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Chi vincerebbe in uno scontro tra Han Solo e Indiana Jones? La risposta di Harrison Ford

Harrison Ford
Harrison Ford al Festival di Cannes - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Harrison Ford è notoriamente schietto, cosa che lo rende ancora più amabile, ma una sua recente risposta a una domanda frequente che gli viene posta ha ridefinito il concetto di schiettezza, anche per lui. Tuttavia, l’iconico attore ha chiarito in una recente intervista con Esquire che è stufo delle domande stupide su Star Wars e Indiana Jones.

Parlando di cosa succede quando viene avvicinato dai fan, l’attore ha confessato qual è la domanda che davvero lo mette spalle al muro. “Beh, di solito mi chiedono, ‘Se ci fosse uno scontro tra Han Solo e Indiana Jones, chi cazzo vincerebbe?'” dice Ford. “E io dico: ‘Io, stronzo!” “Non voglio inventare cazzate così”, continua. “Voglio dire, perché mi stai chiedendo quella merda?”.

Chiedere a Harrison Ford nelle interviste qualsiasi cosa che assomigli a una domanda da fan sui suoi due ruoli più iconici sembra essere la ricetta per il disastro. Ricordiamo cosa ha risposto a un giornalista quando questo gli ha chiesto se sarebbe mai tornato nel franchise di Star Wars come Fantasma di Forza. “Un fantasma della Forza? Non so cosa sia un fantasma della Forza”, disse all’epoca. “Non dirlo a nessuno. Non parlo abbastanza forte per il tuo registratore. Non ho idea di cosa sia un fantasma della Forza. E non mi interessa.”

L’attore si unirà presto a un altro amato franchise, quello Marvel, dal momento che interpreterà il generale “Thunderbolt” Ross in Captain America: New World Order. Ciò significa che Ford dovrà affrontare ogni sorta di domande “da fan”, specialmente se il futuro presidente degli Stati Uniti dell’MCU finirà per trasformarsi in Red Hulk.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino uscirà nelle sale il 30 giugno. Per quanto riguarda Captain America: New World Order, è ancora previsto per il 3 maggio 2024.

 
 

Chi sono le famiglie criminali Falcone e Maroni ne The Penguin?

Colin Farrell e Cristin Milioti in The Penguin (2024)
Colin Farrell e Cristin Milioti in The Penguin © 2024 – MAX/HBO

Quando The Batman di Matt Reeve arrivò nelle sale nel 2022, i fan rimasero sbalorditi dalla maestria di questo thriller poliziesco supereroistico. Combinando i temi dei serial killer, del crimine organizzato e del desiderio del Cavaliere Oscuro (Robert Pattinson) di far uscire Gotham City dall’oscurità, il film ha fatto un ottimo lavoro nell’aprire questo grande universo. Ma con The Penguin ora in onda su Max, il mondo sotterraneo di Gotham è più esposto che mai. Dato che è passato un po’ di tempo, sarebbe opportuno fare un ripasso su chi sia esattamente il personaggio di John Turturro, Carmine Falcone (ora interpretato da Mark Strong ne The Penguin), in relazione all’universo di Batman, soprattutto ora che Clancy Brown ha interpretato Salvatore Maroni. Chi sono le famiglie criminali Falcone e Maroni? Qual è la loro storia con Batman? Che ruolo ha il Pinguino nella loro storia? Le risposte potrebbero sorprendervi.

L’universo di Batman attinge direttamente dai fumetti originali (e dai film di gangster di Hollywood)

Film sulla mafia italo americana
Marlon Brando e Salvatore Corsitto in Il padrino (1972) © 1972 Paramount Pictures

Non dovrebbe sorprendere che molti dei mafiosi di Gotham siano stati modellati, almeno in parte, sui personaggi del classico gangster Il Padrino. Da quello che abbiamo visto nella serie The Penguin, c’è anche una chiara influenza dei Soprano. Ma il fatto che questi importanti drammi criminali abbiano ispirato il modo in cui Reeves e compagnia hanno interpretato il ventre di Gotham, non significa che siano le uniche influenze importanti in gioco. Naturalmente, sia Carmine “Il Romano” Falcone che Sal “Il Boss” Maroni sono apparsi in vari progetti cinematografici di Batman, sia in live-action che in animazione, dato che sono personaggi preesistenti dell’Universo DC. I film di Christopher Nolan Batman Begins e Il cavaliere oscuro, la serie Fox Gotham e le serie animate Batman: Year One e Batman: The Long Halloween hanno già mostrato i Falcone e i Maroni.

Anche se la loro vasta storia nei fumetti è molto più ricca di quanto non dicano alcuni di questi adattamenti, quelli precedenti sono un buon punto di partenza. Tuttavia, a parte la possibile Gotham (che si è presa il suo tempo per stabilire la malavita di Gotham), The Batman e certamente il Pinguino dipingono le immagini più chiare di chi sono veramente questi signori del crimine. Ma cosa ci dice la loro storia a fumetti su come si inseriscono nell’universo di Batman? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo approfondire le loro origini e il motivo del loro odio reciproco…

I Falcone e i Maroni mantengono una storica faida di sangue

The Penguin Mark Strong
© HBO

I Falcone e i Maroni sono stati rivali giurati a Gotham City per decenni. Anni fa, un mafioso di nome Vincent Falcone ha scalato i ranghi del ventre di Gotham, fondando alla fine la famiglia criminale Falcone. Avrebbe generato due figli, Carmine Falcone e Carla Viti (interpretata da Aleksa Palladino ne The Penguin), entrambi destinati a una vita criminale. La famiglia Falcone controllerà la maggior parte delle attività criminali di Gotham, anche se il loro dominio su Gotham non resterà indiscusso a lungo. Alla fine, il rivale di Vincent, Luigi “Big Lou” Maroni, avviò una propria operazione criminale a Gotham, che comprendeva il figlio Sal, sperando di schiacciare la concorrenza. Nel tentativo di avere la meglio, “Big Lou” ordina un colpo all’unico figlio di Vincent, lasciandolo in punto di morte.

In preda alla disperazione, Vincent porta Carmine a casa del più grande medico e filantropo di Gotham, il dottor Thomas Wayne (Luke Roberts in The Batman). Temendo per la vita del figlio, Vincent si rifiuta di portarlo in ospedale, implorando Wayne di eseguire un’operazione a domicilio per salvare la vita di Carmine. All’insaputa di Wayne, il giovane figlio Bruce assiste all’evento dall’ombra, mentre il padre salva il ragazzo. Questo evento non fece altro che rafforzare la faida tra le famiglie Falcone e Maroni e gettò Gotham nel caos, preparando la città per l’eventuale crociata di Batman.

Zoë Kravitz in The Batman (2022)
Foto di Jonathan Olley/Jonathan Olley – © 2020 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

La guerra tra i Falcone e i Maroni non fa che peggiorare e, dopo la morte dei Wayne, Gotham diventa una fogna. Al funerale dei suoi genitori, un giovane Bruce Wayne si trova di fronte a Carmine Falcone che, dopo aver riconosciuto la gentilezza del padre, offre a Bruce un favore se mai ne avesse bisogno. Non molto tempo dopo, Vincent Falcone muore e Carmine assume il ruolo di capo della famiglia Falcone, ora soprannominata “The Roman”. Questo avrebbe portato al ritiro di “Big Lou”, mentre suo figlio Sal avrebbe assunto il ruolo di “Boss” dell’operazione Maroni. Negli anni successivi, Falcone e sua moglie avranno due figli, Alberto (interpretato da Michael Zegen ne The Penguin) e Mario, e una figlia, Sofia Gigante (interpretata da Cristin Milioti ne The Penguin).

Ma come ogni famiglia criminale, i Falcones erano destinati ad avere i loro segreti… Da tempo non dichiarato, si sospetta che Falcone e sua moglie Louisa abbiano avuto un altro figlio, che apparentemente avrebbero abbandonato: una giovane donna di nome Selina Kyle (Zoë Kravitz). Batman dimostra che questo è vero, ma i fumetti sono tradizionalmente meno chiari sull’idea. Anche i Maroni si tenevano occupati, visto che Sal alla fine sarebbe diventato padre di due figli, Pino e Umberto. Come Falcone, Maroni scelse di rompere le sue nozze e, in una scioccante svolta degli eventi, divenne l’amante segreto della figlia di Falcone, Sofia.

L’arrivo di Batman a Gotham cambia tutto

Robert Pattinson e Zoë Kravitz in The Batman (2022)
© 2020 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Passerà circa un altro decennio prima degli eventi dell’epico Batman: Anno Uno di Frank Miller, che vede Falcone all’apice del suo potere a Gotham, tenendo nella sua morsa di ferro il sindaco, il commissario di polizia, il consiglio comunale e innumerevoli altre persone. Il “Romano” dominava Gotham e questo, insieme alla morte dei suoi genitori, portò Bruce Wayne a dedicarsi al vigilantismo, diventando Batman. In qualità di Batman, Bruce, con l’aiuto del detective Jim Gordon (Jeffrey Wright), smantella lentamente l’impero di Falcone, arrivando persino a imbucarsi a una delle cene di “The Roman” per ricordargli che i loro giorni a Gotham sono contati. Umilia Falcone spogliandolo della biancheria intima e legandolo sul letto, per poi trovarlo inerme. Infuriato, Falcone ordina di colpire Batman, ma senza successo. Alla fine, la presa di Falcone su Gotham si allenta dopo che Batman, Gordon e il giovane procuratore distrettuale Harvey Dent iniziano a intromettersi nei suoi affari.

È in questo periodo che Selina Kyle, ora la ladra nota come Catwoman, torna nella vita di Falcone, anche se non come se stessa da civile. Come Catwoman, Selina cerca di rubare alcuni degli oggetti di valore più preziosi di Falcone. Batman alla fine salva Catwoman dagli uomini di Falcone, ma non prima che Selina abbia la possibilità di sfregiare permanentemente “The Roman” sul suo volto. Questo ha portato Falcone a odiare Catwoman personalmente, anche se ha sentimenti contrastanti nei confronti della donna sotto la maschera da gatto. Mentre Falcone si occupa di tutti questi problemi con i pipistrelli, Sal Maroni inizia a prestare denaro in tutta la città, anche al folle Dr. Hugo Strange (e con un nome del genere, cosa ci si può aspettare di più?). Dopo un po’ di tempo, Maroni cerca di convincere Strange a ripagare il suo debito, cosa che Strange tenta di fare dopo aver derubato uno dei prestanome di Maroni per ottenere il denaro. Scontento, Maroni manda i suoi uomini a maltrattare Strange, il che non fa altro che far arrabbiare ancora di più l’illuso scienziato pazzo.

Dovendo salvare Maroni dagli esperimenti genetici di Strange, Batman costringe “Il Capo” a condonare il debito di un uomo di nome Norman Madison, il padre dell’allora fidanzata di Bruce, Julie Madison. Ciò che Batman non aveva previsto è che Norman avrebbe comunque cercato di saldare il suo debito, che Maroni rifiutò di accettare per paura delle ritorsioni del Cavaliere Oscuro. Invece, Norman dà i soldi a Falcone, il che serve solo a umiliare il “Boss”, consolidando il suo odio per Batman. Naturalmente, non abbiamo ancora visto nulla di tutto ciò su Il Pinguino o su altri personaggi dell’ universo di Batman, ma i retroscena sono utili per capire meglio chi sono questi cattivi.

Le cose si fanno particolarmente folli durante “Il lungo Halloween”

Il lungo Halloween di Jeph Loeb
© DC Comics

In seguito si sono verificati gli eventi de Il lungo Halloween di Jeph Loeb, la storia di Batman per cui le famiglie Falcone e Maroni sono più conosciute. Ora che la presa della famiglia Falcone su Gotham si era indebolita, un serial killer noto solo come “Holiday” iniziò a far fuori i membri della famiglia. Naturalmente, Falcone crede che sia opera della famiglia Maroni. Le cose peggiorano per Falcone dopo che il suo magazzino pieno di contanti viene trovato da Batman e Harvey Dent, che lo bruciano per mandare un messaggio (in un momento che ricorda il Joker che brucia i contanti ne Il cavaliere oscuro). Disperato e arrabbiato, Falcone inizia ad assumere vari “mostri in costume”, come Joker, Enigmista, Catwoman, Pinguino, Cappellaio Matto, Spaventapasseri, Poison Ivy e Solomon Grundy, per affrontare Batman nel mese successivo. Durante questo periodo, gli obiettivi di Holiday passarono dai Falcones ai Maroni, compreso “Big Lou”, che fu ucciso il giorno della festa del papà. Mentre Sal Maroni inizialmente credeva che dietro i colpi ci fosse Falcone, “Il Romano” lo convinse (attraverso la figlia Sofia) che avevano un nemico comune in Harvey Dent, che lui credeva essere segretamente l’assassino di Holiday.

Dopo che Maroni è stato portato in carcere dalla polizia, viene convinto dalla sua amante, Sofia Gigante, che dietro a tutto c’è Dent. Dopo che Falcone ha fatto in modo che Maroni mettesse le mani su dell’acido, “Il Boss” ha tentato di uccidere Harvey Dent durante il suo processo. Il tentativo è riuscito solo a metà, perché Dent è sopravvissuto, ma con cicatrici permanenti e la sua psiche distrutta. Non molto tempo dopo, Maroni viene ucciso nella sua cella da Holiday, che si rivela essere il figlio minore di Falcone, Alberto, che stava semplicemente cercando di farsi un nome al di fuori dell’ombra di Falcone. A causa del trauma fisico e psicologico, Harvey Dent impazzisce e diventa il supercriminale Due Facce. Insieme agli altri “mostri in costume”, Due Facce assaltò la casa di Falcone e gli sparò direttamente in testa per vendicarsi di avergli rovinato la vita. A causa di ciò, Sofia Gigante, anch’essa ferita gravemente durante l’attacco, e suo fratello Mario lotteranno per prendere il controllo della famiglia criminale Falcone, con i due figli di Sal Maroni, Pino e Umberto, che giureranno fedeltà a Sofia.

Dopo gli omicidi in vacanza, gli imperi Falcone e Maroni si sgretolano

In seguito, i sequel di Long Halloween, Batman: Dark Victory e Catwoman: When In Rome, si sarebbero svolti contemporaneamente, incrociandosi verso la fine di ciascuno di essi. In questo caso, Selina si reca in Italia per ottenere maggiori informazioni sulla famiglia Falcone e sulla sua potenziale eredità e, dopo aver trovato qualcosa su Sofia Gigante, consegna le informazioni a Batman. Pur non avendo ancora una prova concreta di essere una Falcone per nascita, continua a credere che sia vero. La famiglia Falcone si rivoltò contro se stessa durante Dark Victory, che si concentrò molto sulla transizione criminale di Gotham dal crimine organizzato ai supercattivi impazziti. La maggior parte di questa storia ruota attorno a Joker, Due Facce e altri membri della galleria delle canaglie di Batman che lentamente abbattono la loro concorrenza con la mafia, trascinando Gotham in un ulteriore caos. Nel frattempo, un misterioso serial killer noto solo come “il Boia” inizia a uccidere poliziotti e personale di polizia corrotti di Gotham, per poi rivoltarsi anche contro la famiglia Falcone.

Sebbene molti sospettassero che dietro questi attacchi ci fosse Due Facce, lui negava categoricamente, anche con tutte le prove a suo carico. Alla fine, dopo aver ucciso suo fratello Alberto, affermando che non era un “vero Falcone”, Sofia Gigante si rivelò essere l’assassino del Boia prima che Due Facce uccidesse senza pietà sia lei che i due figli di Maroni. Vale anche la pena notare che il vecchio esecutore di Maroni, Tony Zucco, uccise Richard e Mary Grayson, i genitori di Dick Grayson, durante questo periodo in un colpo di mafia, che permise a Bruce Wayne di adottare Dick (e alla fine di addestrarlo a diventare il primo Robin). In seguito si scopre che Due Facce aveva rubato il corpo di Carmine Falcone per provocare dissidi all’interno della famiglia e, naturalmente, ci è riuscito. Dark Victory si conclude con Mario Falcone che brucia la tenuta di famiglia, portando la famiglia Falcone al collasso. Dopo anni di gestione della malavita di Gotham, i Falcone e i Maroni sono finalmente finiti, e la galleria di furfanti di Batman è ora la principale minaccia per Gotham. Altri criminali dal colletto bianco come Pinguino e Maschera Nera avrebbero preso piede, ma anche loro non avevano il tipo di influenza che questi gangster italiani vantavano un tempo.

Naturalmente, questo ci riporta al mondo di The Batman, che stabilisce che la Sofia Falcone di Cristin Milioti è già stata scoperta come serial killer che ha trascorso un periodo ad Arkham quando inizia The Penguin. Sebbene la Sofia dei fumetti sia un po’ più strategica nel suo piano per riprendere il controllo delle operazioni illegali della sua famiglia, l’interpretazione di Milioti è un po’ più sconsiderata, soprattutto dopo che Oz Cobb, alias il Pinguino (Colin Farrell), uccide suo fratello Alberto. Sembra che The Penguin si stia allontanando da alcuni punti generali della storia stabiliti per la prima volta nella storia della DC Comics, ma in generale sta facendo un buon lavoro nel mantenere le personalità dei più importanti gangster Falcone e Maroni.

Nuova continuità, nuova vita

Sofia Falcone
Sofia Falcone – Cristin Milioti – The Penguin – Cortesia di HBO

Anche se Carmine Falcone, Sal Maroni e le loro rispettive famiglie criminali sono effettivamente finite, questo non significa che non sarebbero tornate. Dopo che la DC Comics ha riavviato la sua continuità fumettistica mainstream con “The New 52” e successivamente con “DC Rebirth”, le famigerate famiglie criminali sono riapparse in una veste più limitata, con sia “The Roman” che “The Boss” ora vivi e vegeti. Carmine Falcone è riapparso in Batman Eternal (una serie di 52 numeri che ha celebrato i 75 anni di Batman nel 2014-15) per reclamare il suo impero criminale dopo che il commissario Jim Gordon è stato falsamente incastrato per omicidio. Sembrava che gran parte della sua storia da Anno Uno (compresa la cicatrice che gli ha fatto Catwoman) fosse intatta, anche se in questo caso il suo principale rivale per il potere a Gotham non era Sal Maroni, ma Oswald Cobblepot, noto anche come il Pinguino. È probabile che The Penguin (come Gotham prima di lui) stia prendendo ispirazione, dato che Oz Cobb sta lottando per ottenere il controllo dell’operazione di Falcone ora che “Il Romano” è stato ucciso dall’Enigmista (Paul Dano) in The Batman.

Ma per quanto riguarda i fumetti, alla fine il GCPD ha arrestato Falcone per i suoi crimini e lo ha portato al penitenziario di Blackgate. Sal Maroni, invece, è tornato nella continuità attuale solo in una breve apparizione nella serie Nightwing, che rivela che suo figlio C.J. (una nuova aggiunta alla famiglia Maroni) e Dick Grayson erano in realtà amici d’infanzia. Anche se non è chiaro se le famiglie criminali Falcone o Maroni torneranno a far parte a tempo pieno dei libri di Batman, è ovvio che hanno lasciato un segno nella storia di Batman. Questo rende il loro ruolo nell’universo di The Batman di Matt Reeves sempre più importante, e la loro complicata storia nei fumetti contribuisce certamente al modo in cui li vediamo soprattutto ne The Penguin. Ma se possiamo imparare qualcosa dal loro ruolo nell’Universo DC, è che i Falcones e i Maronis hanno i giorni contati. Con Batman e altri “mostri in costume” come lui che iniziano ad apparire in tutta Gotham, sembra più probabile che l’ascesa al potere del Pinguino inauguri una nuova era per l’ universo di Batman. Resta da vedere come il Crociato incappucciato gestirà Oz, ma sappiamo che alla fine anche il suo impero cadrà.

 
 

Chi sono i Vendicatori in attività dopo Avengers: Endgame?

Avengers: Endgame MCU

Lo snap di Thanos ha sterminato metà della vita dell’universo, riducendo anche drasticamente il numero di supereroi che proteggevano la Terra. Anche se gli eroi sopravvissuti sono riusciti alla fine a sistemare le cose, hanno dovuto pagare un prezzo terribile. Sia Vedova Nera che Iron Man si sono sacrificati per sconfiggere Thanos, mentre Steve Rogers ha deciso di rivendicare una vita dal sapore alla “e vissero per sempre felici e contenti” viaggiando indietro nel tempo per stare con la sua amata Peggy Carter. Altri sembrano essersi nascosti, tra cui Wanda Maximoff diventata Scarlet Witch, mentre non ci sono state notizie riguardo alla versione bianca di Visione. Thor ha lasciato la Terra con i Guardiani della Galassia, e anche Captain Marvel sembra essere tornata tra le stelle.

I titoli di punta della Fase 4 come The Falcon and the Winter Soldier e Hawkeye mostrano che alcuni eroi stanno ancora lavorando per combattere il crimine e la malvagità, ma viene da chiedersi chi ancora possa essere effettivamente considerato Vendicatore. Ecco quindi tutti i supereroi confermati della Fase 4 del MCU che stanno ancora operando sulla Terra dopo Avengers: Endgame – dimostrando quanto sia vulnerabile il pianeta in questo momento.

1Un team Marvel di Avengers tutto al femminile

Ultimo ma assolutamente non meno importante, c’è anche il potenziale per un team di Avengers tutto al femminile da formare nella Fase 5 del MCU, forse la A-Force dei fumetti Marvel che è stata in qualche modo introdotta in Endgame. Data la presunta importanza di Captain Marvel nel plasmare il futuro del MCU, si potrebbe far largo una lunga lista di eroine in grado di impostare la rotta per una squadra di Vendicatori tutta al femminile: Captain Marvel, Monica Rambeau, Shuri, Okoye, Mighty Thor di Jane Foster, Lady Sif, Valchiria, She-Hulk, Yelena Belova, Gamora, Nebula, Sersi, e Wasp, solo per nominarne alcune. Data questa impressionante gamma di straordinarie eroine che il MCU potrebbe includere, una squadra femminile di Vendicatori è quasi un requisito imprescindibile per la Fase 5.

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Chi sono i tredici primati originali in Transformers One?

Transformers One

Il prologo del nuovo film d’animazione in computer grafica Transformers One (la nostra recensione) rivela le origini di Cybertron, che nasce come un essere interstellare senziente noto come Primus. In pratica, Primus è il Transformer originale, che si è trasformato nel pianeta ora chiamato Cybertron. Il prologo rivela anche la prima generazione di Transformer creata da Primus: i Tredici Primi Originali. I Tredici Primi Originali sono una parte molto profonda della mitologia dei Transformers e sono saggiamente inclusi nel nuovo canone stabilito dall‘eccezionale film d’animazione in computer grafica. Tenendo conto di ciò, è ora di fare un’immersione profonda nelle origini e nel concetto dei Tredici Primati Originali di Cybertron.

I tredici primati originali sono i progenitori di Cybertron

Transformers One
Transformers One – Cortesia di Eagle Pictures

I Primi Originali esistono come archetipi della razza cybertroniana. Agiscono come progenitori e robot apicali per vari aspetti del mito dei Transformers: Micronus Prime è il primo Transformer Mini-con o Micromaster; Onyx Prime è il primo Transformer bestia; ecc. Nel film, vengono rivelati come i primi robot trasformatori che Primus ha creato per insegnare, guidare e proteggere le generazioni future. Ogni Cybertroniano che porta il nome Prime sa che è più di un semplice titolo. I Prime sono gli esseri senzienti più nobili, virtuosi e coraggiosi di Cybertron.

Transformers One raffigura i Tredici Prime originali come un nobile collettivo di Cybertroniani. Erano guidati da Zeta Prime (James Remar), che portava con sé la Matrice della Leadership, un artefatto sacro. La trama di Transformers One è incentrata sul giovane cybertroniano Orion Pax (Chris Hemsworth), che non ha un ingranaggio di trasformazione (T-cog) e cerca di scoprire dove si trova la Matrice della Leadership perduta. Orion Pax desidera trovare la Matrice, sperando che possa ripristinare le risorse in diminuzione di Cybertron e fornire più opzioni ai civili non trasformati del pianeta, che hanno poche opportunità e devono svolgere lavori manuali debilitanti nelle miniere.

Tuttavia, in seguito si scopre che Sentinel Prime (Jon Hamm), ritenuto l’ultimo dei Primi, ha tradito i Tredici Primi Originali con i Quintessons durante una guerra avvenuta decenni prima. La Matrice della Leadership è misteriosamente scomparsa quando Sentinel e i Quintessons hanno teso un’imboscata e giustiziato i Primi, tranne Alpha Trion (Laurence Fishburne) che rivela la verità sul tradimento di Sentinel Prime a Orion Pax e ai suoi compagni, che ora devono diventare gli eroi di cui Cybertron ha bisogno per riconquistare la libertà.

I tredici Prime originali si sono evoluti concettualmente nel tempo

Il concetto dei Tredici Primati Originali ha richiesto molti anni per evolversi nella versione rappresentata in Transformers One. Il concetto di un gruppo di Transformers progenitori o Archetipi di Transformers ha fatto il suo debutto in una storia intitolata “Covenant”, pubblicata nel materiale di programmazione della convention di Transformers, BotCon, nel 1999. Pubblicata dalla 3H Productions e scritta da Simon Furman, uno degli autori della serie originale di fumetti Transformers pubblicata dalla Marvel Comics, “Covenant” introdusse il primo concetto del gruppo originale di Transformers, tranne che per il fatto che erano dodici robot che erano tra le prime creazioni di Primus e che erano basati sui dodici segni zodiacali.

I dodici originali sono poi diventati i Tredici Originali nel libro del 2004 Transformers: The Ultimate Guide, scritto sempre da Furman durante l’era Dreamwave Productions della continuity dei fumetti di Transformers. I Tredici Originali furono rivelati come creazioni originali di Primus, costruite per combattere Unicron, antico nemico di Primus e tiranno divoratore di pianeti. I fumetti dell’Era Dreamwave Productions dei Transformers hanno anche rivelato che uno dei Tredici Originali è “Il Caduto”, un Cybertroniano che ha tradito i suoi fratelli ed è stato corrotto da Unicron. In sostanza, è la versione Transformers di Lucifero. Negli anni successivi, al Caduto fu dato il nome originale di Megatronus, diventando la base della fazione dei Decepticon. Anche se il Caduto non compare in Transformers One, il film d’animazione adatta parzialmente il legame di Megatronus con Megatron e i Decepticon.

Il Caduto in “Transformers: La vendetta del caduto” è uno dei Primi originali

Una versione dei Primati Originali è stata rappresentata nel film live-action del 2009, Transformers: La vendetta del caduto. Il film rivela che il Caduto è il “maestro” e mentore di Megatron, uno dei Primi Originali che aveva già visitato la Terra in tempi preistorici. Fu esiliato dai suoi compagni dopo aver tentato di attivare lo Star Harvester, che avrebbe distrutto la vita senziente sul pianeta, cosa che gli altri Primati di Cybertron rifiutarono. Anche se nel film non viene mai rivelato specificamente come Megatronus, il Caduto è tradizionalmente il nome dato all’ex Megatronus Prime, o semplicemente Megatronus, nella storia dei Transformers, di solito a causa dei suoi tentativi di tradire gli altri Prime o Primus o dell’esilio forzato dal suo gruppo. Tuttavia, Transformers One ha scelto di dare a Megatronus una direzione diversa.

Transformers One cambia il destino di Megatronus Prime

Transformers One film 2024
Un’immagine del film Transformers One.

In Transformers One, Megatronus Prime è rimasto fedele alla sua causa e non ha mai tradito i suoi alleati. Il film rivela che Sentinel Prime è un falso Prime che ha rubato il titolo. Sentinel Prime era un aiutante dei Tredici Prime Originali che ha tradito l’intero gruppo quando erano in guerra con i Quintessons. I Tredici Primi Originali, compreso Megatronus Prime, furono tutti giustiziati, tranne Alpha Trion, che fu riportato in vita decenni dopo da Orion Pax e dai suoi amici mentre erano alla ricerca della Matrice della Leadership. Alpha Trion rivelò la verità sul tradimento di Sentinel Prime, dimostrando che era stato Sentinel a sferrare il colpo di grazia a Megatronus Prime, che D-16 (Brian Tyree Henry) rispettava e idolatrava come suo eroe. Sentinel Prime ha tradito Cybertron, i Tredici Prime Originali e la sua intera razza, concedendo ai Quintesson il dominio su Cybertron e tutto l’Energon che desiderano in cambio del potere e del dominio su Iacon (la capitale sotterranea di Cybertron).

È interessante notare come Transformers One abbia scelto di non far diventare Megatronus Prime il Caduto, raffigurando invece Sentinel Prime come il traditore dei Tredici Originali. Tuttavia, Sentinel non è mai stato un Prime e non è un membro ufficiale dei Tredici Originali. Se la storia di Transformers One continuerà con le prossime puntate, potrebbe essere rivisitata l’idea di Megatronus Prime che diventa il Caduto. Forse Megatronus potrebbe subire un qualche tipo di resurrezione, con l’assistenza del nuovo Megatron trasformato, e i due cercheranno di governare Cybertron insieme.

Il futuro della serie Transformers One

A causa delle azioni di Orion Pax nei suoi tentativi di salvare Cybertron e di abbattere Sentinel Prime, ma volendo mostrare pietà al cattivo, gli spiriti collettivi dei Tredici Primi Originali concedono a Orion Pax la sacra Matrice della Leadership e il nuovo titolo di Optimus Prime, rendendo Optimus il più recente e ultimo dei Primi. La Matrice ripristina le risorse di Energon di Cybertron, ormai esaurite, e concede anche nuovi t-cog, che erano stati crudelmente sottratti ai Transformer privi di t-cog da Sentinel Prime. Inoltre, Optimus Prime chiama i suoi nuovi seguaci Autobot per difendere Cybertron dai suoi nemici, i Quintesson.

Purtroppo, D-16 ha ormai rifiutato completamente i suoi legami e la sua amicizia con Optimus. Utilizzando il volto di Megatronus Prime come emblema, D-16 forma una nuova fazione, i Decepticon, e assume il nome di Megatron, ispirandosi al suo defunto eroe. Amareggiato e arrabbiato per la rivelazione del tradimento di Sentinel Prime, Megatron cerca ora di unire Cybertron sotto il suo dominio. Transformers One pone le basi per la Grande Guerra tra gli Autobot e i Decepticon della leggendadei Transformers. Questo finale può dare alla storia una serie di direzioni incredibili. Speriamo che la nuova continuità stabilita da Transformers One continui a svilupparsi con i futuri sequel.

 
 

Chi sono gli Avengers ancora in attività dopo Endgame?

Avengers

Lo snap di Thanos ha sterminato metà della vita dell’universo, riducendo anche drasticamente il numero di supereroi che proteggevano la Terra. Anche se gli eroi sopravvissuti sono riusciti alla fine a sistemare le cose, hanno dovuto pagare un prezzo terribile. Sia Vedova Nera che Iron Man si sono sacrificati per sconfiggere Thanos, mentre Steve Rogers ha deciso di rivendicare una vita dal sapore alla “e vissero per sempre felici e contenti” viaggiando indietro nel tempo per stare con la sua amata Peggy Carter. Altri sembrano essersi nascosti, tra cui Wanda Maximoff diventata Scarlet Witch, mentre non ci sono state notizie riguardo alla versione bianca di VisioneThor ha lasciato la Terra con i Guardiani della Galassia, e anche Captain Marvel sembra essere tornata tra le stelle.

I titoli di punta della Fase 4 come The Falcon and the Winter Soldier e Hawkeye hanno mostrato che alcuni eroi stanno ancora lavorando per combattere il crimine e la malvagità, ma viene da chiedersi chi ancora possa essere effettivamente considerato Vendicatore. Ecco quindi tutti i supereroi confermati della Fase 4 del MCU che stanno ancora operando sulla Terra dopo Avengers: Endgame – dimostrando quanto sia vulnerabile il pianeta in questo momento.

1Un team Marvel di Avengers tutto al femminile

Captain-Marvels-female-films

Ultimo ma assolutamente non meno importante, c’è anche il potenziale per un team di Avengers tutto al femminile da formare nella Fase 5 del MCU, forse la A-Force dei fumetti Marvel che è stata in qualche modo introdotta in Endgame.

Data la presunta importanza di Captain Marvel nel plasmare il futuro del MCU, si potrebbe far largo una lunga lista di eroine in grado di impostare la rotta per una squadra di Vendicatori tutta al femminileCaptain Marvel, Monica Rambeau, Shuri, Okoye, Mighty Thor di Jane Foster, Lady Sif, Valchiria, She-Hulk, Yelena Belova, Gamora, Nebula, Sersi, e Wasp, solo per nominarne alcune. Data questa impressionante gamma di straordinarie eroine che il MCU potrebbe includere, una squadra femminile di Vendicatori è quasi un requisito imprescindibile per la Fase 5.

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Chi si accontenta, Goldrake! di Andrea Guglielmino a Più libri più liberi

Si svolgerà presso lo stand A64 della fiera Più libri più liberi alle ore 19.00 di sabato 9 dicembre la sessione di firma copie di Chi si accontenta, Goldrake!, la raccolta di aforismi di Andrea Guglielmino. Con lui ci sarà anche Sudario Brando.

Sabato 16 invece, alle ore 18.00, presso la Libreria Mangiaparole in Via Manlio Capitolino 7/9, la presentazione della stessa raccolta, alla presenza dell’autore, di Valentina Pettinato, autrice della prefazione, e Francesco Alò, autore della postfazione.

Una raccolta di aforismi scritti dall’autore sulla bacheca di facebook sono raccolti, divisi per sezioni, in un  libro denso di modernità, attualità e cinema; pieno di riflessioni che fanno ridere e sorridere; colmo di saggezza e filosofia.

Chi si accontenta, Goldrake! manifesta sin dal titolo la volontà di non essere un trattato di Estetica o un ricettario vegano, ma non lo escluderei. È un moderno libro di aforismi, o se vogliamo, del loro corrispettivo nell’epoca del web 2.0: una raccolta di ‘status’ scritti dall’autore su facebook, del tutto casuali ed estemporanei…

Dalla prefazione di Valentina Pettinato

Insomma… se state leggendo questa postfazione dopo tutti i post di Andrea, non potrete non convenire con il sottoscritto che dietro tante cazzate si nasconde l’orribile verità: Guglielmino ci dice tanto di lui attraverso anche i più fantasiosi calembour.

Dalla postafazione di Francesco Alò

L’autore

Andrea Guglielmino (Roma, 1976), è scrittore, giornalista e illustratore per la satira e per l’infanzia. Specializzato in cinema, lavora come redattore presso CinecittàNews (Il daily online di Cinecittà). È direttore editoriale del progetto umoristico ‘Vendicazzari Uniti!!!’, noto inizialmente su facebook e recentemente concretizzatosi nel sito www.vendicazzariuniti.com. E’ autore delle illustrazioni del libro per bambini  ‘Mastro Tasso e il suo cappello’, scritto da Ilaria Mainardi ed edito da MdS nel 2014. Come saggista, ha pubblicato il libro ‘Cannibali a confronto – L’uomo è ciò che mangia’ (Memori, 2007). Il suo secondo saggio, ‘Antropocinema’, edito da Golem Libri nel corso del 2015, ha vinto lo stesso anno il Premio Domenico Meccoli ScriverediCinema Città di Assisi. Ha vinto il primo premio della sezione racconto del concorso ‘Dipendenze’ (MdS Editore 2017) con il racconto ‘Maniaci seriali’, pubblicato sull’antologia omonima.

 
 

Chi si accontenta, Goldrake! di Andrea Guglielmino a Grosseto

Appuntamento con i libri a Grosseto. Domenica 4 marzo alle 18.30 alla sede di Kansassiti (via Porciatti, 10), associazione che si occupa di attività culturali  e che nel nome ricorda come Luciano Bianciardi aveva definito il capoluogo maremmano,  è in programma la presentazione del libro “Chi si accontenta, Goldrake!” di Andrea Guglielmino, giornalista e critico cinematografico. Si tratta di un libro di aforismi 2.0 in cui status da social network diventano strumento di satira della quotidianità grazie all’inventiva dell’autore. Ad introdurre l’autore sarà Federico Raponi, noto per la trasmissione “Visionari” di Radio Onda Rossa.

Il testo è edito da Edizioni Progetto Cultura ed è disponibile in due varianti con le copertine dei fumettisti Tuono Pettinato e Sudario Brando. È una raccolta di frasi scelte dall’autore tra dieci anni di riflessioni su Facebook, per lo più ironiche, sarcastiche e satiriche ma anche in grado di far riflettere sul momento storico che stiamo vivendo. Prefazione e post-fazione portano la firma rispettivamente di Valentina Pettinato e Francesco Alò, critici e giornalisti cinematografici.

 
 

Chi sei, Charlie Brown?, il documentario in arrivo su Apple TV+

Chi sei, Charlie Brown?

Apple TV+ ha svelato oggi il trailer e la data d’uscita del documentario, “Chi sei, Charlie Brown?”, che sarà disponibile in tutto il mondo venerdì 25 giugno, su Apple TV+. Narrato da Lupita Nyong’o e ideato da Imagine Documentaries, lo speciale documentario è prodotto da Brian Grazer e Ron Howard e mostra interviste con amici, familiari, fumettisti e i fan più famosi del fumetto, per comporre un commovente ritratto del compianto creatore dei Peanuts, Charles M. Schulz.

Onorando il creatore dell'”uomo qualunque”, Charles “Sparky” Schulz, “Chi sei, Charlie Brown?” celebra il significato e la popolarità multi-generazionale del fumetto, con la sua arte e design senza tempo, per delineare il ritratto dell’uomo i cui personaggi avrebbero toccato la vita di milioni di persone nel corso dei decenni, diventando amate icone culturali. Ricco di interviste a Jean Schulz, la vedova di Charles Schulz, insieme a Drew Barrymore, Al Roker, Kevin Smith, Billie Jean King, Paul Feig, Ira Glass, Noah Schnapp, Miya Cech, Keith L. Williams, Chip Kidd, Lynn Johnston, Robb Armstrong e altri ancora, il documentario intreccia una nuova storia animata che segue Charlie Brown alla scoperta di se stesso.

Chi sei, Charlie Brown? è prodotto da Brian Grazer, Ron Howard, Sara Bernstein e Justin Wilkes di Imagine Documentaries, Josh Scherba, Anne Loi e Stephanie Betts di WildBrain, Craig Schulz e Paige Braddock di Peanuts e Michael Bonfiglio, che scrive e dirige. Meredith Kaulfers di Imagine Documentaries è co-produttrice esecutiva e Marcella Steingart è produttrice e scrittrice. La musica originale è composta da Jeff Morrow, compositore della nuova serie “The Snoopy Show”, “Snoopy in Space” e “Peanuts in Space: Secrets of Apollo 10”.Chi sei, Charlie Brown? si unirà ad altri titoli dei Peanuts, tra cui “The Snoopy Show”, i classici speciali dei “Peanuts”, la serie nominata ai Daytime Emmy “Snoopy in Space” e il vincitore del Daytime Emmy Award “Peanuts in Space: Secrets of Apollo 10”, anch’essi prodotti da Imagine Documentaries.

Offrendo una visione multi-generazionale per i bambini dai 4 agli 11 anni e per i loro caregiver, Apple TV+ ospita serie originali di alcuni dei franchise più affidabili di oggi nella programmazione per bambini e famiglie, tra cui “Ghostwriter” e “Helpsters” di Sesame Workshop, vincitori del Daytime Emmy Award; il prossimo reboot dell’amata serie classica “Fraggle Rock” di The Jim Henson Company; “Doug Unplugs” di DreamWorks Animation e “Stillwater” di Gaumont e Scholastic.

Apple TV+ è disponibile sull’app Apple TV in oltre 100 paesi, su oltre 1 miliardo di schermi, inclusi iPhone, iPad, Apple TV, iPod touch, Mac, specifiche smart TV Samsung, LG, Sony e VIZIO, Amazon Fire TV e dispositivi Roku, console PlayStation e Xbox e su tv.apple.com, per € 4,99 al mese con una prova gratuita di sette giorni. Per un periodo di tempo limitato, i clienti che acquistano un nuovo iPhone, iPad, Apple TV, Mac o iPod touch possono usufruire gratuitamente di un anno di Apple TV +. Questa offerta speciale è valida per tre mesi dopo la prima attivazione del dispositivo.

 
 

Chi Segna Vince: trailer del film di Taika Waititi con Michael Fassbender

È stato presentato in esclusiva il nuovissimo trailer del film Searchlight Pictures Chi Segna Vince. Diretto dal premio Oscar Taika Waititi (Jojo RabbitThor: Ragnarok), racconta la storia della squadra di calcio delle Samoa Americane, che ha subito la peggiore sconfitta nella storia della Coppa del Mondo perdendo 31 a 0 contro l’Australia nel 2001. Con l’avvicinarsi delle qualificazioni per la Coppa del Mondo 2014, la squadra ingaggia un allenatore sfortunato e anticonformista (Michael Fassbender) per aiutarla a risollevarne le sorti.

Il cast del film include anche  Frankie Adams, Elisabeth Moss, David Fane, Beulah Koale, Lehi Falepapalangi, Semu Filipo, Uli Latukefu, Rachel House e Kaimana. Chi Segna Vince è prodotto da Waititi insieme a Jonathan Cavendish e Garrett Basch, mentre Andy Serkis, Will Tennant e Kathryn Dean sono i produttori esecutivi. Tra i produttori aggiuntivi figurano Mike Brett e Steve Jamison, che ha diretto il documentario del 2014 da cui è tratto il film. Chi Segna Vince arriverà prossimamente nelle sale italiane.

 
 

Chi segna vince: recensione del film di Taika Waititi con Michael Fassbender

Chi segna vince recensione film

Quella di Chi segna vince è la storia di due isole. La prima è quella delle Samoa Americane, mentre la seconda è un uomo, Thomas Rongen. Ma come ci insegna la poesia di John Donne: “nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”. Ecco allora che con il suo nuovo film da regista Taika Waititi si impegna a portare avanti questo concetto, dimostrandoci come quelli che sembrano inizialmente essere due mondi troppo distanti, chiusi in sé stessi e incapaci di affrontare tanto il passato quanto il presente e il futuro, sono invece una cosa sola e che dal loro rapporto può avere inizio il giusto percorso di guarigione.

Riposto dunque il Mjöllnir dopo la non felice esperienza di Thor: Love and Thunder, il regista neozelandese si concentra sul dar vita ad un film più piccolo, senza particolari pretese, un feel good movie che ci ricorda l’importanza di rimanere uniti davanti alle avversità, abbracciando il proprio passato e dando vita ad un secondo tempo della propria vita che possa essere migliore del primo. Per farlo Waititi riporta dunque sul grande schermo la storia di quella che era considerata la peggior nazionale del mondo, le Samoa Amicane, che guidate dal coach Thomas Rongen, intraprendono un complesso percorso per le qualificazioni al campionato mondiale di calcio 2014. Un storia già raccontata dal documentario di quello stesso anno, Next Goal Wins.

Chi segna vince Michael Fassbender
Michael Fassbender in una scena di Chi segna vince.

La trama di Chi segna vince: imparare a perdere, ma insieme

La nazionale di calcio delle Samoa Americane è tristemente nota a causa della brutale sconfitta di 31 a 0 subita nel 2001. Dieci anni dopo quel risultato nero, mentre si avvicinano le qualificazioni alla Coppa del Mondo, la squadra ingaggia il rabbioso e anticonformista allenatore Thomas Rongen (Michael Fassbender) sperando che possa riuscire a cambiare le loro sorti. I primi tentativi di allenare la sua nuova squadra non fanno però che far infuriare ulteriormente Rongen, da tempo distaccato e in collera con il mondo e con sé stesso per un trauma del proprio passato che non riesce ad accettare. Più trascorre del tempo sull’isola, però, più imparerà ad adeguarsi ai suoi ritmi, alle sue tradizioni, trovando infine il modo di sintonizzarsi con la squadra e portarla a nuovi traguardi.

Scontro tra culture diverse

Thomas Rongen e le Samoa Americane sono dunque due isole completamente differenti. Il primo, olandese, è glaciale, rigido, nervoso, incline al mandar giù diversi tipi di alcolici senza porsi problemi nel mischiarli. Le Samoa Americane, invece, sono un arcipelago pacifico, tranquillo, dove tutti guidano senza mai superare i 30 chilometri orari, dove la fluidità di genere è diffusa e ben accetta e dove l’ora della preghiera è sacra, imponendo il totale blocco delle attività. Tra gag, battute o situazioni per il protagonista insostenibili, tutto continua a ribadire l’apparente impossibilità di un dialogo tra queste due parti. Waititi si diverte dunque a sottolineare, con la sua solita ironia, queste differenze e il loro scontrarsi, facendone il vero cuore del film.

Chi segna vince si svela dunque a poco a poco essere più lo studio dell’interiorità di un uomo e di una squadra, entrambi a dei punti critici delle rispettive esistenze, che non la riproposizione fedele di quanto avvenuto nella realtà.  Ciò non significa che Waititi si prenda delle forti libertà rispetto alla storia di Rongen e del suo team, ma che scelga di far emergere quello che si evince egli ritiene essere il vero valore da trasmettere di questa vicenda: l’importanza del gioco di squadra, tanto in campo come nella vita. Ecco allora che allenamento dopo allenamento, quelle differenze si vengono ad appianare, permettendo alle due isole di scoprirsi parte di uno stesso continente.

Chi segna vince Michael Fassbender Kaimana
Kaimana e Michael Fassbender in una scena di Chi segna vince.

Tatto, umanità e umorismo sono le parole chiave di Chi segna vince

Mentre le due isole si legano l’una all’altra, emerge sempre di più la bravura generale del cast di attori che compone la squadra di calcio, capitanata da un Michael Fassbender che tra questo film e The Killer sembra dunque confermare di essere tornato in buona forma dopo una serie di ruoli non propriamente riusciti. Accanto a lui spicca però in particolare l’esordiente Kaimana, nel ruolo di Jaiyah Saelua – nota per essere nella realtà la prima calciatrice transessuale della storia a fare parte di una nazionale di calcio. È lei a rubare in più occasioni la scena, merito tanto della sua naturalezza nell’interpretare questo ruolo quanto di certe accortezze di scrittura da parte di Waititi e del co-sceneggiatore Iain Morris nei confronti del personaggio, affrontato con tatto e umanità.

Tatto e umanità, ma anche leggerezza e umorismo, sono poi le parole chiave dell’intero film, che si rivela così essere, per tipologia e dimensione, il racconto adatto ad un regista come Waititi, abile nel confezionare le emozioni senza trascurare il divertimento. Certo, proprio alla luce di ciò fa un po’ storcere il naso che il climax si alterni tra immagini di quanto avvenuto e loro descrizione successiva, una scelta narrativa che pone un freno all’emozione che il vedere direttamente la conclusione della partita di calcio avrebbe potuto generare. Ma nel suo complesso Chi segna vince riesce a portare fino in fondo il messaggio voluto da Waititi, infondendo nello spettatore quel buon umore che è sempre bello avvertire mentre si esce dalla sala a film concluso.

 
 

Chi segna vince: la vera storia dietro al film di Taika Waititi

Chi segna vince recensione film

Il nuovo film di Taika Waititi, Chi segna vince (qui la recensione) è dall’11 gennaio al cinema. Interpretato da Michael Fassbender, questo racconta la storia di quella che è considerata “la peggior nazionale di calcio al mondo”, quella delle Samoa Americane, che nel 2011 tentò però di scrollarsi di dosso questa nomea cercando di qualificarsi al campionato mondiale di calcio 2014, supportata dalla presenza del nuovo allenatore Thomas Rongen. Una vicenda questa già narrata nel documentario del 2014 Next Goal Wins (che è anche il titolo originale del film di Waititi). Con questa sua versione live action, però, il regista di Jojo Rabbit e Thor: Ragnarok si discosta quel tanto che basta dalla storia vera per concentrarsi su determinate dinamiche e tematiche di questa stupefacende vicenda di outsiders in cerca di rivalsa. Ma qual è dunque la vera storia dietro il film?

La vera storia dietro Chi segna vince

La tragedia della nazionale delle Samoa Americane

Iniziamo dalle vicende che hanno portato la nazionale delle Samoa Americane al guadagnarsi la nomea di “peggio nazionale di calcio al mondo”. Da quando nel 1994 è diventata membro della FIFA, ha giocato un totale di 30 partite, perdendole tutte. La peggiore, però, è la storica sconfitta subita l’11 aprile 2001 per mano dell’Australia durante le qualificazioni per la Coppa del Mondo 2002. In quell’occasione le Samoa Americane persero 31 a 0. Anche se può sembrare un risultato umiliante, il solo fatto che la squadra delle Samoa Americane sia riuscita a giocare quella partita è stata già una vittoria. La squadra era infatta stata praticamente sabotata dalla FIFA e mancava di molte delle caratteristiche di una squadra professionistica.

La FIFA aveva infatti richiesto i passaporti statunitensi ai giocatori samoani, squalificando così 19 dei 20 membri della squadra in quanto sprovvisti di tale documento. Solo il portiere Nicky Salapu ha avuto la possibilità di partecipare. È stata a quel punto messa insieme in fretta e furia una nuova squadra con un’età media di 19 anni. Due dei giocatori avevano, ad esempio, solo 15 anni. Il manager Tony Langkilde ha poi dichiarato che molti dei giocatori non erano abituati a giocare per tutti i 90 minuti di una partita professionistica, e c’era chi non aveva le scarpe adatte all’occasione. In realtà, i giocatori non erano nemmeno professionisti al 100%: la maggior parte di loro aveva un lavoro giornaliero, come mostrato nel film di Waititi.

La prima calciatrice transessuale della storia

Ma non è solo per l’enorme sconfitta che la squadra di calcio delle Samoa americane è entrata nella storia. La squadra è stata anche la prima a includere un giocatore di calcio transgender, almeno nei campionati professionistici: Jayah Saelua, identificatasi come fa’afafine, nomenclatura samoana che indica un terzo genere. Assegnati al sesso maschile alla nascita, i fa’afafine incarnano allo stesso tempo i ruoli tradizionalmente attribuiti a un genere o all’altro in una visione binaria del mondo. Alcuni vivono la loro vita come donne, mentre altri scelgono di vivere come uomini, ma adottano alcuni particolari attributi solitamente ritenuti femminili.

Chi segna vince Michael Fassbender Kaimana

Tuttavia, Saelua ha trascorso gran parte del suo tempo in squadra seduta in panchina. “Ho letto da qualche parte che è stato un record quando sono stata convocata in nazionale”, ha raccontato a James Montague, autore del libro sulla storia del calcio Thirty-One Nil. “Ero riserva per tutto il torneo e dovevo uscire prima perché ero ancora al liceo, ma l’allenatore mi ha lanciato dentro per 10 minuti“. In Chi segna vince, Selua è interpretata dall’interprete non-binary Kaimana. Nel film, però, si mostra un’iniziale diffidenza dell’allenatore Rongen nei confronti di Jayah, cosa che non si è mai verificata nella realtà, con il vero Rongen che ha sempre accettato l’identità della giocatrice.

L’arrivo di Thomas Rongen

Dieci anni dopo quell’incredibile batosta, la nazionale era ancora alla ricerca di una guida che potesse aiutarli a migliorare. Ed è a questo punto che entra in scena Thomas Rongen. Nato ad Amsterdam, Rongen si è trasferito negli Stati Uniti nel 1979 per giocare con gli ormai estinti Los Angeles Aztecs. Nel 2011, aveva appena fallito nel portare la squadra americana Under-20 ai Mondiali di calcio del 2011, quando ricevette una strana offerta di lavoro: allenare la squadra di calcio samoana. La parte più bizzarra dell’offerta era che aveva solo tre settimane per prepararli alle qualificazioni per i Mondiali del 2014. “Ho assistito ad alcune partite del torneo dei Giochi del Pacifico e nessuno riusciva a giocare per 90 minuti“, raccontò l’allenatore al sito sportivo The Athletic.

Rongen veniva però da un periodo della sua vita molto difficile. Nel febbraio 2004, la figliastra 19enne di Rongen, Nicole Megaloudis, è deceduta in un incidente stradale. Nicole era una giocatrice di calcio della Virginia Commonwealth University (VCU), dove era una matricola. Secondo il Washington Post, la Polizia di Stato della Virginia ha dichiarato che l’incidente è stato dovuto alla perdita di controllo dell’auto. Il film cambia però la cronologia dell’incidente, spostandolo al 2009, ovvero poco prima che Rongen vada ad allenare le Samoa Americane. Come mostrato in Chi segna vince, Rongen ha però effettivamente indossato il cappellino da baseball della figliastra durante la vittoria delle Samoa Americane su Tonga.

Il film si prende poi diverse libertà rispetto al rapporto di Rongen con sua moglie Gail. Nella realtà, i due non sono separati come mostra il film e lei non lavora per la Federazione calcistica statunitense. Inoltre, il personaggio interpretato di Will Arnett, presidente della Federazione Alex Magnussen e nuovo compagno di Gail, è fittizio. Thomas e Gail sono ancora sposati e lei lo ha sostenuto per tutto il tempo della sua permanenza alle Samoa Americane. Rongen, inoltre, non ha accettato di allenare la squadra in quanto era la sua unica opportunità lavorativa in quel momento, bensì perché era attratto dalla sfida che tale compito rappresentava. È però vero che fu l’unico coach a rispondere all’appello della nazionale.

Chi segna Vince storia vera

La vittoria contro la nazionale Tonga

Rongen ha dunque iniziato ad allenare la squadra, pur avendo solo 3 settimane di tempo prima della partita per le qualificazioni ai campionati. L’allenatore ha dunque puntato sull’irrobustire le capacità fisiche della squadra, ma soprattutto di rafforzare la loro mente e il loro gioco di squadra. Insieme, hanno ottenuto la seconda vittoria di sempre per la nazionale (e non la prima come si dice nel film), sconfiggendo Tonga 2-1 il 23 novembre 2011, nel primo turno delle qualificazioni alla Coppa del Mondo FIFA 2014. La vittoria ha così posto fine a una striscia di 38 sconfitte consecutive ed è stata la prima vittoria della squadra in 20 anni. La vittoria è stata però seguita da un pareggio per 1-1 contro le Isole Cook e da una sconfitta all’ultimo minuto contro le vicine Samoa.

Nonostante non siano riusciti ad avanzare al turno successivo e non abbiano avuto successo nella loro campagna per guadagnarsi un posto nei playoff della Coppa (uno sforzo che non viene messo a fuoco nel film), il loro senso di vittoria è derivato non solo dal fatto di aver battuto Tonga, ma anche dal fatto di non essersi mai più trovati all’ultimo posto. Con Rongen al timone, la squadra è infatti salita al 173° posto della classifica mondiale della FIFA (oggi sono al 188°). Rongen, però, è stato alla guida della squadra per il solo 2011, intraprendendo poi altri percorsi lavorativi, fino al diventare un commentatore sportivo. Jayah ha invece portato avanti la propria carriera di calciatrice ed è oggi un’ambasciatrice per l’uguaglianza e gli atleti LGBT.

Fonte: HistoryvsHollywood

 
 

Chi sarà il cattivo in Sherlock Holmes 2?

Anche se si assicura al pubblico che il sequel del fortunato Sherlock Holmes di Guy Ritchie arriverà al cinema a fine 2011, non si conosce ancora il volto del villain Dott. Moriarty, che già nel primo film mostra….un braccio.

 
 

Chi riconosce Hugh Grant?

Ricordate tutti il bel faccino ammiccante a metà tra l’imbranato e il malandrino di Hugh Grant? Scordatelo!

Nel nuovo film, Cloud Atlas, Hugh assomiglierà piuttosto a … Dennis Hopper!

 
 

Chi morirà in The Amazing Spiderman 2?

The Amazing Spider-Man 2

Il sequel di The Amazing Spiderman comincerà la sua fasevera e propria di produzione a febbraio. Mentre la maggior parte dle cast principale è già stata scelta, si comincia a speculare su quale sarà la trama e su quale dei personaggi principali morirà.

Diciamo a quelli che non conoscono il fumetto di fare attenzione, perchè potrebbero seguire SPOILER.

Stando a quanto dicono fonti vicine alla produzione, la London Extras è stata chiamata in causa per fornire delle comparse per una scena di un funerale da girare il 14 febbraio. Non si sa ancora di chi sarà il funerale in questione, qualcuno pensa si possa trattare del funerale di Gwen Stacy (Emma Stone), altri invece pensano a quello dello zio Ben, dal momento che Martin Sheen ha confermato da poco la sua presenza nel film in forma di flashback. La stessa agenzia ha riferito che per il film serviranno anche un gruppo di persone per impersonare scienziati, ma non si sa nulla in merito, solo che le riprese di questa scena verranno effettuate tra marzo e luglio.

 
 

Chi m’ha visto: recensione del film con Pierfrancesco Favino

Chi m’ha visto

Prossimo all’uscita nelle sale giovedì 28 settembre, Chi m’ha visto è una scoppiettante commedia italiana che promette di fare il boom al botteghino. Il soggetto prende spunto da uno scorcio di vita reale: la carriera mai decollata di un musicista/ turnista (colui che segue i cantanti nelle loro turnée), destinato a rimanere dietro le quinte nonostante la propria bravura. Martino Piccione (Giuseppe Fiorello) è un chitarrista di mezza età in piena crisi esistenziale. Deciso a dare una svolta alla sua vita, finge la propria tragica sparizione grazie all’aiuto dell’amico fidato Peppino (Pierfrancesco Favino), rintanandosi nelle Murge vicino a Ginosa, suo paese natio. La scomparsa del cantante darà nuova linfa al piccolo paesino pugliese, mobilitando turismo e mass media.

Prodotto dalla IBLAFILM di Giuseppe Fiorello, la sceneggiatura è stata scritta a sei mani dallo stesso attore, da Paolo Logli e dal regista Alessandro Pondi. Pondi è qui alla sua prima direzione su grande schermo, avendo alle spalle per lo più una carriera di scrittore in opere televisive e cinepanettoni cinematografici. La regia quindi non spicca particolarmente, ma rimane fedele ai personaggi seguendoli da vicino e mantenendosi neutrale.

Chi m’ha visto, il film

Quello che rende Chi m’ha visto un’opera riuscita è la scrittura evidentemente ben ponderata, dove i tempi comici si incastrano perfettamente di scena in scena, e i dialoghi rimangono sempre incalzanti senza creare vuoti che facciano scemare l’animo dello spettatore. Commedia divertente e mai stucchevole, che sa quando fermarsi per non scadere nell’eccesso, il film di Pondi ha il suo fiore all’occhiello nella performance di Favino, piuttosto che del protagonista. Peppino/Favino è una spalla essenziale sul quale si poggiano i vari snodi della trama: è lui che denuncia la comparsa dell’amico; lui presenta Sally (Mariela Garriga) a Martino; ed è sempre lui che più di tutti beneficerà della latitanza del musicista.

Autodefinitasi “commedia rock”, in realtà Chi m’ha visto è una classica commedia vecchio stampo, soprattutto quando assistiamo agli irresistibili momenti Fiorello – Favino, che sconfina nel trash dal sapore squisitamente italiano senza però mai esagerare (se non nella clip che accompagna i titoli di coda, non necessaria e che sa troppo di captatio benevolentie nei confronti della De Filippi e della tv spazzatura). Di rock, e di musica in generale, vi è molto poco, se si esclude la sequela di cameo di cantanti che chiedono a gran voce il ritorno del protagonista svanito nel nulla. Il ruolo di musicista del protagonista non è altro che una metafora dell’uomo medio, in costante bilico sul palcoscenico della vita, che sgomita per apparire ma non sempre (anzi quasi mai) ci riesce.

Martino/Fiorello è un Fu Mattia Pascal che cerca una nuova vita, scoprendo poi, ça va sans dire, che questa è imprevedibile e che il finale – seppur dolce/amaro – è la cosa migliore per tutti.

 
 

Chi m’ha visto: il trailer del nuovo film con Favino e Fiorello

chi m'ha visto

È stato diffuso il primo trailer di Chi m’ha visto, il nuovo film con protagonisti Pierfrancesco Favino e Giuseppe Fiorello, diretto da Alessandro Pondi. Il film arriva in sala il 28 settembre.

“Chi m’ha visto”, che si ispira con assoluta modestia al gusto della commedia all’italiana degli anni ’60 dei Maestri Mario Monicelli, Dino Risi e Luigi Comencini, racconta la storia rocambolesca, comica e grottesca di Martino Piccione, un bravissimo chitarrista che collabora con i più grandi divi della musica leggera italiana, solo che nessuno se n’è accorto, perché lui è quello che sul palco sta dietro e i riflettori sono tutti puntati sul cantante famoso. D’altra parte il mondo dello spettacolo è così: non conta quanto vali, conta quanto appari. E tutte le volte che Martino ritorna a casa nel suo paesino in Puglia, deve subire le ironie dei suoi concittadini che lo sfottono per la sua ossessione di diventare un musicista famoso. E allora, con l’aiuto del suo migliore amico Peppino, un “cowboy di paese” con pochi grilli per la testa, decide di mettere in atto un piano strampalato pur di attirare l’attenzione su di sé, e organizza la propria sparizione. 
Ma questo gesto estremo porterà a conseguenze davvero inaspettate…

Ambientata nella Puglia dei nostri giorni ed ispirata ad una storia vera, la pellicola riflette all’interno di un contesto allegro e spensierato l’ amara realtà in cui viviamo: spesso in nome di una esagerata ed effimera apparenza, dimentichiamo la sostanza delle cose.

Il film vede protagonisti anche Mariela Garriga, Dino Abbrescia e la partecipazione di Sabrina Impacciatore, insieme a quella di tantissimi altri ospiti sorprendenti, eccezionalmente in prestito al cinema per l’occasione.

Prodotta da Iblafilm, R.O.S.A Production, Rodeo Drive con RAI CINEMA e distribuito da  01 Distribution, la pellicola è stata realizzata con il sostegno della Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo e anche il contributo della Regione Puglia e dell’Apulia Film Commission.

“Chi m’ha visto” rappresenta il debutto alla regia di Alessandro Pondi, scrittore e sceneggiatore che per il cinema ha firmato sia pellicole d’autore come “K il bandito” di Martin Donovan, “Litium Cospiracy” di Davide Marengo, “Mio papà” di Giulio Base, che commedie sentimentali come “Poli Opposti” e film campione di incassi come “Natale a Beverly Hills” e “Natale in Sud Africa”.

 
 

Chi interpreterà Tetsuo?

Akira

Due dei ruoli principali del film della Warner Bros Akira sono stati assegnati: Garret Hedlund (TRON: Legacy) sarà Kaneda, Kirsten Stewart (Twilight)

 
 

Chi interpreterà il nuovo Robocop?

TomCruise

La MGM sembra interessata a aportare avanti il progetto, nato un po’ per gioco, di un remake del film del 1987 diretto da Paul Verhoeven, Robocop, divenuto ormai un classico. Si era parlato addirittura di nomi per la regia, trai quali quello di Darren Aronofski.

 
 

Chi interpreta Robert Downey Jr. in Oppenheimer?

Robert Downey Jr. in Oppenheimer

Con un nuovo trailer appena uscito, il desiderio di sapere il più possibile sull’attesissimo film biografico Oppenheimer è sempre più difficile da appagare. L’epopea diretta da Christopher Nolan sarà uno dei film estivi più attesi e discussi (soprattutto perché uscirà lo stesso giorno di un altro dei titoli più attesi dell’anno, Barbie). Il film descriverà in dettaglio gli eventi che circondano J. Robert Oppenheimer e lo sviluppo della prima bomba atomica che sarebbe stata usata contro il Giappone per porre fine alla seconda guerra mondiale. La pellicola presenterà un ensemble di prim’ordine che includerà Cillian Murphy nei panni dello scienziato titolare incaricato del non invidiabile lavoro di scatenare il potere dell’atomo sull’umanità a Hiroshima.

Tra i tanti attori di talento che recitano al fianco di Murphy c’è Robert Downey Jr.  nel ruolo di Lewis Strauss. Non si sa molto su Strauss come  anche su altri grandi protagonisti della storia come lo stesso Oppenheimer e il generale Leslie Groves che hanno puntato tutto sullo sviluppo militare di quest’arma e che saranno interpretati tra gli altri anche da Matt Damon. Sembra essere il casting perfetto in quanto Downey ha tutta la versatilità per interpretare il dinamico motore e agitatore dell’eredità ebraica che ha indossato molte vesti e altrettanti ruoli tra cui quello di ufficiale di marina, finanziere, industriale e filantropo che alla fine ha trovato la sua strada nel dirigere l’Atomic Energy Commission e la cerchia ristretta del famigerato Progetto Manhattan.

1Strauss vedeva Oppenheimer come una minaccia per gli Stati Uniti

Oppenheimer

Secondo il National Museum of Nuclear Science & History, dopo essersi scontrati con la ricerca e lo sviluppo della bomba all’idrogeno, Strauss e Oppenheimer sono diventati nemici politici. Oppenheimer non vedeva la necessità di creare un’arma così letale e pensava che la prospettiva del suo potere distruttivo fosse disumana, ma Strauss credeva che non farlo avrebbe rappresentato una certa minaccia alla sicurezza nazionale dell’Unione Sovietica e di altri paesi che già lavoravano per realizzare il bomba. Strauss arrivò persino a fare appello all’allora presidente Dwight D. Eisenhower affermando che “non avrebbe potuto svolgere il lavoro all’AEC se Oppenheimer fosse stato collegato in qualche modo al programma”. I due avrebbero continuato a litigare sull’energia atomica negli anni avvenire dopo il Progetto Manhattan e il dispiegamento delle bombe sul Giappone all’inizio di agosto 1945. Diversi anni dopo aver sganciato le uniche bombe all’idrogeno mai usate sui civili, il governo ha privato Oppenheimer del suo nulla osta di sicurezza per presunti legami comunisti da parte del Consiglio per la sicurezza del personale della Commissione per l’energia atomica. Il comitato che ha ritirato le sue credenziali è stato presieduto dallo stesso Strauss in una serie di udienze molto pubbliche e controverse che lo hanno portato a essere considerato da molti una figura antipatica. Successivamente, quando la sua nomina a Segretario al Commercio degli Stati Uniti arrivò al Congresso, non passò al Senato nel giugno 1959.

Quello che sarà in grado di apportare al personaggio Robert Downey Jr resta da vedere e non possiamo far altro che aspettare il 21 luglio (23 agosto in Italia). Detto questo, guardando indietro alla sua lunga e variegata carriera, siamo certi che Robert Downey Jr  aggiungerà un tocco in più alla rappresentazione di uno dei protagonisti meno annunciati ma più importanti nello sviluppo della bomba atomica. Lo ha fatto in passato interpretando personaggi della vita reale come Roger Avery in Zodiac di David Fincher e la sua interpretazione nominata all’Oscar di Charlie Chaplin in Chaplin.

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Chi ha incastrato Roger Rabbit?: quello che non sai sul film

chi ha incastrato roger rabbit

Disponibile su Disney+, Chi ha incastrato Roger Rabbit? è uno di quei titoli culto che, con il passare degli anni, non sono invecchiati di un giorno. E se questo è vero per molti film contemporanei al capolavoro di Robert Zemeckis, vale ancora oggi per un film in cui lo sforzo tecnico per rendere su pellicola la coesistenza di cartoni animati e elementi reali in carne ed ossa è ancora credibile.

Gli effetti speciali del film, e anche molti elementi al suo interno, come la conturbante Jessica Rabbit, hanno fatto la storia del cinema e della cultura popolare, ma di seguito, ecco alcuni segreti, storie e curiosità sul Chi ha incastrato Roger Rabbit?, disponibile su Disney+.

1Ha vinto diversi premi Oscar

Chi ha incastrato Roger Rabbit è un film prezioso in quanto la trama è divertente ed accattivante, e mesi di duro lavoro di quasi 800 persone hanno permesso la realizzazione di uno dei film più amati degli anni ’80, ancora oggi. Questo duro lavoro non è passato inosservato.

Nel 1989, Chi ha incastrato Roger Rabbit? ha portato a casa 4 premi Oscar per il miglior montaggio cinematografico, i migliori effetti speciali, montaggio sonoro. Insieme a questi premi, l’animatore di Roger Rabbit, Richard Williams, ha vinto lo Special Achievement Award. I fan possono essere tutti d’accordo sul fatto che questi prestigiosi premi cinematografici siano stati meritati dalla talentuosa e laboriosa troupe del film!

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Chi ha incastrato Roger Rabbit: 3D e sequel

Con il suo ultimo film in uscita, Flight,  il regista Robert Zemeckis parla dei suoi film precedenti. Soprattutto di Chi ha incastrato Roger Rabbit,

 
 

Chi ha incastrato Roger Rabbit questa sera in tv

Chiunque questa sera non avesse voglia di uscire e decidesse di rimanere a casa a poltrire, beh, non avrebbe potuto scegliere serata migliore. In programmazione, in seconda serata a partire dalle 23.15 la rete ammiraglia ci offre nientemeno che Chi ha incastrato Roger Rabbit?, film in tecnica mista che ha incantato e ammaliato milioni di spettatori, e prima ancora ha sovvertito per sempre le regole tecnologiche del cinema.

Chi ha incastrato Roger Rabbit  è classe 1988 ed è diretto da Robert Zemeckis, che con i suoi ultimi lavori (con l’eccezione di Flight i suoi ultimi film sono stati realizzati tutti in mocap: Polar Express, La Leggenda di Beowulf e A Christmas Carol) ha dimostrato di avere ancora tanta voglia di sperimentare. A produrre la Amblin Entertainment dell’amico e collega Steven Spielberg insieme alla Touchstone Pictures.

Chi ha incastrato Roger Rabbit 2Chi ha incastrato Roger Rabbit considerato dal New York Times trai 100 milgiori di sempre, è ispirato da un romanzo di Gary Wolf, che ha in effetti ideato i protagonisti, anche se il film presenta molte differenze e la storia è molto più cupa.

In Chi ha incastrato Roger Rabbit sono presenti un’infinità di personaggi Disney, Warner e di altre major, tutti prestati al delirante disegno della mente di Zemeckis. Oltre ai protagonisti Roger e Jessica Rabbit, ricordiamo gli straordinari attori in carne ed ossa, che si sono cimentati, nella recitazione, a reagire con … nulla! In particolare il detective, un po’ antieroe, Bob Hoskins, e il temibile giudice Christopher Lloyd.

Ecco alcune curiosità sul film:

  • In una primissima versione dello script, Roger Rabbit veniva ucciso nella sparatoria durante il duello finale tra Valiant e il Giudice Morton. Sting scrisse la canzone “The Lazarus Heart” per il finale musicale originale del film, ma quando Disney chiese di togliere la scena della morte, la canzone venne eliminata dallo script, finendo per uscire nell’album Nothing Like the Sun.
  • Sempre in una delle prime versioni dello script, si scopriva che il Giudice Morton aveva ucciso la madre di Bambi. La Disney chiese di rimuovere questa scena.
  • I tre ingredienti della salamoia (acetone, trementina e benzina) sono tutti diluenti utilizzati per eliminare le animazioni dagli acetati.
  • Nonostante gli sforzi, Zemeckis e i produttori Steven Spielberg, Kathleen Kennedy e Frank Marshall non riuscirono a ottenere i permessi per inserire personaggi come Braccio di Ferro, Tom & Jerry, Casper.
  • Tim Curry partecipò all’audizione per interpretare il Giudice Morton. Robert Zemeckis, Steven Spielberg, Jeffrey Katzenberg e Michael Eisner la trovarono così terrificante che Curry non passò il provino. La parte andò a Christopher Lloyd. Per il ruolo di Eddie Valiant, invece, Zemeckis e Spielberg fecero di tutto per contattare Bill Murray, ma non vi riuscì e così coinvolse il pur ottimo Bob Hoskins. Quando Murray lo seppe si disse profondamente dispiaciuto di aver perso l’opportunità di partecipare al film.
 
 

Chi ha incastrato Roger Rabbit arriva in Blu-ray

Chi ha incastrato Roger Rabbit di Robert Zemeckis e Richard Williams  compie 25 anni, e la Disney ha in programma una doverosa

 
 

Chi ha incastrato Roger Rabbit 2: J.J. Abrams aveva uno script?

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Dopo Star Trek e Star Wars anche Chi ha incastrato Roger Rabbit? J.J. Abrams sembra davvero inarrestabile, ma la sua fortuna, le giuste amicizie e l’indubbio talento ne hanno fatto a tutti gli effetti uno degli uomini più poteti e quotati a Hollywood.

Durante la promozione di 10 Cloverfield Lane, sequel di Cloverfield a cui Abrams ha partecipato in veste di produttore, il regista ha dichairato: “Quando avevo 16 anni Kathleen Kennedy chiamò Matt Reeves (Apes Revolution) e me per chiederci se volevamo riparare questi film in 8mm che Steven [Spielberg] aveva realizzato da ragazzo. Questo accadde perché eravamo ad un festival del cinema e lei aveva letto di noi sul Los Angeles Times. Così, naturalmente, ci siamo messi al lavoro. Anni dopo ho avuto modo di incontrate Steven. Andai ad un incontro, che in realtà si rivelò essere una riunione per il sequel di Roger Rabbit. In realtà ho ancora degli storyboard per un corto su Roger Rabbit. Onestamente però non abbiamo mai avuto modo di svilupparlo concretamente. Scrivemmo uno script preliminare, ma poi non se ne fece più nulla. Accadde molto tempo fa. Zemeckis probabilmente avrebbe prodotto il film. Era il 1989 (…) Parlammo di un film, anche se loro avevano un idea per un cortometraggio. Mi ricordo che andai dagli animatori – non avevo mai assistito a questo processo prima di allora. C’erano 3 grandi pannelli e un tipo con un bastone che indicava gli storyboard pronunciando le battute di ogni fotogramma. Uno che ha dimestichezza con l’animazione avrebbe pensato “Sì, è questo quello che fanno”, ma io non lo avevo mai visto prima, ed era incredibilmente divertente vedere queste persone che ricreavano le voci dagli storyboard.”

Certo non capita tutti i giorni che la Kennedy chiami al telefono…

Fonte

 
 

Chi ha incastrato Babbo Natale?: la recensione del film di Alessandro Siani

Chi ha incastrato Babbo Natale recensione

Come da tradizione, ogni Natale cinematografico italiano ha il suo Babbo di riferimento. Se l’anno scorso il celebre personaggio era stato interpretato da Diego Abatantuono in 10 giorni con Babbo Natale, quest’anno tocca a Christian De Sica ricoprire tali vesti. L’occasione è il nuovo film di Alessandro Siani dal titolo Chi ha incastrato Babbo Natale?, in arrivo in sala a partire dal 16 dicembre. Qui al suo quinto lavoro come regista, dopo titoli di buon successo come Si accettano miracoli e Il giorno più bello del mondo, Siani continua dunque a lavorare sulla favola, arricchendola di immancabili elementi della tradizione napoletana, i quali emergono naturalmente a partire dalla sua verve comica.

In questo suo nuovo lungometraggio, infatti, Siani interpreta Genny Catalano, definito il “re dei pacchi”, dove i pacchi non sono però quelli da consegnare bensì le fregature che egli è solito rifilare. Proprio in virtù di questo suo discutibile talento, egli viene assoldato dall’elfo Romeo affinché metta i bastoni tra le ruote proprio a Babbo Natale. Romeo, infatti, ha stretto un’alleanza segreta con la Wonderfast, una società privata che commercializza e consegna ogni cosa in poche ore. L’obiettivo è quello di neutralizzare il vecchio Babbo, il quale involontariamente farebbe una concorrenza sleale alla società. L’arrivo di Genny nella fabbrica di giocattoli in Lapponia sarà dunque l’inizio di un’imprevedibile catena di eventi comici.

Alessandro Siani e la sua fiaba di Natale

Se già il precedente film da regista e interprete di Siani, Il giorno più bello del mondo, dialogava apertamente con il fantasy, tra magia e folklore napoletano, con Chi ha incastrato Babbo Natale? egli entra apertamente nel campo della fiaba per grandi e piccini. Grazie a questo genere egli ha non solo modo di dar vita ad un racconto (scritto insieme a Gianluca Ansanelli e Tito Bufalini) attraverso cui esplorare la magia del Natale, ma anche portare in scena una serie di riflessioni sul nostro contemporaneo. Con la Wonderfast, il richiamo è ovviamente al colosso Amazon, strumento grazie a cui ormai il concetto di regalo e consegna è profondamente cambiato.

Allo stesso tempo, quello del film è un Babbo Natale in evidente difficoltà nel soddisfare la sempre crescente richiesta di regali tecnologici. Tutto sembra dunque puntare a raccontare un panorama nuovo, veloce, che trova fin troppe corrispondenze nella nostra realtà. Si tratta di riflessioni certamente non originali ma già affrontate altrove e in altre modalità. Coniugarle al mondo di Babbo Natale permette però di donare al tutto un sapore più nostalgico, di quando i regali erano opera di artigianato e stimolavano davvero la creatività e la fantasia, di quando l’attesa della consegna era a suo modo un momento altrettanto magico.

In ultimo, si riconosce al film anche la volontà di parlare di quanto oggi le differenze sociali portino certi i regali di Natale ad essere un’esclusiva soltanto di alcuni bambini. Tale argomento, qui incarnato dal piccolo scugnizzo Checco (interpretato da Martin Francisco Montero Baez) porta fin dentro il mondo della criminalità, lì dove sembra possibile ottenere anche ciò che non si potrebbe. Si tratta di un argomento particolarmente delicato, che nel finale del film non trova probabilmente il suo pieno compimento.

Chi ha incastrato Babbo Natale Alessandro Siani

Chi ha incastrato Babbo Natale?: la recensione del film

Questi sono dunque gli aspetti più interessanti del film, il quale cerca di lasciare un insegnamento a riguardo strappando qualche risata. Il tutto viene infatti condito da una serie continua di gag ed eventi comici, i quali però finiscono piano piano con lo svelare il principale problema del film, ovvero l’assenza di una storia all’altezza delle premesse. Il talento da mattatore di Siani e il carisma di De Sica non bastano infatti a dar valore ad una vicenda fin troppo semplice, che si risolve in modo poco significativo. Le tematiche messe in gioco e poc’anzi descritte finiscono così con il passare in secondo piano.

Una serie di implausibilità e forzature narrative portano dunque il film a richiedere una sospensione della credulità maggiore, che non sempre potrà però essere accordata. Sulla carta, tra scenografie, colori ed effetti speciali, Chi ha incastrato Babbo Natale? si affermerà certamente come un valido film natalizio italiano. Innegabile però che, date le riflessioni che si volevano suscitare, sarebbe stato necessario rinunciare a certi eccessi “da favola”, per calarsi un po’ di più nel reale. Un equilibrio certamente difficile da raggiungere, ma che è quello che fa la differenza.

 
 

Chi ha incastrato Babbo Natale? il trailer della commedia di e con Alessandro Siani

Ecco il trailer di Chi ha incastrato Babbo Natale? la nuova commedia di Natale di e con Alessandro Siani che si avvale della partecipazione di Christian De Sica. Al cinema dal 16 dicembre.

Chi ha incastrato Babbo Natale? la trama

La Wonderfast, azienda di consegne online più potente del mondo, domina il mercato per tutto l’anno tranne a Natale. Per far fallire Babbo Natale, assoldano il capo dei suoi elfi, convincendolo ad infiltrare nella sua fabbrica un nuovo manager: Genny Catalano, conosciuto come il “re dei pacchi”. In realtà i pacchi in questione non sono i doni natalizi quanto piuttosto i famigerati “pacchi”. Genny, infatti, è un volgare truffatore che vive di espedienti coadiuvato da Checco, un piccolo scugnizzo di 8 anni. L’arrivo della coppia al Polo Nord darà vita ad una serie di guai ma alla fine, complice l’improbabile contaminazione reciproca che nasce tra Genny e Babbo Natale e l’inaspettato aiuto della Befana, la magia natalizia riuscirà a trionfare.

 
 

Chi ha incastrato Babbo Natale? arriva in prima tv su SKI e NOW

Chi ha incastrato Babbo Natale?

Arriva in prima tv su Sky Chi ha incastrato Babbo Natale?, divertentissima favola di Natale moderna di e con Alessandro Siani, lunedì 5 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.  A fianco di Alessandro Siani anche un grande cast che comprende Christian De Sica, Diletta Leotta e Angela Finocchiaro. Il film è una produzione Bartlebyfilm e Indiana Production con Vision Distribution, in collaborazione con BUONALUNA. 

La trama del film

La Wonderfast, azienda di consegne online più potente del mondo, domina il mercato per tutto l’anno tranne a Natale. Per far fallire Babbo Natale, assoldano il capo dei suoi elfi, convincendolo ad infiltrare nella sua fabbrica un nuovo manager: Genny Catalano, conosciuto come il “re dei pacchi”. In realtà i pacchi in questione non sono i doni natalizi quanto piuttosto i famigerati “pacchi”. Genny, infatti, è un volgare truffatore che vive di espedienti coadiuvato da Checco, un piccolo scugnizzo di 8 anni. L’arrivo della coppia al Polo Nord darà vita ad una serie di guai ma alla fine, complice l’improbabile contaminazione reciproca che nasce tra Genny e Babbo Natale e l’inaspettato aiuto della Befana, la magia natalizia riuscirà a trionfare.

 

E da giovedì 1 a sabato 31 dicembre torna Sky Cinema Christmas, il canale dedicato ai film a tema natalizio e ai titoli più amati da vedere con tutta la famiglia. Giunto alla sua dodicesima edizione, avrà oltre 50 titoli, tra questi anche le prime visioni  Chi ha incastrato Babbo Natale?, A CHRISTMAS STORY CHRISTMAS (il 6 dicembre alle 21.15) e 7 DONNE E UN MISTER(domenica 11 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e alle 21.45 su Sky Cinema Christmas).

Lo spirito delle feste si respira nelle storie classiche di Natale come: la pellicola tratta dal romanzo di Frances H. Burnett IL PICCOLO LORD con Rick Schroder e Alec Guinness; il cult del cinema fantastico GREMLINS, diretto da Joe Dante e prodotto da Steven Spielberg; la commedia S.O.S. FANTASMI in cui Bill Murray è un cinico produttore televisivo che viene visitato da tre fantasmi, proprio come in “Canto di Natale”; l’immancabile BIANCO NATALE con Bing Crosby; e l’intramontabile opera di Frank Capra LA VITA È MERAVIGLIOSA con James Stewart.

L’atmosfera natalizia non manca in film ormai irrinunciabili durante le festività, a cominciare dal romantico SERENDIPITY – QUANDO L’AMORE È MAGIA con Kate Beckinsale e John Cusack. E ancora: DICKENS – L’UOMO CHE INVENTÒ IL NATALE con Dan Stevens nei panni dello scrittore inglese che diede vita al classico della letteratura “Canto di Natale”; la commovente storia vera di un cane e del suo padrone, impersonato da Richard Gere, HACHIKO – IL TUO MIGLIORE AMICO; la commedia natalizia Sky Original A CHRISTMAS NUMBER ONE con Freida Pinto e Iwan Rheon; e NATALE ALL’IMPROVVISO con Diane Keaton e John Goodman.

L’allegria delle feste trova il suo culmine nelle commedie italiane come le commedia campioni d’incasso LA BANDA DEI BABBI NATALE con tutta la simpatia di Aldo, Giovanni e Giacomo e IL PRIMO NATALE con Ficarra e Picone; i film natalizi prodotti da Sky UN NATALE PER DUE con Enrico Brignano e Alessandro Gassmann e UN NATALE CON I FIOCCHI con Alessandro Gassmann e Silvio Orlando; la fanta-commedia di successo LA BEFANA VIEN DI NOTTE con Paola Cortellesi e Stefano Fresi e il prequel LA BEFANA VIEN DI NOTTE II – LE ORIGINI con Monica Bellucci, Fabio De Luigi e Zoe Massenti.

Per quanto riguarda le commedie “made in USA” sono da segnalare: la scatenata LA FESTA PRIMA DELLE FESTE con Jason Bateman, Jennifer Aniston e T.J. Miller; lo scatenato sequel natalizio BAD MOMS 2: MAMME MOLTO PIÙ CATTIVE con Mila Kunis e Susan Sarandon; la scintillante commedia con Ben Affleck e James Gandolfini NATALE IN AFFITTO; e FUGA DAL NATALE con Tim Allen, Jamie Lee Curtis e Dan Aykroyd.

Non mancano, infine, animazioni del calibro di POLAR EXPRESS di Robert Zemeckis; e la formidabile avventura targata DreamWorks LE 5 LEGGENDE.

CHI HA INCASTRATO BABBO NATALE? – lunedì 5 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.

 
 

Chi era Visenya Targaryen? La spiegazione della prima che ha cavalcato la possente Vhagar

Visenya Targaryen è uno dei personaggi più importanti nella storia del Trono di Spade, anche se non è mai apparsa in nessuno degli spettacoli della HBO basati sui romanzi Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin. La principessa Targaryen viene nominato nell’episodio 5 di House of the Dragon 2, in una scena tra Rhaenyra e Jace.

Sebbene Il Trono di Spade e House of the Dragon coprano entrambi momenti molto agitati come la Guerra dei Cinque Re e la Danza dei Draghi, la storia di Westeros inizia molto prima che nascessero personaggi come Daenerys o Rhaenyra. La stirpe dei Targaryen a Westeros, in particolare, risale ad Aegon il Conquistatore e alle sue sorelle.

La conquista di Aegon è senza dubbio l’evento più importante nella storia di Westeros, almeno dal punto di vista di coloro che sono nati in un regno unificato i cui sovrani siedono su un Trono di Spade. Anche il modo in cui gli anni e le epoche vengono misurati in ASOIAF – prima e dopo la Conquista – sono legati ad Aegon I. Sebbene il termine “Aegon il Conquistatore” sia diventato piuttosto popolare tra i fan del materiale originale, le spade che formano il suo trono non furono fuse tutte da Aegon e dal suo drago. Anche le sue sorelle-mogli furono essenziali per stabilire il suo governo.

Visenya Targaryen era una delle sorelle-mogli di Aegon il Conquistatore

Visenya era la primogenito di Aerion Targaryen e Valaena Velaryon.

Nata a Roccia del Drago, Visenya Targaryen era la sorella maggiore di Aegon e Rhaenys. In perfetto stile Targaryen, Visenya sposò suo fratello Aegon. Tuttavia, Aegon decide di prendere una seconda moglie, una mossa sorprendente anche per un Targaryen. Aegon sposò la sorella minore, Rhaenys, poco dopo aver preso Visenya come prima moglie. Una famosa credenza ne Le cronache del ghiaccio e del fuoco è che Aegon sposò Visenya per dovere e Rhaenys per desiderio. Visenya fu addestrato come guerriero fin dalla tenera età e alla fine divenne un cavaliere di draghi.

Visenya rivendicò Vhagar, un enorme drago che avrebbe portato il terrore a Westeros insieme al Meraxes di Rhaenys e al Balerion di Aegon. Fuoco e sangue di George R.R. Martin menziona resoconti di Visenya e Aegon in visita a Westeros, in particolare a Vecchia Città, prima della Conquista. Ciò si sposa bene con la percezione che Aegon avesse già abbastanza familiarità con Westeros quando lui e le sue sorelle iniziarono a conquistare il paese. La relazione di Visenya con Aegon è stata turbolenta, sia prima che dopo la morte di Rhaenys. Detto questo, Visenya Targaryen ha avuto un ruolo determinante nella Conquista e nei regni di Aegon I, Aenys I e Maegor I.

Aspetto e personalità di Visenya

Visenya era un dragoniere addestrato al combattimento.

Fuoco e sangue descrive Visenya come una donna dai lunghi capelli argentati, simili alla maggior parte dei Targaryen e dei Velaryon nel mondo di Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. I suoi capelli erano solitamente intrecciati, cosa abbastanza comune anche tra i Targaryen con i capelli lunghi. Nei libri, Visenya e molti dei Targaryen avevano gli occhi viola. In Il Trono di Spade e House of the Dragon della HBO, tuttavia, questo particolare aspetto dei libri non è stato adattato. Visenya poteva essere piuttosto spietata e pragmatica, due attributi che l’aiutarono a ottenere numerose vittorie durante la Conquista.

Il ruolo di Visenya nella conquista di Aegon

Visenya assicura ad Aegon numerose vittorie, inclusa quella nella Valle.

Vhagar in House of the DragonVisenya Targaryen fu essenziale nella conquista di Westeros da parte di Aegon. A partire dall’incendio del castello di Casa Stokeworth, Visenya inviò un chiaro messaggio ai signori e ai re di Westeros: lei e i suoi fratelli erano disposti a usare i loro draghi contro coloro che non si sarebbero inginocchiati. Dopo l’incoronazione di Aegon I come re di Westeros, alla quale Visenya prese parte ponendo la corona sulla testa di suo fratello-marito, l’attuale regina Visenya continuò la sua ricerca attraverso il paese.

La conquista della Valle fu senza dubbio l’impresa più importante di Visenya durante la Conquista, ma avvenne in un modo piuttosto insolito. La flotta Arryn si era assicurata una grande vittoria contro l’esercito di Aegon affondando una parte significativa della flotta Targaryen. In risposta, Visenya ordinò a Vhagar di bruciare tutte le loro navi. Volava quindi sopra il Nido dell’Aquila per far sapere a tutti che il “castello inespugnabile” non sarebbe stato di grande utilità contro un drago che potesse volare sopra di esso. Ronnel Arryn, il re ragazzo che governava la Valle, avrebbe quindi chiesto di cavalcare lui stesso il drago, cosa che accadde dopo che sua madre si inginocchiò.

Cosa è successo a Visenya dopo la conquista di Aegon e quando è morta

Visenya aiutò Aegon a governare e in seguito sostenne le pretese di suo figlio.

Drawing by Doug Wheatley for Fire & Blood

Sebbene Aegon si guadagnasse il titolo di “conquistatore”, il governo effettivo di Westeros veniva spesso delegato al suo consiglio e alle regine. Le tensioni tra Aegon e Visenya aumenteranno dopo la morte di Rhaenys nella Guerra di Dorne, che durava da anni. Mentre Aegon e le sue sorelle presero il controllo della maggior parte di Westeros con relativa facilità (Torrhen Stark si inginocchiò davanti a loro prima che venissero usate spade o draghi, per esempio), Dorne era una situazione molto più complicata. La Guerra di Dorne continuò fino al 13 CA, con la morte di Rhaenys tre anni prima.

Rhaenys lasciò un figlio, Aenys, che fu il primogenito di Aegon ed erede al trono. Nonostante le voci secondo cui Visenya non sarebbe stata in grado di avere un figlio, alla fine diede alla luce Maegor. La successione immediata di Aegon era chiara – Aenys avrebbe ereditato il trono – ma quello che sarebbe successo dopo era complicato. Aenys aveva una figlia, Rhaena, sollevando la questione se il suo successore dovesse essere suo fratello Maegor o la ragazza. Una domanda simile sarebbe stata l’inizio della Danza dei Draghi qualche generazione dopo.

Prevedendo che il conflitto potesse nascere dalla decisione se Rhaena o Maegor dovessero succedere ad Aenys, Visenya propose un matrimonio tra loro. Tuttavia, l’idea non funzionò. Rhaena alla fine sposò suo fratello minore, Aegon. In teoria, il figlio e la figlia primogeniti di Aenys gli sarebbero succeduti come re e regina. Tuttavia, non appena Aenys morì, Maegor ritornò dal suo esilio e rivendicò il trono con il sostegno di sua madre. Visenya continuò ad aiutare suo figlio a stabilire il suo governo fino alla sua morte nel 44 CA, circa 60 anni prima degli eventi di House of the Dragon.

In che modo Visenya è imparentata con Rhaenyra e Daenerys

La stirpe di Visenya finì con Maegor

Il lignaggio di Visenya non è direttamente legato a Rhaenyra e Daenerys. Questo perché Visenya aveva un solo figlio, Maegor, che morì senza eredi. Maegor, nonostante abbia preso sei mogli, non ha mai avuto eredi. Pertanto, una volta morto Maegor, il lignaggio diretto di Visenya morì con lui. Detto questo, in quanto figlia di Lord Aerion Targaryen e Lady Valaena Velaryon, Visenya fa ovviamente parte dell’albero genealogico che un giorno avrebbe incluso Rhaenyra e Daenerys. Rhaenyra di House of the Dragon era la figlia di Viserys Targaryen e Aemma Arryn. Viserys era figlio di Baelor e nipote di Jaehaerys I.

Jaehaerys era uno dei figli di Aenys e salì al trono in seguito alla misteriosa morte di Maegor, che ebbe tre figli nati morti ma nessun erede. La stirpe di Daenerys Targaryen è una continuazione di quella di Rhaenyra attraverso Viserys II. In altre parole, Rhaenyra è la sesta bisnonna di Daenerys. Sebbene la stirpe di Visenya sia terminata con Maegor, la sua eredità a Westeros non può essere sottovalutata. Come conquistatrice e regina, Visenya è stata fonte d’ispirazione per molti, inclusa Rhaenyra. Detto questo, c’erano anche persone nell’universo del Trono di Spade che la percepivano come nient’altro che spietata, ma, come abbiamo visto nella seconda stagione di Il Trono di Spade, era anche fonte di ispirazione per molti, tra cui Arya Stark, che rievoca con fierezza e desiderio il fatto che Visenya Targaryen fosse una donna guerriera e che la sua spada di acciaio di Valyria si chiamasse Sorella Oscura.

 
 

Chi è Volchek in Countdown? La scioccante verità dietro il cattivo più misterioso della serie

Volchek in Countdown
Cortesia © Amazon Studios

Volchek è il misterioso cattivo di Countdown, e il pubblico scopre alcuni dettagli fondamentali su di lui nei primi tre episodi. Il cast di Countdown è guidato da Jensen Ackles (Supernatural), Jessica Camacho (The Flash) ed Eric Dane (Grey’s Anatomy), con l’attore ucraino-americano Bogdan Yasinski (Bosch: Legacy) che presta il suo talento al ruolo dell’antagonista principale, Borys Volchek. Il pubblico intravede Volchek per la prima volta alla fine dell’episodio 1, ma è solo nell’episodio 2 che ci vengono svelati il suo passato e alcuni dei suoi motivi. L’incidente scatenante di Countdown è l’omicidio dell’agente della Homeland Security Robert Darden, che vediamo nella sequenza iniziale dell’episodio 1 mentre ispeziona un carico nel porto di Los Angeles.

Dopo che viene ucciso dal cartello, viene formata una task force con i protagonisti della serie per indagare sull’omicidio. La task force segue una pista di cospirazione nel Dipartimento della Sicurezza Nazionale, e la fine dell’episodio 1 li riporta al porto, dove scoprono che il carico sospetto conteneva materiale nucleare scomparso, sufficiente a scatenare un “evento di livello Chernobyl” a Los Angeles.

Volchek è un veterano di guerra bielorusso con piani letali per Los Angeles

Nell’episodio 2, scopriamo qualcosa in più su Borys Volchek, tra cui il fatto che ha lavorato al Ministero della Difesa per il Patrimonio Pubblico in Bielorussia ed era un soldato del Corpo dei Trasporti con esperienza di combattimento. L’episodio dimostra anche che ha un talento per l’ingegneria, riparando un tostapane per suo fratello (ovviamente, preparando i suoi piani per Los Angeles, così come le esplosioni alla fine dell’episodio 2).

Questi tre elementi sono tutti essenziali, poiché ora sappiamo che è ben informato sugli affari di Stato, il che gli permette di manipolare la Guardia Nazionale per trasportare il materiale necessario negli Stati Uniti. Ha esperienza di combattimento individuale, il che lo rende una minaccia per i nostri protagonisti in una sparatoria. Naturalmente, l’ingegneria è l’aspetto più terrificante, con l’episodio 3 di Countdown che offre un assaggio dei suoi progetti, che sembrano indicare i suoi piani per sviluppare un’arma nucleare.Trailer ufficiale della stagione 1 di Countdown

Sebbene siamo ben lontani dal conoscere tutti i dettagli del piano di Volchek, la sua intenzione sembra essere quella di compiere un attacco terroristico, facendo esplodere una potente bomba nucleare a Los Angeles. L’episodio 2 ha essenzialmente raccontato le origini del cattivo, ma probabilmente ci sarà dell’altro. Una distruzione di tale portata richiede una persona incredibilmente squilibrata, e la prima stagione di Countdown continuerà probabilmente ad esplorare la sua vita fino ad arrivare ai giorni nostri.

I flashback del 2008 nell’episodio 2 di Countdown

L’episodio 2 di Countdown mostra dei flashback della vita di Volchek in Bielorussia nel 2008. Aveva un fratello di nome Anton, che fu avvicinato da un personaggio chiamato “l’americano”, il quale lo corruppe per ottenere informazioni agricole. Cercando di evitare di rivelare informazioni autentiche che avrebbero potuto danneggiare il suo Paese, Anton stampò le tabelle del 2005 e modificò i dati, sperando di fregare l’acquirente. Naturalmente, l’americano si rese conto di ciò che Anton aveva fatto e lo perseguitò per saldare il debito. Dovendo all’americano 80.000 rubli, Anton fu costretto a coinvolgere suo fratello.CorrelatiMi ero completamente dimenticato che questo era il primo ruolo importante di Jensen Ackles in TV, ma Supernatural noIl primo ruolo importante di Jensen Ackles era molto diverso dai personaggi per cui è diventato famoso, e in seguito è diventato un Easter Egg nella sua serie di maggior successo.

Senza soldi né risorse, Anton coinvolse Volchek nella situazione, arrivando a casa sua pieno di lividi e chiedendogli aiuto. L’americano pretese che Volchek gli fornisse le e-mail riservate tra il suo capo, il signor Kostenko, e il Cremlino, altrimenti avrebbe ucciso Anton spingendolo giù da una rampa di scale. Volchek si intrufolò nell’ufficio di Kostenko e recuperò i dati richiesti, ma le cose peggiorarono comunque.

Volchek tornò a casa e trovò Anton distrutto, e i due discussero brevemente della loro storia familiare. Anton, sentendosi un fallimento per la sua famiglia, andò in bagno e si tolse la vita. Spinto dal desiderio di vendetta, Volchek tornò dall’americano e gli consegnò i dati. Tuttavia, l’hard disk era stato manomesso per esplodere, riproponendo l’esplosione che aveva causato la morte di Javi alla fine dell’episodio 2 di Countdown.

 
 

Chi è Tom Bombadil? L’aggiunta a sorpresa della seconda stagione de Gli Anelli del Potere

Tom Bombadil

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha dato ai fan uno sguardo più indietro nella storia della Terra di Mezzo. In un periodo pericoloso per il mondo immaginario, quando Sauron sale al potere, Uomini, Elfi e Nani devono collaborare per proteggere la Terra di Mezzo. Personaggi familiari come Galadriel (Morfydd Clark) ed Elrond (Robert Aramayo) sono già al centro dell’attenzione, mentre il mondo viene spinto nel conflitto. Il trailer della Stagione 2 prevede molti conflitti per i personaggi già esistenti, ma non sono gli unici inclusi. I fan conosceranno molti personaggi, soprattutto se hanno letto gli scritti di J. R. R. Tolkien, da cui la serie è tratta. Tuttavia, Gli Anelli del Potere ha rilasciato delle immagini che dimostrano l’aggiunta di un altro nome alla lista: Tom Bombadil. Interpretato da Rory Kinnear, il nuovo personaggio porterà Gli Anelli del Potere in uno dei più grandi misteri della Terra di Mezzo.

Arrivato per la prima volta in live-action, questo personaggio di Tolkien è oggetto di molte discussioni perché di lui si sa ben poco. Antico essere di origine sconosciuta, i poteri di Tom Bombadil sono indefiniti, a parte la sua capacità unica di resistere agli effetti dell’Unico Anello. Poiché si sa così poco di Tom Bombadil, alcuni fan hanno ipotizzato che possa essere malvagio. Con l’introduzione di Tom Bombadil, Gli Anelli del Potere ha la possibilità di esplorare questi misteri di lunga data, stabilendo come si inserisce nella Terra di Mezzo. Tuttavia, alcune cose sono note dalla sua apparizione nel romanzo La Compagnia degli Anelli.

Chi è l’enigmatico Tom Bombadil?

Dopo essere stato tagliato dai film di Peter Jackson e dal precedente film d’animazione del 1978, Tom Bombadil non è stato molto esplorato sugli schermi, ma nei libri è molto disponibile. Il Tom Bombadil, vestito in modo sgargiante, parla spesso in rima, descrivendosi come “un tipo allegro!

La sua giacca è blu brillante e i suoi stivali sono gialli!”. Tende a parlare in terza persona, e spesso si esprime in rima su se stesso. Tom Bombadil è un personaggio stravagante per Tolkien, ma il suo aspetto è basato su un giocattolo appartenuto a suo figlio. Tom Bombadil si definisce anche “il più anziano”, affermando di aver assistito alla prima goccia di pioggia e alla prima ghianda, il che lo rende l’essere vivente più vecchio di Arda, precedente persino ai Valar che hanno creato gli abitanti della Terra di Mezzo. È sicuramente abbastanza vecchio per apparire ne Gli Anelli del Potere, ma questo crea solo più mistero.

Tom Bombadil è conosciuto da tutte le creature della Terra di Mezzo, ma con nomi diversi. Gli Elfi lo chiamano Iarwain Ben-adar, gli Uomini Orald e i Nani Forn. Ma gli hobbit lo chiamano Bombadil. Sebbene abbia trascorso molti anni a vagare, l’essere immortale è noto per risiedere nella Vecchia Foresta, almeno durante la Terza Era, dove vive con la moglie Goldberry, uno spirito del fiume. Entra anche in conflitto con lo spirito albero malvagio, il Vecchio Salice.

Oltre all’immortalità, Tom Bombadil mostra capacità di controllo sull’ambiente circostante. Sua moglie lo chiama “Maestro del legno, dell’acqua e della collina”. Ma il suo potere più grande è il canto, che controlla il Vecchio Salice e i Barrow-Wights. C’è un grande dibattito su cosa sia esattamente Tom Bombadil. Alcuni credono che faccia parte dei Valar, altri dicono che sia uno dei Maia (gli spiriti divini, cinque dei quali sono diventati gli Istari, ovvero i maghi), altri ancora lo descrivono come l’incarnazione vivente della terra o del tempo. In ogni caso, è un personaggio unico nella Terra di Mezzo.

Cosa fa Tom Bombadil nel Signore degli Anelli?

Il misterioso essere è noto soprattutto per il suo incontro con Frodo, Sam, Merry e Pipino ne La Compagnia dell’Anello di Tolkin. Mentre i quattro hobbit si dirigono verso Bree, cercano di seminare gli Spettri dell’Anello tagliando per la Vecchia Foresta. Sebbene non vengano seguiti, cadono vittima del Vecchio Salice. Merry e Pippen sono in trappola, ma per fortuna Tom Bombadil li salva con la sua voce. Li ospita, insegnando anche a Frodo una canzone magica per sconfiggere i Cavalieri dei Corvi.

Ma forse il mistero più grande che questa interazione rivela è la resistenza di Tom Bombadil all’Unico Anello. Riesce a vedere Frodo quando indossa l’Anello, nonostante lo hobbit sia invisibile a tutti gli altri, e quando Tom Bombadil prova l’Anello, non scompare. Nemmeno Gandalf è immune all’Anello in questo modo, rendendo Tom Bombadil uno degli esseri più potenti della Terra di Mezzo. Questa capacità lo rese un argomento di conversazione quando il Consiglio di Elrond discusse su cosa fare dell’Anello, rivelando che sia Elrond che Gandalf conoscevano personalmente Tom Bombadil. Tuttavia, convinto che Tom Bombadil avrebbe dimenticato la sua importanza, Gandalf scartò l’idea.

Naturalmente, il personaggio compare anche in altre opere di Tolkien, in particolare in Le avventure di Tom Bombadil, un libro di versi che comprende poesie hobbit. In questi racconti Tom Bombadil incontra sua moglie e va in barca. Pur essendo divertenti, non rivelano molto del personaggio stesso.

Cosa farà Tom Bombadil ne “Gli anelli del potere”?

Gli Anelli del Potere rory-kinnear

Il ruolo di Tom Bombadil non è ancora noto, ma la sua apparizione suggerisce che la serie approfondirà almeno alcuni di questi misteri. Soprattutto considerando che l’Unico Anello deve ancora essere forgiato nella serie, potrebbe essere l’occasione perfetta per spiegare il suo potere di resistere a quell’artefatto. La serie potrebbe anche esplorare il suo legame con Elrond. C’è più che abbastanza da stabilire sul personaggio, che è un insieme di misteri.

Tuttavia, le immagini di Tom Bombadil rivelano una cosa. Ritratto nel suo splendore di vestito luminoso, Tom Bombadil sembra parlare con lo Straniero di Daniel Weyman, che molto probabilmente è Gandalf nel finale della prima stagione. L’ultima volta che li abbiamo visti, lo Straniero e la sua compagna Harfoot, Nori (Markella Kavenagh), erano in viaggio per esplorare le Terre di Rhûn, un altro grande mistero tolkieniano. Forse è lì che incontrano l’allegro compagno. Poiché questa sarà la sua prima apparizione in live-action, Gli Anelli del Potere ha molta libertà quando si tratta di Tom Bombadil. Lo show può scegliere che tipo di essere è e come si inserisce negli eventi della Terra di Mezzo. Ma dovrà rispondere ad alcune domande a lungo rimaste in sospeso su di lui, si spera, regalandoci anche qualche bella rima.

La prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è disponibile in streaming esclusivamente su Prime Video, mentre la seconda stagione sarà presentata in anteprima il 29 agosto.