Hanna 2: la recensione della seconda stagione della serie Amazon Prime

Dal 3 luglio su Amazon Prime Video sarà disponibile la seconda stagione di Hanna, serie ispirata all'omonimo film del 2011.

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Nel 2011 Hanna ha il volto dell’attrice Saoirse Ronan, e accanto a lei vi sono Eric Bana e Cate Blanchett. Il film (qui la recensione), che proponeva un nuovo punto di vista sul mondo dello spionaggio, ebbe soltanto un tiepido riscontro di pubblico. Otto anni dopo, quel titolo è divenuto una serie targata Amazon Prime Video. Hanna, mantenendo il titolo e la base dell’originale lungometraggio, si è riproposta da subito di espandere il potenziale di quel mondo narrativo, permettendo così di esplorare molte delle affascinanti tematiche rimaste in sospeso. Ideata da David Farr, la serie è ora giunta alla seconda stagione, la quale risulta essere quella decisiva per dar vita al meglio di sé.

 

Dopo gli eventi della prima stagione, che hanno portato Hanna (Esme Creed-Miles) a doversi separare dal padre (Joel Kinnaman), questa continua a nascondersi nella foresta, ancora ricercata dagli agenti della CIA facenti parte del programma Ultrax, il cui è obiettivo è quello di dar vita a delle super soldatesse. Costretta ad uscire allo scoperto, la ragazza si ritroverà a far parte di quel mondo da cui era fino ad ora fuggita. Qui dovrà comprendere bene le nuove dinamiche del gioco, capendo di chi può fidarsi e da chi deve invece guardarsi le spalle.

Hanna: far parte di un mondo più grande

I dubbi riguardo la serie erano leciti. Ridare vita ad un prodotto che non ha beneficiato di una calorosa accoglienza di pubblico poteva essere un idea poco fruttuosa. La prima stagione, tuttavia, pur seguendo in modo pressoché pedissequo il film di partenza, era riuscita a proporre una serie di approfondimenti che lasciavano intravedere un nuovo potenziale. Con i primi otto episodi, infatti, si poteva avere la sensazione di stare assistendo ad un qualcosa di preparatorio in funzione di maggiori risvolti futuri. Terminata la stagione, vi era dunque grande attesa per ciò che di nuovo la serie avrebbe potuto narrare.

Abbandonato, per forza di cose, il riferimento alla pellicola del 2011, Hanna apre dunque la sua seconda stagione continuando ad esplorare il più ampio mondo di cui la combattiva protagonista ha scoperto di far parte. Prosegue così la re-immaginazione di un genere notoriamente maschile, e che trova invece ora nuovo respiro grazie ad un cast prevalentemente femminile. Anche se non tutti i personaggi sono sviluppati come meriterebbero, quelli di cui davvero importa dimostrano il carisma necessario per assumere il ruolo loro richiesto, ponendosi come delle spie e delle lottatrici particolarmente affascinanti e convincenti.

Il loro potenziale rimane tuttavia piuttosto inespresso a causa di una stagione eccessivamente statica, che sembra non avere il coraggio di distaccarsi troppo dalle dinamiche della precedente. Ciò porta inevitabilmente al ripetersi di alcune situazioni, come al mancato sviluppo dei rapporti tra i protagonisti, apparentemente rimandati ad un eventuale successivo blocco di episodi. Nel suo concludersi, infatti, questa seconda stagione lascia allo spettatore un eccessivo sentimento di incompiutezza, senza che nulla di particolarmente significativo sia accaduto.

Hanna recensione

Hanna: la recensione della seconda stagione

Nel suo tracciare nuovi sentieri, dunque, la stagione risulta poco incisiva rispetto a quello che avrebbe invece dovuto dimostrare. Se il suo racconto può tuttavia trovare compimento in un futuro prosieguo, resta comunque un evidente problema nel suo ritmo. Appaiono essere troppi i momenti in cui la narrazione si adagia, dilatando i suoi tempi in modo controproducente. Per quanto alcune sequenze abbiano motivo per fare ciò, andando ad indagare lati più intimi e privati dei personaggi, la sensazione generale è quella di un mancato equilibrio tra le varie componenti della stagione.

Questo risulta particolarmente fastidioso nel momento in cui, invece, Hanna dimostra di saper costruire una buona tensione, riconquistando lo spettatore con i trucchi del genere. Altro grande merito è quello di dar vita a spettacolari sequenze di combattimento, riprese in modo sempre diverso e sempre coinvolgente. Non si avverte mai fatica nel seguire i rapidi scontri tra i personaggi, che sono invece coreografati con grande precisione e un fascino non comune in televisione.

Ad oggi risulta dunque ancora difficile rispondere alla domanda se Hanna sia o meno un prodotto in grado di trovare una propria validità. Minacciata prima dal peso del film di riferimento, e ora da uno svolgimento non particolarmente soddisfacente, il giudizio sembra come la serie rimanere ancora incerto. Una terza stagione, a questo punto, potrebbe essere l’appuntamento ultimo di dimostrare il proprio potenziale.

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Gianmaria Cataldo
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Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
hanna-2-amazon-primeAd oggi risulta dunque ancora difficile rispondere alla domanda se Hanna sia o meno un prodotto in grado di trovare una propria validità. Minacciata prima dal peso del film di riferimento, e ora da uno svolgimento non particolarmente soddisfacente, il giudizio sembra come la serie rimanere ancora sospeso.