Parasite: 10 ingenuità narrative nel capolavoro di Bong Joon-ho

Nonostante sia riconosciuto come uno dei migliori film del 2019, anche Parasite presenta alcune ingenuità narrative. Scoprite quali sono.

2830

Parasite è stato universalmente riconosciuto come il miglior film del 2019. Questa intricata black comedy diretta dal visionario regista Bong Joon-ho racconta sostanzialmente della lotta di classe, un tema che non riguarda soltanto la Corea del Sud (il paese originario di Joon-ho), ma che può tranquillamente assumere contorni e sfumature universali.

Nonostante gli innumerevoli pregi del film (candidato a sei premi Oscar), è innegabile che ci siano anche dei piccoli impercettibili difetti, come ad esempio della ingenuità narrative chiaramente visibili nella storia. Abbiamo provato a scovarle e le abbiamo raccolti di seguito, fornendo anche una possibile spiegazione:

3La casa in seguito all’omicidio

I terrificanti eventi accaduti nella casa dei Park sarebbero più che utili a giustificare una condanna sull’immobile da parte delle autorità o di un tribunale. Nulla di tutto ciò accade nel film: dopo l’omicidio del signor Park, la villa viene rivenduta così come l’abbiamo sempre vista nel film ad una famiglia tedesca, con Ki-taek che adesso vive nel bunker segreto.

Nella realtà, una situazione del genere sarebbe a dir poco inimmaginabile: eppure, nel film, anche quest’ingenuità narrativa è funzionale a giustificare come la classe più agiata – agevolata da una sorta di ciclo destinato a ripetersi all’infinito – trovi sempre un modo per aggirare qualsiasi tipo di ostacolo, a discapito sempre delle classi meno fortunate.