Luci della città, il film capolavoro di Charlie Chaplin

Luci della città film

Luci della città è il film culto di Charlie Chaplin del 1931 con protagonisti nel cast Charlie Chaplin, Virginia Cherrill, Henry Myers.

 

Luci della cittàLuci della città (City Lights) è un film muto del 1931 interpretato, scritto, diretto e prodotto da Charlie Chaplin. Chaplin con la sua consueta maestria si prende beffa dei ricchi, dei loro vizi e difetti ed esalta al contempo la vera ricchezza delle persone semplici, basata sulla generosità. Anche in questo film alterna con inimitabile capacità momenti di alta comicità a momenti di profonda malinconia e drammaticità.

Un vagabondo vive di stenti, ma in fondo anche con infinita speranza in un futuro migliore, la sua quotidiana povertà; in una notte passata al molo, solo apparentemente come tante altre, salva la vita di un aristocratico che vuole suicidarsi in mare perché lasciato dalla moglie. Apprezzato molto il gesto del vagabondo, il nobile lo ospita a casa e lo riempie di affetto; ma il giorno dopo, passata la sbronza, non si ricorderà più di lui e lo caccerà da casa. E questa amicizia nata da una tragedia continuerà con questi alti e bassi dovuti all’alcool, che porterà sbalzi di umore e continui cambiamenti di atteggiamento dal parte del ricco infelice. Il vagabondo però ha conosciuto anche una bella fioraia cieca e cerca un modo per aiutarla finanziariamente. E sarà questa sua enorme generosità verso lei che gli porterà non pochi problemi. Ma guadagnerà un lauto compenso finale che va oltre il vile denaro.

altQuando nel 1929 Charlie Chaplin cominciò a interessarsi al suo nuovo film (Luci della città), il sonoro era diventato ormai pressoché irrinunciabile per qualsiasi regista dell’epoca.

Sydney, fratello e manager del famoso Tramp, non esitò a proporgli l’idea di una pellicola sonorizzata, ma Charlie era molto scettico rispetto alla nuova invenzione e tentò in tutti i modi di restare alla pantomima che lo aveva reso celebre. Fino al 1940 (con Il grande dittatore) presentò solo film muti.

Decise infatti di continuare con il muto e di realizzare Luci della città, quello che diventerà il suo film più apprezzato dalla critica. Questa volta la leading-lady sarebbe stata Virginia Cherrill, graziosa ventiduenne bionda, che avrebbe impersonato una fioraia cieca. Chaplin raccontò di averla conosciuta ad un incontro di boxe nel 1928 e di averla scritturata immediatamente per il suo imminente lavoro.

 Luci della città

Varie vicissitudini coinvolsero Charlie durante la realizzazione di Luci della città. Una tra le più importanti: la fioraia avrebbe dovuto scambiare il piccolo vagabondo per un milionario ma Chaplin non sapeva come ottenere tale risultato. Prima di trovare una soluzione rifece la scena molte volte, provando i più svariati espedienti. Tale scena alla fine è divenuta la più ripetuta nella storia del cinema, per un totale di 342 ciak.

Accusato di essere un nevrotico perfezionista anche dai suoi collaboratori, che però avevano per lui una grande ammirazione, anche in questo film a causa di queste sue manie non mancano altri aneddoti:

– Luci della città rimase in lavorazione per ben tre anni e vennero utilizzati ben 100.000 metri di pellicola, tempi assurdi anche per i mezzi odierni.

– non mancarono i soliti dissidi e i licenziamenti, i più clamorosi furono sicuramente quello dell’attore scelto per la parte del milionario, Henry Clive, che rifiutatosi di buttarsi nell’acqua fredda per la scena del suicidio venne sostituito da Henry Myers, mentre l’altro riguardò la protagonista, Virginia Cherrill, che lo innervosì talmente durante le riprese della scena finale che la allontanò dal set temporaneamente.

– compositore delle musiche di molti suoi film, ebbe da ridire, come sempre, con gli arrangiatori perché essi insistevano nel dare un’impronta più comica alla musica mentre Chaplin insisteva a volere un “contrappunto di grazia e delicatezza, che esprimesse il sentimento, senza il quale l’opera d’arte è sempre incompleta” (Chaplin).

Questi aneddoti riescono forse a far cogliere ancora di più la grandezza di un regista/attore/compositore/mimo/circense, che proprio grazie alle sue maniacali ossessioni per la perfezione regala ancora oggi quelle stesse emozioni per le quali si batteva, e riesce a far sentire inadeguati, per loro stessa ammissione, molti dei grandi di oggi.

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