Netflix ha rilasciato il primo teaser
trailer di Spy Kids: Armaggedon, l’ultimo capitolo
della serie che segue i più giovani protettori del nostro mondo.
Oltre a condividere con il pubblico il primo sguardo al sequel, la
piattaforma di streaming ha anche annunciato che il film sarà
debutterà nel proprio catalogo il 22 settembre 2023. Una nuova
generazione di Spy Kids sta per accendere i
riflettori, in un’avventura che dimostrerà che i nuovi personaggi
hanno tutto ciò che serve per salvare i loro genitori da pericolosi
cattivi. Gina Rodriguez e Zachary
Levi interpretano i genitori dei nuovi eroi,
preparando il terreno per un viaggio divertente.
Robert Rodriguez
torna alla regia, dopo aver lavorato al franchise per più di due
decenni. Il regista ha diretto il primo film della serie, insieme
ai sequel che sono stati rilasciati da allora. Oltre ai film,
Rodriguez ha sviluppato una serie animata per
Netflix intitolata Spy Kids: Mission Critical. In
quella storia, i fratelli dei film originali hanno nuove missioni
da compiere, colmando i vuoti lasciati tra i film. Il franchise
continua ad espandersi, poiché il male non si ferma a minacciare i
giovani eroi di questo universo.
Nel nuovo film Quando i figli dei
più grandi agenti segreti al mondo aiutano a loro insaputa un
potente sviluppatore di giochi a diffondere un virus informatico
che gli consente di controllare ogni tipo di dispositivo, devono
diventare spie loro stessi per salvare i genitori e il mondo
intero. Non è chiaro se qualcuno del cast originale,
inclusi Antonio
Banderas o Carla
Gugino, tornerà a riprendere i propri ruoli a
qualsiasi titolo.
Spy Kids, l’originale
Il franchise originale
di Spy Kids vedeva Antonio
Banderas e Carla
Gugino nei panni di due spie che vengono rapite, con
i loro figli (interpretati da Alexa Vega e Daryl Sabara) incaricati
di salvarli mentre svelano anche il passato segreto di spionaggio
della famiglia. Originariamente pubblicato nel 2001, il franchise
ha generato tre sequel ufficiali, l’ultimo dei quali
è Spy Kids: All the Time in the
World del 2011, con Jessica Alba e Joel McHale.
Sembra che per Spy Kids: All
the Time in the World, Robert Rodriguez voglia adottare
l’Aromascope, sistema che permette allo spettatore di ‘annusare’ il
film, oltre che guardarlo e sentirlo!
Arriva dal The
Hollywood Reporter l’indiscrezione che un nuovo franchise
di Spy Kids è all’orizzonte. Infatti secondo il
noto sito americano il colosso dello streaming Netflix sta sviluppando un nuovo film con il regista
Robert Rodriguez. Il pezzo diffuso nella giornata
di ieri afferma che Netflix
e Rodriguez stanno collaborando per “rilanciare e reimmaginare” il
franchise pensando a una nuova generazione. Secondo quanto
riferito, Rodriguez scriverà, dirigerà e produrrà il nuovo progetto
cinematografico, con Netflix che annuncerà formalmente il progetto
esattamente 21 anni dopo l’uscita nelle sale del primoSpy Kids.
I dettagli della trama per il
nuovo film di Spy Kidssono tenuti nascosti, ma The Hollywood Reporter anticipa che
l’intenzione attuale è quella di introdurre una nuova famiglia di
spie. Non è chiaro se qualcuno del cast originale, inclusi Antonio Banderas o Carla Gugino, tornerà a riprendere i propri
ruoli a qualsiasi titolo.
Spy Kids,
l’originale
Il franchise originale
di Spy Kidsvedeva
Antonio Banderas e Carla Gugino
nei panni di due spie che vengono rapite, con i loro figli
(interpretati da Alexa Vega e Daryl Sabara) incaricati di salvarli
mentre svelano anche il passato segreto di spionaggio della
famiglia. Originariamente pubblicato nel 2001, il franchise ha
generato tre sequel ufficiali, l’ultimo dei quali
è Spy Kids: All the Time in the
World del 2011, con Jessica Alba e Joel
McHale.
Ecco il secondo trailer di Spy Kids 4,
la fortunata saga di baby super eroi in cui ritroveremo anche la
bella Jessica Alba. Il film uscirà il 19 agosto nella versione
Aromascope 4D.
La trama e il cast di
Springsteen: Liberami dal Nulla
Prodotto dai 20th Century Studios,
il film racconta la realizzazione dell’album ”Nebraska” di Bruce
Springsteen del 1982, quando era un giovane musicista sulla soglia
della superstar mondiale, che lottava per conciliare le pressioni
del successo con i fantasmi del suo passato. Registrato su un
registratore a 4 tracce nella camera da letto di Springsteen nel
New Jersey, l’album segnò un momento cruciale della sua vita ed è
considerato uno dei suoi lavori più duraturi: un disco acustico
crudo e tormentato, popolato da anime perse alla ricerca di una
ragione per credere.
Interpretato da Jeremy Allen White nel ruolo del
Boss, il film è scritto per lo schermo e diretto da Scott
Cooper sulla base del libro “Deliver Me from
Nowhere” di Warren Zanes. Nel cast ci sono
anche Jeremy Strong nel ruolo del manager e
confidente di lunga data di Springsteen, Jon Landau; Paul
Walter Hauser nel ruolo del tecnico della chitarra Mike
Batlan; Stephen Graham nel ruolo del padre di
Springsteen, Doug; Odessa Young nel ruolo dell’amante Faye;
Gaby Hoffman nel ruolo della madre di Springsteen,
Adele; Marc Maron nel ruolo di Chuck Plotkin e
David Krumholtz nel ruolo del dirigente della
Columbia, Al Teller.
In arrivo solo nelle sale il
24 ottobre 2025, il film è prodotto da Cooper,
Ellen Goldsmith-Vein, Eric Robinson e Scott Stuber. Tracey Landon
Jon Vein e Zanes sono i produttori esecutivi.
Se siete intenzionati a partire con
Selena Gomez, Vanessa Hudgens, Ashley Benson e
Rachel Korine per lo Spring Break di
quest’anno è bene che voi sappiate
E’ stato, si fatica un po’ a crederlo,
il vero e proprio evento dell’ultimo Festival di Venezia, che ha
fatto riversare sul tappeto rosso del Lido una miriade di ragazzine
inferocite
Negli Stati Uniti la tradizione
dello Spring Breakers (le vacanze di
primavere) è consolidata, e tutti gli adolescenti collegiali
non vedono l’ora di poter partire, per una settimana all’anno, per
andare a far baldoria con gli amici in luoghi caldi, su spiagge
affollate piene di alcool e ragazzi con gli ormoni a fior di
pelle.
Questo è l’argomento da cui parte
Spring Breakers, l’ultimo film di
Harmony Korine che vede protagonista un inedito
poker di ninfette che faranno sicuramente sognare gli spettatori
più sensibili.
Selena Gomez,
Vanessa Hudgens,
Ashley Benson e Rachel Korine sono le
quattro bellissime adolescenti (o appena post adolescenti) che
cadano più o meno inconsapevolmente nelle grinfie di uno
straordinariamente irriconoscibile
James Franco e trasformano il loro spring break in un
lungo incubo ad occhi aperti.
La voglia di evadere,
l’esagerazione in ogni impulso, la violenza gratuita e la caccia
alla ricchezza diventano per le ragazze uno scopo fine a se stesso
che le trascinerà in un vortice di violenza ed estasi che finirà
per distruggere alcuni e per innalzare altri.
Spring Breakers, il film
Il regista Harmony
Korine si confronta per la prima volta con un cast di
professioniste, cimentandosi in un film tutto nuovo per il suo
consueto stile, e pescando dallo star system hollywoodiano quelle
che sembravano le meno adatte a dare vita alle sue sconsiderate
protagoniste.
La Gomez e la Hudgens, vere e
proprie star sia negli USA che da noi diventano le protagoniste di
un film che le vede avere a che fare con una parte pubblica di loro
che non avevano ancora mostrato, e se la più pudica Selena mantiene
il suo status di brava ragazza nonostante il contesto, la Vanessa
cinematografica si scatena diventando l’”anti-Disney” per
eccellenza, allontanandosi, una volta e per sempre, dallo
stereotipo di ragazzina dolce e canterina con cui ha trovato il
successo.
Da parte sua Korine realizza un
film che lungi dall’infastidire, con la sua ostentata esibizione
dei corpi e del sesso, ma anche della violenza, dell’alcool e della
droga nel mondo dei giovani e delle gang di strada, crea un
fortissimo senso di noia, nella reiterazioni delle voci over, dei
dialoghi deliranti e delle solw motion esasperate.
Nota di merito invece alla
straordinaria colonna sonora firmata dal Dj Skrillex, che da un
ritmo incalzante e allo stesso tempo trasognato alle nostre
protagoniste, che alla fine, o si amano o si odiano, così come si
amerà o si odierà Spring Breakers.
Sono state rilasciate
nuove foto dal set di Spring Breakers, nuovo film di Harmony Korine
incentrato su un gruppo di ragazze del college che decide di
rapinare un fast food per far cassa in vista
Guarda tutte le foto dell’anteprima
a Roma del film Spring Breakers di
Harmony Korine, all’evento hanno partecipato le
protagoniste Selena Gomez, Vanessa
Hudgens, Ashley Bensone Rachel
Korine, acclamatissime dalla folla in deliro. Foto di
Raffaele Piano.
Una cosa è certa, non si può negare che
il Spring Breakers abbia avuto un
successo. E infatti, grazie a questo successo presto arriverà il
sequel Spring Breakers The Second
Coming. Il film prima perso per un rumors infondato
ora sarà presentato al Marché du Film
del Festival di Cannes 2014 da Wild
Bunch per trovare finanziatori. La pellicola inoltre ha già uno
sceneggiatore e a scriverlo sarà nientemeno che Irvine
Welsh lo scrittore
di Trainsporring.
Spring
Breakers 2 avrà come protagonista un gruppetto
di ragazzine disinibite e pronte a tutto che dovrà fare
i conti con un gruppo militante di religione cristiana e
proverà a convertirle. Wild Bunch ha dichiarato che non
sarà proprio un vero sequel ma ci saranno riferimenti ai
personaggi del capitolo precedente, e potremmo ance vedere qualcuno
del cast ritornare per questa seconda avventura.
Potrebbe essere la
svolta del film e lo smacco definitivo a James
Franco. Infatti dopo l’annuncio ufficiale dell’arrivo di
Spring Breakers 2 e dopo la sfuriata
dell’attore sulla presunta illegittimità di una tale operazione,
arrivano i primi rumors su chi potrebbe entrare nel cast del film
al posto delle giovani lolite del primo film (Vanessa
Hudgens, Ashley Benson, Rachel Korine e Selena
Gomez).
Sembra infatti che le Pussy
Riot (il duo russo di artiste performative formato da
Nadezhda “Nadya” Tolokonnikova e Maria “Masha” Alyokhina)
potrebbero arrivare a Cannes per entrare in trattative con il
regista del film, Jonas Akerlund, e i produttori
Chris e Roberta Hanley, e Jordan
Gertner. Le due artiste sono rimaste in carcere per due
anni dopo aver manifestato contro Putin nella Cattedrale di Cristo
Salvatore a Mosca.
Chris Hanley ha
dichiarato: “Il nostro regista sta per avere un incontro
speciale con Nadya e Maria. La finzione di Spring Breakers non si è
mai incontrata con la realtà delle Pussy Riot fino ad ora.
Nonostante le polemiche, la sceneggiatura di Spring Breakers 2 ha
una fortissima voce femminista e Nadya e Maria sono una
potentissima voce del mondo femminista.”
Le ultime voci parlano di una
incerta partecipazione delle due donne a Cannes, dove dovrebbe
avvenire l’incontro per la proposta definitiva. A breve sapremo
cosa accadrà.
Come molti di voi
avranno letto, qualche settimana fa abbiamo riportato le dichiarazioni al veleno di James Franco
(leggi qui) che si è espresso
sull’annunciato sequel, Spring
Breakers: The Second Coming. Ebbene oggi arriva la
risposta dei produttori sulle pagine di Variety:
“Ricordiamo tutti i sequel che
James Ha fatto” ha
detto Chris
Hanely ” Il Pianeta
delle Scimmie, Il Grande e Potente Oz, Spider-Man 2. Sembra
inoltre che stia facendo l’impossibile per fare un seguito di
Strafumati. Forse crede che solo i film troppo celebri per fallire
siano una strada valida artisticamente”.
Il produttore ha
poi posto l’attenzione sulle personalità coinvolte: “Jonas
Akerlund e Irvine Welsh non mi sembrano artisti deboli e incapaci,
scena contare il nostro trascorso nell’industria.”
L’altro produttore
poi Roberta Gertner ha
ribadito:“Abbiamo tutti i
diritti di sfruttamento: prequel, sequel, remake e spin-off di
animazione”.
Spring Breakers The
Second Coming. Il film prima preso per un rumors
infondato ora sarà presentato al Marché du
Film del Festival di Cannes
2014 da Wild Bunch per trovare finanziatori. La
pellicola inoltre ha già uno sceneggiatore e a scriverlo sarà
nientemeno che Irvine Welsh lo scrittore
di Trainsporring.
Spring
Breakers 2 avrà come protagonista un gruppetto
di ragazzine disinibite e pronte a tutto che dovrà fare
i conti con un gruppo militante di religione cristiana e
proverà a convertirle. Wild Bunch ha dichiarato che non
sarà proprio un vero sequel ma ci saranno riferimenti ai
personaggi del capitolo precedente, e potremmo ance vedere qualcuno
del cast ritornare per questa seconda avventura.
Sempre più indaffarato ed in
ascesa nell’ambiente cinematografico hollywoodiano, sembrerebbe
che Mark Ruffalo sia in
procinto di confrontarsi con un progetto cinematografico
che potrebbe rivelarsi rischioso per le tematiche che andrà ad
affrontare.
Secondo notizie dell’ultima
ora, Ruffalo potrebbe essere il
protagonista
di Spotlightfilm
di denuncia che andrà a gettare luce fra le ombre della chiesa
cattolica, in particolar modo analizzerà i casi di pedofilia che
nelle ultime decadi sono usciti allo scoperto.
La pellicola, infatti,
si spira ad una inchiesta portata avanti
dal The Boston
Globeper oltre un
anno, nel corso della quale lo Spotlight
Team ha intervistato le vittime degli abusi raccogliendo
materiale per oltre mille pagine che portò alle dimissioni del
Cardinale Bernard Law, colpevole di aver
nascosto per anni una serie di abusi perpretrati da alcuni preti.
L’inchiesta, risalente al 2003, fruttò al gruppo di reporter il
prestigioso premio Pulitzer.
Al fianco di Mark
Ruffalo troveranno posto nella pellicola, anche se sono
tuttora in corsa le trattative, Rachel
McAdams, Michael
Keaton e Stanley Tucci.
A
dirigere Spotlightsarà
invece Tom McCarthy, mentre a produrre il
film saranno Michael
Sugar e Steve
Golin per Anonymous
Content e Nicole
Rocklin e Blye Faust.
Produttori esecutivi saranno invece Jonathan
King e Jeff Skoll.
Guarda cinque clip inedita dal
film Spotlight, l’acclamata
pellicola in uscita prodotta da Netflix e che vede protagonista un cast
d’eccezione composto da Mark Ruffalo, Michael
Keaton, Rachel McAdams, Liev
Schreiber, Brian d’Arcy James, John Slattery
e Stanley Tucci.
Walter Robinson,
reporter del Boston Globe e membro del team Spotlight che nel 2002
ha portato alla luce gli innumerevoli casi di pedofilia coperti
dalla Chiesa nell’arcidiocesi di Boston, ha arrivato a Roma per
presentare Il
caso Spotlight, il film diretto da Tom
McCarthy e
candidato a sei premi Oscar che racconta proprio questa vicenda
cardine nel giornalismo investigativo e d’inchiesta.
Il giornalista ha subito portato
all’attenzione dei presenti l’importanza del lavoro del reporter:
“Il giornalismo d’inchiesta negli Stati Uniti sopravvive con un
ausilio di assistenza in vita, come un malato terminale. L’avvento
del web ha privato i giornali dei fondi per il giornalismo
d’inchiesta e tanti posti di lavoro sono andati perduti. Gli
editori, americani e in tutto il mondo, sono folli perché se chiedi
ai lettori per quale motivo comprano i giornali, la risposta è il
giornalismo d’inchiesta, eppure i quotidiani sono pronti a tagliare
proprio in questo settore. È necessario che ci sia qualcuno che
spinge le istituzioni a prendersi le responsabilità, così come il
Globe ha fatto con la Chiesa. Se non lo facciamo noi, chi lo farà?
Se non lo facciamo la democrazia muore, la gente non potrà più
informarsi se il giornalismo d’inchiesta finirà.”
Il cardinale all’epoca in
carica a Boston, Law, si trova adesso a Roma, dismesso dai suoi
compiti da papa Francesco. Se lo incontrasse ora cosa gli
direbbe?
W. R.:“È qui
a Roma dal 2002. Io sono l’ultimo reporter a cui Law vorrebbe
parlare probabilmente.”
Che effetto le ha fatto
vedersi sullo schermo, interpretato da Michael Keaton?
W. R.:“Sono
onorato di essere qui, della vostra attenzione, sono onorato di
essere stato interpretato da Michael Keaton, uno dei migliori
attori in circolazione. Nel 1994 io ero caporedattore di cronaca
locale al Globe e lui ha interpretato un caporedattore di cronaca
locale in Cronisti d’assalto, di Ron Howard, dove è stato
bravissimo nel riportare il tipo di lavoro sullo schermo, i tempi,
l’ambiente di redazione. Sono stato fortunato perché lui ha colto
ogni occasione per portare al cinema la mia immagine nel migliore
dei modi, studiando i miei gesti, le mie movenze, la mia voce. E
questo vale anche per gli altri attori che hanno interpretato in
miei colleghi.”
Che riscontro può avere
questo film nell’anno del Giubileo?
W. R.:“Ho
grandi speranze per il Papa e per quello che sta cercando di fare.
Quando è stato eletto la prima cosa che ha fatto è stata rimuovere
le limousine ai cardinali, spingendoli a porre attenzione alle
necessità dei fedeli. Ho speranze che papa Francesco voglia
cambiare questo tipo di tendenze per convincere il clero ad
occuparsi dei bisogni dei fedeli. Spero che questo diminuirà almeno
il numero degli abusati. Malgrado tutto i passi di papa Francesco,
c’è molto da fare. Negli USA ha lodato i vescovi che si stanno
adeguando ai cambiamenti necessari, ma molti l’hanno preso come un
insulto perché i vescovi, i cardinali, sono i primi a voler
mantenere le cose come sono e cambierebbero opinione solo con una
pistola puntata alla testa.”
Dopo il trionfo di
Birdman, Michael Keaton
torna protagonista di un film che promette di far parlare di sé. Si
tratta de Il Caso Spotlight, diretto da
Tom McCarthy e
candidato a sei premi Oscar. Nel film Keaton interpreta
Walter V. Robinson, reporter del Boston Globe e
membro del team Spotlight che nel 2002 ha portato alla luce gli
innumerevoli casi di pedofilia coperti dalla Chiesa
nell’arcidiocesi di Boston, e l’attore hollywoodiano ci tiene
affinché in primo piano resti il reporter e soprattutto il suo
straordinario lavoro.
“Vi ringrazio per i complimenti
che mi avete fatto – ha dichiarato Keaton alla stampa romana
– il mio ego comincia a fare capolino facendomi credere di
essere il migliore, ma ho fatto solo il mio lavoro. La differenza
l’hanno fatta Robbie (nickname di Walter V. Robinson, ndr) e gli
altri. Quello che faccio è importante perché per me è importante
l’arte. La verità è che faccio il meglio che posso nel mio lavoro e
sono importante per me e per la mia famiglia e i miei amici, ma non
sono una persona importante. La cosa importante è la storia e
quello che hanno fatto questi giornalisti, non noi
attori.”
Il Caso Spotlight è una
celebrazione del giornalismo alla vecchia maniera. Cosa hai provato
a interpretare un giornalista oggi in un momento di passaggio per
il giornalismo d’inchiesta?
M. K.:“Il
ruolo per me è stato una benedizione. Sono molto interessato al
mondo del giornalismo, ho interpretato il personaggio di un
giornalista altre tre volte. L’opportunità l’ho colta al volo
perché s trattava di una sceneggiatura molto ben scritta, credo di
essere stato il secondo attore a cui si sono rivolti, dopo Mark
Ruffalo. Amo il lavoro di Tom McCarthy e ho visto quasi tutti i
suoi film. Seguo le news in televisione, non seguo molto internet,
il tema e l’argomento mi hanno spinto ad accettare la
parte.”
E sul giornalismo d’inchiesta, vero
fulcro del film, Keaton ha le idee chiare ed è conscio del fatto
che dovrebbe essere maggiormente supportato dei quotidiani.
“Per esempio – ha raccontato l’attore – a Pittsburgh,
mia città d’origine, il quotidiano locale ha sei pagine dove non mi
risulta che ci sia lavoro investigativo. A Flint in Michigan c’è
stato un grosso caso di inquinamento di piombo della falda
acquifera che ha causato intossicazione e danni cerebrali a bambini
che ora hanno difficoltà di apprendimento. Una sola persona ha
indagato, Erin Brockovich, se ci fosse stato un team con lei, non
sarebbe strano immaginare che una crisi così sarebbe potuta essere
fermata.”
Foto di Cinefilos.it
L’argomento del film è
noto, quale potrebbe essere l’impatto sul pubblico
italiano?
M. K.:“Credo
che il film possa avere un impatto, non riesco a immaginare che non
ce l’abbia. Dopo una proiezione con il pubblico, negli Stati Uniti,
un uomo mi ha avvicinato e mi ha detto di essere un sopravvissuto.
Un uomo grande e grosso, che non aveva mai detto a nessuno di
questa sua terribile esperienza. Credo che il film non punti il
dito contro la religione in generale. Rispetto ogni fede, sono
cresciuto con un’educazione cattolica, e la cosa più difficile è
stato vedere persone che perdevano la fede. Sono cresciuto in un
ambiente cattolico, mia madre non ha mai mancato di andare a messa
e questa conseguenza mi rattrista. Rispetto i punti di vista e il
credo. Ma questa situazione del film non riguarda solo Boston, ma
il mondo è quindi suscita un interesse che è quello dei fedeli.
Soprattutto in Italia, sede del Vaticano. Sono un fan di Francesco,
lo ammiro, è un lavoro difficile il suo. Ci sono però nel film
delle tematiche che vanno oltre, non solo l’abuso dei preti in
senso stretto, ma l’abuso di potere, come avviene anche con le
forze dell’ONU. Chi ha potere e il potere di difendere gli
indifesi, diventa invece colui che abusa di questo potere.
L’impatto del film va anche oltre il tema religioso, io sono solo
un attore, i giornalisti sono i veri eroi della storia, noi siamo
dei giocatori minori.”
Come ti sei preparato per
interpretare Walter Robinson?
M. K.:“Per me
è stato molto facile per via della presenza di Walter, ho passato
molto tempo con lui, parlando con lui e chiedendogli della sua vita
e di tutti gli altri casi a cui ha lavorato. Sono curioso di natura
e lo sono stato in particolare del mondo del giornalismo visto da
lui. Ho fatto molte domande, sulla famiglia, sul golf, su tutto.
Cercavo di cogliere l’essenza della persona e del giornalismo,
oltre ad aggiungere qualcosa di mio.”
Spotlight
di Thomas McCarthy è il Miglior Film del 2015
secondo la National Society of Film Critics,
l’ultima organizzazione di critica cinematografica statunitense ad
assegnare premi.
Il film con protagonisti
Mark Ruffalo e Michael Keaton ha
vinto anche il premio per la Miglior Sceneggiatura, firmata dal
regista McCarthy e da Josh Singer.
Ecco la lista completa dei vincitori:
Best picture:
Spotlight
Best actor: Michael B. Jordan,
Creed
Best actress: Charlotte Rampling,
45 Years
Best supporting actor: Mark
Rylance, Bridge of Spies
Best supporting actress: Kristen
Stewart, Clouds of Sils Maria
Best director: Todd Haynes,
Carol
Best screenplay: Josh Singer and
Tom McCarthy, Spotlight
Best cinematography: Ed Lachman,
Carol
Best foreign-language film:
Timbuktu
Best non-fiction film:
Amy
Film Heritage: Film Society of
Lincoln Center/Jake Perlin, Michelle Materre, Tell It Like It
Is: Black Independents in New York, 1968-1986
Film Heritage: Criterion
Collection/LiImmagine Ritrovate for the restoration and packaging
of The Apu Trilogy by Satyajit Ray
Film Heritage: Association Chaplin
for supervising the digital restoration of Charlie Chaplin’s
Essanay Films
Special Citation for a Film
Awaiting American Distribution: Radu Muntean’s One Floor
Below
Nonostante Mad Mad Fury
Road abbia praticamente trionfato in quasi tutte le
categorie importanti, Spotlight ha
portato a casa il premio per il miglior film ai Los Angeles Film
Critics Awards.
Scommettiamo che la pellicola con
protagonista Mark Ruffalo continuerà a far parlare
di sè durante tutti i prossimi due mesi, ovvero, la stagione dei
premi.
Career Achievement: Anne V. Coates
Best Cinematography: John Seale (“Mad Max: Fury
Road”); Runner-up: Edward Lachman (“Carol”)
Best Music Score: Carter Burwell (“Anomalisa”
and “Carol”); Runner-up: Ennio Morricone (“The Hateful
Eight”)
Best Supporting Actor: Michael Shannon (“99
Homes”); Runner-up: Mark Rylance (“Bridge of Spies”)
Best Production Design: Colin Gibson (“Mad Max:
Fury Road”); Runner-up: Judy Becker (“Carol”)
Best Editing: Hank Corwin (“The Big Short”);
Runner-up: Margaret Sixel (“Mad Max: Fury Road”)
Best Supporting Actress: Alicia Vikander (“Ex
Machina”); Runner-up: Kristen Stewart (“Clouds of Sils
Maria”)
Best Documentary: “Amy”; Runner-up: “The
Look of Silence”
Best Screenplay: “Spotlight”; Runner-up:
“Anomalisa”
Best Actor: Michael Fassbender (“Steve Jobs”);
Runner-up: Géza Röhrig (“Son of Saul”)
Best Animation: “Anomalisa”; Runner-up:
“Inside Out”
Best Director: George Miller (“Mad Max: Fury
Road”); Runner-up: Todd Haynes (“Carol”)
Best Actress: Charlotte Rampling (“45 Years”);
Runner-up: Saoirse Ronan (“Brooklyn”)
Best Foreign Language Film: “Son of Saul”;
Runner-up: “The Tribe”
New Generation Award: Ryan Coogler
Best Picture: “Spotlight”; Runner-up: “Mad
Max: Fury Road”
Nuovo spot tv in italiano
di Jobs, biopic sul fondatore
della Apple Steve Jobs, interpretato
da Ashton Kutcher. La pellicola sarà
distribuita dalla M2 Pictures, e sarà nelle sale
italiane a partire dal prossimo 14 novembre. Ecco lo spot tv:
Interpretato da Ashton
Kutcher nel ruolo del co-fondatore di
Apple Steve Jobs, il film racconta la
vita del giovane, brillante e appassionato imprenditore, la cui
genialità ha dato il via alla rivoluzione digitale che ha cambiato
per sempre il nostro modo di vivere e comunicare.
Cresciuto in un sobborgo operaio
nel nord della California, dopo essersi ritirato dal Reed College,
Steve Jobs è un’anima persa alla disperata ricerca di un’identità.
Viaggia in India alla ricerca dell’illuminazione e, come tanti
della sua generazione, sperimenta droghe allucinogene, trovandosi
alla fine a sgobbare nell’anonimato per un creatore di videogame
senza grandi speranze. Insofferente verso i limiti della vita
impiegatizia, si tuffa nel marketing per promuovere una scheda
computer inventata da un suo amico d’infanzia, il cervellone Steve
“Woz” Wozniak (Josh Gad). Usando le sue innate qualità di
marketing unite alle conoscenze tecnologiche, Jobs convince il
proprietario di un vicino negozio di elettronica ad acquistarne 100
unità. Arruola una manciata di amici per assemblarle nel
garage dei suoi genitori, ed è così che nasce la Apple!
Ieri vi abbiamo mostrato due clip dal film This is the
End , in cui James Franco, Seth Rogen, Jonah
Hill e company, impegnati ad interpretare se stessi,
cercano di far fronte ad una non meglio precisata apocalisse che ha
colpito Hollywood.
Oggi invece vi proponiamo uno spot
tv red-band, ovvero vietato ai minori, in cui si vede per la prima
volta nel film, una vera e propria Apocalisse biblica, con tanti di
diavoli che sputano fuoco e improbabili personaggi posseduti dal
demonio.
Ecco la clip!
This is the
End segue le avventure di sei amici in una casa
alle prese con una serie di strani avvenimenti e catastrofi che
devastano Los Angeles. Dopo che i sei scoprono che si tratta di una
vera e propria Apocalisse, e dopo essersi accertati che nessun
altro è stato lasciato in vita dopo il terribile attacco di demoni
sputafuoco e terribili scosse di terremoto, i sei amici devono
cercare di capire perchè sono stati lasciati in vita solo loro.
Costretti dagli eventi, saranno spinti fuori dal loro rifugio e
vedranno messa alla prova la loro amicizia.
Diretto da Evan
Goldberg e Seth Rogen, i sei protagonisti
del film che interpretano loro stessi sono Rogen, Jay
Baruchel, James Franco, Craig Robinson, Danny McBride e
Jonah Hill. Il film si pregia anche di camei di
moltissime star tra cui Rihanna, Michael Cera e
Emma Watson.
Dopo il successo di
Silent Soul, Alexey
Fedorchenko torna a raccontare la sua regione, la magia,
la tradizione, l’animismo che si mescola alla religione, le
credenze e le superstizioni in Spose Celesti dei Mari
di Pianura.
Protagonisti di Spose
Celesti dei Mari di Pianura sono i Mari di pianura,
l’etnia appartenente ai popoli ungro-finnici che si rifugiò sugli
Urali dopo la caduta del regno di Khan di Kazan. Il film procede
raccontando brevemente non solo le storie, ma a volte semplicemente
i pensieri o le singole vicende che accadono a delle donne, le
spose celesti del titolo, che affrontano la vita immerse in un
mondo che sembra risalire a tantissimi anni fa.
Fedorchenko ci racconta tutte le
sue storie realizzando una specie di Decameron dei Mari, in cui
storie e situazioni diverse, a volte surreali, altre volte reali,
ma sempre misteriose, si susseguono senza alcun legame, disegnando
però nel complesso un quadro affascinante delle donne dei Mari.
Ogni personaggio, per quanto poco possa durare il suo “episodio”,
si fa veicolo di una credenza o di un uso, con lo scopo forse di
conservarlo nel tempo, o semplicemente di farlo vedere al di fuori
della comunità dei Mari. Le donne sembrano esaurirsi completamente
nella dimensione sessuale e domestica della vita: la maggior parte
degli episodi infatti è legato alla sessualità, alla ricerca di un
marito o alla preparazione del corpo e dello spirito in prospettiva
del matrimonio, alla preparazione dei pasti, che mai (o quasi)
vengono consumati dalle donne stesse.
L’affascinante affresco corale di
Fedorchenko si esaurisce però nel momento in cui il film fa
riferimento a degli usi così circoscritti a livello geografico che
difficilmente possono essere compresi da un pubblico estraneo,
soprattutto perché il tutto viene mostrato con un approccio
documentaristi privo di qualsiasi commento. Il regista si limita
quindi a registrare ciò che si vede, offrendoci una carrellata di
ritratti femminili, apparentemente liberi da qualsiasi riferimento
al mondo reale.
Spose Celesti dei Mari
di Pianura è un film affascinante e misterioso, che
però risulta difficile da seguire per un pubblico non istruito a
quel tipo di cultura.
Uscirà il 20 giugno 2018,
distribuito da Koch
Media, Sposami stupido!, la commedia
diretta e interpretata da Tarek
Boudali con Philippe
Lacheau, Charlotte Gabris, Julien Arruti, Baya
Belal, Philippe Duquesne, Zinedine Soualem, Doudou
Masta, Yves Pignot, Fatsah Bouyahmed.
Cinefilos.it offre la possibilità a pochi
fortunati di vedere il film gratis, in anteprima, in
diverse città d’Italia, il 12 giugno 2018! Ci
sono a disposizione tanti inviti gratuiti validi per l’ingresso di
2 persone, per ognuna delle città.
Protagonista del film è Yassine, un
giovane studente del Marocco, da poco trasferitosi a Parigi per
studiare architettura. A causa di una sveglia che non suona, il
giovane non si presenta a un esame e perde il visto per studenti e
si ritrova a essere un immigrato illegale. Dopo aver tentato
l’impossibile, gli resta un’unica soluzione: sposare Fred, il suo
migliore amico. Ma proprio quando il giovane crede di aver risolto
tutti i suoi guai, un ispettore tenace decide di indagare su di
loro per verificare che non si tratti di un matrimonio truffa.
Max e Chelimo sono due giovani, due
corridori. Uno è italiano e corre per vincere la Maratona di Roma,
l’altro è keniota e nel suo paese corre per consegnare la posta. Il
primo ha trent’anni ed è in cerca di un’opportunità per farsi
finalmente notare. La maratona è probabilmente la sua ultima
chance. Per il secondo, invece, abituato alla dura realtà del
Kenia, correre una maratona vera sarebbe solo un sogno. Le strade
dei due ragazzi s’incontrano quando Chelimo viene scoperto da un
manager, lo stesso di Max, arrivato in Kenia proprio in cerca di
talenti. Così il giovane keniota approda a Roma, ospite di Max, e i
due si preparano insieme per la corsa.
Arriva direttamente su Chili
Spore, un noir al femminile che racconta la
storia di due amiche fumettiste in fuga dopo un omicidio
nell’Italia del 1987, post Chernobyl e del referendum sul
nucleare e delle fanzine musicali. Un piccolo film dai temi
ambientalisti (la protagonista ha perso i genitori a causa
delle radiazioni della vicina centrale nucleare di Trino). Ma il
film è soprattutto il racconto di una vendetta dopo uno
stupro. Un modo diverso di parlare di violenza e corpo
femminile e di vittime.
Il titolo Spore
nasce dalla fanzine che le due protagoniste fondano… spore
culturali, da disperdere nell’ambiente nella speranza che cambino
la mentalità della gente. Valentina Lodovini (La giusta distanza,
Benvenuti al Sud…) interpreta Laura una ex brigatista uscita di
prigione e sorella di Giulia. Alice Croci
(coprotagonista di “Happy Family” di Salvatores) interpreta Giulia
una ragazza punk ribelle, che vuole essere se stessa e viene punita
con lo stupro. E che reagisce. Liliana Benini (per la prima volta
sugli schermi) interpreta Zippo, writer straight edge che suo
malgrado viene invischiata nella vendetta della sua migliore amica
Giulia.
Questo è il terzo film di Alessia
Di Giovanni (sceneggiatrice di fumetti per Beccogiallo e regista),
che da sempre attenta ai temi del corpo delle donne, dopo il
western al femminile “A PEZZI Undead Men” e il documentario
“LAVORATRICI” su donne e violenza sul luogo di lavoro. Come tutte
le produzioni di Studio CreativeComics, il fumetto è molto presente
nella storia, con delle parti animate che punteggiano il racconto
ad opera delle due illustratrici Darkam e Monica Barengo, che hanno
già collaborato con Alessia Di Giovanni nei suoi graphic novel
editi da Beccogiallo Fandango (Io so’ Carmela e Piena di Niente).
La protagonista, inoltre, racconta la sua storia mentre disegna il
suo fumetto.
Spore: la trama
Due amiche disegnatrici di fumetti, uno stupro, un omicidio per
vendetta, una fuga. Sullo sfondo gli anni Ottanta, quelli delle
fanzine e del punk, del referendum contro il nucleare e di una
provincia sempre troppo stretta.
Uscirà entro la fine di quest’anno
anche nelle sale americane Spooks: The Greater Good
(MI-5), thriller di spionaggio diretto da
Bharat Nalluri che vede come protagonista la
stella de Il Trono di Spade, Kit
Harington.
La Saban Films ha infatti appena acquisito i diritti di
distribuzione nel Nord America del film basato sulla serie
televisiva della BBC che racconta la storia di una squadra
dell’Intelligence a caccia di un terrorista.
Alla regia, Nalluri, che ha diretto la serie
televisiva britannica, vincitrice di un BAFTA; anche la
sceneggiatura è curata dagli stessi autori della serie,
Jonathan Brackley e Sam Vincent.
Tra i produttori, Ollie Madden, Jane Featherstone
e Stephen Garrett. Co-producono Jane
Ganci e Robert Norris.
Assieme a
Harington, nel cast, Peter Firth
(Equus), Jennifer Ehle
(Zero Dark Thirty), Tuppence
Middleton (JupiterAscending) ed Elyes Gabel
(A Most Violent Year).
La vicenda ruota attorno al personaggio di Will Holloway
(Harington) che deve collaborare con il capo
dell’Intelligence Harry Pearce (Firth) per
rintracciare un terrorista fuggito prima di un imminente attacco su
Londra.
La Saban distribuirà il film nelle sale statunitensi a
dicembre.
Dopo le incursioni nei poster dei
film più attesi dell’anno, Spongebob, che
negli Stati Uniti ha surclassato al box office la corazzata
Wachowski di Jupiter il destino
dell’universo, adesso si affaccia in casa Marvel e trasforma i suoi
protagonisti in Avengers!
Ecco le foto:
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SpongeBob Fuori
dall’Acqua è un film diretto da Paul
Tibbit e nel cast del film sarà presente anche il famoso
attore spagnolo Antonio Banderas nei panni di un
malvagio pirata. SpongeBob – Fuori dall’Acqua
sarà disponibile nelle sale cinematografiche italiane a partire dal
26 febbraio 2015.
La spugna di mare più famosa al
mondo, che conta tantissimi fan in tutto il mondo, torna al cinema
con
SpongeBob – Fuori dall’acqua, da febbraio 2015 nelle sale.
SpongeBob viene nel nostro mondo per vivere l’avventura più eroica
di sempre. Basato sulla serie “SpongeBob” creata da Stephen
Hillenburg, “SpongeBob – Fuori dall’acqua” è scritto da Stephen
Hillenburg, Paul Tibbitt, Jonathan Aibel & Glenn Berger. Diretto da
Paul Tibbitt è prodotto da Paul Tibbitt e Mary Parent. Produttori
esecutivi sono Stephen Hillenburg e Cale Boyter. Nel cast anche
Antonio Banderas.
Da domani 5 novembre su
Netflix
sarà disponibile il film d’animazione SpongeBob: Amici in
fuga. Diretto e scritto da Tim Hill, da
un soggetto di Tim Hill, Jonathan Aibel e Glenn
Berger e basato sulla serie d’animazione SpongeBob
creata da Stephen Hillenburg, il film è prodotto da Ryan Harris e
vede lo stesso Stephen Hillenburg come produttore esecutivo.
SpongeBob: Amici in fuga, la
trama
Dopo che Gary, l’amato animale
domestico di SpongeBob, è stato rapito, SpongeBob e il suo migliore
amico Patrick Stella si imbarcano in un’avventura epica nella Città
Perduta di Atlantic City per riportare Gary a casa. Mentre si
destreggiano tra le delizie e i pericoli di questa divertente ma
allo stesso tempo rischiosa missione di salvataggio, SpongeBob e i
suoi amici dimostrano che non c’è niente di più forte del potere
dell’amicizia.
Ecco il divertente motion poster di SpongeBob Fuori
dall’Acqua, da febbraio nelle sale italiane.
La spugna di mare più famosa al
mondo, che conta tantissimi fan in tutto il mondo, torna al
cinema con SpongeBob Fuori
dall’acqua, dal 26 febbraio 2015 nelle
sale.
SpongeBob viene nel nostro
mondo per vivere l’avventura più eroica di sempre. Basato
sulla serie “SpongeBob” creata da Stephen Hillenburg, “SpongeBob –
Fuori dall’acqua” è scritto da Stephen Hillenburg, Paul Tibbitt,
Jonathan Aibel & Glenn Berger. Diretto da Paul Tibbitt è
prodotto da Paul Tibbitt e Mary Parent. Produttori
esecutivi sono Stephen Hillenburg e Cale Boyter. Nel cast
anche Antonio Banderas.