Harrison Ford è notoriamente schietto, cosa che lo
rende ancora più amabile, ma una sua recente risposta a una domanda
frequente che gli viene posta ha ridefinito il concetto di
schiettezza, anche per lui. Tuttavia, l’iconico attore ha chiarito
in una recente intervista con Esquire che è stufo delle
domande stupide su Star
Wars e Indiana Jones.
Parlando di cosa succede quando
viene avvicinato dai fan, l’attore ha confessato qual è la domanda
che davvero lo mette spalle al muro. “Beh, di solito mi
chiedono, ‘Se ci fosse uno scontro tra Han Solo e Indiana Jones,
chi cazzo vincerebbe?'” dice Ford. “E io dico: ‘Io,
stronzo!” “Non voglio inventare cazzate così”, continua. “Voglio
dire, perché mi stai chiedendo quella merda?”.
Chiedere a
Harrison Ford nelle interviste qualsiasi cosa che
assomigli a una domanda da fan sui suoi due ruoli più iconici
sembra essere la ricetta per il disastro. Ricordiamo cosa ha
risposto a un giornalista quando questo gli ha chiesto se sarebbe
mai tornato nel franchise di Star Wars come
Fantasma di Forza. “Un fantasma della Forza? Non so cosa sia un
fantasma della Forza”, disse all’epoca. “Non dirlo a
nessuno. Non parlo abbastanza forte per il tuo registratore. Non ho
idea di cosa sia un fantasma della Forza. E non mi
interessa.”
L’attore si unirà presto a un altro
amato franchise, quello Marvel, dal momento che
interpreterà il generale “Thunderbolt” Ross in
Captain America: New World Order. Ciò significa che
Ford dovrà affrontare ogni sorta di domande “da fan”, specialmente
se il futuro presidente degli Stati Uniti dell’MCU finirà per
trasformarsi in Red Hulk.
Quando The
Batmandi Matt Reeve arrivò
nelle sale nel 2022, i fan rimasero sbalorditi dalla maestria di
questo thriller poliziesco supereroistico. Combinando i temi dei
serial killer, del crimine organizzato e del desiderio del
Cavaliere Oscuro (Robert
Pattinson) di far uscire Gotham City dall’oscurità, il
film ha fatto un ottimo lavoro nell’aprire questo grande universo.
Ma con The Penguin ora in onda su Max, il
mondo sotterraneo di Gotham è più esposto che mai. Dato che è
passato un po’ di tempo, sarebbe opportuno fare un ripasso su chi
sia esattamente il personaggio di John Turturro, Carmine Falcone (ora
interpretato da Mark Strong ne The
Penguin), in relazione all’universo di
Batman, soprattutto ora che Clancy Brown ha
interpretato Salvatore Maroni. Chi sono le famiglie criminali
Falcone e Maroni? Qual è la loro storia con Batman? Che ruolo ha il
Pinguino nella loro storia? Le risposte potrebbero
sorprendervi.
L’universo di Batman attinge
direttamente dai fumetti originali (e dai film di gangster di
Hollywood)
Non dovrebbe sorprendere che molti
dei mafiosi di Gotham siano stati modellati, almeno in parte, sui
personaggi del classico gangster Il Padrino. Da quello che
abbiamo visto nella serie The Penguin, c’è anche una
chiara influenza dei
Soprano. Ma il fatto che questi importanti
drammi criminali abbiano ispirato il modo in cui Reeves e compagnia
hanno interpretato il ventre di Gotham, non significa che siano le
uniche influenze importanti in gioco. Naturalmente, sia
Carmine “Il Romano” Falcone che Sal “Il Boss” Maroni sono apparsi
in vari progetti cinematografici di Batman, sia in live-action che
in animazione, dato che sono personaggi preesistenti
dell’Universo DC. I film di Christopher NolanBatman
Begins e Il cavaliere
oscuro, la serie Fox Gotham
e le serie animate Batman: Year One e
Batman: The Long Halloween hanno già
mostrato i Falcone e i Maroni.
Anche se la loro vasta storia nei
fumetti è molto più ricca di quanto non dicano alcuni di questi
adattamenti, quelli precedenti sono un buon punto di partenza.
Tuttavia, a parte la possibile Gotham (che si è presa il
suo tempo per stabilire la malavita di Gotham), The
Batmane certamenteil
Pinguinodipingono le immagini più chiare di
chi sono veramente questi signori del crimine. Ma cosa ci
dice la loro storia a fumetti su come si inseriscono nell’universo
di Batman? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo
approfondire le loro origini e il motivo del loro odio
reciproco…
I Falcone e i Maroni mantengono
una storica faida di sangue
I Falcone e i Maroni sono stati
rivali giurati a Gotham City per decenni. Anni fa, un mafioso di
nome Vincent Falcone ha scalato i ranghi del ventre di Gotham,
fondando alla fine la famiglia criminale Falcone. Avrebbe generato
due figli, Carmine Falcone e Carla Viti (interpretata da
Aleksa Palladino ne The Penguin),
entrambi destinati a una vita criminale. La famiglia
Falcone controllerà la maggior parte delle attività criminali di
Gotham, anche se il loro dominio su Gotham non resterà
indiscusso a lungo. Alla fine, il rivale di Vincent, Luigi “Big
Lou” Maroni, avviò una propria operazione criminale a Gotham, che
comprendeva il figlio Sal, sperando di schiacciare la concorrenza.
Nel tentativo di avere la meglio, “Big Lou” ordina un colpo
all’unico figlio di Vincent, lasciandolo in punto di morte.
In preda alla disperazione, Vincent
porta Carmine a casa del più grande medico e filantropo di Gotham,
il dottor Thomas Wayne (Luke Roberts in The
Batman). Temendo per la vita del figlio, Vincent si rifiuta di
portarlo in ospedale, implorando Wayne di eseguire un’operazione a
domicilio per salvare la vita di Carmine. All’insaputa di Wayne, il
giovane figlio Bruce assiste all’evento dall’ombra, mentre il padre
salva il ragazzo. Questo evento non fece altro che rafforzare la
faida tra le famiglie Falcone e Maroni e gettò Gotham nel caos,
preparando la città per l’eventuale crociata di Batman.
La guerra tra i Falcone e i Maroni
non fa che peggiorare e, dopo la morte dei Wayne, Gotham diventa
una fogna. Al funerale dei suoi genitori, un giovane Bruce Wayne si
trova di fronte a Carmine Falcone che, dopo aver riconosciuto la
gentilezza del padre, offre a Bruce un favore se mai ne avesse
bisogno. Non molto tempo dopo, Vincent Falcone muore e Carmine
assume il ruolo di capo della famiglia Falcone, ora soprannominata
“The Roman”. Questo avrebbe portato al ritiro di “Big Lou”, mentre
suo figlio Sal avrebbe assunto il ruolo di “Boss” dell’operazione
Maroni. Negli anni successivi, Falcone e sua moglie avranno due
figli, Alberto (interpretato da Michael Zegen ne
The Penguin) e Mario, e una figlia, Sofia Gigante
(interpretata da Cristin Milioti ne The
Penguin).
Ma come ogni famiglia criminale, i
Falcones erano destinati ad avere i loro segreti… Da tempo non
dichiarato, si sospetta che Falcone e sua moglie Louisa abbiano
avuto un altro figlio, che apparentemente avrebbero abbandonato:
una giovane donna di nome Selina Kyle (Zoë
Kravitz). Batman dimostra che questo è vero,
ma i fumetti sono tradizionalmente meno chiari sull’idea. Anche i
Maroni si tenevano occupati, visto che Sal alla fine sarebbe
diventato padre di due figli, Pino e Umberto. Come Falcone, Maroni
scelse di rompere le sue nozze e, in una scioccante svolta degli
eventi, divenne l’amante segreto della figlia di Falcone,
Sofia.
Passerà circa un altro decennio
prima degli eventi dell’epico Batman: Anno Uno di
Frank Miller, che vede Falcone all’apice
del suo potere a Gotham, tenendo nella sua morsa di ferro il
sindaco, il commissario di polizia, il consiglio comunale e
innumerevoli altre persone. Il “Romano” dominava Gotham e questo,
insieme alla morte dei suoi genitori, portò Bruce Wayne a dedicarsi
al vigilantismo, diventando Batman. In qualità di Batman, Bruce,
con l’aiuto del detective Jim Gordon (Jeffrey
Wright), smantella lentamente l’impero di Falcone,
arrivando persino a imbucarsi a una delle cene di “The Roman” per
ricordargli che i loro giorni a Gotham sono contati. Umilia Falcone
spogliandolo della biancheria intima e legandolo sul letto, per poi
trovarlo inerme. Infuriato, Falcone ordina di colpire
Batman, ma senza successo. Alla fine, la presa di Falcone
su Gotham si allenta dopo che Batman, Gordon e il giovane
procuratore distrettuale Harvey Dent iniziano a intromettersi nei
suoi affari.
È in questo periodo che Selina
Kyle, ora la ladra nota come Catwoman, torna nella vita di Falcone,
anche se non come se stessa da civile. Come Catwoman,
Selina cerca di rubare alcuni degli oggetti di valore più
preziosi di Falcone. Batman alla fine salva Catwoman dagli
uomini di Falcone, ma non prima che Selina abbia la possibilità di
sfregiare permanentemente “The Roman” sul suo volto. Questo ha
portato Falcone a odiare Catwoman personalmente, anche se ha
sentimenti contrastanti nei confronti della donna sotto la maschera
da gatto. Mentre Falcone si occupa di tutti questi problemi con i
pipistrelli, Sal Maroni inizia a prestare denaro in tutta la città,
anche al folle Dr. Hugo Strange (e con un nome del genere,
cosa ci si può aspettare di più?). Dopo un po’ di tempo, Maroni
cerca di convincere Strange a ripagare il suo debito, cosa che
Strange tenta di fare dopo aver derubato uno dei prestanome di
Maroni per ottenere il denaro. Scontento, Maroni manda i suoi
uomini a maltrattare Strange, il che non fa altro che far
arrabbiare ancora di più l’illuso scienziato pazzo.
Dovendo salvare Maroni dagli
esperimenti genetici di Strange, Batman costringe “Il Capo” a
condonare il debito di un uomo di nome Norman Madison, il padre
dell’allora fidanzata di Bruce, Julie Madison. Ciò che Batman non
aveva previsto è che Norman avrebbe comunque cercato di saldare il
suo debito, che Maroni rifiutò di accettare per paura delle
ritorsioni del Cavaliere Oscuro. Invece, Norman dà i soldi a
Falcone, il che serve solo a umiliare il “Boss”, consolidando il
suo odio per Batman. Naturalmente, non abbiamo ancora visto
nulla di tutto ciò suIl
Pinguinoo su altri personaggi dell’ universo
diBatman, ma i retroscena sono
utili per capire meglio chi sono questi cattivi.
Le cose si fanno
particolarmente folli durante “Il lungo Halloween”
In seguito si sono verificati gli
eventi de Il lungo Halloween di Jeph
Loeb, la storia di Batman per cui le famiglie Falcone e
Maroni sono più conosciute. Ora che la presa della famiglia Falcone
su Gotham si era indebolita, un serial killer noto solo come
“Holiday” iniziò a far fuori i membri della famiglia. Naturalmente,
Falcone crede che sia opera della famiglia Maroni. Le cose
peggiorano per Falcone dopo che il suo magazzino pieno di contanti
viene trovato da Batman e Harvey Dent, che lo bruciano per mandare
un messaggio (in un momento che ricorda il Joker che brucia i
contanti ne Il cavaliere oscuro). Disperato e arrabbiato,
Falcone inizia ad assumere vari “mostri in costume”, come Joker,
Enigmista, Catwoman, Pinguino, Cappellaio Matto, Spaventapasseri,
Poison Ivy e Solomon Grundy, per affrontare Batman nel mese
successivo. Durante questo periodo, gli obiettivi di Holiday
passarono dai Falcones ai Maroni, compreso “Big Lou”, che fu ucciso
il giorno della festa del papà. Mentre Sal Maroni
inizialmente credeva che dietro i colpi ci fosse Falcone,
“Il Romano” lo convinse (attraverso la figlia Sofia) che avevano un
nemico comune in Harvey Dent, che lui credeva essere segretamente
l’assassino di Holiday.
Dopo che Maroni è stato portato in
carcere dalla polizia, viene convinto dalla sua amante, Sofia
Gigante, che dietro a tutto c’è Dent. Dopo che Falcone ha fatto in
modo che Maroni mettesse le mani su dell’acido, “Il Boss” ha
tentato di uccidere Harvey Dent durante il suo processo. Il
tentativo è riuscito solo a metà, perché Dent è sopravvissuto, ma
con cicatrici permanenti e la sua psiche distrutta. Non molto tempo
dopo, Maroni viene ucciso nella sua cella da Holiday, che si rivela
essere il figlio minore di Falcone, Alberto, che stava
semplicemente cercando di farsi un nome al di fuori dell’ombra di
Falcone. A causa del trauma fisico e psicologico, Harvey Dent
impazzisce e diventa il supercriminale Due Facce. Insieme agli
altri “mostri in costume”, Due Facce assaltò la casa di Falcone e
gli sparò direttamente in testa per vendicarsi di avergli rovinato
la vita. A causa di ciò, Sofia Gigante, anch’essa ferita gravemente
durante l’attacco, e suo fratello Mario lotteranno per prendere il
controllo della famiglia criminale Falcone, con i due figli
di Sal Maroni, Pino e Umberto, che giureranno fedeltà a
Sofia.
Dopo gli omicidi in vacanza,
gli imperi Falcone e Maroni si sgretolano
In seguito, i sequel di Long
Halloween, Batman: Dark Victory e
Catwoman:When In
Rome, si sarebbero svolti contemporaneamente,
incrociandosi verso la fine di ciascuno di essi. In questo caso,
Selina si reca in Italia per ottenere maggiori informazioni sulla
famiglia Falcone e sulla sua potenziale eredità e, dopo aver
trovato qualcosa su Sofia Gigante, consegna le informazioni a
Batman. Pur non avendo ancora una prova concreta di essere una
Falcone per nascita, continua a credere che sia vero. La
famiglia Falcone si rivoltò contro se stessa duranteDark Victory, che si concentrò molto
sulla transizione criminale di Gotham dal crimine organizzato ai
supercattivi impazziti. La maggior parte di questa storia ruota
attorno a Joker, Due Facce e altri membri della galleria delle
canaglie di Batman che lentamente abbattono la loro concorrenza con
la mafia, trascinando Gotham in un ulteriore caos. Nel frattempo,
un misterioso serial killer noto solo come “il
Boia” inizia a uccidere poliziotti e personale di
polizia corrotti di Gotham, per poi rivoltarsi anche contro la
famiglia Falcone.
Sebbene molti sospettassero che
dietro questi attacchi ci fosse Due Facce, lui negava
categoricamente, anche con tutte le prove a suo carico. Alla fine,
dopo aver ucciso suo fratello Alberto, affermando che non era un
“vero Falcone”, Sofia Gigante si rivelò essere l’assassino
del Boia prima che Due Facce uccidesse senza pietà sia lei che i
due figli di Maroni. Vale anche la pena notare che il
vecchio esecutore di Maroni, Tony Zucco, uccise Richard e Mary
Grayson, i genitori di Dick Grayson, durante questo periodo in un
colpo di mafia, che permise a Bruce Wayne di adottare Dick (e alla
fine di addestrarlo a diventare il primo Robin). In seguito
si scopre che Due Facce aveva rubato il corpo di Carmine Falcone
per provocare dissidi all’interno della famiglia e, naturalmente,
ci è riuscito. Dark Victorysi
conclude con Mario Falcone che brucia la tenuta di
famiglia, portando la famiglia Falcone al collasso. Dopo
anni di gestione della malavita di Gotham, i Falcone e i Maroni
sono finalmente finiti, e la galleria di furfanti di Batman è ora
la principale minaccia per Gotham. Altri criminali dal colletto
bianco come Pinguino e Maschera Nera avrebbero preso piede, ma
anche loro non avevano il tipo di influenza che questi gangster
italiani vantavano un tempo.
Naturalmente, questo ci riporta al
mondo di The Batman, che stabilisce che la Sofia Falcone
di Cristin Milioti è già stata scoperta come serial killer che ha
trascorso un periodo ad Arkham quando inizia The Penguin.
Sebbene la Sofia dei fumetti sia un po’ più strategica nel suo
piano per riprendere il controllo delle operazioni illegali della
sua famiglia, l’interpretazione di Milioti è un po’ più
sconsiderata, soprattutto dopo che Oz Cobb, alias il Pinguino
(Colin
Farrell), uccide suo fratello Alberto. Sembra che
The Penguin si stia
allontanando da alcuni punti generali della storia stabiliti per la
prima volta nella storia della DC Comics, ma in generale
sta facendo un buon lavoro nel mantenere le personalità dei più
importanti gangster Falcone e Maroni.
Nuova continuità, nuova
vita
Sofia Falcone – Cristin Milioti – The Penguin – Cortesia di
HBO
Anche se Carmine Falcone, Sal
Maroni e le loro rispettive famiglie criminali sono effettivamente
finite, questo non significa che non sarebbero tornate. Dopo che la
DC Comics ha riavviato la sua continuità fumettistica mainstream
con “The New 52” e successivamente con “DC Rebirth”, le famigerate
famiglie criminali sono riapparse in una veste più limitata, con
sia “The Roman” che “The Boss” ora vivi e vegeti. Carmine Falcone è
riapparso in Batman Eternal (una serie di
52 numeri che ha celebrato i 75 anni di Batman nel 2014-15) per
reclamare il suo impero criminale dopo che il commissario Jim
Gordon è stato falsamente incastrato per omicidio. Sembrava che
gran parte della sua storia da Anno Uno (compresa la
cicatrice che gli ha fatto Catwoman) fosse intatta, anche se in
questo caso il suo principale rivale per il potere a Gotham non era
Sal Maroni, ma Oswald Cobblepot, noto anche come il Pinguino. È
probabile che The Penguin(comeGothamprima di lui) stia prendendo ispirazione, dato che
Oz Cobb sta lottando per ottenere il controllo dell’operazione di
Falcone ora che “Il Romano” è stato ucciso dall’Enigmista (Paul
Dano) in The Batman.
Ma per quanto riguarda i fumetti,
alla fine il GCPD ha arrestato Falcone per i suoi crimini e lo ha
portato al penitenziario di Blackgate. Sal Maroni, invece, è
tornato nella continuità attuale solo in una breve apparizione
nella serie Nightwing, che rivela che suo
figlio C.J. (una nuova aggiunta alla famiglia Maroni) e Dick
Grayson erano in realtà amici d’infanzia. Anche se non è chiaro se
le famiglie criminali Falcone o Maroni torneranno a far parte a
tempo pieno dei libri di Batman, è ovvio che hanno lasciato un
segno nella storia di Batman. Questo rende il loro ruolo
nell’universo di The Batman di Matt
Reeves sempre più importante, e la loro complicata storia nei
fumetti contribuisce certamente al modo in cui li vediamo
soprattutto ne The Penguin. Ma se
possiamo imparare qualcosa dal loro ruolo nell’Universo DC, è che
i Falcones e i Maronis hanno i giorni contati. Con
Batman e altri “mostri in costume” come lui che iniziano ad
apparire in tutta Gotham, sembra più probabile che l’ascesa al
potere del Pinguino inauguri una nuova era per l’ universo
di Batman. Resta da vedere come il Crociato incappucciato
gestirà Oz, ma sappiamo che alla fine anche il suo impero
cadrà.
Lo snap di Thanos ha sterminato metà della
vita dell’universo, riducendo anche drasticamente
il numero di supereroi che proteggevano la Terra. Anche se gli eroi
sopravvissuti sono riusciti alla fine a sistemare le cose, hanno
dovuto pagare un prezzo terribile. Sia Vedova Nera
che Iron Man si sono sacrificati per sconfiggere
Thanos, mentre Steve Rogers ha deciso
di rivendicare una vita dal sapore alla “e vissero per sempre
felici e contenti” viaggiando indietro nel tempo per stare con la
sua amata Peggy Carter. Altri sembrano essersi
nascosti, tra cui Wanda Maximoff
diventata Scarlet Witch, mentre non ci sono state
notizie riguardo alla versione bianca di Visione.
Thor ha lasciato la Terra con i Guardiani
della Galassia, e anche Captain Marvel sembra essere
tornata tra le stelle.
I titoli di punta della Fase
4 come The Falcon and the Winter Soldier e
Hawkeye mostrano che alcuni eroi stanno ancora
lavorando per combattere il crimine e la malvagità, ma viene da
chiedersi chi ancora possa essere effettivamente
considerato Vendicatore. Ecco quindi tutti i
supereroi confermati della Fase 4 del MCU
che stanno ancora operando sulla Terra dopo Avengers: Endgame – dimostrando quanto sia
vulnerabile il pianeta in questo momento.
1Un team Marvel di Avengers tutto al
femminile
Ultimo ma assolutamente non meno importante,
c’è anche il potenziale per un team di Avengers tutto
al femminile da formare nella Fase 5 del MCU, forse la
A-Force dei fumetti Marvel che è stata in qualche
modo introdotta in Endgame. Data la presunta importanza di
Captain Marvel nel plasmare il futuro del
MCU, si potrebbe far largo una lunga lista di
eroine in grado di impostare la rotta per una squadra
di Vendicatori tutta al femminile: Captain
Marvel, Monica Rambeau, Shuri, Okoye, Mighty Thor di Jane Foster,
Lady Sif, Valchiria, She-Hulk, Yelena Belova, Gamora, Nebula,
Sersi, e Wasp, solo per nominarne alcune. Data questa
impressionante gamma di straordinarie eroine che il
MCU potrebbe includere, una squadra femminile di
Vendicatori è quasi un requisito imprescindibile per la Fase 5.
Il prologo del nuovo film
d’animazione in computer grafica
Transformers One (la nostra
recensione) rivela le origini di Cybertron, che nasce come un
essere interstellare senziente noto come Primus. In pratica,
Primus è il Transformer originale, che si è
trasformato nel pianeta ora chiamato Cybertron. Il prologo rivela
anche la prima generazione di Transformer creata da Primus:
i Tredici Primi Originali. I Tredici Primi Originali sono
una parte molto profonda della mitologia
dei Transformers
e sono saggiamente inclusi nel nuovo canone stabilito
dall‘eccezionale film d’animazione in computer grafica.
Tenendo conto di ciò, è ora di fare un’immersione profonda nelle
origini e nel concetto dei Tredici Primati Originali di
Cybertron.
I tredici primati originali
sono i progenitori di Cybertron
Transformers One – Cortesia di Eagle Pictures
I Primi Originali esistono come
archetipi della razza cybertroniana. Agiscono come
progenitori e robot apicali per vari aspetti del mito dei
Transformers: Micronus Prime è il primo Transformer
Mini-con o Micromaster; Onyx Prime è il primo Transformer bestia;
ecc. Nel film, vengono rivelati come i primi robot
trasformatori che Primus ha creato per insegnare, guidare e
proteggere le generazioni future. Ogni Cybertroniano che
porta il nome Prime sa che è più di un semplice titolo. I Prime
sono gli esseri senzienti più nobili, virtuosi e coraggiosi di
Cybertron.
Transformers One raffigura
i Tredici Prime originali come un nobile collettivo di
Cybertroniani. Erano guidati da Zeta Prime (James
Remar), che portava con sé la Matrice della Leadership, un
artefatto sacro. La trama di Transformers One è incentrata
sul giovane cybertroniano Orion Pax (Chris
Hemsworth), che non ha un ingranaggio di
trasformazione (T-cog) e cerca di scoprire dove si trova la Matrice
della Leadership perduta. Orion Pax desidera trovare la Matrice,
sperando che possa ripristinare le risorse in diminuzione
di Cybertron e fornire più opzioni ai civili non trasformati del
pianeta, che hanno poche opportunità e devono svolgere
lavori manuali debilitanti nelle miniere.
Tuttavia, in seguito si scopre che
Sentinel Prime (Jon
Hamm), ritenuto l’ultimo dei Primi, ha tradito i
Tredici Primi Originali con i Quintessons durante una guerra
avvenuta decenni prima. La Matrice della Leadership è
misteriosamente scomparsa quando Sentinel e i Quintessons hanno
teso un’imboscata e giustiziato i Primi, tranne Alpha Trion
(Laurence
Fishburne) che rivela la verità sul tradimento di
Sentinel Prime a Orion Pax e ai suoi compagni, che ora
devono diventare gli eroi di cui Cybertron ha bisogno per
riconquistare la libertà.
I tredici Prime originali si
sono evoluti concettualmente nel tempo
Il concetto dei Tredici Primati
Originali ha richiesto molti anni per evolversi nella
versione rappresentata inTransformers
One. Il concetto di un gruppo di Transformers
progenitori o Archetipi di Transformers ha fatto il suo debutto in
una storia intitolata “Covenant”, pubblicata nel materiale di
programmazione della convention di Transformers, BotCon,
nel 1999. Pubblicata dalla 3H Productions e scritta da
Simon Furman, uno degli autori della serie
originale di fumetti Transformers pubblicata dalla
Marvel Comics, “Covenant” introdusse il primo
concetto del gruppo originale di Transformers, tranne che per il
fatto che erano dodici robot che erano tra le prime creazioni di
Primus e che erano basati sui dodici segni zodiacali.
I dodici originali sono poi diventati i Tredici Originali nel
libro del 2004 Transformers:The Ultimate Guide, scritto sempre da
Furman durante l’era Dreamwave Productions della continuity dei
fumetti di Transformers. I Tredici Originali furono
rivelati come creazioni originali di Primus, costruite per
combattere Unicron, antico nemico di Primus e tiranno divoratore
di pianeti. I fumetti dell’Era Dreamwave Productions dei
Transformers hanno anche rivelato che uno dei Tredici
Originali è “Il Caduto”, un Cybertroniano che ha tradito i suoi
fratelli ed è stato corrotto da Unicron. In sostanza, è la
versioneTransformersdi
Lucifero. Negli anni successivi, al Caduto fu dato il nome
originale di Megatronus, diventando la base della fazione dei
Decepticon. Anche se il Caduto non compare in Transformers
One, il film d’animazione adatta parzialmente il legame di
Megatronus con Megatron e i Decepticon.
Il Caduto in “Transformers:La vendetta del caduto” è uno dei Primi originali
Una versione dei Primati Originali
è stata rappresentata nel film live-action del 2009,
Transformers:La
vendetta del caduto. Il film rivela che il
Caduto è il “maestro” e mentore di Megatron, uno dei Primi
Originali che aveva già visitato la Terra in tempi preistorici. Fu
esiliato dai suoi compagni dopo aver tentato di attivare lo Star
Harvester, che avrebbe distrutto la vita senziente sul pianeta,
cosa che gli altri Primati di Cybertron rifiutarono. Anche se nel
film non viene mai rivelato specificamente come Megatronus, il
Caduto è tradizionalmente il nome dato all’ex Megatronus Prime, o
semplicemente Megatronus, nella
storia dei Transformers, di solito a causa dei suoi
tentativi di tradire gli altri Prime o Primus o dell’esilio forzato
dal suo gruppo. Tuttavia, Transformers
One ha scelto di dare a Megatronus una
direzione diversa.
Transformers One cambia il
destino di Megatronus Prime
Un’immagine del film Transformers One.
In Transformers One,
Megatronus Prime è rimasto fedele alla sua causa e non ha
mai tradito i suoi alleati. Il film rivela che Sentinel
Prime è un falso Prime che ha rubato il titolo. Sentinel Prime era
un aiutante dei Tredici Prime Originali che ha tradito l’intero
gruppo quando erano in guerra con i Quintessons. I Tredici Primi
Originali, compreso Megatronus Prime, furono tutti giustiziati,
tranne Alpha Trion, che fu riportato in vita decenni dopo da Orion
Pax e dai suoi amici mentre erano alla ricerca della Matrice della
Leadership. Alpha Trion rivelò la verità sul tradimento di Sentinel
Prime, dimostrando che era stato Sentinel a sferrare il
colpo di grazia a Megatronus Prime, che D-16
(Brian Tyree Henry) rispettava e idolatrava come
suo eroe. Sentinel Prime ha tradito Cybertron, i Tredici Prime
Originali e la sua intera razza, concedendo ai Quintesson il
dominio su Cybertron e tutto l’Energon che desiderano in cambio del
potere e del dominio su Iacon (la capitale sotterranea di
Cybertron).
È interessante notare come
Transformers One abbia scelto di non far diventare
Megatronus Prime il Caduto, raffigurando invece Sentinel Prime come
il traditore dei Tredici Originali. Tuttavia, Sentinel non è mai
stato un Prime e non è un membro ufficiale dei Tredici Originali.
Se la storia di Transformers One continuerà con le
prossime puntate, potrebbe essere rivisitata l’idea di
Megatronus Prime che diventa il Caduto. Forse Megatronus potrebbe
subire un qualche tipo di resurrezione, con l’assistenza del nuovo
Megatron trasformato, e i due cercheranno di governare Cybertron
insieme.
Il futuro della serie
Transformers One
A causa delle azioni di Orion Pax
nei suoi tentativi di salvare Cybertron e di abbattere Sentinel
Prime, ma volendo mostrare pietà al cattivo, gli spiriti
collettivi dei Tredici Primi Originali concedono a Orion Pax la
sacra Matrice della Leadership e il nuovo titolo di Optimus
Prime, rendendo Optimus il più recente e ultimo dei
Primi. La Matrice ripristina le risorse di Energon di
Cybertron, ormai esaurite, e concede anche nuovi t-cog, che erano
stati crudelmente sottratti ai Transformer privi di t-cog da
Sentinel Prime. Inoltre, Optimus Prime chiama i suoi nuovi
seguaci Autobot per difendere Cybertron dai suoi nemici, i
Quintesson.
Purtroppo, D-16 ha ormai rifiutato
completamente i suoi legami e la sua amicizia con Optimus.
Utilizzando il volto di Megatronus Prime come emblema, D-16
forma una nuova fazione, i Decepticon, e assume il nome di
Megatron, ispirandosi al suo defunto eroe. Amareggiato e
arrabbiato per la rivelazione del tradimento di Sentinel Prime,
Megatron cerca ora di unire Cybertron sotto il suo dominio.
Transformers One pone le basi per la Grande Guerra
tra gli Autobot e i Decepticon della
leggendadei Transformers. Questo
finale può dare alla storia una serie di direzioni incredibili.
Speriamo che la nuova continuità stabilita da Transformers
One continui a svilupparsi con i futuri sequel.
Lo snap di Thanosha sterminato metà
della vita
dell’universo, riducendo anche
drasticamente il numero di supereroi che proteggevano la Terra.
Anche se gli eroi sopravvissuti sono riusciti alla fine a sistemare
le cose, hanno dovuto pagare un prezzo terribile.
Sia Vedova Nera che Iron
Man si sono sacrificati per sconfiggere Thanos, mentre Steve
Rogers ha deciso di rivendicare una vita dal sapore
alla “e vissero per sempre felici e contenti” viaggiando indietro
nel tempo per stare con la sua amata Peggy
Carter. Altri sembrano essersi nascosti, tra
cui Wanda
Maximoff diventata Scarlet
Witch, mentre non ci sono state notizie riguardo
alla versione bianca di
Visione. Thor ha lasciato la
Terra con i Guardiani della Galassia, e
anche Captain Marvel sembra essere tornata tra le
stelle.
I titoli di punta
della Fase 4 come The
Falcon and the Winter Soldier e Hawkeye
hanno mostrato che alcuni eroi stanno ancora lavorando per
combattere il crimine e la malvagità, ma viene da chiedersi
chi ancora possa essere effettivamente considerato
Vendicatore. Ecco quindi tutti i supereroi confermati
della Fase 4 del MCU che
stanno ancora operando sulla Terra dopo Avengers:
Endgame – dimostrando quanto sia vulnerabile il
pianeta in questo momento.
1Un team Marvel di Avengers tutto al
femminile
Ultimo ma assolutamente non meno importante,
c’è anche il potenziale per un team di Avengers
tutto al femminile da formare
nella Fase
5 del MCU, forse
la A-Force dei fumetti Marvel che è
stata in qualche modo introdotta in Endgame.
Data la presunta importanza di
Captain Marvel nel plasmare il futuro
del MCU, si
potrebbe far largo una lunga lista di eroine in grado di impostare
la rotta per una squadra di Vendicatori tutta al
femminile: Captain Marvel, Monica
Rambeau, Shuri, Okoye, Mighty Thor di Jane Foster, Lady Sif,
Valchiria, She-Hulk, Yelena Belova, Gamora, Nebula, Sersi, e
Wasp, solo per nominarne alcune. Data questa
impressionante gamma di straordinarie eroine che
il MCU potrebbe includere, una squadra
femminile di Vendicatori è quasi un requisito imprescindibile per
la Fase
5.
Si svolgerà presso lo stand A64
della fiera Più libri più liberi alle ore 19.00 di sabato 9
dicembre la sessione di firma copie di Chi si accontenta,
Goldrake!, la raccolta di aforismi di Andrea
Guglielmino. Con lui ci sarà anche Sudario
Brando.
Sabato 16 invece, alle ore 18.00,
presso la Libreria Mangiaparole in Via Manlio Capitolino 7/9, la
presentazione della stessa raccolta, alla presenza dell’autore, di
Valentina Pettinato, autrice della prefazione, e
Francesco Alò, autore della postfazione.
Una raccolta di aforismi scritti
dall’autore sulla bacheca di facebook sono raccolti, divisi per
sezioni, in un libro denso di modernità, attualità e cinema;
pieno di riflessioni che fanno ridere e
sorridere; colmo di saggezza e filosofia.
Chi si accontenta,
Goldrake! manifesta sin dal titolo la volontà di non essere un
trattato di Estetica o un ricettario vegano, ma non lo escluderei.
È un moderno libro di aforismi, o se vogliamo, del loro
corrispettivo nell’epoca del web 2.0: una raccolta di ‘status’
scritti dall’autore su facebook, del tutto casuali ed
estemporanei…
Dalla prefazione di
Valentina Pettinato
Insomma… se state leggendo
questa postfazione dopo tutti i post di Andrea, non potrete non
convenire con il sottoscritto che dietro tante cazzate si nasconde
l’orribile verità: Guglielmino ci dice tanto di lui attraverso
anche i più fantasiosi calembour.
Dalla postafazione di
Francesco Alò
L’autore
Andrea Guglielmino
(Roma, 1976), è scrittore, giornalista e illustratore per la satira
e per l’infanzia. Specializzato in cinema, lavora come redattore
presso CinecittàNews (Il daily online di Cinecittà). È direttore
editoriale del progetto umoristico ‘Vendicazzari Uniti!!!’, noto
inizialmente su facebook e recentemente concretizzatosi nel sito
www.vendicazzariuniti.com. E’ autore delle illustrazioni del libro
per bambini ‘Mastro Tasso e il suo cappello’, scritto da
Ilaria Mainardi ed edito da MdS nel 2014. Come saggista, ha
pubblicato il libro ‘Cannibali a confronto – L’uomo è ciò che
mangia’ (Memori, 2007). Il suo secondo saggio, ‘Antropocinema’,
edito da Golem Libri nel corso del 2015, ha vinto lo stesso anno il
Premio Domenico Meccoli ScriverediCinema Città di Assisi. Ha vinto
il primo premio della sezione racconto del concorso ‘Dipendenze’
(MdS Editore 2017) con il racconto ‘Maniaci seriali’, pubblicato
sull’antologia omonima.
Appuntamento con i libri a
Grosseto. Domenica 4 marzo alle 18.30 alla sede di
Kansassiti (via Porciatti, 10), associazione che si occupa di
attività culturali e che nel nome ricorda come
Luciano Bianciardi aveva definito il capoluogo
maremmano, è in programma la presentazione del libro
“Chi si accontenta, Goldrake!” di Andrea
Guglielmino, giornalista e critico cinematografico. Si
tratta di un libro di aforismi 2.0 in cui status da social network
diventano strumento di satira della quotidianità grazie
all’inventiva dell’autore. Ad introdurre l’autore sarà Federico
Raponi, noto per la trasmissione “Visionari” di Radio Onda
Rossa.
Il testo è edito da Edizioni
Progetto Cultura ed è disponibile in due varianti con le copertine
dei fumettisti Tuono Pettinato e Sudario
Brando. È una raccolta di frasi scelte dall’autore tra
dieci anni di riflessioni su Facebook, per lo più ironiche,
sarcastiche e satiriche ma anche in grado di far riflettere sul
momento storico che stiamo vivendo. Prefazione e post-fazione
portano la firma rispettivamente di Valentina
Pettinato e Francesco Alò, critici e
giornalisti cinematografici.
Apple TV+ ha svelato oggi il trailer e la data
d’uscita del documentario, “Chi sei, Charlie Brown?”, che sarà
disponibile in tutto il mondo venerdì 25 giugno, su
Apple TV+. Narrato da Lupita Nyong’o e ideato da Imagine
Documentaries, lo speciale documentario è prodotto da Brian Grazer
e Ron Howard e mostra interviste con amici, familiari, fumettisti e
i fan più famosi del fumetto, per comporre un commovente ritratto
del compianto creatore dei Peanuts, Charles M. Schulz.
Onorando il creatore dell'”uomo
qualunque”, Charles “Sparky” Schulz, “Chi sei, Charlie Brown?”
celebra il significato e la popolarità multi-generazionale del
fumetto, con la sua arte e design senza tempo, per delineare il
ritratto dell’uomo i cui personaggi avrebbero toccato la vita di
milioni di persone nel corso dei decenni, diventando amate icone
culturali. Ricco di interviste a Jean Schulz, la vedova di Charles
Schulz, insieme a Drew Barrymore, Al Roker, Kevin Smith,
Billie Jean King, Paul Feig, Ira Glass, Noah Schnapp, Miya Cech,
Keith L. Williams, Chip Kidd, Lynn Johnston, Robb
Armstrong e altri ancora, il documentario intreccia una
nuova storia animata che segue Charlie Brown alla scoperta di se
stesso.
Chi sei, Charlie
Brown? è prodotto da Brian Grazer, Ron Howard,
Sara Bernstein e Justin Wilkes di Imagine
Documentaries, Josh Scherba, Anne Loi e Stephanie Betts di
WildBrain, Craig Schulz e Paige Braddock di Peanuts e Michael
Bonfiglio, che scrive e dirige. Meredith Kaulfers di Imagine
Documentaries è co-produttrice esecutiva e Marcella Steingart è
produttrice e scrittrice. La musica originale è composta da Jeff
Morrow, compositore della nuova serie “The Snoopy Show”, “Snoopy in
Space” e “Peanuts in Space: Secrets of Apollo 10”.Chi sei,
Charlie Brown? si unirà ad altri titoli dei Peanuts, tra
cui “The Snoopy Show”, i classici speciali dei “Peanuts”, la serie
nominata ai Daytime Emmy “Snoopy in Space” e il vincitore del
Daytime Emmy Award “Peanuts in Space: Secrets of Apollo 10”,
anch’essi prodotti da Imagine Documentaries.
Offrendo una visione
multi-generazionale per i bambini dai 4 agli 11 anni e per i loro
caregiver, Apple
TV+ ospita serie originali di alcuni dei franchise più
affidabili di oggi nella programmazione per bambini e famiglie, tra
cui “Ghostwriter” e “Helpsters” di Sesame Workshop, vincitori del
Daytime Emmy Award; il prossimo reboot dell’amata serie classica
“Fraggle Rock” di The Jim Henson Company; “Doug Unplugs” di
DreamWorks Animation e “Stillwater” di Gaumont e Scholastic.
Apple TV+ è disponibile sull’app
Apple TV in oltre 100 paesi, su oltre 1 miliardo di schermi,
inclusi iPhone, iPad, Apple TV, iPod touch, Mac, specifiche smart
TV Samsung, LG, Sony e VIZIO, Amazon Fire TV e dispositivi Roku,
console PlayStation e Xbox e su tv.apple.com,
per € 4,99 al mese con una prova gratuita di sette giorni. Per un
periodo di tempo limitato, i clienti che acquistano un nuovo
iPhone, iPad, Apple TV, Mac o iPod touch possono usufruire
gratuitamente di un anno di Apple TV +. Questa offerta speciale è
valida per tre mesi dopo la prima attivazione del dispositivo.
È stato presentato in esclusiva il
nuovissimo trailer del film Searchlight Pictures Chi
Segna Vince. Diretto dal premio Oscar Taika Waititi (Jojo
Rabbit, Thor: Ragnarok), racconta la storia della
squadra di calcio delle Samoa Americane, che ha subito la peggiore
sconfitta nella storia della Coppa del Mondo perdendo 31 a 0 contro
l’Australia nel 2001. Con l’avvicinarsi delle qualificazioni per la
Coppa del Mondo 2014, la squadra ingaggia un allenatore sfortunato
e anticonformista (Michael
Fassbender) per aiutarla a risollevarne le sorti.
Il cast del film include anche
Frankie Adams,
Elisabeth Moss, David Fane, Beulah Koale, Lehi
Falepapalangi, Semu Filipo, Uli Latukefu, Rachel House e Kaimana.
Chi Segna Vince è prodotto da Waititi insieme a
Jonathan Cavendish e Garrett Basch, mentre Andy Serkis, Will
Tennant e Kathryn Dean sono i produttori esecutivi. Tra i
produttori aggiuntivi figurano Mike Brett e Steve Jamison, che ha
diretto il documentario del 2014 da cui è tratto il film. Chi
Segna Vince arriverà prossimamente nelle
sale italiane.
Quella di Chi
segna vince è la storia di due isole. La prima è
quella delle Samoa Americane, mentre la seconda è
un uomo, Thomas Rongen.
Ma come ci insegna la poesia di John Donne:
“nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni
uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”. Ecco
allora che con il suo nuovo film da regista Taika Waititi si impegna a portare avanti
questo concetto, dimostrandoci come quelli che sembrano
inizialmente essere due mondi troppo distanti, chiusi in sé stessi
e incapaci di affrontare tanto il passato quanto il presente e il
futuro, sono invece una cosa sola e che dal loro rapporto può avere
inizio il giusto percorso di guarigione.
Riposto dunque il Mjöllnir dopo la
non felice esperienza di
Thor: Love and Thunder, il regista neozelandese si
concentra sul dar vita ad un film più piccolo, senza particolari
pretese, un feel good movie che ci ricorda l’importanza di
rimanere uniti davanti alle avversità, abbracciando il proprio
passato e dando vita ad un secondo tempo della propria vita che
possa essere migliore del primo. Per farlo Waititi riporta dunque
sul grande schermo la storia di quella che era considerata la
peggior nazionale del mondo, le Samoa Amicane, che guidate dal
coach Thomas Rongen, intraprendono un complesso
percorso per le qualificazioni al campionato mondiale di calcio
2014. Un storia già raccontata dal documentario di quello stesso
anno, Next Goal Wins.
Michael Fassbender in una scena di Chi segna vince.
La trama di Chi segna
vince: imparare a perdere, ma insieme
La nazionale di calcio delle Samoa
Americane è tristemente nota a causa della brutale sconfitta di 31
a 0 subita nel 2001. Dieci anni dopo quel risultato nero, mentre si
avvicinano le qualificazioni alla Coppa del Mondo, la squadra
ingaggia il rabbioso e anticonformista allenatore Thomas
Rongen (Michael
Fassbender) sperando che possa riuscire a cambiare le
loro sorti. I primi tentativi di allenare la sua nuova squadra non
fanno però che far infuriare ulteriormente Rongen, da tempo
distaccato e in collera con il mondo e con sé stesso per un trauma
del proprio passato che non riesce ad accettare. Più trascorre del
tempo sull’isola, però, più imparerà ad adeguarsi ai suoi ritmi,
alle sue tradizioni, trovando infine il modo di sintonizzarsi con
la squadra e portarla a nuovi traguardi.
Scontro tra culture diverse
Thomas Rongen e le Samoa Americane
sono dunque due isole completamente differenti. Il primo, olandese,
è glaciale, rigido, nervoso, incline al mandar giù diversi tipi di
alcolici senza porsi problemi nel mischiarli. Le Samoa Americane,
invece, sono un arcipelago pacifico, tranquillo, dove tutti guidano
senza mai superare i 30 chilometri orari, dove la fluidità di
genere è diffusa e ben accetta e dove l’ora della preghiera è
sacra, imponendo il totale blocco delle attività. Tra gag, battute
o situazioni per il protagonista insostenibili, tutto continua a
ribadire l’apparente impossibilità di un dialogo tra queste due
parti. Waititi si diverte dunque a sottolineare, con la sua solita
ironia, queste differenze e il loro scontrarsi, facendone il vero
cuore del film.
Chi segna vince si
svela dunque a poco a poco essere più lo studio dell’interiorità di
un uomo e di una squadra, entrambi a dei punti critici delle
rispettive esistenze, che non la riproposizione fedele di quanto
avvenuto nella realtà. Ciò non significa che Waititi si
prenda delle forti libertà rispetto alla storia di Rongen e del suo
team, ma che scelga di far emergere quello che si evince egli
ritiene essere il vero valore da trasmettere di questa vicenda:
l’importanza del gioco di squadra, tanto in campo come nella vita.
Ecco allora che allenamento dopo allenamento, quelle differenze si
vengono ad appianare, permettendo alle due isole di scoprirsi parte
di uno stesso continente.
Kaimana e Michael Fassbender in una scena di Chi segna
vince.
Tatto, umanità e umorismo sono le
parole chiave di Chi segna vince
Mentre le due isole si legano l’una
all’altra, emerge sempre di più la bravura generale del cast di
attori che compone la squadra di calcio, capitanata da un Michael Fassbender che tra questo film e
The Killer sembra dunque confermare di essere tornato
in buona forma dopo una serie di ruoli non propriamente riusciti.
Accanto a lui spicca però in particolare l’esordiente
Kaimana, nel ruolo di Jaiyah
Saelua – nota per essere nella realtà la prima calciatrice
transessuale della storia a fare parte di una nazionale di calcio.
È lei a rubare in più occasioni la scena, merito tanto della sua
naturalezza nell’interpretare questo ruolo quanto di certe
accortezze di scrittura da parte di Waititi e del co-sceneggiatore
IainMorris nei confronti del
personaggio, affrontato con tatto e umanità.
Tatto e umanità, ma anche leggerezza
e umorismo, sono poi le parole chiave dell’intero film, che si
rivela così essere, per tipologia e dimensione, il racconto adatto
ad un regista come Waititi, abile nel confezionare le emozioni
senza trascurare il divertimento. Certo, proprio alla luce di ciò
fa un po’ storcere il naso che il climax si alterni tra immagini di
quanto avvenuto e loro descrizione successiva, una scelta narrativa
che pone un freno all’emozione che il vedere direttamente la
conclusione della partita di calcio avrebbe potuto generare. Ma nel
suo complesso Chi segna vince riesce a portare fino in
fondo il messaggio voluto da Waititi, infondendo nello spettatore
quel buon umore che è sempre bello avvertire mentre si esce dalla
sala a film concluso.
Il nuovo film di Taika Waititi, Chi
segna vince (qui
la recensione) è dall’11 gennaio al cinema. Interpretato da
Michael Fassbender, questo racconta la storia
di quella che è considerata “la peggior nazionale di calcio al
mondo”, quella delle Samoa Americane, che nel 2011
tentò però di scrollarsi di dosso questa nomea cercando di
qualificarsi al campionato mondiale di calcio 2014, supportata
dalla presenza del nuovo allenatore Thomas Rongen.
Una vicenda questa già narrata nel documentario del 2014 Next
Goal Wins (che è anche il titolo originale del film di
Waititi). Con questa sua versione live action, però, il regista di
Jojo
Rabbit e Thor:
Ragnarok si discosta quel tanto che basta dalla storia
vera per concentrarsi su determinate dinamiche e tematiche di
questa stupefacende vicenda di outsiders in cerca di rivalsa. Ma
qual è dunque la vera storia dietro il film?
La vera storia dietro Chi segna
vince
La tragedia della nazionale delle
Samoa Americane
Iniziamo dalle vicende che hanno
portato la nazionale delle Samoa Americane al guadagnarsi la nomea
di “peggio nazionale di calcio al mondo”. Da quando nel 1994 è
diventata membro della FIFA, ha giocato un totale di 30 partite,
perdendole tutte. La peggiore, però, è la storica sconfitta subita
l’11 aprile 2001 per mano dell’Australia durante le qualificazioni
per la Coppa del Mondo 2002. In quell’occasione le Samoa Americane
persero 31 a 0. Anche se può sembrare un risultato
umiliante, il solo fatto che la squadra delle Samoa Americane sia
riuscita a giocare quella partita è stata già una vittoria. La
squadra era infatta stata praticamente sabotata dalla FIFA e
mancava di molte delle caratteristiche di una squadra
professionistica.
La FIFA aveva infatti richiesto i
passaporti statunitensi ai giocatori samoani, squalificando così 19
dei 20 membri della squadra in quanto sprovvisti di tale documento.
Solo il portiere Nicky Salapu ha avuto la
possibilità di partecipare. È stata a quel punto messa insieme in
fretta e furia una nuova squadra con un’età media di 19 anni. Due
dei giocatori avevano, ad esempio, solo 15 anni. Il manager
Tony Langkilde ha poi dichiarato che molti dei
giocatori non erano abituati a giocare per tutti i 90 minuti di una
partita professionistica, e c’era chi non aveva le scarpe adatte
all’occasione. In realtà, i giocatori non erano nemmeno
professionisti al 100%: la maggior parte di loro aveva un lavoro
giornaliero, come mostrato nel film di Waititi.
La prima calciatrice transessuale
della storia
Ma non è solo per l’enorme sconfitta
che la squadra di calcio delle Samoa americane è entrata nella
storia. La squadra è stata anche la prima a includere un
giocatore di calcio transgender, almeno nei campionati
professionistici: Jayah Saelua, identificatasi
come fa’afafine, nomenclatura samoana che indica un terzo genere.
Assegnati al sesso maschile alla nascita, i fa’afafine incarnano
allo stesso tempo i ruoli tradizionalmente attribuiti a un genere o
all’altro in una visione binaria del mondo. Alcuni vivono la loro
vita come donne, mentre altri scelgono di vivere come uomini, ma
adottano alcuni particolari attributi solitamente ritenuti
femminili.
Tuttavia, Saelua ha trascorso gran
parte del suo tempo in squadra seduta in panchina. “Ho letto da
qualche parte che è stato un record quando sono stata convocata in
nazionale”, ha raccontato a James Montague, autore del libro
sulla storia del calcio Thirty-One Nil. “Ero riserva
per tutto il torneo e dovevo uscire prima perché ero ancora al
liceo, ma l’allenatore mi ha lanciato dentro per 10 minuti“.
In Chi segna vince, Selua è interpretata dall’interprete
non-binary Kaimana. Nel film, però, si mostra
un’iniziale diffidenza dell’allenatore Rongen nei confronti di
Jayah, cosa che non si è mai verificata nella realtà, con il vero
Rongen che ha sempre accettato l’identità della giocatrice.
L’arrivo di Thomas Rongen
Dieci anni dopo quell’incredibile
batosta, la nazionale era ancora alla ricerca di una guida che
potesse aiutarli a migliorare. Ed è a questo punto che entra in
scena Thomas Rongen. Nato ad Amsterdam, Rongen si
è trasferito negli Stati Uniti nel 1979 per giocare con gli ormai
estinti Los Angeles Aztecs. Nel 2011, aveva appena
fallito nel portare la squadra americana Under-20 ai Mondiali di
calcio del 2011, quando ricevette una strana offerta di lavoro:
allenare la squadra di calcio samoana. La parte più bizzarra
dell’offerta era che aveva solo tre settimane per prepararli alle
qualificazioni per i Mondiali del 2014. “Ho assistito ad alcune
partite del torneo dei Giochi del Pacifico e nessuno riusciva a
giocare per 90 minuti“, raccontò l’allenatore al sito sportivo
The Athletic.
Rongen veniva però da un periodo
della sua vita molto difficile. Nel febbraio 2004, la figliastra
19enne di Rongen, Nicole Megaloudis, è deceduta in un incidente
stradale. Nicole era una giocatrice di calcio della Virginia
Commonwealth University (VCU), dove era una matricola. Secondo il
Washington Post, la Polizia di Stato della Virginia ha dichiarato
che l’incidente è stato dovuto alla perdita di controllo dell’auto.
Il film cambia però la cronologia dell’incidente, spostandolo al
2009, ovvero poco prima che Rongen vada ad allenare le Samoa
Americane. Come mostrato in Chi segna vince, Rongen ha
però effettivamente indossato il cappellino da baseball della
figliastra durante la vittoria delle Samoa Americane su Tonga.
Il film si prende poi diverse
libertà rispetto al rapporto di Rongen con sua moglie Gail. Nella
realtà, i due non sono separati come mostra il film e lei non
lavora per la Federazione calcistica statunitense. Inoltre, il
personaggio interpretato di Will Arnett,
presidente della Federazione Alex Magnussen e nuovo compagno di
Gail, è fittizio. Thomas e Gail sono ancora sposati e lei lo ha
sostenuto per tutto il tempo della sua permanenza alle Samoa
Americane. Rongen, inoltre, non ha accettato di allenare la squadra
in quanto era la sua unica opportunità lavorativa in quel momento,
bensì perché era attratto dalla sfida che tale compito
rappresentava. È però vero che fu l’unico coach a rispondere
all’appello della nazionale.
La vittoria contro la nazionale
Tonga
Rongen ha dunque iniziato ad
allenare la squadra, pur avendo solo 3 settimane di tempo prima
della partita per le qualificazioni ai campionati. L’allenatore ha
dunque puntato sull’irrobustire le capacità fisiche della squadra,
ma soprattutto di rafforzare la loro mente e il loro gioco di
squadra. Insieme, hanno ottenuto la seconda vittoria di sempre per
la nazionale (e non la prima come si dice nel film), sconfiggendo
Tonga 2-1 il 23 novembre 2011, nel primo turno delle qualificazioni
alla Coppa del Mondo FIFA 2014. La vittoria ha così posto fine a
una striscia di 38 sconfitte consecutive ed è stata la prima
vittoria della squadra in 20 anni. La vittoria è stata però seguita
da un pareggio per 1-1 contro le Isole Cook e da una sconfitta
all’ultimo minuto contro le vicine Samoa.
Nonostante non siano riusciti ad
avanzare al turno successivo e non abbiano avuto successo nella
loro campagna per guadagnarsi un posto nei playoff della Coppa (uno
sforzo che non viene messo a fuoco nel film), il loro senso di
vittoria è derivato non solo dal fatto di aver battuto Tonga, ma
anche dal fatto di non essersi mai più trovati all’ultimo posto.
Con Rongen al timone, la squadra è infatti salita al 173° posto
della classifica mondiale della FIFA (oggi sono al 188°). Rongen,
però, è stato alla guida della squadra per il solo 2011,
intraprendendo poi altri percorsi lavorativi, fino al diventare un
commentatore sportivo. Jayah ha invece portato avanti la propria
carriera di calciatrice ed è oggi un’ambasciatrice per
l’uguaglianza e gli atleti LGBT.
Anche se si assicura al pubblico
che il sequel del fortunato Sherlock Holmes di Guy Ritchie arriverà
al cinema a fine 2011, non si conosce ancora il volto del villain
Dott. Moriarty, che già nel primo film mostra….un braccio.
Il sequel di The Amazing Spiderman
comincerà la sua fasevera e propria di produzione a febbraio.
Mentre la maggior parte dle cast principale è già stata scelta, si
comincia a speculare su quale sarà la trama e su quale dei
personaggi principali morirà.
Diciamo a quelli che non conoscono
il fumetto di fare attenzione, perchè potrebbero seguire
SPOILER.
Stando a quanto dicono fonti vicine
alla produzione, la London Extras è stata chiamata in causa per
fornire delle comparse per una scena di un funerale da girare il 14
febbraio. Non si sa ancora di chi sarà il funerale in questione,
qualcuno pensa si possa trattare del funerale di Gwen Stacy (Emma
Stone), altri invece pensano a quello dello zio Ben, dal momento
che Martin Sheen ha confermato da poco la sua presenza nel film in
forma di flashback. La stessa agenzia ha riferito che per il film
serviranno anche un gruppo di persone per impersonare scienziati,
ma non si sa nulla in merito, solo che le riprese di questa scena
verranno effettuate tra marzo e luglio.
Prossimo all’uscita nelle sale
giovedì 28 settembre, Chi m’ha visto è una
scoppiettante commedia italiana che promette di fare il boom al
botteghino. Il soggetto prende spunto da uno scorcio di vita reale:
la carriera mai decollata di un musicista/ turnista (colui che
segue i cantanti nelle loro turnée), destinato a rimanere dietro le
quinte nonostante la propria bravura. Martino Piccione
(Giuseppe Fiorello) è un chitarrista di mezza età
in piena crisi esistenziale. Deciso a dare una svolta alla sua
vita, finge la propria tragica sparizione grazie all’aiuto
dell’amico fidato Peppino (Pierfrancesco
Favino), rintanandosi nelle Murge vicino a Ginosa, suo
paese natio. La scomparsa del cantante darà nuova linfa al
piccolo paesino pugliese, mobilitando turismo e mass media.
Prodotto dalla IBLAFILM di
Giuseppe Fiorello, la sceneggiatura è stata
scritta a sei mani dallo stesso attore, da Paolo Logli e dal
regista Alessandro Pondi. Pondi è qui alla sua prima direzione su
grande schermo, avendo alle spalle per lo più una carriera di
scrittore in opere televisive e cinepanettoni cinematografici. La
regia quindi non spicca particolarmente, ma rimane fedele ai
personaggi seguendoli da vicino e mantenendosi neutrale.
Chi m’ha visto, il film
Quello che rende
Chi m’ha visto un’opera riuscita è la scrittura
evidentemente ben ponderata, dove i tempi comici si incastrano
perfettamente di scena in scena, e i dialoghi rimangono sempre
incalzanti senza creare vuoti che facciano scemare l’animo dello
spettatore. Commedia divertente e mai stucchevole, che sa quando
fermarsi per non scadere nell’eccesso, il film di Pondi ha il suo
fiore all’occhiello nella performance di Favino, piuttosto che
del protagonista. Peppino/Favino
è una spalla essenziale sul quale si poggiano i vari snodi
della trama: è lui che denuncia la comparsa dell’amico; lui
presenta Sally (Mariela Garriga) a Martino; ed è
sempre lui che più di tutti beneficerà della latitanza del
musicista.
Autodefinitasi “commedia rock”, in
realtà Chi m’ha visto è una classica commedia
vecchio stampo, soprattutto quando assistiamo agli irresistibili
momenti Fiorello –
Favino, che sconfina nel trash dal sapore
squisitamente italiano senza però mai esagerare (se non nella clip
che accompagna i titoli di coda, non necessaria e che sa troppo di
captatio benevolentie nei confronti della De Filippi e
della tv spazzatura). Di rock, e di musica in generale, vi è molto
poco, se si esclude la sequela di cameo di cantanti che
chiedono a gran voce il ritorno del protagonista svanito nel
nulla. Il ruolo di musicista del protagonista non è altro che una
metafora dell’uomo medio, in costante bilico sul palcoscenico
della vita, che sgomita per apparire ma non sempre (anzi quasi mai)
ci riesce.
Martino/Fiorello è un Fu Mattia Pascal che
cerca una nuova vita, scoprendo poi, ça va sans dire, che questa è
imprevedibile e che il finale – seppur dolce/amaro – è la cosa
migliore per tutti.
È stato diffuso il primo trailer di
Chi m’ha visto, il nuovo film con protagonisti
Pierfrancesco Favino e
Giuseppe Fiorello, diretto da Alessandro
Pondi. Il film arriva in sala il 28 settembre.
“Chi m’ha visto”,
che si ispira con assoluta modestia al gusto della commedia
all’italiana degli anni ’60 dei Maestri Mario Monicelli, Dino Risi
e Luigi Comencini, racconta la storia rocambolesca, comica e
grottesca di Martino Piccione, un bravissimo
chitarrista che collabora con i più grandi divi della musica
leggera italiana, solo che nessuno se n’è accorto, perché lui è
quello che sul palco sta dietro e i riflettori sono tutti puntati
sul cantante famoso. D’altra parte il mondo dello spettacolo è
così: non conta quanto vali, conta quanto appari. E tutte le volte
che Martino ritorna a casa nel suo paesino in Puglia, deve subire
le ironie dei suoi concittadini che lo sfottono per la sua
ossessione di diventare un musicista famoso. E allora, con l’aiuto
del suo migliore amico Peppino, un “cowboy di paese” con pochi
grilli per la testa, decide di mettere in atto un piano strampalato
pur di attirare l’attenzione su di sé, e organizza la propria
sparizione. Ma questo gesto estremo porterà a conseguenze davvero
inaspettate…
Ambientata nella Puglia dei nostri
giorni ed ispirata ad una storia vera, la pellicola riflette
all’interno di un contesto allegro e spensierato l’ amara realtà in
cui viviamo: spesso in nome di una esagerata ed effimera apparenza,
dimentichiamo la sostanza delle cose.
Il film vede protagonisti anche
Mariela Garriga, Dino Abbrescia e la partecipazione di
Sabrina Impacciatore, insieme a quella di tantissimi altri
ospiti sorprendenti, eccezionalmente in prestito al cinema per
l’occasione.
Prodotta da Iblafilm,
R.O.S.A Production, Rodeo Drive con RAI CINEMA e distribuito
da 01 Distribution, la pellicola è stata realizzata
con il sostegno della Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema
e l’audiovisivo e anche il contributo della Regione Puglia e
dell’Apulia Film Commission.
“Chi m’ha visto” rappresenta il
debutto alla regia di Alessandro Pondi, scrittore e sceneggiatore
che per il cinema ha firmato sia pellicole d’autore come “K il
bandito” di Martin Donovan, “Litium Cospiracy” di Davide Marengo,
“Mio papà” di Giulio Base, che commedie sentimentali come “Poli
Opposti” e film campione di incassi come “Natale a Beverly Hills” e
“Natale in Sud Africa”.
La MGM sembra interessata a
aportare avanti il progetto, nato un po’ per gioco, di un remake
del film del 1987 diretto da Paul Verhoeven, Robocop, divenuto
ormai un classico. Si era parlato addirittura di nomi per la regia,
trai quali quello di Darren Aronofski.
Con un
nuovo trailer appena uscito, il desiderio di sapere il più
possibile sull’attesissimo film biografico Oppenheimer
è sempre più difficile da appagare. L’epopea diretta da
Christopher Nolan sarà uno dei film estivi più
attesi e discussi (soprattutto perché uscirà lo stesso giorno di un
altro dei titoli più attesi dell’anno, Barbie). Il
film descriverà in dettaglio gli eventi che circondano J.
Robert Oppenheimer e lo sviluppo della prima bomba
atomica che sarebbe stata usata contro il Giappone per porre fine
alla seconda guerra mondiale. La pellicola presenterà un
ensemble di prim’ordine che includerà
Cillian Murphy nei panni dello scienziato
titolare incaricato del non invidiabile lavoro di scatenare il
potere dell’atomo sull’umanità a Hiroshima.
Tra i tanti attori di talento che
recitano al fianco di Murphy c’è Robert Downey
Jr. nel ruolo di Lewis
Strauss. Non si sa molto su Strauss come anche su altri
grandi protagonisti della storia come lo stesso Oppenheimer e il
generale Leslie Groves che hanno puntato tutto sullo sviluppo
militare di quest’arma e che saranno interpretati tra gli altri
anche da Matt Damon. Sembra essere il casting
perfetto in quanto Downey ha tutta la versatilità per interpretare
il dinamico motore e agitatore dell’eredità ebraica che ha
indossato molte vesti e altrettanti ruoli tra cui quello di
ufficiale di marina, finanziere, industriale e filantropo che alla
fine ha trovato la sua strada nel dirigere l’Atomic Energy
Commission e la cerchia ristretta del famigerato Progetto
Manhattan.
1Strauss vedeva Oppenheimer come una
minaccia per gli Stati Uniti
Secondo il National Museum of Nuclear Science
& History, dopo essersi scontrati con la ricerca e lo sviluppo
della bomba all’idrogeno, Strauss e Oppenheimer sono diventati
nemici politici. Oppenheimer non vedeva la necessità di creare
un’arma così letale e pensava che la prospettiva del suo potere
distruttivo fosse disumana, ma Strauss credeva che non farlo
avrebbe rappresentato una certa minaccia alla sicurezza nazionale
dell’Unione Sovietica e di altri paesi che già lavoravano per
realizzare il bomba. Strauss arrivò persino a fare appello
all’allora presidente Dwight D. Eisenhower affermando che
“non avrebbe potuto svolgere il lavoro all’AEC se Oppenheimer fosse
stato collegato in qualche modo al programma”. I due avrebbero
continuato a litigare sull’energia atomica negli anni avvenire dopo
il Progetto Manhattan e il dispiegamento delle bombe sul Giappone
all’inizio di agosto 1945. Diversi anni dopo aver sganciato le
uniche bombe all’idrogeno mai usate sui civili, il governo ha
privato Oppenheimer del suo nulla osta di sicurezza per presunti
legami comunisti da parte del Consiglio per la sicurezza del
personale della Commissione per l’energia atomica. Il comitato
che ha ritirato le sue credenziali è stato presieduto dallo stesso
Strauss in una serie di udienze molto pubbliche e controverse che
lo hanno portato a essere considerato da molti una figura
antipatica. Successivamente, quando
la sua nomina a Segretario al Commercio degli Stati Uniti arrivò al
Congresso, non passò al Senato nel giugno 1959.
Quello che sarà in grado di apportare al
personaggio Robert Downey Jr resta da vedere e non
possiamo far altro che aspettare il 21 luglio (23 agosto in
Italia). Detto questo, guardando indietro alla sua lunga e
variegata carriera, siamo certi che Robert Downey Jr aggiungerà un tocco in
più alla rappresentazione di uno dei protagonisti meno annunciati
ma più importanti nello sviluppo della bomba atomica. Lo ha fatto
in passato interpretando personaggi della vita reale come Roger
Avery in Zodiac di David
Fincher e la sua interpretazione nominata all’Oscar
di Charlie
Chaplin in Chaplin.
Disponibile su Disney+, Chi ha incastrato
Roger Rabbit? è uno di quei titoli culto che, con il
passare degli anni, non sono invecchiati di un giorno. E se questo
è vero per molti film contemporanei al capolavoro di Robert
Zemeckis, vale ancora oggi per un film in cui lo sforzo
tecnico per rendere su pellicola la coesistenza di cartoni animati
e elementi reali in carne ed ossa è ancora credibile.
Gli effetti speciali del film, e
anche molti elementi al suo interno, come la conturbante Jessica
Rabbit, hanno fatto la storia del cinema e della cultura popolare,
ma di seguito, ecco alcuni segreti, storie e curiosità sul
Chi ha incastrato Roger Rabbit?, disponibile su
Disney+.
1Ha vinto diversi premi
Oscar
Chi
ha incastrato Roger Rabbit è un film prezioso in quanto la trama è
divertente ed accattivante, e mesi di duro lavoro di quasi 800
persone hanno permesso la realizzazione di uno dei film più amati
degli anni ’80, ancora oggi. Questo duro lavoro non è passato
inosservato.
Nel
1989, Chi ha incastrato Roger Rabbit? ha
portato a casa 4 premi Oscar per il miglior montaggio
cinematografico, i migliori effetti speciali, montaggio sonoro.
Insieme a questi premi, l’animatore di Roger Rabbit, Richard
Williams, ha vinto lo Special Achievement Award. I fan possono
essere tutti d’accordo sul fatto che questi prestigiosi premi
cinematografici siano stati meritati dalla talentuosa e laboriosa
troupe del film!
Chiunque questa sera non avesse
voglia di uscire e decidesse di rimanere a casa a poltrire, beh,
non avrebbe potuto scegliere serata migliore. In programmazione, in
seconda serata a partire dalle 23.15 la rete ammiraglia ci offre
nientemeno che Chi ha incastrato Roger
Rabbit?, film in tecnica mista che ha incantato e
ammaliato milioni di spettatori, e prima ancora ha sovvertito per
sempre le regole tecnologiche del cinema.
Chi ha incastrato Roger
Rabbit è classe 1988 ed è diretto da Robert
Zemeckis, che con i suoi ultimi lavori (con l’eccezione di
Flight i suoi ultimi film sono stati
realizzati tutti in mocap: Polar Express, La Leggenda
di Beowulf e A Christmas Carol) ha dimostrato di
avere ancora tanta voglia di sperimentare. A produrre la
Amblin Entertainment dell’amico e collega
Steven Spielberg insieme alla
Touchstone Pictures.
Chi ha incastrato Roger Rabbit
considerato dal New York Times trai 100 milgiori di sempre, è
ispirato da un romanzo di Gary Wolf, che ha in
effetti ideato i protagonisti, anche se il film presenta molte
differenze e la storia è molto più cupa.
In Chi ha incastrato Roger
Rabbit sono presenti un’infinità di personaggi
Disney, Warner e di altre major, tutti prestati al delirante
disegno della mente di Zemeckis. Oltre ai
protagonisti Roger e Jessica Rabbit, ricordiamo gli straordinari
attori in carne ed ossa, che si sono cimentati, nella recitazione,
a reagire con … nulla! In particolare il detective, un po’
antieroe, Bob Hoskins, e il temibile giudice
Christopher Lloyd.
Ecco alcune curiosità sul film:
In una primissima versione dello script, Roger Rabbit veniva
ucciso nella sparatoria durante il duello finale tra Valiant e il
Giudice Morton. Sting scrisse la canzone “The Lazarus Heart” per il
finale musicale originale del film, ma quando Disney chiese di
togliere la scena della morte, la canzone venne eliminata dallo
script, finendo per uscire nell’album Nothing Like the Sun.
Sempre in una delle prime versioni dello script, si scopriva
che il Giudice Morton aveva ucciso la madre di Bambi. La Disney
chiese di rimuovere questa scena.
I tre ingredienti della salamoia (acetone, trementina e
benzina) sono tutti diluenti utilizzati per eliminare le animazioni
dagli acetati.
Nonostante gli sforzi, Zemeckis e i produttori
Steven Spielberg, Kathleen Kennedy e Frank
Marshall non riuscirono a ottenere i permessi per inserire
personaggi come Braccio di Ferro, Tom & Jerry, Casper.
Tim Curry
partecipò all’audizione per interpretare il Giudice Morton.
Robert Zemeckis, Steven Spielberg, Jeffrey
Katzenberg e Michael Eisner la trovarono
così terrificante che Curry non passò il provino. La parte andò a
Christopher Lloyd. Per il ruolo di Eddie Valiant,
invece, Zemeckis e Spielberg fecero di tutto per contattare
Bill Murray, ma non vi riuscì e così coinvolse il
pur ottimo Bob Hoskins. Quando Murray lo seppe si
disse profondamente dispiaciuto di aver perso l’opportunità di
partecipare al film.
Dopo Star
Trek e Star
Wars anche Chi ha incastrato Roger
Rabbit?J.J. Abrams sembra davvero
inarrestabile, ma la sua fortuna, le giuste amicizie e l’indubbio
talento ne hanno fatto a tutti gli effetti uno degli uomini più
poteti e quotati a Hollywood.
Durante la promozione di
10 Cloverfield Lane, sequel di
Cloverfield a cui Abrams ha partecipato
in veste di produttore, il regista ha dichairato: “Quando avevo
16 anni Kathleen Kennedy chiamò Matt Reeves (Apes Revolution)
e me per chiederci se volevamo riparare questi film in 8mm
che Steven [Spielberg] aveva realizzato da ragazzo. Questo
accadde perché eravamo ad un festival del cinema e lei aveva letto
di noi sul Los Angeles Times. Così, naturalmente, ci siamo messi al
lavoro. Anni dopo ho avuto modo di incontrate Steven. Andai ad un
incontro, che in realtà si rivelò essere una riunione per il sequel
di Roger Rabbit. In realtà ho ancora degli storyboard per un corto
su Roger Rabbit. Onestamente però non abbiamo mai avuto modo di
svilupparlo concretamente. Scrivemmo uno script preliminare, ma poi
non se ne fece più nulla. Accadde molto tempo fa. Zemeckis
probabilmente avrebbe prodotto il film. Era il 1989 (…) Parlammo di
un film, anche se loro avevano un idea per un cortometraggio. Mi
ricordo che andai dagli animatori – non avevo mai assistito a
questo processo prima di allora. C’erano 3 grandi pannelli e un
tipo con un bastone che indicava gli storyboard pronunciando le
battute di ogni fotogramma. Uno che ha dimestichezza con
l’animazione avrebbe pensato “Sì, è questo quello che fanno”, ma io
non lo avevo mai visto prima, ed era incredibilmente divertente
vedere queste persone che ricreavano le voci dagli
storyboard.”
Certo non capita tutti i giorni che
la Kennedy chiami al telefono…
Come da tradizione, ogni Natale
cinematografico italiano ha il suo Babbo di riferimento. Se l’anno
scorso il celebre personaggio era stato interpretato da
Diego Abatantuono in 10 giorni con Babbo
Natale, quest’anno tocca a Christian De Sica ricoprire tali
vesti. L’occasione è il nuovo film di AlessandroSiani dal titolo Chi ha incastrato
Babbo Natale?, in arrivo in sala a partire dal 16
dicembre. Qui al suo quinto lavoro come regista, dopo titoli di
buon successo come Si accettano miracoli e
Il giorno più bello del
mondo, Siani continua dunque a lavorare sulla favola,
arricchendola di immancabili elementi della tradizione napoletana,
i quali emergono naturalmente a partire dalla sua verve comica.
In questo suo nuovo lungometraggio,
infatti, Siani interpreta Genny Catalano, definito
il “re dei pacchi”, dove i pacchi non sono però quelli da
consegnare bensì le fregature che egli è solito rifilare. Proprio
in virtù di questo suo discutibile talento, egli viene assoldato
dall’elfo Romeo affinché metta i bastoni tra le
ruote proprio a Babbo Natale. Romeo, infatti, ha
stretto un’alleanza segreta con la Wonderfast, una società privata
che commercializza e consegna ogni cosa in poche ore. L’obiettivo è
quello di neutralizzare il vecchio Babbo, il quale
involontariamente farebbe una concorrenza sleale alla società.
L’arrivo di Genny nella fabbrica di giocattoli in Lapponia sarà
dunque l’inizio di un’imprevedibile catena di eventi comici.
Alessandro Siani e la sua fiaba di Natale
Se già il precedente film da regista
e interprete di Siani, Il giorno più bello del mondo,
dialogava apertamente con il fantasy, tra magia e folklore
napoletano, con Chi ha incastrato Babbo Natale? egli entra
apertamente nel campo della fiaba per grandi e piccini. Grazie a
questo genere egli ha non solo modo di dar vita ad un racconto
(scritto insieme a Gianluca Ansanelli e
Tito Bufalini) attraverso cui esplorare la magia
del Natale, ma anche portare in scena una serie di riflessioni sul
nostro contemporaneo. Con la Wonderfast, il richiamo è ovviamente
al colosso Amazon, strumento grazie a cui ormai il concetto di
regalo e consegna è profondamente cambiato.
Allo stesso tempo, quello del film è
un Babbo Natale in evidente difficoltà nel soddisfare la sempre
crescente richiesta di regali tecnologici. Tutto sembra dunque
puntare a raccontare un panorama nuovo, veloce, che trova fin
troppe corrispondenze nella nostra realtà. Si tratta di riflessioni
certamente non originali ma già affrontate altrove e in altre
modalità. Coniugarle al mondo di Babbo Natale permette però di
donare al tutto un sapore più nostalgico, di quando i regali erano
opera di artigianato e stimolavano davvero la creatività e la
fantasia, di quando l’attesa della consegna era a suo modo un
momento altrettanto magico.
In ultimo, si riconosce al film
anche la volontà di parlare di quanto oggi le differenze sociali
portino certi i regali di Natale ad essere un’esclusiva soltanto di
alcuni bambini. Tale argomento, qui incarnato dal piccolo scugnizzo
Checco (interpretato da Martin Francisco Montero
Baez) porta fin dentro il mondo della criminalità, lì dove
sembra possibile ottenere anche ciò che non si potrebbe. Si tratta
di un argomento particolarmente delicato, che nel finale del film
non trova probabilmente il suo pieno compimento.
Chi ha incastrato Babbo
Natale?: la recensione del film
Questi sono dunque gli aspetti più
interessanti del film, il quale cerca di lasciare un insegnamento a
riguardo strappando qualche risata. Il tutto viene infatti condito
da una serie continua di gag ed eventi comici, i quali però
finiscono piano piano con lo svelare il principale problema del
film, ovvero l’assenza di una storia all’altezza delle premesse. Il
talento da mattatore di Siani e il carisma di De Sica non bastano
infatti a dar valore ad una vicenda fin troppo semplice, che si
risolve in modo poco significativo. Le tematiche messe in gioco e
poc’anzi descritte finiscono così con il passare in secondo
piano.
Una serie di implausibilità e
forzature narrative portano dunque il film a richiedere una
sospensione della credulità maggiore, che non sempre potrà però
essere accordata. Sulla carta, tra scenografie, colori ed effetti
speciali, Chi ha incastrato Babbo Natale? si affermerà
certamente come un valido film natalizio italiano. Innegabile però
che, date le riflessioni che si volevano suscitare, sarebbe stato
necessario rinunciare a certi eccessi “da favola”, per calarsi un
po’ di più nel reale. Un equilibrio certamente difficile da
raggiungere, ma che è quello che fa la differenza.
Ecco il trailer di Chi ha
incastrato Babbo Natale? la nuova commedia di Natale di e
con Alessandro Siani che si avvale della
partecipazione di Christian De Sica. Al cinema dal
16 dicembre.
Chi ha incastrato Babbo Natale? la trama
La Wonderfast, azienda di
consegne online più potente del mondo, domina il mercato per tutto
l’anno tranne a Natale. Per far fallire Babbo Natale, assoldano il
capo dei suoi elfi, convincendolo ad infiltrare nella sua fabbrica
un nuovo manager: Genny Catalano, conosciuto come il “re dei
pacchi”. In realtà i pacchi in questione non sono i doni natalizi
quanto piuttosto i famigerati “pacchi”. Genny, infatti, è un
volgare truffatore che vive di espedienti coadiuvato da Checco, un
piccolo scugnizzo di 8 anni. L’arrivo della coppia al Polo Nord
darà vita ad una serie di guai ma alla fine, complice l’improbabile
contaminazione reciproca che nasce tra Genny e Babbo Natale e
l’inaspettato aiuto della Befana, la magia natalizia riuscirà a
trionfare.
Arriva in prima tv su Sky
Chi ha incastrato Babbo Natale?, divertentissima
favola di Natale moderna di e con Alessandro
Siani, lunedì 5 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema
Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas),
in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità
4K. A fianco di Alessandro Siani
anche un grande cast che comprende Christian De Sica,
Diletta Leotta e Angela Finocchiaro. Il
film è una produzione Bartlebyfilm e Indiana Production con Vision
Distribution, in collaborazione con BUONALUNA.
La trama del
film
La Wonderfast, azienda di
consegne online più potente del mondo, domina il mercato per tutto
l’anno tranne a Natale. Per far fallire Babbo Natale, assoldano il
capo dei suoi elfi, convincendolo ad infiltrare nella sua fabbrica
un nuovo manager: Genny Catalano, conosciuto come il “re dei
pacchi”. In realtà i pacchi in questione non sono i doni natalizi
quanto piuttosto i famigerati “pacchi”. Genny, infatti, è un
volgare truffatore che vive di espedienti coadiuvato da Checco, un
piccolo scugnizzo di 8 anni. L’arrivo della coppia al Polo Nord
darà vita ad una serie di guai ma alla fine, complice l’improbabile
contaminazione reciproca che nasce tra Genny e Babbo Natale e
l’inaspettato aiuto della Befana, la magia natalizia riuscirà a
trionfare.
E da giovedì 1 a sabato 31
dicembre torna Sky Cinema Christmas, il canale dedicato ai
film a tema natalizio e ai titoli più amati da vedere con tutta la
famiglia. Giunto alla sua dodicesima edizione, avrà oltre
50 titoli, tra questi anche le prime visioni
Chi ha incastrato Babbo Natale?, A
CHRISTMAS STORY CHRISTMAS (il 6 dicembre alle 21.15) e
7 DONNE E UN MISTER(domenica 11 dicembre alle
21.15 su Sky Cinema Uno e alle 21.45 su Sky Cinema Christmas).
Lo spirito delle feste si respira
nelle storie classiche di Natale come: la pellicola tratta
dal romanzo di Frances H. Burnett IL PICCOLO LORD
con Rick Schroder e Alec Guinness; il cult del cinema fantastico
GREMLINS, diretto da Joe Dante e prodotto da
Steven Spielberg; la commedia S.O.S.
FANTASMI in cui
Bill Murray è un cinico produttore televisivo che
viene visitato da tre fantasmi, proprio come in “Canto di Natale”;
l’immancabile BIANCO NATALE con Bing Crosby; e
l’intramontabile opera di Frank Capra LA VITA È
MERAVIGLIOSA con James Stewart.
L’atmosfera natalizia non manca in
film ormai irrinunciabili durante le festività, a
cominciare dal romantico SERENDIPITY – QUANDO L’AMORE È
MAGIA con Kate Beckinsale e John Cusack. E ancora:
DICKENS – L’UOMO CHE INVENTÒ IL NATALE con Dan
Stevens nei panni dello scrittore inglese che diede vita al
classico della letteratura “Canto di Natale”; la commovente storia
vera di un cane e del suo padrone, impersonato da Richard Gere,
HACHIKO – IL TUO MIGLIORE AMICO; la commedia
natalizia Sky Original A CHRISTMAS NUMBER ONE con
Freida Pinto e Iwan Rheon; e NATALE ALL’IMPROVVISO
con Diane Keaton e John Goodman.
L’allegria delle feste trova il suo
culmine nelle commedie italiane come le commedia campioni
d’incasso LA BANDA DEI BABBI NATALE con tutta la
simpatia di Aldo, Giovanni e Giacomo e IL PRIMO
NATALE con Ficarra e Picone; i film natalizi prodotti da
Sky UN NATALE PER DUE con Enrico Brignano e
Alessandro Gassmann e UN NATALE CON I FIOCCHI con
Alessandro Gassmann e Silvio Orlando; la fanta-commedia di successo
LA BEFANA VIEN DI NOTTE con Paola Cortellesi e Stefano Fresi e il
prequel LA BEFANA VIEN DI NOTTE II – LE ORIGINI
con Monica Bellucci, Fabio De Luigi e Zoe Massenti.
Per quanto riguarda le commedie
“made in USA” sono da segnalare: la scatenata LA FESTA
PRIMA DELLE FESTE con Jason Bateman, Jennifer Aniston e
T.J. Miller; lo scatenato sequel natalizio BAD MOMS 2:
MAMME MOLTO PIÙ CATTIVE con Mila Kunis e Susan Sarandon;
la scintillante commedia con Ben
Affleck e James Gandolfini NATALE IN AFFITTO;
e FUGA DAL NATALE con Tim Allen, Jamie Lee Curtis
e Dan Aykroyd.
Non mancano, infine, animazioni del
calibro di POLAR EXPRESS di Robert Zemeckis; e la
formidabile avventura targata DreamWorks LE 5 LEGGENDE.
CHI HA INCASTRATO BABBO
NATALE? – lunedì 5 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky
Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas), in
streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità
4K.
Visenya Targaryen è
uno dei personaggi più importanti nella storia del Trono di Spade,
anche se non è mai apparsa in nessuno degli spettacoli della HBO
basati sui romanzi Le Cronache del Ghiaccio e del
Fuoco di George R.R. Martin. La
principessa Targaryen viene nominato nell’episodio
5 di House of the Dragon 2, in una scena tra Rhaenyra e
Jace.
Sebbene Il
Trono di Spade e House
of the Dragon coprano entrambi momenti molto agitati
come la Guerra dei Cinque Re e la Danza dei Draghi, la storia di
Westeros inizia molto prima che nascessero personaggi come Daenerys
o Rhaenyra. La stirpe dei Targaryen a Westeros, in particolare,
risale ad Aegon il Conquistatore e alle sue sorelle.
La conquista di Aegon è senza
dubbio l’evento più importante nella storia di Westeros, almeno dal
punto di vista di coloro che sono nati in un regno unificato i cui
sovrani siedono su un Trono di Spade. Anche il modo in cui gli anni
e le epoche vengono misurati in ASOIAF – prima e dopo
la Conquista – sono legati ad Aegon I. Sebbene il termine “Aegon il
Conquistatore” sia diventato piuttosto popolare tra i fan del
materiale originale, le spade che formano il suo trono non furono
fuse tutte da Aegon e dal suo drago. Anche le sue sorelle-mogli
furono essenziali per stabilire il suo governo.
Visenya Targaryen
era una delle sorelle-mogli di Aegon il Conquistatore
Visenya era la primogenito di
Aerion Targaryen e Valaena Velaryon.
Nata a Roccia del
Drago, Visenya Targaryen era la sorella
maggiore di Aegon e Rhaenys. In perfetto stile Targaryen, Visenya
sposò suo fratello Aegon. Tuttavia, Aegon decide di prendere una
seconda moglie, una mossa sorprendente anche per un Targaryen.
Aegon sposò la sorella minore, Rhaenys, poco dopo aver preso
Visenya come prima moglie. Una famosa credenza ne Le cronache
del ghiaccio e del fuoco è che Aegon sposò Visenya per dovere
e Rhaenys per desiderio. Visenya fu addestrato come guerriero fin
dalla tenera età e alla fine divenne un cavaliere di draghi.
Visenya rivendicò
Vhagar, un enorme drago che avrebbe portato il
terrore a Westeros insieme al Meraxes di Rhaenys e
al Balerion di Aegon. Fuoco e
sangue di George R.R. Martin menziona
resoconti di Visenya e Aegon in visita a Westeros, in particolare a
Vecchia Città, prima della Conquista. Ciò si sposa bene con la
percezione che Aegon avesse già abbastanza familiarità con Westeros
quando lui e le sue sorelle iniziarono a conquistare il paese. La
relazione di Visenya con Aegon è stata turbolenta, sia prima che
dopo la morte di Rhaenys. Detto questo, Visenya
Targaryen ha avuto un ruolo determinante nella Conquista e
nei regni di Aegon I, Aenys I e Maegor I.
Aspetto e personalità di
Visenya
Visenya era un dragoniere
addestrato al combattimento.
Fuoco e
sangue descrive Visenya come una donna dai lunghi capelli
argentati, simili alla maggior parte dei Targaryen e dei Velaryon
nel mondo di Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. I suoi
capelli erano solitamente intrecciati, cosa abbastanza comune anche
tra i Targaryen con i capelli lunghi. Nei libri, Visenya e molti
dei Targaryen avevano gli occhi viola. In Il
Trono di Spade e House
of the Dragon della HBO, tuttavia, questo particolare
aspetto dei libri non è stato adattato. Visenya poteva essere
piuttosto spietata e pragmatica, due attributi che l’aiutarono a
ottenere numerose vittorie durante la Conquista.
Il ruolo di Visenya nella conquista
di Aegon
Visenya assicura ad Aegon numerose
vittorie, inclusa quella nella Valle.
Visenya
Targaryen fu essenziale nella conquista di Westeros da
parte di Aegon. A partire dall’incendio del castello di Casa
Stokeworth, Visenya inviò un chiaro messaggio ai signori e ai re di
Westeros: lei e i suoi fratelli erano disposti a usare i loro
draghi contro coloro che non si sarebbero inginocchiati. Dopo
l’incoronazione di Aegon I come re di Westeros, alla quale Visenya
prese parte ponendo la corona sulla testa di suo fratello-marito,
l’attuale regina Visenya continuò la sua ricerca attraverso il
paese.
La conquista della Valle fu senza
dubbio l’impresa più importante di Visenya durante la Conquista, ma
avvenne in un modo piuttosto insolito. La flotta Arryn si era
assicurata una grande vittoria contro l’esercito di Aegon
affondando una parte significativa della flotta Targaryen. In
risposta, Visenya ordinò a Vhagar di bruciare tutte le loro navi.
Volava quindi sopra il Nido dell’Aquila per far sapere a tutti che
il “castello inespugnabile” non sarebbe stato di grande
utilità contro un drago che potesse volare sopra di esso. Ronnel
Arryn, il re ragazzo che governava la Valle, avrebbe quindi chiesto
di cavalcare lui stesso il drago, cosa che accadde dopo che sua
madre si inginocchiò.
Cosa è successo a Visenya dopo la
conquista di Aegon e quando è morta
Visenya aiutò Aegon a governare e
in seguito sostenne le pretese di suo figlio.
Drawing by Doug Wheatley for Fire & Blood
Sebbene Aegon si guadagnasse il
titolo di “conquistatore”, il governo effettivo di Westeros veniva
spesso delegato al suo consiglio e alle regine. Le tensioni tra
Aegon e Visenya aumenteranno dopo la morte di Rhaenys nella Guerra
di Dorne, che durava da anni. Mentre Aegon e le sue sorelle presero
il controllo della maggior parte di Westeros con relativa facilità
(Torrhen Stark si inginocchiò davanti a loro prima che venissero
usate spade o draghi, per esempio), Dorne era una situazione molto
più complicata. La Guerra di Dorne continuò fino al 13 CA, con la
morte di Rhaenys tre anni prima.
Rhaenys lasciò un figlio, Aenys, che
fu il primogenito di Aegon ed erede al trono. Nonostante le voci
secondo cui Visenya non sarebbe stata in grado di avere un figlio,
alla fine diede alla luce Maegor. La successione immediata di Aegon
era chiara – Aenys avrebbe ereditato il trono – ma quello che
sarebbe successo dopo era complicato. Aenys aveva una figlia,
Rhaena, sollevando la questione se il suo successore dovesse essere
suo fratello Maegor o la ragazza. Una domanda simile sarebbe stata
l’inizio della Danza dei Draghi qualche generazione dopo.
Prevedendo che il conflitto potesse
nascere dalla decisione se Rhaena o Maegor dovessero succedere ad
Aenys, Visenya propose un matrimonio tra loro. Tuttavia, l’idea non
funzionò. Rhaena alla fine sposò suo fratello minore, Aegon. In
teoria, il figlio e la figlia primogeniti di Aenys gli sarebbero
succeduti come re e regina. Tuttavia, non appena Aenys morì, Maegor
ritornò dal suo esilio e rivendicò il trono con il sostegno di sua
madre. Visenya continuò ad aiutare suo figlio a stabilire il suo
governo fino alla sua morte nel 44 CA, circa 60 anni prima degli
eventi di House
of the Dragon.
In che modo Visenya è imparentata
con Rhaenyra e Daenerys
La stirpe di Visenya finì con
Maegor
Il lignaggio di
Visenya non è direttamente legato a Rhaenyra e Daenerys. Questo
perché Visenya aveva un solo figlio, Maegor, che morì senza eredi.
Maegor, nonostante abbia preso sei mogli, non ha mai avuto eredi.
Pertanto, una volta morto Maegor, il lignaggio diretto di Visenya
morì con lui. Detto questo, in quanto figlia di Lord Aerion
Targaryen e Lady Valaena Velaryon, Visenya fa ovviamente parte
dell’albero genealogico che un giorno avrebbe incluso Rhaenyra e
Daenerys. Rhaenyra di House
of the Dragon era la figlia di Viserys Targaryen e
Aemma Arryn. Viserys era figlio di Baelor e nipote di Jaehaerys
I.
Jaehaerys era uno dei figli di Aenys
e salì al trono in seguito alla misteriosa morte di Maegor, che
ebbe tre figli nati morti ma nessun erede. La stirpe di Daenerys
Targaryen è una continuazione di quella di Rhaenyra attraverso
Viserys II. In altre parole, Rhaenyra è la sesta bisnonna di
Daenerys. Sebbene la stirpe di Visenya sia terminata con Maegor, la
sua eredità a Westeros non può essere sottovalutata. Come
conquistatrice e regina, Visenya è stata fonte d’ispirazione per
molti, inclusa Rhaenyra. Detto questo, c’erano anche persone
nell’universo del Trono di
Spade che la percepivano come nient’altro che spietata, ma,
come abbiamo visto nella seconda stagione di Il Trono di
Spade, era anche fonte di ispirazione per molti, tra
cui Arya Stark, che rievoca con fierezza e desiderio il fatto che
Visenya Targaryen fosse una donna guerriera e
che la sua spada di acciaio di Valyria si chiamasse Sorella
Oscura.
Volchek è il misterioso cattivo di
Countdown,
e il pubblico scopre alcuni dettagli fondamentali su di lui nei
primi tre episodi. Il cast di Countdown è guidato da Jensen Ackles
(Supernatural), Jessica Camacho (The
Flash) ed Eric Dane (Grey’s Anatomy), con l’attore
ucraino-americano Bogdan Yasinski (Bosch: Legacy) che presta
il suo talento al ruolo dell’antagonista principale, Borys Volchek.
Il pubblico intravede Volchek per la prima volta alla fine
dell’episodio 1, ma è solo nell’episodio 2 che ci vengono
svelati il suo passato e alcuni dei suoi motivi. L’incidente
scatenante di Countdown è l’omicidio dell’agente della Homeland
Security Robert Darden, che vediamo nella sequenza iniziale
dell’episodio 1 mentre ispeziona un carico nel porto di Los
Angeles.
Dopo che viene ucciso dal cartello,
viene formata una task force con i protagonisti della serie per
indagare sull’omicidio. La task force segue una pista di
cospirazione nel Dipartimento della Sicurezza Nazionale, e la fine
dell’episodio 1 li riporta al porto, dove scoprono che il carico
sospetto conteneva materiale nucleare scomparso, sufficiente a
scatenare un “evento di livello Chernobyl” a Los
Angeles.
Volchek è un veterano di guerra
bielorusso con piani letali per Los Angeles
Nell’episodio 2, scopriamo qualcosa
in più su Borys Volchek, tra cui il fatto che ha lavorato al
Ministero della Difesa per il Patrimonio Pubblico in Bielorussia ed
era un soldato del Corpo dei Trasporti con esperienza di
combattimento. L’episodio dimostra anche che ha un talento per
l’ingegneria, riparando un tostapane per suo fratello (ovviamente,
preparando i suoi piani per Los Angeles, così come le esplosioni
alla fine dell’episodio 2).
Questi tre elementi sono tutti
essenziali, poiché ora sappiamo che è ben informato sugli affari di
Stato, il che gli permette di manipolare la Guardia Nazionale per
trasportare il materiale necessario negli Stati Uniti. Ha
esperienza di combattimento individuale, il che lo rende una
minaccia per i nostri protagonisti in una sparatoria. Naturalmente,
l’ingegneria è l’aspetto più terrificante, con l’episodio 3 di
Countdown che offre un assaggio dei suoi progetti, che
sembrano indicare i suoi piani per sviluppare un’arma
nucleare.Trailer ufficiale della stagione 1 di Countdown
Sebbene siamo ben lontani dal
conoscere tutti i dettagli del piano di Volchek, la sua intenzione
sembra essere quella di compiere un attacco terroristico, facendo
esplodere una potente bomba nucleare a Los Angeles. L’episodio 2 ha
essenzialmente raccontato le origini del cattivo, ma probabilmente
ci sarà dell’altro. Una distruzione di tale portata richiede una
persona incredibilmente squilibrata, e la prima stagione di
Countdown continuerà probabilmente ad esplorare la sua vita
fino ad arrivare ai giorni nostri.
I flashback del 2008
nell’episodio 2 di Countdown
L’episodio 2 di Countdown
mostra dei flashback della vita di Volchek in Bielorussia nel
2008. Aveva un fratello di nome Anton, che fu avvicinato da un
personaggio chiamato “l’americano”, il quale lo corruppe per
ottenere informazioni agricole. Cercando di evitare di rivelare
informazioni autentiche che avrebbero potuto danneggiare il suo
Paese, Anton stampò le tabelle del 2005 e modificò i dati, sperando
di fregare l’acquirente. Naturalmente, l’americano si rese conto di
ciò che Anton aveva fatto e lo perseguitò per saldare il debito.
Dovendo all’americano 80.000 rubli, Anton fu costretto a
coinvolgere suo fratello.CorrelatiMi ero completamente dimenticato
che questo era il primo ruolo importante di Jensen Ackles in TV, ma
Supernatural noIl primo ruolo importante di Jensen Ackles era molto
diverso dai personaggi per cui è diventato famoso, e in seguito è
diventato un Easter Egg nella sua serie di maggior successo.
Senza soldi né risorse, Anton
coinvolse Volchek nella situazione, arrivando a casa sua pieno di
lividi e chiedendogli aiuto. L’americano pretese che Volchek gli
fornisse le e-mail riservate tra il suo capo, il signor Kostenko, e
il Cremlino, altrimenti avrebbe ucciso Anton spingendolo giù da una
rampa di scale. Volchek si intrufolò nell’ufficio di Kostenko e
recuperò i dati richiesti, ma le cose peggiorarono comunque.
Volchek tornò a casa e trovò Anton
distrutto, e i due discussero brevemente della loro storia
familiare. Anton, sentendosi un fallimento per la sua famiglia,
andò in bagno e si tolse la vita. Spinto dal desiderio di vendetta,
Volchek tornò dall’americano e gli consegnò i dati. Tuttavia,
l’hard disk era stato manomesso per esplodere, riproponendo
l’esplosione che aveva causato la morte di Javi alla fine
dell’episodio 2 di Countdown.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
ha dato ai fan uno sguardo più indietro nella storia della
Terra di Mezzo. In un periodo pericoloso per il
mondo immaginario, quando Sauron sale al potere,
Uomini, Elfi e Nani devono collaborare per proteggere la
Terra di Mezzo. Personaggi familiari come Galadriel
(Morfydd Clark) ed Elrond (Robert
Aramayo) sono già al centro dell’attenzione, mentre il
mondo viene spinto nel conflitto. Il
trailer della Stagione 2 prevede molti
conflitti per i personaggi già esistenti, ma non sono gli unici
inclusi. I fan conosceranno molti personaggi, soprattutto se hanno
letto gli scritti di J. R. R. Tolkien, da cui la
serie è tratta. Tuttavia, Gli Anelli del Potere ha rilasciato delle
immagini che dimostrano l’aggiunta di un altro nome alla lista:
Tom Bombadil. Interpretato da Rory Kinnear, il
nuovo personaggio porterà Gli Anelli del Potere in uno dei più grandi
misteri della Terra di Mezzo.
Arrivato per la prima volta in
live-action, questo personaggio di Tolkien è oggetto di molte
discussioni perché di lui si sa ben poco. Antico essere di origine
sconosciuta, i poteri di Tom Bombadil sono
indefiniti, a parte la sua capacità unica di resistere agli effetti
dell’Unico Anello. Poiché si sa così poco di Tom
Bombadil, alcuni fan hanno ipotizzato che possa essere
malvagio. Con l’introduzione di Tom Bombadil,
Gli Anelli del Potere ha la possibilità
di esplorare questi misteri di lunga data, stabilendo come si
inserisce nella Terra di Mezzo. Tuttavia, alcune cose sono note
dalla sua apparizione nel romanzo La Compagnia degli Anelli.
Chi è l’enigmatico Tom
Bombadil?
Dopo essere stato tagliato dai film
di Peter Jackson e dal precedente film
d’animazione del 1978, Tom Bombadil non è stato
molto esplorato sugli schermi, ma nei libri è molto disponibile. Il
Tom Bombadil, vestito in modo sgargiante, parla
spesso in rima, descrivendosi come “un tipo allegro!
La sua giacca è blu brillante e i
suoi stivali sono gialli!”. Tende a parlare in terza persona, e
spesso si esprime in rima su se stesso. Tom
Bombadil è un personaggio stravagante per
Tolkien, ma il suo aspetto è basato su un giocattolo
appartenuto a suo figlio. Tom Bombadil si
definisce anche “il più anziano”, affermando di aver assistito alla
prima goccia di pioggia e alla prima ghianda, il che lo rende
l’essere vivente più vecchio di Arda, precedente persino ai Valar
che hanno creato gli abitanti della Terra di Mezzo. È sicuramente
abbastanza vecchio per apparire ne Gli Anelli del Potere, ma questo crea solo più
mistero.
Tom Bombadil è
conosciuto da tutte le creature della Terra di Mezzo, ma con nomi
diversi. Gli Elfi lo chiamano Iarwain Ben-adar, gli Uomini Orald e
i Nani Forn. Ma gli hobbit lo chiamano Bombadil. Sebbene abbia
trascorso molti anni a vagare, l’essere immortale è noto per
risiedere nella Vecchia Foresta, almeno durante la Terza Era, dove
vive con la moglie Goldberry, uno spirito del fiume. Entra anche in
conflitto con lo spirito albero malvagio, il Vecchio Salice.
Oltre all’immortalità, Tom Bombadil
mostra capacità di controllo sull’ambiente circostante. Sua moglie
lo chiama “Maestro del legno, dell’acqua e della collina”. Ma il
suo potere più grande è il canto, che controlla il Vecchio Salice e
i Barrow-Wights. C’è un grande dibattito su cosa sia esattamente
Tom Bombadil. Alcuni credono che faccia parte dei Valar, altri
dicono che sia uno dei Maia (gli spiriti divini, cinque dei quali
sono diventati gli Istari, ovvero i maghi), altri ancora lo
descrivono come l’incarnazione vivente della terra o del tempo. In
ogni caso, è un personaggio unico nella Terra di Mezzo.
Cosa fa Tom Bombadil nel Signore degli Anelli?
Il misterioso essere è noto
soprattutto per il suo incontro con Frodo, Sam, Merry e Pipino ne
La Compagnia dell’Anello di Tolkin. Mentre i
quattro hobbit si dirigono verso Bree, cercano di seminare gli
Spettri dell’Anello tagliando per la Vecchia Foresta. Sebbene non
vengano seguiti, cadono vittima del Vecchio Salice. Merry e Pippen
sono in trappola, ma per fortuna Tom Bombadil li salva con la sua
voce. Li ospita, insegnando anche a Frodo una canzone magica per
sconfiggere i Cavalieri dei Corvi.
Ma forse il mistero più grande che
questa interazione rivela è la resistenza di Tom Bombadil all’Unico
Anello. Riesce a vedere Frodo quando indossa l’Anello, nonostante
lo hobbit sia invisibile a tutti gli altri, e quando Tom Bombadil
prova l’Anello, non scompare. Nemmeno
Gandalf è immune all’Anello in questo modo, rendendo Tom
Bombadil uno degli esseri più potenti della Terra di Mezzo. Questa
capacità lo rese un argomento di conversazione quando il Consiglio
di Elrond discusse su cosa fare dell’Anello, rivelando che sia
Elrond che
Gandalf conoscevano personalmente Tom Bombadil. Tuttavia,
convinto che Tom Bombadil avrebbe dimenticato la sua importanza,
Gandalf scartò l’idea.
Naturalmente, il personaggio
compare anche in altre opere di Tolkien, in particolare in Le
avventure di Tom Bombadil, un libro di versi che comprende
poesie hobbit. In questi racconti Tom Bombadil incontra sua moglie
e va in barca. Pur essendo divertenti, non rivelano molto del
personaggio stesso.
Cosa farà Tom Bombadil ne “Gli anelli del potere”?
Il ruolo di Tom Bombadil non è
ancora noto, ma la sua apparizione suggerisce che la serie
approfondirà almeno alcuni di questi misteri. Soprattutto
considerando che l’Unico Anello deve ancora essere forgiato nella
serie, potrebbe essere l’occasione perfetta per spiegare il suo
potere di resistere a quell’artefatto. La serie potrebbe anche
esplorare il suo legame con Elrond. C’è più che abbastanza da
stabilire sul personaggio, che è un insieme di misteri.
Tuttavia, le immagini di Tom
Bombadil rivelano una cosa. Ritratto nel suo splendore di vestito
luminoso, Tom Bombadil sembra parlare con lo Straniero di Daniel
Weyman, che molto probabilmente è Gandalf nel finale della prima
stagione. L’ultima volta che li abbiamo visti, lo Straniero e la
sua compagna Harfoot, Nori (Markella Kavenagh),
erano in viaggio per esplorare le Terre di Rhûn, un altro grande
mistero tolkieniano. Forse è lì che incontrano l’allegro compagno.
Poiché questa sarà la sua prima apparizione in live-action,
Gli Anelli del Potere ha molta libertà quando si
tratta di Tom Bombadil. Lo show può scegliere che tipo di essere è
e come si inserisce negli eventi della
Terra di Mezzo. Ma dovrà rispondere ad alcune domande a lungo
rimaste in sospeso su di lui, si spera, regalandoci anche qualche
bella rima.