HomeRubricheHorror e dintorniThe Horde: recensione del film di Yannick Dahan e Benjamin Rocher

The Horde: recensione del film di Yannick Dahan e Benjamin Rocher

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THE HORDE è il film del 2019 diretto da Yannick Dahan e Benjamin Rocher. Presentato in diversi festival tra Francia, Spagna e Portogallo il film ha ricevuto diversi riconoscimenti e critiche positive prima della sua distribuzione in terra francese nel febbraio del 2010 (in Italia è stato distribuito ad ottobre dalla casa di produzione Fandango di Domenico Procacci).

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The Horde, la trama

Un gruppo di poliziotti, in cerca vendetta dopo la morte di un collega, raggiunge un palazzo semiabbandonato per regolare i conti con la  banda di criminali responsabile dell’omicidio. Non passerà molto tempo che il palazzo sarà infestato da decine di zombie.

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The Horde, il film

Francia che da qualche anno sta dimostrando di essere diventata una grande distributrice di horror di forte impatto, basti ricordare alcuni dei titoli che hanno suscitato polemiche come Frontiers – Ai confini del tempo, A L’Interieur e Martyrs perché “ai limiti del rappresentabile”. Ciò nonostante questa volta non si tratta di un film eccessivo come i titoli precedentemente citati ma dell’ennesimo “Zombie movie”.


The Horde scorre bene sin dai primissimi minuti, ma questo accade perché nella parte iniziale la direzione che prenderà il film sembra un’altra, probabilmente molto più interessante di quello che accadrà poco dopo il primo quarto d’ora, ovvero l’arrivo di zombie assatanati da ogni dove. Da questo punto in poi, oltre ad una serie di rimandi a film più o meno famosi visti nell’arco di una vita, ci si imbatterà nella noia più totale in attesa del già preannunciato finale privo di qualsiasi colpo di scena.

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The HordePossiamo comunque dire che di film con gli zombie ce ne sono a centinaia per tutti i gusti e che in un modo o nell’altro riescono sempre a vendere qualcosa, il problema di questa pellicola però è che non passa tantissimo dal far ricordare altri due film di genere di qualche anno fa: il primo è sicuramente Rec, horror spagnolo del 2007 che come questo ha ricevuto riconoscimenti al Fantasporto, mentre il secondo è 28 giorni dopo (film a sua volta influenzato da altri B-Movies) di Danny Boyle.

La direzione vede al suo comando due giovani registi: Yannick Dahan, alla sua prima esperienza da regista con alle spalle una carriera da critico cinematografico in diverse riviste francesi, elementi che ricordano i grandi artisti della Nouvelle Vague, e il suo collega Benjamin Rocher, nell’ambiente del cinema da qualche anno anche lui al primo lungometraggio. Come i registi anche il cast comprende esclusivamente attori di nazionalità francese, quasi sconosciuti a casa nostra e che inevitabilmente rimarranno sconosciuti visto che nessun personaggio da loro interpretato è degno di nota, eccezion fatta per il personaggio di Aurore interpretata da Claude Perron che si rivela il più interessante di tutta la banda in più di un’occasione.

In Italia gli incassi nelle prime settimane non sono stati grandiosi e difficilmente ci saranno colpi di scena, non è comunque da escludere nei prossimi mesi un buon risultato con la distribuzione in DVD.

 
Redazione
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