Il Padrino - Parte II film

Il padrino – Parte II è il film cult del 1974 diretto da Francis Ford Coppola e con protagonisti Al Pacino, Robert De Niro, Robert Duvall e  Diane Keaton.

 

 

Il padrino – Parte II (titolo originario The Godfather: Part II) è un film del 1974 diretto da Francis Ford Coppola, proseguimento de Il padrino (1972). In seguito al successo internazionale ottenuto dal primo film, la Paramount Pictures pensò subito ad un sequel, affidando nuovamente la regia a Francis Ford Coppola, che però chiese di dare l’incarico a Martin Scorsese per via dei problemi avuti dai produttori durante la lavorazione del primo film. La casa di produzione rifiutò e così Coppola fu costretto ad accettare. Con ripetuti flashback ci racconta di come è nato l’impero dei Corleone. Un film sulla mafia e le sue regole, che però non scade mai nella violenza. Ci sono anche intrecci con la storia (fine anni ’50), e mette in evidenza l’involuzione dei valori familiari con il passaggio di consegne delle redini degli affari della famiglia a Mike Corleone, la cui sete di potere finisce per distruggere tutto quanto attorno a sé.

Con Il Padrino – Parte II Francis Ford Coppola ci regala una perla. Non il solito sequel, bensì una seconda parte condita abbondantemente con la storia della famiglia. Il regista italo-americano dirige sapientemente due giovani attori che faranno la storia del cinema americano: Robert De Niro e Al Pacino. Non c’è più il grande Marlon Brando, ma i due non ne fanno sentire la mancanza. Tant’è che Brando e De Niro sono gli unici due attori ad aver vinto l’Oscar interpretando lo stesso personaggio, Vito Corleone, rispettivamente da anziano (nel primo film) e da giovane.

Il Padrino - Parte II filmMa veniamo alla trama. In Il padrino – Parte II Con la morte per infarto di Don Vito Corleone e l’uccisione del primogenito Sonny, a prendere le redini del potere della famiglia Corleone è il terzo figlio maschio Michael, essendo il secondo, Fredo, meno affidabile e adatto per tale ruolo. Mike è molto più agguerrito del padre, tanto da voler prendere ogni decisione di testa sua, non coinvolgendo mai il fratello o lo storico consigliere di famiglia Tom. Di fatto, la sua avidità di potere finirà per attorniarlo di nemici, perfino nella stessa famiglia. Rompe anche con la moglie, la quale abortisce per non dargli un terzo genito; proprio a voler porre fine ad una famiglia a suo dire diabolica. In secondo piano, ma solo per la sceneggiatura, due grandi spalle quali Robert Duvall (il consigliere Tom) e John Cazale (Fredo), quest’ultimo spentosi troppo presto. Trova spazio anche il “nostro” Gastone Moschin, nei panni del guappo di quartiere “Don Fanucci”. Le vicende di Mike Corleone si alternano con flashback che ci spiegano come è nata la famiglia Corleone. Partendo da quando il piccolo Vito Andolini fuggì dall’America col falso cognome “Corleone” per scampare ad una rappresaglia mafiosa contro la sua famiglia. Sarà colui che fonderà l’Impero dei Corleone in America. Passo dopo passo, Vito si farà rispettare dal quartiere in cui vive; e con straordinaria sagacia e ambizione, allargherà la propria rete di contatti e il proprio potere economico e sociale.

Il padrino – Parte II è stato il primo sequel nella storia del cinema a vincere l’Oscar al miglior film, impresa in seguito riuscita anche a Il Signore degli Anelli – Il ritorno del Re (2003). Tuttavia la saga de “Il padrino” è l’unica nella storia ad aver vinto più di un Premio Oscar come miglior film. Nel 1993 è stato scelto per la preservazione al National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al trentaduesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi. Le riprese del film si svolsero tra il 1 ottobre 1973 e il 19 giugno 1974, con un totale di 104 giorni di riprese. Le scene ambientate a Cuba vennero in realtà girate a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. Qui Al Pacino si ammalò di polmonite e ritardò le riprese di un mese. Le scene del passato di Vito Corleone ambientate nella città di Corleone furono girate in realtà a Forza d’Agrò, a Savoca e a Motta Camastra, in provincia di Messina.

Il padrino – Parte II, tra fedeltà e ambizione

Il Padrino - Parte IINe Il Padrino – Parte II Coppola voleva riproporre Richard Castellano per la parte di Peter Clemenza da anziano, vista l’importanza del personaggio. La prima stesura della sceneggiatura prevedeva infatti che fosse proprio Clemenza a testimoniare contro Michael Corleone dinanzi la commissione d’inchiesta senatoriale. Tuttavia, Castellano, noto per la sua testardaggine, rifiutò l’ipotesi di un ritorno nella saga poiché il regista non intendeva lasciare che l’agente dell’interprete scrivesse appositamente le battute del personaggio. Alla fine, per colmare il vuoto lasciato da Clemenza, venne creato il personaggio di Frankie Pentangeli. Coppola intendeva pure reintrodurre Marlon Brando, nel ruolo di Vito Corleone, e James Caan, nel ruolo di Santino Corleone, nella scena in cui Michael ricorda il compleanno del padre in cui annuncia la sua prossima partenza per la guerra. Brando però non accettò a causa di vecchi rancori verso la Paramount relativi al compenso per il primo film. Caan invece accettò però pretese di essere pagato per questo piccolo cameo con la stessa somma ricevuta per il primo film. Per la parte del giovane Vito Corleone, il regista scelse Robert De Niro perché gli era piaciuto il suo provino per la parte di Santino Corleone durante la scelta del cast del primo film. Per prepararsi al ruolo prima dell’inizio delle riprese, De Niro passò sei mesi nella zona di Corleone, in Sicilia, per imparare il dialetto siciliano. Nella versione originale del film, De Niro recita in italiano con spiccato accento siculo.

Ne Il Padrino – Parte II Al Pacino consigliò a Coppola di affidare la parte di Hyman Roth a Lee Strasberg, il suo maestro di recitazione all’Actor’s Studio, considerandolo particolarmente adatto al ruolo. Siccome il personaggio di Roth era vagamente ispirato al mafioso Meyer Lansky, quest’ultimo telefonò a Strasberg dopo l’uscita del film per congratularsi della sua interpretazione. Secondo la stesura originale della sceneggiatura, il film doveva concludersi con una scena ambientata nel 1968 nella villa sul lago Tahoe in cui un diabetico Michael Corleone di mezz’età parla con il figlio Anthony, ormai diciottenne, che gli dice che non seguirà le sue orme. Però Coppola non riuscì a terminare le riprese di questa scena e decise di eliminarla dalla sceneggiatura, usandola anni dopo come base per scrivere la storia de Il padrino – Parte III.

I due primi episodi sono tratti dal romanzo omonimo di Mario Puzo (1969). Infatti anche le origini di Vito Corleone erano in esso raccontate, ma non furono inserite nella narrazione del primo film. Il primo episodio, datato 1972 e sempre diretto da Coppola, è stato considerato la terza miglior pellicola statunitense della storia dall’American Film Institute. Inoltre è al secondo posto della classifica dell’Internet Movie Database. In un primo momento vennero contattati per dirigerlo Elia Kazan, Sergio Leone, Arthur Penn e Costa Gavras ma non si dimostrarono interessati. L’unico regista che si dimostrò disponibile fu Sam Peckinpah che però venne mandato via dai produttori perché insisteva nell’idea di trasformare la storia del film in una specie di western con ambientazioni gangster. Infine Robert Evans, il capo della Paramount, puntò sull’italoamericano Francis Ford Coppola, nonostante le perplessità dei produttori perché era un regista semisconosciuto. Coppola accettò principalmente l’incarico per avere denaro per finanziare il suo futuro film La conversazione.

Il padrino – Parte II, curiosità

Uscito negli USA, il film incassò circa 86 milioni di dollari e fu una sorpresa per la casa di produzione, che non si aspettava un incasso così alto. Uscito in altre nazioni, continuò ad avere un grosso successo, spaccando in due la critica internazionale ed entrando nell’immaginario collettivo del pubblico, arrivando ad incassare un totale di 1.144.234.000 $ in tutto il mondo. Il Padrino racconta la storia della famiglia americana di origini siciliane dei Corleone: il loro impero, i loro principi, i loro affari, la guerra con le altre famiglie. Figura centrale quella di Don Vito Andolini, capofamiglia e apice della piramide familiare. Con la sua morte per infarto giocando col nipote (ironia della sorte per lui che era scampato a varie sparatorie), sarà il terzo genito Mike a prendere le redini della famiglia, essendo morto in un agguato il primogenito Sonny ed essendone incapace il secondogenito Fredo. Mike si dimostra più cinico e spietato del padre.

Dopo varie diatribe, c’è stata anche una terza parte, nel 1990: Il padrino – Parte III. Ultimo atto visibilmente inferiore rispetto ai primi due, proposto palesemente solo per chiudere la saga. Sebbene non manchino anche in esso spunti cinematografici interessanti. Michael Corleone ormai invecchiato, vuole chiudere i conti con l’oscuro passato, facendo beneficenze e avendo firmato l’armistizio con le altre famiglie. Ma il nipote, figlio di Sonny, non ha certo intenzione di svolgere una vita tranquilla e prendendo le redini dello zio quale Capo famiglia, innesca una nuova guerra tra i clan.

Pur se la trama offre un intreccio con i fatti storico-politici italiani degli anni ’70, non raggiunge lo stesso risultato del secondo. I dialoghi sono mediocri, anche lo staff di attori è svuotato (ci sono anche Andy Garcia e Sofia Coppola, figlia del regista e futura regista a sua volta). Pure Al Pacino si avvicina più alle interpretazioni mediocri che lo vedranno protagonista di molti film successivi, anziché a quelle dei film anni ’70 (forse anche per colpa dei registi con i quali ha lavorato). Insomma occorreva chiudere la saga, e il troppo tempo passato dal secondo, ossia 16 anni, ha un po’ ostacolato un risultato finale lusinghiero e degno dei primi due della serie.

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