Un corto spin-off di Gravity spiega alcune cose del film

Gravity

Tutto il mondo ha ormai goduto della poderosa e poetica bellezza di Gravity, film che ha aperto in grande stile la 70esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Adesso, il brillante regista dietro a quell’idea, Alfonso Cuaron, uno dei nomi più illustri e capaci della sua generazione, ha deciso di regalarci un piccolo pezzetto di storia in più, un cortometraggio intitolato Aningaaq che ci spiega altro del film e dell’eroica lotta di Sandra Bullock per cercare di ritornare sulla Terra, in salvo.

 

Il cortometraggio Aningaaq è stato diretto da Jonas Cuaron, figlio di Alfonso, che ha cosceneggiato il film, ed è stato prodotto dalla Warner Home Video per essere incluso poi nella versione DVD BluRay del film.

Il cortometraggio, in poche parole, mostra l’altra parte della miracolosa conversazione telefonica che Sandra Bullock riesce ad intercettare mentre è intrappolata in una capsula di salvataggio della stazione russa. Dopo essere stato proiettato in diversi festival, la Warner ha considerato l’idea di proporre il lavoro per la candidatura alla categoria di miglior cortometraggio live action per il prossimi Academy Awards.

Di seguito potete vedere il cortometraggio:

Gravity, il film

Il film si basa su una sceneggiatura scritta da Alfonso Cuarón, Jonás Cuarón, Rodrigo Garcia, mentre la fotografia è curata da Emmanuel Lubezki, che ha condotto un lavoro maniacale sulle numerose sequenze realizzate completamente i CGI e riprese con la tecnologia stereoscopica. Gravity uscirà in America e in Italia, in 3D, il prossimo 4 ottobre.

Trama: Sandra Bullock interpreta la dottoressa Ryan Stone, un brillante ingegnere medico alla sua prima missione sullo Shuttle, mentre Matt Kowalsky (George Clooney) è un astronauta veterano al comando della sua ultima missione prima del ritiro. Durante quella che sembra una passeggiata nello spazio di routine, ecco che accade il terribile incidente. Lo Shuttle viene distrutto e  Stone e Kovalsky rimangono a volteggiare nella più totale oscurità completamente soli e attaccati l’uno all’altra. Il silenzio assordante è la conferma della perdita definitiva di ogni contatto con la Terra e, con esso, ogni speranza di essere salvati. La paura si trasforma in panico e ogni boccata d’aria consuma il poco ossigeno rimasto. Ma l’unica strada verso casa potrebbe essere quella di spingersi ancora più lontano, nella terrificante distesa dello spazio.

Fonte: CS

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