All Her Fault gioca con una delle paure più profonde e universali per ogni genitore: l’idea di perdere un figlio in un contesto quotidiano e apparentemente sicuro. La serie, interpretata da Sarah Snook, Dakota Fanning, Jake Lacy, Jay Ellis e Abby Elliott, si apre infatti con una situazione semplice, domestica, ma capace di trasformarsi in un incubo: Marissa arriva a prendere il figlio Milo da un playdate e si ritrova davanti alla porta di una casa dove vive uno sconosciuto che giura di non aver mai sentito nominare suo figlio. Un evento minimo, quasi banale, che però manda in frantumi la percezione di sicurezza della protagonista e accende una spirale crescente di bugie, sospetti, alleanze improvvise e segreti rimossi per anni.
La domanda che sorge spontanea agli spettatori è immediata: All Her Fault è ispirata a una storia vera?
La risposta è sì e no: la serie non racconta un fatto realmente accaduto, ma nasce da un’esperienza reale vissuta dall’autrice del romanzo, Andrea Mara, che ha trasformato un episodio quotidiano in un thriller psicologico intriso di domande sulla fiducia, sulla maternità e sulla vulnerabilità contemporanea.
L’episodio reale che ha ispirato Andrea Mara

Nel giugno 2021, presentando il suo romanzo, Andrea Mara ha raccontato l’esperienza da cui ha tratto l’idea centrale della storia. Nell’aprile del 2015, l’autrice andò a prendere sua figlia da un playdate, convinta di avere l’indirizzo corretto. Una volta arrivata, però, si trovò davanti a una casa vuota. Per alcuni secondi — pochi, ma sufficienti a congelare il sangue nelle vene — ebbe la sensazione che qualcosa di terribile fosse accaduto. Solo un attimo dopo un vicino le spiegò che la famiglia si era semplicemente trasferita da qualche settimana e che lei stava seguendo un indirizzo ormai superato.
Quell’attimo di panico, durato davvero pochissimo nella realtà, bastò a Mara per lasciare spazio all’immaginazione: cosa sarebbe successo se nessuno avesse risposto? E se al posto di una svista si fosse trattato davvero di un rapimento? Come reagisce un genitore quando, nell’arco di una manciata di secondi, tutte le certezze sul mondo esterno si sgretolano? L’autrice, come raccontato anche in un saggio pubblicato per The Irish Independent, cominciò a interrogarsi sul fragile equilibrio tra fiducia e paura: quanto ci affidiamo agli altri quando lasciamo i nostri figli in posti che non controlliamo? Come si stabilisce cosa è sicuro e cosa non lo è? Perché i genitori moderni sembrano preoccuparsi più che mai?
Queste domande — e non un fatto criminale vero e proprio — sono la scintilla che ha dato vita alla vicenda di All Her Fault. La serie nasce dunque da un momento autentico ma viene portata all’estremo attraverso il “what if?”, la domanda narrativa che guidava la stessa Mara: E se davvero il bambino fosse scomparso?.
Perché All Her Fault non è una storia vera, ma parla di una paura reale

Pur partendo da un’esperienza vissuta, la trama della serie non corrisponde a nessun evento documentato. Nessun rapimento, nessuna indagine, nessun caso di cronaca ha ispirato direttamente le vicende di Marissa, Milo, Jenny o Carrie. Tuttavia, la storia affonda nel terreno fertile delle paure quotidiane, esplorando il terrore silenzioso che vive dietro le decisioni ordinarie dei genitori: delegare, affidare, aprire le porte dell’intimità familiare al mondo esterno.
Andrea Mara stessa lo ha confermato più volte: i suoi thriller nascono da episodi reali che si risolvono in modo banale, ma la narrativa insegue l’ipotesi peggiore. Il romanzo — e la serie — non sono quindi ricostruzioni, bensì speculazioni emotive su ciò che potrebbe accadere se un istante di panico non finisse in un attimo, ma si trasformasse in un abisso.
L’adattamento televisivo e i temi che restano fedeli alla realtà

Pur estremizzando la vicenda con elementi di fiction — tra cui false identità, segreti familiari, un incidente drammatico e una rete di bugie che risale a molti anni prima — All Her Fault mantiene nella sua essenza due aspetti profondamente reali della storia dell’autrice:
1. La fragilità della fiducia tra genitori
Il romanzo nasce da un momento che mette in discussione il modo in cui decidiamo a chi affidare ciò che abbiamo di più caro. La serie amplifica questa fragilità, trasformandola nel fulcro emotivo del racconto.
2. Il ruolo centrale dell’amicizia femminile
Mara ha raccontato che l’elemento più autentico del romanzo è il modo in cui rappresenta la solidarietà tra donne. Nella serie, questo si riflette nella relazione tra Marissa e Jenny, che inizia con sospetto e tensione ma evolve in un legame complesso, inatteso e profondamente umano.
Cosa resta veramente “vero” in All Her Fault

-
L’episodio dell’autrice davanti alla casa sbagliata
-
Il panico reale e l’istinto di protezione
-
La riflessione sulla fiducia concessa agli altri riguardo ai figli
-
La centralità dell’amicizia femminile
-
La paura quotidiana che diventa motore narrativo
Tutto il resto — rapimenti, indagini, false identità, colpi di scena — appartiene al regno della fiction.
Una storia non vera, ma profondamente plausibile
All Her Fault non racconta una storia realmente accaduta, ma si radica in qualcosa di molto più universale e riconoscibile: quella frazione di secondo in cui il mondo smette di sembrare un posto sicuro e il pensiero corre al peggio. Andrea Mara ha trasformato un episodio di vita comune in un thriller psicologico dove la paura non è eccezionale ma quotidiana, e proprio per questo più potente.
La serie non è “una storia vera”, ma è vera la paura da cui è nata.
