Parasite è stato universalmente riconosciuto come il miglior film del 2019. Questa intricata black comedy diretta dal visionario regista Bong Joon-ho racconta sostanzialmente della lotta di classe, un tema che non riguarda soltanto la Corea del Sud (il paese originario di Joon-ho), ma che può tranquillamente assumere contorni e sfumature universali.
Nonostante gli innumerevoli pregi del film (candidato a sei premi Oscar), è innegabile che ci siano anche dei piccoli impercettibili difetti, come ad esempio della ingenuità narrative chiaramente visibili nella storia. Abbiamo provato a scovarle e le abbiamo raccolti di seguito, fornendo anche una possibile spiegazione:
2Le indagini della polizia

In seguito allo spargimento di sangue che rovina completamente la festa di compleanno del piccolo Da-song, è più che normale ipotizzare che a quel punto la polizia decida di condurre un’indagine approfondita su quanto accaduto e, soprattutto, sequestrare la villa dei Park fino a nuovo ordine. In men che non si dica, la polizia avrebbe scoperto il bunker segreto e scovato Ki-taek, ma così non accade.
Per giustificare questa ingenuità narrativa, si potrebbe fare ricorso al ritratto che Bong Joon-ho dà della polizia nel suo film Memorie di un assassino del 2003: spesso sono le stesse autorità ad agire in base ai pregiudizi e a cercare di salvaguardare la reputazione delle classi più agiate.