Harlem: la recensione della nuova serie Amazon

Harlem recensione serie tv prime video

La prima cosa che viene spontaneo notare guardando la serie comedy Harlem, ideata da Tracy Oliver e disponibile su Amazon Prime Video a partire dal 3 dicembre, è la straordinaria somiglianza con Run the World, un prodotto particolarmente simile rilasciato nel maggio di quest’anno sulla piattaforma Starz. Entrambi i titoli presentano un gruppo di quattro amiche afroamericane del quartiere Harlem di New York, seguendole nelle loro vicissitudini lavorative e sentimentali. Fatta eccezione per l’idea di base, che molto deve a Sex and the City, le due serie presentano però delle ovvie differenze, che nel caso di Harlem ne fanno un prodotto molto più godibile e interessante.

 

Protagoniste di questa sono Camille, una giovane e conosciuta professoressa di antropologia con una profonda conoscenza delle norme di corteggiamento nelle varie culture, la quale per contrasto vanta però non pochi problemi sentimentali; Tye, la creatrice di successo di una dating-app per persone queer che preferisce mantenere a distanza di sicurezza le sue vulnerabilità, nonché le eventuali partner; Quinn, un’inguaribile romantica e stilista benestante che sta provando a sdebitarsi con il mondo mentre è impegnata a portare avanti la sua attività che fatica a decollare; ed Angie, un’attrice e cantante piena di fiducia in sé, vivace e senza filtri, che vive a scrocco da Quinn.

Nei primi dieci episodi, disponibili tutti insieme su Amazon, le quattro, interpretate rispettivamente da Meagan Good, Jerry Johnson, Grace Byers e Shoniqua Shandai, si trovano dunque a portare avanti le rispettive carriere e relazioni. Come al tempo fu per Carrie e le sue amiche, anche le protagoniste di Harlem devono però gestire i pro e i contro della loro contemporaneità. La serie cerca quindi di essere il più inclusiva possibile, affrontando dinamiche diverse e possibilmente facendolo nel modo più sincero e divertente possibile. Ed è a partire da ciò che nascono le prime differenze con Run the World.

Harlem e quel pizzico di gusto in più

Come riportato nella recensione di Run the World, uno dei principali problemi di quella serie è l’estrema facilità con cui le protagoniste si rendono antipatiche. I momenti in cui ciò risulta evidente sono diversi e fin troppo gratuiti. Per quanto si cerchi di lasciarsi coinvolgere dalle vicende delle quattro protagoniste, un senso di distacco nei loro confronti risulta difficilmente superabile. Le quattro protagoniste di Harlem, fatta eccezione in alcuni casi per Quinn, appaiono invece più umane. I loro problemi sono più comprensibili, non vengono esasperati ma anzi trattati in modo appassionante.

Soprattutto, le quattro protagoniste di Harlem sono simpatiche. Diversi sono i momenti comici ben riusciti tra di loro, che permettono di sviluppare una maggior affezione nei loro confronti. Camille, Tye, Quinn e Angie affrontano i rispettivi drammi ognuna a modo proprio, dando loro il giusto peso e, nel caso, con la capacità di ridervi su. Al di là delle protagoniste, Harlem è evidentemente una serie che punta alla rappresentazione di un’umanità più vera, imperfetta. Tra corpi non più corrispondenti ad antiquati canoni di bellezza e gaffe sessuali, si rappresenta qualcosa in cui è più facile per tutti riconoscersi.

Questi elementi trovano fortunatamente una messa in scena accattivante tra colori caldi, luci e abiti sgargianti, ambienti suggestivi e scelte di regia che ben sostengono i tempi comici delle protagoniste. Harlem, il quartiere black di New York diventa un quinto protagonista di tutto rispetto, facendo confluire nella serie tutte le sue sfumature, le sue bellezze e la sua atmosfera. Svolgere direttamente in questo le riprese, piuttosto che ricorrere a location ricostruite, apporta un valore aggiunto non di poco conto

Harlem recensione

Harlem: la recensione della serie

Harlem, dunque, gode di quel pizzico di gusto in più che sembra mancare a Run the World. Non tutto è perfetto e speso si rischia di cadere in alcune banalità o stereotipi che vanno in aperto contrasto con gli intenti della serie, ma rispetto al titolo di Starz risulta comunque un deciso passo in avanti. Questo è rappresentato inoltre dal fatto che le quattro protagoniste, a cavallo tra i venti e i trent’anni, sono tutt’altro che donne pienamente realizzate. Sia a livello lavorativo che sentimentale hanno ancora molto da dimostrare e ciò le rende più problematiche e, pertanto, interessanti.

Questa serie sembra dunque avere tutte gli elementi giusti per affermarsi come il vero titolo che gli amanti del genere potranno ora apprezzare. Prendendo il buono di Sex and the City e Run the World e collocandosi nel mezzo di queste due, Harlem risulta essere un prodotto particolarmente godibile, un vero e proprio racconto di formazione fruibile anche da spettatori diversi.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Gianmaria Cataldo
Articolo precedenteSalma Hayek: 10 cose che non sai sull’attrice
Articolo successivoMCU: le 10 battute più bizzarre dei personaggi
Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
harlem-prime-videoCon il caldo ambiente di Harlem ad impreziosire il racconto, la serie segue quattro protagoniste nel loro formarsi attraverso le esperienze che capitano loro. Brillante nei tempi comici e appassionante nei momenti più romantici, questo è un titolo che sembra far tesoro degli errori dei suoi simili per regalare agli spettatori qualcosa di più autentico.