Creature del cielo: recensione del film di Peter Jackson

Creature del cielo film

Creature del cielo è il film del 1994 diretto da Peter Jackson e con protagonisti nel cast Kate Winslet, Melanie Lynskey e Sarah Pairse.

 
  • Anno: 1994
  • Regia: Peter Jackson
  • Cast Melanie Lynskey (Pauline Parker Rieper), Kate Winslet (Juliet Hulme), Sarah Peirse (Honorah Parker Rieper), Diana Kent (Hilda Hulme), Simon O’Connor (Herbet Rieper)

La trama di Creature del cielo

 Christchurch, aprile 1954: un tranquillo pomeriggio prefestivo viene turbato da quello che sembra un incidente, la casalinga Honorah Parker è caduta malamente e si è fatta male, a seconda di quello che dice sua figlia Pauline con la sua amica Juliet, due adolescenti esagitate e fantasiose. In realtà, è l’ultimo atto di una vicenda che da due anni ha legato le due ragazze, compagne di scuola anticonformiste e ricche di fantasia, di ambienti diversi visto che Juliet è figlia di un docente universitario e Pauline viene da una famiglia di affittacamere, capaci di isolarsi in un universo fantastico, il Quarto Mondo, di vivere di letture e film, di creare tra di loro un rapporto unico e esclusivo, confinante con l’omosessualità.

I genitori di entrambe le ragazze, preoccupati di come si erano messe le cose, hanno cercato di dividerle, approfittando anche del divorzio dei genitori di Juliet, ma la reazione è stata terribile, e la madre di Pauline, odiata da sempre dalla figlia per vari rancori nascosti, ha pagato un rapporto con la realtà non più possibile. La vicenda alla base del film è realmente accaduta, Juliet e Pauline furono graziate dalla pena di morte per la loro giovane età, condannate all’ergastolo e liberate nel 1958 a condizione che non si incontrassero mai più.

Creature del cielo, opera seconda di Peter Jackson

Analisi: Il primo film di qualità di Peter Jackson, dopo anni di horror a basso costo e splatter però amatissimi da tutto un suo pubblico, fa vincere al regista il Leone d’Argento a Venezia, svelando al pubblico di tutto il mondo quello che in Nuova Zelanda è l’equivalente, sia pure con alcuni importanti distinguo, di fatti nostrani quali quelli di Pietro Maso, Doretta Graneris, Erika e Omar.

Creature del cieloJuliet e Pauline, antieroine che non si riesce a detestare, troppo prese dal loro ricco mondo interiore da non saper distinguere tra realtà e fantasia e quindi dal perdere valore per la vita reale e i suoi protagonisti, portano lo spettatore nel loro universo, tra riti sociali, cinema d’epoca, mondo fantasy reinventato e restituito con una perizia che non si troverà nella sia pure più fastosa  e comunque valida Trilogia dell’Anello.

Alternando i toni da critica graffiante sociale, da thriller e da fiaba, Creature del cielo è un film interessante e particolare, autoriale ma mai noioso, scomodo e leggibile sotto vari aspetti, compreso quello di percorrere le orme di una Jane Campion mettendo in scena la vita vista dagli occhi delle bambinacce terribili e politicamente scorrette, di fronte ad un universo cinematografico che rappresenta troppo spesso le adolescenti o come bombe sexy in erba o come vittime, ma mai in tutta la loro complessità, nel bene e nel male.

Creature del cielo non è un film a tematica gay in senso stretto, ma la difficoltà di essere omosessuali, soprattutto per due ragazze, negli anni Cinquanta, emerge tra le righe come in fondo anche una delle cause scatenanti di un delitto che ancora oggi suscita ricordi traumatizzanti in una nazione viva ma isolata da molti dei mali del mondo come la Nuova Zelanda, terra dai forti contrasti naturali. L’aver sposato il fatto che Juliet e Pauline fossero legate da un rapporto omosessuale non è piaciuto alla Juliet reale, diventata la scrittrice di thriller storici Anne Perry, che ha negato ogni coinvolgimento di quel tipo tra lei e la sua amica di allora, Pauline, che è stata pare la consulente di Peter Jackson per il film, ma della quale non si conosce la vera identità, e si mormora o che si sia fatta suora o che viva in una fattoria isolata allevando cavalli.

In Creature del cielo Peter Jackson riesce a tenere perfettamente in equilibrio due mondi, quello reale di una serie di eventi repressivi che portano all’omicidio, e quello fantastico, tra fiaba e cinefilia, con numerosi brani di film d’epoca con Orson Welles e altri divi del momento, con alcune sequenze indimenticabili, una cosa che non gli è riuscita fino in fondo nel simile Amabili resti. Accanto agli adattamenti tolkeniano di Jackson, Creature del cielo è un film da vedere o rivedere, per capire le origini del talento fantastico di un regista che era già di culto prima della sua opera più famosa.

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