprima nella serata di apertura di Mipcom, il 15 ottobre. Prodotto dall’azienda leader spagnola Secuoya Studios, lo serie segna il grande ritorno televisivo dell’IP quasi due decenni dopo il suo ultimo adattamento live-action, The Legend of Zorro, con Antonio Banderas nei panni del celebre spadaccino. Prime Video ha già acquistato Zorro per Stati Uniti, America Latina, Spagna, Andorra e Portogallo. Mediawan Rights distribuirà invece il prodotto su altri territori.

Zorro sottolinea l’ambizione di Mediawan Rights di ampliare il proprio portafoglio di IP di prestigio che vantano un appeal globale attraverso la sua partnership con Entourage Ventures che ha dato alla loro attività di distribuzione una maggiore capacità di investimento. La serie sarà ambientata nel 1834 e vedrà protagonista Miguel Bernardeau, (Elite) nel ruolo omonimo, interpretando una nuova versione di Diego de la Vega. Bernardeau recita al fianco di Renata Notni nel ruolo di Lolita Márquez.

La serie è prodotta da John Gertz, fondatore di Zorro Productions Inc. e produttore dei film La maschera di Zorro e The Legend of Zorro, insieme a David Martínez, David Cotarelo, Sergio Pizzolante e Angela Agudo per Secuoya Studios. Andy Kaplan per KC Global Media e Jesús Torres e Glenda Pacanins presso NoStatusQuo Studios. La serie sarà composta da 10 episodi ed è stata descritta come un “adattamento audace che fornirà a un vasto pubblico un buon mix di azione, avventura e momenti edificanti“. Qui di seguito, il teaser trailer rilasciato:

Zorro: lo sceneggiatore di Game of Thrones per la serie di Disney+

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Secondo Deadline, lo sceneggiatore di Game of Thrones Bryan Cogman è stato scelto per lavorare come showrunner per l’annunciata serie remake di Zorro di Disney+, con Wilmer Valderrama ingaggiato per il ruolo principale. Questo segna l’ultima collaborazione di Cogman con la Disney, poiché attualmente sta anche sviluppando un remake del classico film d’animazione fantasy del 1963 La spada nella roccia.

La serie Zorro sarà prodotta da Wilmer Valderrama mentre interpreta il ruolo di Diego De La Vega. Sarà il nuovo attore ad assumere il ruolo dell’iconico vigilante mascherato, che è stato notoriamente interpretato da Douglas Fairbanks, Guy Williams e Antonio Banderas.

Disney Branded Television sviluppa la serie dal 2021. I produttori esecutivi sono Gary Marsh e John Gertz. Oltre ad essere lo showrunner, Cogman è stato anche scelto per scrivere e produrre esecutivamente il progetto, che viene descritto come un’audace rivisitazione della serie classica della Disney. La serie dovrebbe presentare un’avventura epica radicata nella storia ricca e diversificata della California, piena di umorismo, intrighi sinistri, coinvolgimenti romantici ed emozioni spericolate“, si legge nella sinossi. “Segue il privilegiato caballero Diego De La Vega che torna nella sua città natale di El Pueblo de Los Angeles dopo una tragedia familiare. Lì scopre una cultura della corruzione e dell’ingiustizia che lo porterà ad assumere il ruolo del vigilante mascherato Zorro, il primo vero supereroe d’America.”

Bryan Cogman ha trascorso più di 10 anni e otto stagioni nella serie fantasy di successo della HBO Game of Thrones, terminando il suo impegno come co-produttore esecutivo e scrivendo 11 episodi. Per il suo lavoro in Game of Thrones, Cogman ha ricevuto quattro Emmy Awards, un Hugo Award, un Producer’s Guild of America Award e 7 nomination al Writer’s Guild Award. È stato produttore consulente della prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere di Amazon Prime e ha scritto la sceneggiatura dell’imminente remake della Disney de La spada nella roccia.

Zorro: ecco chi sarà il nuovo giustiziere mascherato

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Zorro: ecco chi sarà il nuovo giustiziere mascherato

Risale allo scorso febbraio la notizia che Jonas Cuaron, co-autore della sceneggiatura di Gravity, diretto dal padre Alfonso, si occuperà di scrivere e dirigere il nuovo film dedicato a Zorro, il personaggio creato da Johnston McCulley nel 1919 e oggetto di numerosi adattamenti cinematografici e televisivi.

La notizia di oggi è che sarà l’attore messicano Gael Garcia Bernal, star della serie tv Mozart in the Jungle, ad interpretare il giustiziere mascherato. L’attore era già stato associato al progetto diversi anni fa, quando la pellicola era ancora nota col titolo di Zorro Reborn.

Il film, che dovrebbe intitolarsi semplicemente Z, sarà prodotto da Lantica Media e Sobini Films, che hanno voluto Jonas Cuaron a bordo del progetto dopo aver visto Desierto, il thriller con Gael Garcia Bernal e Jeffrey Dean Morgan presentato con successo allo scorso Toronto International Film Festival Awards. Le riprese del film inizieranno il prossimo autunno e si svolgeranno a Londra e nella Repubblica Dominicana.

Non sono ancora emersi dettagli sulla trama, ma il taglio sarebbe quello di una lettura post-apocalittica del mito di Zorro, ambientata nel prossimo futuro ma che manterrebbe l’idea cardine di un eroe mascherato che combatte i tiranni e i prepotenti.

Fonte

Zorro: al via le riprese del reebot post-apocalittico

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Zorro: al via le riprese del reebot post-apocalittico

Da anni la 20th Century Fox sta lavorando ad un film che vede catapultato in un futuro tecnologico (con molti meno cavalli e molti più robot) il famoso paladino mascherato. Quello che tuttavia sembrava ormai da tempo un progetto abbandonato (Zorro Reborn), torna ora a far parlare di sé.

ZorroLantica Media (Holy Motors) e Sobini Films (Miles Ahead) hanno affermato di stare collaborando ad un film le cui riprese inizieranno nel marzo 2016. Descritto come “una rivisitazione post-apocalittica del mito di Zorro, ambientato in un prossimo futuro ma che mantiene l’idea di uno sconosciuto mascherato che lotta contro i tiranni”, il progetto riporterà sul grande schermo l’eroe creato da Johnston McCulley nel 1919 e che divenne protagonista di innumerevoli romanzi, film e adattamenti televisivi.

Il CEO della Sobini, Mark Amin, fa sapere: “È stato un viaggio di quindici anni, pieno di alti e bassi, ma è rimasto il mio progetto preferito nel corso del tempo.”
“Ogni generazione ha il suo Zorro e siamo orgogliosi di poter introdurre un nuovo Zorro per questa generazione”, aggiunge Antonio Gennari, CEO di Lantica Media .

In passato si era parlato di Gael Garcia Bernal nel ruolo del protagonista, e di una sceneggiatura firmata da Glenn Gers, Lee Shipman e Brian McGreevy: a tutt’oggi, tuttavia, nessuno di loro sembra confermato. Attualmente la produzione è in cerca di un regista.

Fonte: superherohype

Zorro Reborn: il concept trailer

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Zorro rebornNonostante le notevoli reticenze mostrate dalla 20th Century Fox nel produrre il film, Ricardo de Montreuil ce la sta mettendo tutta per far “rinascere” l’eroe mascherato.

Ecco spuntare allora il concept trailer del film che il regista ha realizzato, in occasione di uno screening test, proprio per riuscire a convincere la casa di produzione statunitense a finanziare la pellicola.

http://videobam.com/hitmD#.UpVECZ8-2Eg.wordpress

 Nel trailer troviamo l’attore Jason Day nei panni di Zorro (ma se la Fox accetterà di produrre il film sembra che sia stato già contattato Gael Garcia Bernal) e Jon Voight come voce fuori campo.

Dalle prime immagini si capisce di trovarsi di fronte a scenari totalmente diversi dall’ultimo film della saga interpretato, in quel caso, da Antonio Banderas. Qui infatti si fa riferimento ad un futuro prossimo dalle atmosfere cupe e desolanti a metà strada tra lo sci-fi e il western.

 La trama prende l’avvio da un meteorite che si schianta contro la Terra distruggendo gran parte della California e del Messico. Quando quello stesso meteorite si scopre essere una fonte suprema di energia, una potente società ne assume immediatamente il controllo. Così le persone, attirate dalle nuove possibilità lavorative, cominciano a trasferirsi nella Nuova San Diego salvo poi rendersi conto dello stato di schiavitù e di oppressione che caratterizza la città. È allora che Alejandro Fox, un discendente di Don Diego de la Vega, l’originale Zorro, emerge come l’eroe che risponderà al grido di giustizia del popolo

Zorro Reborn: De Montreuil in lizza per la regia

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Il regista peruviano Ricardo De Montreuil, fattosi conoscere nell’ambiente hollywoodiano con il corto The Raven (opzionato dalla Universal per

ZORRO con Jean Dujardin in streaming dal 6 dicembre

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ZORRO con Jean Dujardin in streaming dal 6 dicembre

Paramount+ ha annunciato che tutti gli episodi dell’attesissima serie originale ZORRO, interpretata dal premio Oscar Jean Dujardin, saranno disponibili in esclusiva su Paramount+ in Italia dal 6 dicembre.  Nel cast internazionale anche l’attore italiano Salvatore Ficarra, oltre a Audrey Dana, André Dussollier, Eric Elmosnino e Grégory Gadebois.

La trama di ZORRO

Nel 1821, Don Diego de la Vega diventa sindaco di Los Angeles per migliorare la sua amata città. Tuttavia, la città si trova in difficoltà finanziarie a causa dell’avidità di un uomo d’affari locale, Don Emmanuel, e i poteri di Diego come sindaco non sono sufficienti per combattere l’ingiustizia. Diego non usa la sua identità di Zorro da 20 anni, ma sembra che non abbia altra scelta che riportare Zorro in vita per il bene comune. Ma Diego lotta per bilanciare la sua doppia identità di Zorro e di sindaco, mettendo a dura prova il suo matrimonio con Gabriella, che è all’oscuro del suo segreto. Riuscirà Diego a salvare il suo matrimonio e la sua sanità mentale in mezzo al caos?

Chi ha creato ZORRO?

Creata da Benjamin Charbit (Sous Contrôle, Gagarine, Notre Dame, Les Sauvages, En Liberté) e Noé Debré (Parlement, Stillwater, Dheepan), la serie Paramount+ Original è prodotta da Le Collectif 64 (Marc Dujardin) e Bien Sûr Productions (Julien Seul) con France Télévisions, e coprodotta da Panache Productions e Le compagnie cinématographique.

Scritta da Benjamin Charbit, Noé Debré e Emmanuel Poulain-Arnaud (Le Test), la serie è diretta da Jean-Baptiste Saurel (Parallèles) e Emilie Noblet (Bis Repetita, Parlement, Les 7 vies de Léa).

 

Zoran il mio nipote scemo: recensione del film

Marco Oletto dirige la sua opera prima, Zoran il mio nipote scemo, sceneggiandola insieme a Daniela Gambaro, Pier Paolo Piciarelli, e Marco Pettenello. La storia seppur abbastanza rivisitata nel cinema, l’uomo burbero e egoista che riscopre i valori della vita, usa il registro della commedia per mostrare la vita di un uomo ben radicato in un territorio, come l’est Italia, per raccontare i lati scuri e anche un po’ grotteschi che può avere il genere quando è ben strutturato.

In Zoran il mio nipote scemo Paolo è uomo cinico, egoista e bugiardo che trascorre le sue giornate in osteria. La sua vita subisce un brusco cambiamento quando la morte di una vecchia parente lo costringe ad accudire un quindicenne sloveno, forbito e perfezionista, col talento per le freccette e che potrebbe portargli la svolta che egli cerca dalla vita.

Zoran il mio nipote scemo, il film

Sin dalle prime inquadrature veniamo trasportati in questo paesino vicino Gorizia, in cui si respira l’atmosfera del piccolo centro, con i suoi ritmi lenti, i suoi volti conosciuti e le abitudini ormai consolidate che sembra che nulla possa ostacolare. Il film seppur ha una struttura estremamente lineare senza troppi artifici  riesce a trovare la giusta profondità per suscitare il coinvolgimento nelle dinamiche della storia, che si innesca non appena Paolo ha la possibilità di recuperare la sua vita attraverso i silenzi del giovane Zoran. Infatti per essere un esordio, il regista impone sin da subito l’abilità con cui riesce a dirigere il personaggio di Giuseppe Battiston, un protagonista intriso di stereotipi viziati dall’alcool e che impongono una visione del mondo incattivita e cinica. Facendo emergere così un personaggio che per una buona prima parte del film tende a distruggere i piaceri o le felicità delle persone che lo circondano e sposarsi all’immagine della sua terra, un paese di frontiera. Questa viene abbattuta non appena Zoran entra nella sua sfera, portando quel giusto bilanciamento alla storia attraverso l’efficace interpretazione di Rok Prašnikar, che ripaga con un ingenuo affetto lì dove viene usato il secondo fine.

I due attori scenicamente, già intrisi di una buona componente fumettistica, riescono a trovare la giusta alchimia per dare vita ai toni allegri che la sceneggiatura non tralascia nonostante la grande componente sonora dei Sacri Cuori, la falsa retorica viene lasciata da parte per un finale che arriva in maniera veloce rispetto alle altre vicende, in cui il buonismo fa da cornice portando con sé una sorta di finale dal sorriso amaro, in cui il personaggio rimane comunque stereotipato e si ha un apparente rovescio di ruoli che ci porta dalla visione cinica a quella ingenua, che segna dritto al centro nella storia e propone una commedia diversa, geografica e intima nel panorama cinematografico italiano.

Zoran il mio nipote scemo la conferenza stampa a Roma

Zoran il mio nipote scemoQuesta mattina è stato presentato alla Casa del Cinema a Roma. Zoran il mio nipote scemo. In sala era presente il regista Matteo Oleotto, il protagonista Giuseppe Battiston, gli sceneggiatori  Daniela Gambaro, Pier Paolo Piciarelli, Marco Pettenello, il montatore Giuseppe Trepiccione e il distributore la Tuker Film.

A casa per l’esordio, il territorio, la gente, il confine, l’Italia, la Slovenia e quindi una cultura che si mischia oltre quella del vino, perché questa necessità?

Matteo Oleotto: Ritornare a casa era un po’ un’esigenza per raccontare una storia che partisse da un humus fertile. Ho vissuto lì vent’anni a Gorizia e quindi ho conosciuto un bel po’ di situazioni e avevo voglia e il piacere di raccontarle. Il lavoro che è stato fatto con gli sceneggiatori è stato proprio questo, io che continuavo a portare loro delle esperienze che loro con gran maestria e grande estro hanno cercato di mettere insieme nella formula. Una cosa su cui abbiamo lavorato molto anche in fase di montaggio, è stato costruire un atmosfera prima di tutto, la storia ci interessava però quello che secondo me ha il film come valore aggiunto è l’atmosfera che siamo riusciti a creare, che ci viene fornito dal territorio, dalla provincia. Io sono amante della piccola provincia e credo proprio che nella provincia si nasconde ancora il nostro paese. I grandi centri snaturano, è sempre tutto più confuso e veloce. In provincia, soprattutto nella nostra provincia, che viene definita la “provincia del nord-est” quando in realtà siamo “molto più ad est” è stata un esigenza che nasce nel raccontare una storia che abbia come fulcro, un luogo geografico, in cui abbiamo inserito dentro tante cose, ottenendo questo risultato.

Battiston quale è stato il piacere più grande di aver fatto questo film?
Giuseppe Battiston:
il piacere è stato dividere con Matteo le sue gioie e le sue sofferenze durante i quattro anni, lui ci ha messo qualche anno in più, ma sono stati quattro anni che abbiamo passato insieme, anche con gli sceneggiatori e con le persone che poi hanno contribuito a realizzare il film. Un percorso di gioie e di dolori e anche di tante revisioni della sceneggiatura che personalmente ritengo sia il punto di forza del film, penso che sia una sceneggiatura piuttosto matura, come qualità di scrittura come descrizione dei personaggi, dei luoghi. Lo spirito che ha mosso Matteo è quello che spinto anche me, cioè l’idea di fare un film su un luogo, su un estero che è molto poco conosciuto perché ogni volta che mi sposto e che mi chiedono delle mie origini “vengo da Udine” “ah! Sei Veneto” “No, vengo dal Friuli!!!” per voi resterà sempre Veneto ma in realtà è sempre un po’ più in là. Inoltre adesso non vai neanche più a sbattere contro il confine, la cortina di ferro che c’era e che ci separava dalla Slovenia. In giorno hanno tirato giù quei muri e a venti metri di distanza abbiamo cominciato a vedere della gente che non era poi tanto diversa da noi. Abbiamo scoperto tante cose in comune cose che hanno portato a co-produrre un film, per esempio, questa è una coproduzione Italo-Slovena e la troupe era eterogenea, il macchinista sloveno, il direttore della fotografia spagnolo, l’assistente operatore argentino, il regista goriziano! Insomma multietnica…il montatore è di Napoli!!! c’è anche la quota sud! Non tutti quelli che vengono dal nord sono leghisti! È nato un progetto che ha coinvolto tante persone e l’altro punto di forza è la forza del gruppo che ha creato questo film, tutte le persone che hanno contribuito a renderlo così bello, come piace a noi, questo film ci rappresenta, rappresenta quello che volevamo raccontare. Il percorso di lavoro era di cercare di costruire un ritratto di un luogo non in forma patinata ma con le sue bellezze, se ve ne sono, e le sue “storture”, che ci sono. Soprattutto cercando di costruire dei personaggi assolutamente credibili. Io ho sempre pensato che la riuscita di un film o almeno i film che piacciono a me, in cui i personaggi mi danno qualche cosa per cui spero di ritrovarli una volta uscito dal cinema. Quando un film comincia a vivere di vita propria al di fuori della sala, secondo me ha qualche cosa di particolare, penso a tanti film, magari alcuni di questi hanno condizionato anche gli sceneggiatori, penso al Grande Lebowski. Quindi personaggi veri e credibili di una storia assolutamente verosimile, di un luogo che era confine e non lo è più.

La colonna sonora come è nata?
M.O.:
I Sacri Cuori li ho conosciuti un paio di anni fa, mentre facevo un programma in televisione che si chiama Rocky e Rebibbia su MTV. Era un programma che aveva portato due maestri di musica all’interno del carcere e ogni settimana veniva invitato un ospite, alla fine c’è stato anche un grande concerto. Abbiamo vissuto quattro mesi in carcere, un esperienza molto bella e molto forte, Antonio Carmentieri. Dei Sacri Cuori era stato uno dei due insegnanti e quindi diciamo che la mia emozione forte è stata quando parlando con Antonio, già in fase di preparazione, perché questo film ha avuto una preparazione molto lunga. Io gli ho parlato di quello che mi sarebbe piaciuto sentire come colonna sonora e davanti a me c’era una chitarra, ed è riuscito in maniera assolutamente magica a tradurre in musica i miei aggettivi, quello che io usavo per fargli capire che tipo di impianto sonoro volessi. Quindi diciamo che l’amore è stato folle dall’inizio. Io amo molto i film in cui la musica non è un tappetone ma dove la musica suona.

Sembra esserci una caratteristica che accomuna tutti i personaggi

G.B.: è gente che viaggia con la fantasia e con il pensiero, ma siccome ha una fantasia molto ridotta il nostro Paolo, quando parte resta lì direttamente, manifesta un minimo desiderio di andarsene via da questo posto di “morti” senza dimenticare che lui è il primo ad essere morto. È qualche cosa che appartiene molto a personaggi di questo tipo in una zona d’Italia che ha fatto della migrazione forse il dato più significativo, i friuliani sono conosciuti più come migranti che come abitanti del friuli. Diciamo che è la pragmatizzazione di un desiderio di migliorarsi, in qualche modo, però vedendo il film Paolo non riuscirà mai a migliorarsi, in questo sta la sua bellezza. La forza e la bellezza di queste figure sta ne l fatto di essere puri nella loro miseria, di rimanere tali anche conservandone in qualche modo la dignità

Come è stato montare questo film?

Giuseppe Trepiccione: è stata un’esperienza molto bella, abbiamo pensato per tutto il tempo della lavorazione che era necessario provare a fare un film, non preoccuparsi dell’idea che si trattasse di una commedia, di liberarci di certi pregiudizi per i quali la commedia può essere considerata un genere minore, senza sentire questa paura di essere divertenti e semplici ma allo stesso tempo profondi. Oggi quando guardo il film penso che sia un risultato che abbiamo raggiunto e ne sono molto orgoglioso.

Zootropolis: una scena tagliata con Judy e Nick

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Zootropolis: una scena tagliata con Judy e Nick

Ecco una toccante scena eliminata dal montaggio finale di Zootropolis, il film rivelazione della Disney, campione di incassi in tutto il mondo. La clip vede protagonisti la volpe Nick e la coniglietta Judy.

Leggi la nostra RECENSIONE di Zootropolis

Il film vede nel cast vocale originale Jason BatemanGinnifer Goodwin e Shakira, oltre a Idris Elba, Octavia SpencerJ.K. SimmonsTommy ChongNate Torrence, Jenny SlateAlan TudykRaymond Persi e Bonny Hunt e Don Lake. Trai talent italiani che hanno partecipato al doppiaggio ci sono Massimo Lopez, Frank Matano, Teresa Mannino, Paolo Ruffini e Diego Abatantuono.

zootropolisZootropolis è ambientato nell’omonima città, una moderna metropoli molto diversa da qualsiasi altro luogo.

Composta da quartieri differenti tra di loro come l’elegante Sahara Square e la gelida Tundratown, Zootropolis accoglie animali di ogni tipo. Dal gigantesco elefante al minuscolo toporagno, in questa città tutti vivono insieme serenamente, a prescindere dalla razza a cui appartengono. Ma al suo arrivo in città, la simpatica e gentile agente Judy Hopps, scopre che la vita di una coniglietta all’interno di un corpo di polizia dominato da animali grandi e grossi, non è affatto facile. Decisa comunque a dimostrare il suo valore, Judy si lancia nella risoluzione di un caso misterioso per cui dovrà lavorare al fianco di una volpe loquace e truffaldina di nome Nick Wilde.

Zootropolis: una nuova clip in italiano

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Zootropolis: una nuova clip in italiano

Ecco una nuova clip dal film d’animazione Disney Zootropolis in cui vediamo Judy e Nick alle prese con la loro misteriosa indagine. Il film arriverà in sala il prossimo 18 febbraio.

LEGGI LA RECENSIONE DEL FILM

LEGGI LA NOSTRA INTERVISTA AI REGISTI E AL PROUTTORE DEL FILM

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Zootropolis è ambientato nell’omonima città, una moderna metropoli molto diversa da qualsiasi altro luogo.

Composta da quartieri differenti tra di loro come l’elegante Sahara Square e la gelida Tundratown, Zootropolis accoglie animali di ogni tipo. Dal gigantesco elefante al minuscolo toporagno, in questa città tutti vivono insieme serenamente, a prescindere dalla razza a cui appartengono. Ma al suo arrivo in città, la simpatica e gentile agente Judy Hopps, scopre che la vita di una coniglietta all’interno di un corpo di polizia dominato da animali grandi e grossi, non è affatto facile. Decisa comunque a dimostrare il suo valore, Judy si lancia nella risoluzione di un caso misterioso per cui dovrà lavorare al fianco di una volpe loquace e truffaldina di nome Nick Wilde.

Zootropolis: trama, doppiatori e personaggi del film d’animazione

55° classico Disney, Zootropolis (qui la recensione) è da subito diventato uno dei film d’animazione più apprezzati, acclamati e popolari degli ultimi anni. Co-diretto nel 2016 da Byron Howard, Rich Moore e Jared Bush, il titolo è oggi uno dei più apprezzati recentemente prodotti dallo studios, affermatosi tanto presso un pubblico di piccoli quanto di spettatori più adulti. Ambientato in un mondo di animali antropomorfi, questo trova proprio nei suoi personaggi il suo primo di tanti elementi di attrattiva. Carismatici e divertenti, questi sono da subito divenuti iconici per le loro particolarità e stranezze.

I registi hanno affermato di aver immaginato il film come un omaggio in CGI al classico animato del 1973 Robin Hood. Dopo aver proposto tale progetto al celebre John Lasseter della Pixar, Howard iniziò così ad immaginare un film con animali che si discostasse però da quanto fino a quel momento realizzato a riguardo. Nella sua idea, infatti, i protagonisti vivono in un mondo moderno ideato a misura d’animale. Da qui ha preso sviluppo il film, arrivato poi alla sua forma finale dopo diversi anni di scrittura e realizzazione grafica dei protagonisti. In particolare, in Zootropolis si ritrovano alcune delle ultime novità tecniche nel campo dell’animazione, che hanno permesso di realizzare una realistica pelliccia degli animali.

Arrivato infine in sala, il film si è rivelato come uno dei maggiori incassi della stagione, classificandosi al nono posto tra i film d’animazione di maggiore incasso della storia del cinema. A fronte di un budget di circa 150 milioni di dollari, Zootropolis è infatti stato in grado di incassare oltre un miliardo a livello globale. Ottenuto anche un ottimo apprezzamento da parte della critica, il film è diventato un vero e proprio caso, ottenendo numerosi riconoscimenti nel corso della stagione dei premi. Tra questi si annovera anche il premio Oscar al miglior film d’animazione, vinto sbaragliando la concorrenza.

Zootropolis: la trama del film

Ambientata nella moderna cittadina di Zootropolis, dove animali di ogni specie convivono in modo pacifico, la storia ha per protagonista la piccola ma intraprendente coniglietta Judy Hopps. Dopo essere stata a lungo una poliziotta in zone di campagna, questa vede infine realizzarsi il suo sogno trasferendosi a lavorare proprio nella grande città. Qui però si trova a doversi scontrare con i pregiudizi del suo superiore, il bufalo Bogo. Questi, infatti, dubita che con la sua piccola stazza la coniglietta possa mai essere una buona poliziotta, e decide pertanto di relegarla al ruolo di vigile stradale. Judy però non si abbatte, e determinata a dimostrare il proprio valore decide di svolgere al meglio anche quel primo ruolo.

La grande occasione arriva per lei nel momento in cui si imbatte nella lontra Virna Otterton, la quale denuncia la misteriosa scomparsa di suo marito Emmit. Non si tratta del primo caso simile. Come Bogo spiegherà a Judy, negli ultimi tempi a Zootropolis sono infatti scomparsi senza lasciare traccia ben quattordici predatori. La coniglietta si offre allora di indagare a riguardo, ma il suo superiore le concede soltanto due giorni, dopo i quali in caso di fallimento dovrà rassegnare le dimissioni. Judy è però convinta di poter venire a capo del mistero, ma per riuscire nell’impresa avrà bisogno di un aiuto esterno. Per sua fortuna, si imbatte nella carismatica e truffaldina volpe di nome Nick Wilde, che si offrirà di darle una mano con le indagini.

Zootropolis cast

Zootropolis: i doppiatori dei personaggi

Come sempre la Disney si è rivolta a noti interpreti di Hollywood per dar voce ai personaggi del film. È così che a dare voce alla coniglietta Judy vi è l’attrice Ginnifer Goodwin, celebre per aver interpretato Biancaneve nella serie C’era una volta. L’attrice è stata scelta per la sua capacità di dar vita a personaggi estremamente dolci e con un grande senso dello humor. Jason Bateman, attualmente noto per la serie Ozark, è invece la voce della volpe Nick Wilde. Questi a sua volta è stato scelto per conferire al personaggio un carattere divertente ma anche sfumature più emotive. Accanto a loro si ritrovano poi noti attori come Idris Elba nei panni del bufalo Bogo, J. K. Simmons in quelli del sindaco Lionheart, e Octavia Spencer per la lontra Virna Otterton.

Per il doppiaggio italiano del film, allo stesso modo, i ruoli sono stati affidati a note personalità dello spettacolo. Ilaria Latini, nota per essere la doppiatrice di Katie Holmes, dà qui voce a Judy, mentre Alessandro Quarta, voce italiana di Jeremy Renner, è la voce Nick. Il comico Paolo Ruffini dà voce allo yak Yax, mentre Massimo Lopez è il sindaco Lionheart, il quale ha naturalmente le sembianze di un leone. Sono poi presenti Frank Matano nei panni della donnola Duke, e la celebre Ilaria Stagni, voce di Bart Simpson, che interpreta qui Gazelle la gazzella. Leo Gullotta, noto per il doppiaggio del mammut Manny in L’era glaciale, dà voce al malavitoso toporagno Mr. Big. Infine, Diego Abatantuono recita nei panni di Finnick, volpe del deserto, mentre la comica Teresa Mannino è Fru Fru, figlia di Mr. Big.

Zootropolis: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato lo straordinario successo del film e dei suoi personaggi, era lecito aspettarsi che la Disney ponesse in lavorazione dei sequel per il grande schermo. Già nel 2016, infatti, i registi avevano confessato che molto materiale ideato per Zootropolis era stato scartato dalla versione finale, con la possibilità però di riutilizzarlo per futuri film. Nel 2019 viene poi rilasciata la notizia secondo cui lo studios starebbe attualmente lavorando a ben due sequel, con l’intenzione dunque di dar vita ad una trilogia. Prima di poter vedere il primo di questi seguiti al cinema bisognerà però attendere un tempo ancora indefinito. La Disney sembra infatti puntare molto sul film, con il desiderio di avvalersi per questo di tutti i più recenti progressi nel campo dell’animazione. Non c’è però dubbio che sarà possibile rivedere Judy e Nick presto in nuove avventure.

Nell’attesa di questo momento, gli appassionati del film possono fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Zootropolis è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Amazon Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione sabato 8 gennaio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

 

Zootropolis: teaser trailer del film Disney

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Zootropolis: teaser trailer del film Disney

Arriverà nelle sale italiane il 25 febbraio 2016 la nuova divertente avventura d’animazione Disney Zootropolis. Di seguito teaser trailer in italiano:

Diretto da Byron Howard (Rapunzel – L’Intreccio della Torre, Bolt) e Rich Moore (Ralph Spaccatutto, I Simpson – Il Film) e prodotto da Clark Spencer (I Robinson – Una Famiglia Spaziale, Ralph Spaccatutto), Zootropolis è ambientato nell’omonima città, una moderna metropoli molto diversa da qualsiasi altro luogo.

Composta da quartieri differenti tra di loro come l’elegante Sahara Square e la gelida Tundratown, Zootropolis accoglie animali di ogni tipo. Dal gigantesco elefante al minuscolo toporagno, in questa città tutti vivono insieme serenamente, a prescindere dalla razza a cui appartengono. Ma al suo arrivo in città, la simpatica e gentile agente Judy Hopps, scopre che la vita di una coniglietta all’interno di un corpo di polizia dominato da animali grandi e grossi, non è affatto facile. Decisa comunque a dimostrare il suo valore, Judy si lancia nella risoluzione di un caso misterioso per cui dovrà lavorare al fianco di una volpe loquace e truffaldina di nome Nick Wilde.

Il nuovo film d’animazione Disney Zootropolis arriverà nelle sale italiane il 25 febbraio e trasporterà il pubblico in una nuova avventura ricca di divertenti situazioni in cui ciascuno ritroverà la propria vita di tutti i giorni.

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