Hijack, la recensione della serie con Idris Elba

Dal 28 giugno su Apple TV+, la serie

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Il proverbio ci insegna che non bisogna giudicare un libro dalla copertina. Volendo trasporre tale concetto nel campo seriale potremmo adattarlo scrivendo che non si dovrebbe giudicare uno show dal pilot. L’accostamento non è totalmente calzante ma rende l’idea. Tale incipit si presta perfettamente per introdurre Hijack, serie di matrice britannica che vede protagonista Idris Elba.

 

Il titolo lascia chiaramente intendere che la produzione Apple TV+ vede al centro della storia un dirottamento aereo, precisamente quello di un volo diretto da Dubai a Londra. Tra i passeggeri diventati ostaggi del gruppo di dirottatori si trova anche Sam Nelson, che di professione fa il negoziatore. Toccherà principalmente a lui il tentativo di salvaguardare la vita dei passeggeri a bordo.

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L’umanità e il realismo prima dello spettacolo

Come lasciato intuire in precedenza, se andrete oltre il pilot di Hijack non ve ne pentirete. Il setting della narrazione e del personaggio principale non sono certamente originali, né la messa in scena garantisce quel plus di tensione tale da attrarre l’attenzione dello spettatore maggiormente smaliziato. Il fatto è che solo procedendo con gli episodi si comprende che questo non era fin dal principio l’intento dei creatori George Kay e Jim Field Smith.

L’approccio dello show si rivela infatti molto più acuto di quanto il primo episodio non lasci intendere: invece di puntare alla spettacolarità che un genere come il thriller può offrire, Hijack preferisce raccontare in maniera precisa le azioni di coloro che devono affrontare una tale crisi, sia dentro che fuori l’aeroplano. La narrazione dei vari episodi si fonde con efficacia in un crescendo drammatico che pian piano cattura, irretisce il pubblico senza necessariamente spiattellare lo spettacolo action preconfezionato.

C’è infatti pochissima azione in Hijack, almeno nelle prime puntate, sostituita da uno studio avvincente delle dinamiche che si sviluppano nel dover fronteggiare il dirottamento. La storia rimbalza infatti dalle dinamiche che si sviluppano tra passeggeri e dirottatori alle decisioni che devono essere prese nella sala di controllo voli a quelle invece dettate dalle ragioni di stato. Le tre diverse ambientazioni interagiscono con sorprendente efficacia, incastrate tra loro da un montaggio sapiente nel saper restituire il dramma senza necessariamente confezionarlo in uno spettacolo inutilmente forzato dentro il genere.

Hijack-recensione

Hijack, tra spettacolo e dramma umano

In questo modo Hijack diventa un dramma orchestrato con cura, che mira al realismo molto più che all’effetto. Unico difetto è quello di presentare un gruppo di dirottatori non particolarmente convincente, il quale esplicita le motivazioni dell’atto troppo tardi e quando questo succede l’idea diventa leggermente troppo “larger than life” rispetto alla verosimiglianza con cui il tutto era stato settato in precedenza. A parte questo però lo show continua senza troppi sobbalzi a tenere lo spettatore incollato alla poltrona, gli permette di entrare in contatto emotivo con i personaggi e parteggiare o meno per loro.

Altro punto a favore sta nella precisione con cui viene sviluppata la figura di Sam, il quale adopera la sua saggezza e gli strumenti della professione senza mai diventare veramente un “eroe”, anzi condividendo la scena con gli altri passeggeri del volo. Idris Elba si dimostra ancora una volta carismatico quanto basta per esporre anche le debolezze, le paure e la verità del proprio ruolo.

Puntata dopo puntata infatti Hijack diventa sempre più una serie corale, che si avvicina – con le dovute proporzioni, sia ben chiaro – a quello che Paul Greengrass aveva straordinariamente saputo realizzare al tempo di United 93, che gli valse la nomination all’Oscar per la miglior regia. Ecco, la produzione Apple TV+ si dirige verso quella direzione, costruendo dinamiche narrative ed emozionali mai “urlate” quanto piuttosto tangibili, veritiere. Tra spettacolo e attenzione al dramma umano, Hijack colpisce nel segno e offre agli spettatori uno spettacolo più che degno.

Sommario

Invece di puntare alla spettacolarità che un genere come il thriller può offrire, Hijack preferisce raccontare in maniera precisa le azioni di coloro che devono affrontare la crisi alla base del racconto. In questo modo Hijack diventa un dramma orchestrato con cura, che mira al realismo molto più che all’effetto, anche grazie all'offerta di una molteplicità di punti di vista.
Adriano Ercolani
Adriano Ercolani
Nasce a Roma nel 1973. Laureato in Storia e Critica del Cinema alla "Sapienza", inizia a muovere i primi passi a livello professionale a ventidue anni, lavorando al tempo stesso anche nel settore della produzione audiovisiva. Approda a Coming Soon Television nel 2006, esperienza lavorativa che gli permette di sviluppare molteplici competenze anche nell'ambito del giornalismo televisivo. Nel 2011 si trasferisce a New York, iniziando la sua carriera di corrispondente di cinema dagli Stati Uniti per Comingsoon.it e Cinefilos.it - È membro dei Critics Choice Awards.

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