Disney: 10 cambiamenti nascosti nelle uscite in digitale

È da tempo che la Disney ha cambiato la sua politica in materia di riedizioni destinate al mercato home video. Attraverso 10 punti, abbiamo provato ad analizzare il fenomeno.

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Prima dell’arrivo di Disney+, numerose sono state le edizioni speciali o addirittura le riedizioni dei Classici Disney destinatie all’home video, tant’è che in passato venne addirittura coniato un termine apposito per descrivere il fenomeno, “Disney Vault”. Se da un punto di vista di marketing la strategia può essersi rivelata vincente, da un punto di vista meramente fruitivo, lo spettatore è spesso incappato in edizioni DVD o Blu-ray che – quasi sicuramente – non rispecchiavano l’originale versione destinata alle sale.

È da un po’ di tempo che la Disney ha cambiato leggermente la sua politica in materia di riedizioni destinate al mercato home video. Di seguito, attraverso 10 punti, abbiamo provato ad analizzare questo bizzarro fenomeno:

5Sostituire il materiale perduto

Gran parte di qualsiasi restauro o conservazione di un film consiste nel sostituire materiale perduto o intere sequenze al di là del loro fine ultimo, che possa essere di reintegrazione all’interno del montaggio o di inclusione come parte dei contenuti extra dell’edizione home video. In quest’ultimo caso, viene concessa al pubblico la possibilità di dare uno sguardo più intimo al processo di realizzazione di quel determinato titoli. In tal senso, però, la Disney è sempre stata lungimirante, anche quando non esistevano ancora i DVD e i Blu-ray: basti pensare al film in tecnica mista Il drago recalcitrante del 1941, che utilizza una storia fittizia come “scusa” per raccontare come funzionava la creazione dei classici animati presso gli studios della Casa di Topolino.